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Autore: funkia    21/02/2011    12 recensioni
Non mi sentivo più una bambina. Mi sentivo una donna in tutto e per tutto, con i problemi che hanno gli adulti, con l’esperienza necessaria per poter dire di aver lasciato l’adolescenza a tutti gli effetti. Avevo studiato e adesso avevo un lavoro da adulta, con tutte le responsabilità che l’essere adulto comporta. Ero più posata, più ragionevole. Avevo imparato a plasmarmi a seconda delle situazioni. Non era rimasto niente della vecchia Rose. Pensavo di averla lasciata per sempre, pensavo di essere cambiata. Ma soprattutto, pensavo di non amarlo più.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Era caldo, fuori doveva esserci un bel sole ma io non potevo saperlo perché le tapparelle della mia camera erano perennemente abbassate

DON’T TELL DAD

 

14. Damaged

 

Damaged, Damaged
I thought that I should let you know
That my heart is Damaged
So Damaged
And you can blame the one before              (Danity Kane)

 

 

Era caldo, fuori doveva esserci un bel sole ma io non potevo saperlo perché le tapparelle della mia camera erano perennemente abbassate. Non sapevo neanche da quanto tempo ero rinchiusa là dentro, dopo il fallimento del mio matrimonio uscivo dalla camera solo per mangiare e fare una doccia. Non sapevo da quanto tempo era che non parlavo davvero con qualcuno. Non sapevo cosa era successo intorno a me nel tempo che ero stata rinchiusa in camera e non mi importava.

 

L’unica cosa di cui ero assolutamente certa era che nel giro di qualche secondo ero riuscita a buttare al vento gli sforzi di una vita. Di una vita pianificata con Jack Russell. Ero stupida, non trovavo altra scusante.

 

“Non può continuare a stare là dentro!” Sentii la voce di Vanessa nel corridoio. Vanessa veniva a casa quasi ogni giorno. La sentivo urlare attraverso le mura, ma nessuno entrava mai nella mia camera.

 

“Sto cercando di farla ragionare.” Disse la voce della mamma. “Ma non vuole saperne di uscire.”

 

“Beh, forse qualcuno dovrebbe buttare giù la porta a calci!”

 

Io sospirai e tornai a fissare la finestra, solo pochi raggi riuscivano a filtrare attraverso i buchi delle tapparelle. Sentii bussare freneticamente alla porta ma non diedi segno di aver sentito, nonostante Vanessa si stesse sgolando dall’altra parte della parete.

 

Per cosa avrei dovuto rispondere? Per passare una giornata d’inferno? Non osavo neanche immaginare cosa sarebbe successo se avessi messo un piede fuori di casa. I giornalisti erano stati appostati sotto la mia finestra per settimane. Poi si erano stufati. O forse papà li aveva presi a calci, non saprei dire.

 

“Ti prego, Rose, apri questa maledetta porta!” Implorò Vanessa.

 

La camera puzzava di chiuso. Io stessa probabilmente puzzavo di chiuso. Ero diventata un po’ come la vecchia signora dei gatti che abitava sul fondo della strada, solo che io non avevo nessun gatto.

 

“Perché non usiamo semplicemente un Alhomora e la trasciniamo fuori?” Era la voce di Hugo, cercava di parlare sottovoce ma potevo sentirlo chiaramente dato il silenzio penetrante della stanza.

 

“Ha solo bisogno di tempo.” Rispose mia madre.

 

“Tempo? Sono mesi che sta chiusa là dentro!” Si impuntò Vanessa. “Come pensa che possa rifarsi una vita se non si decide neanche ad uscire da quella camera?”

 

Ero stanca. Mi avvicinai a letto e mi stesi. Non volevo più sentirli parlare.

 

Perché non torni domani, Vanessa?”

 

Solo qualche passo e poi ci fu il silenzio. Ero di nuovo immersa nella pace. Chiusi gli occhi e mi addormentai, nella mia piccola stanza che sapeva di chiuso.

 

 

**

 

 

Quasi tutti i miei parenti erano passati a trovarmi. Se ne stavano dall’altra parte della porta e mi raccontavano delle storie e chiacchieravano con me come se stare in piedi e parlare ad una porta chiusa fosse una cosa normale.

 

James mi aveva raccontato che nonostante avesse sempre avuto molti problemi a tenersi una ragazza, la sua storia con Linda continuava senza problemi. Zia Ginny preparava torte tutti i giorni in caso decidessi di uscire dalla mia stanza e Al mi raccontava dei suoi problemi a lavoro. Ma se non altro nessuno aveva più provato a avvelenarlo.

 

Vanessa veniva tutti i giorni. Ed era sempre arrabbiata. Ma di solito si limitava ad arrabbiarsi dall’altra parte del muro fino a che un giorno non buttò letteralmente giù la porta.

 

“Ora mi sono proprio stufata!”

 

Era seguito un botto e la porta era crollata a terra. Io non battei ciglio. Mia madre si portò le mani nei capelli.

 

“Hai buttato giù la porta!” Urlò.

 

“Era necessario.” Fece Vanessa. Marciò fino alla finestra e la spalancò, lasciando entrare un enorme fascio di luce che quasi mi accecò. Non ero abituata alla luce, mi bruciarono gli occhi. “Adesso basta, Rose! Il tempo è scaduto!”

 

Io la guardai con sufficienza. Era cambiata, ingrassata, la sua pancia era diventata enorme. Alzai un sopracciglio confusa e cercai la mia voce che ne uscì solo roca.

 

Che ti è successo?” Chiesi.

 

Vanessa sospirò. “Sono incinta.” Disse. “E il tempo passa mentre continui a stare qui dentro. Sono passati due mesi, Rose. Adesso è veramente arrivato il momento di farla finita.

 

Rimasi un attimo shockata, mi voltai verso la porta dove mia madre stava appoggiata. “Due mesi?” Dissi allucinata. “Sono stata quassù per due mesi?”

 

Mia madre annuì debolmente e Vanessa incrociò le braccia al petto. “Senti Rose, nessuno dice che tu non abbia avuto il diritto di startene un po’ per conto tuo a sbollire la situazione… ma adesso sta diventando eccessivo! Devi riprendere il tuo lavoro, la tua vita, andare avanti…”

 

Ci pensai un attimo su e poi chiesi l’unica cosa a cui potevo pensare al momento. “Jack?”

 

Vidi Vanessa scambiarsi uno sguardo preoccupato con la mamma. “Credo che sia… ancora in vacanza…”

 

Avevo un certo fiuto per le bugie. E conoscevo Jack. Scossi la testa. “Jack non andrebbe mai in vacanza con una situazione del genere alle spalle. Posso avere la verità?”

 

Mamma intervenne entrando dentro la stanza. “Tesoro,” cominciò cercando le parole. “La stampa ha scritto delle cose orribili su voi due, Jack sta cercando di… di riprendersi la sua carriera e…”

 

Io chiusi gli occhi lentamente. Era tutta colpa mia.

 

“Ha chiamato Jordan un paio di settimane fa. Disse Vanessa cambiando totalmente discorso. Io riaprii gli occhi. “Puoi riavere il tuo vecchio lavoro, quando te la senti di tornarci.

 

“Oh.” Dissi quiete.

 

Mamma si sedette di fianco a me e mi posò una mano sul ginocchio. “Non c’è bisogno che pensi a queste cose adesso, Rose. Adesso vestiti e mettiti un po’ in ordine, esci un po’ con Vanessa, fate un po’ di shopping.

 

Io sospirai. “Sono proprio una stronza.”

 

“Rose!” Mi riprese subito mia madre.

 

Vanessa alzò un sopracciglio. “Sì sei proprio una stronza. Però puoi essere stronza sia fuori che dentro casa. Hai bisogno di uscire e di vedere finalmente la luce del sole. Non sei un lupo mannaro, per la miseria!”

 

Io alzai lo sguardo su Vanessa. “Ho bisogno di andare in un posto.”

 

Lei mi fissò sorpresa e alzò un sopracciglio. “Okey…” disse cauta. “Non ti caccerai in altri pasticci, non è vero?”

 

Io scossi la testa. “Niente del genere.” Dissi. “Ma ho veramente bisogno di vedere una persona.

 

 

 

 

**

 

 

Vanessa mi fissò ancora più allucinata lanciando un’occhiata alla porta che avevamo di fronte. “Sei stata chiusa in camera tua per due mesi e poi ti svegli e ti viene in mente di venire proprio qui?”

 

Io non la stetti neanche ad ascoltare. Sapevo che era quello che dovevo fare e bussai alla porta senza esitazione. Ci volle qualche attimo, ma alla fine vennero ad aprire.

 

Sol ci fissò curiosa sulla soglia di casa, ovviamente non aspettandosi una visita da parte nostra. Dopo un momento iniziale di sorpresa, ci fece un sorriso gentile. Il suo solito sorriso gentile.

 

“Rose,” Mi disse. “Mi fa piacere vederti di nuovo.”

 

Io annuii colpevole. “Possiamo entrare?”

 

Sol sorrise di nuovo e si scansò dalla porta lasciandoci il passaggio. Era tanto tempo che non entravo più in casa di Sol e Gaby. Anche se adesso Gaby non abitava più lì. Sol ci fece cenno di andare verso il salotto. Mi sedetti sul divano e guardai Vanessa che invece rimase in piedi.

 

“Non ti siedi?” Chiesi con un sopracciglio inarcato.

 

Vanessa si portò una mano sulla pancia guardando con diffidenza il divano. “Lo farei volentieri, ma rischio di rimanere incastrata lì fino a che non partorisco.

 

Sol ridacchiò e le portò una sedia. “Non è molto comoda, ma almeno è più alta del divano. Disse. “Vuoi una mano?”

 

Vanessa scosse la testa e divaricò bene le gambe mettendosi lentamente a sedere. Io mi voltai verso Sol, continuava a sorridere ma sembrava avere un’aria molto triste. Esattamente come me.

 

“Mi dispiace.” Dissi semplicemente.

 

Sol scosse la testa. “Non è colpa tua, Rose, di cosa devi dispiacerti?”

 

Mi morsi un labbro. “Sono stata arrabbiata con te. No, infuriata. Ero così sconvolta, non potevo credere che tu avessi potuto fare una cosa del genere a Gaby. Ti ho considerato una persona orribile.” Feci una pausa e presi un respiro. “Ma poi, ho fatto la stessa identica cosa a Jack. E mi sono sentita un’ipocrita, oltre che ad una traditrice.

 

Sol mi ascoltò senza dire niente. Solo quando finii il mio discorso, mi posò gentilmente una mano sulla spalla. “Rose, io posso scusarti, ma non posso redimerti.”

 

“Lo so,” dissi. “Ma essere qui mi fa stare un po’ meglio.

 

Sol annuì e sospirò. “Vedi Rose, io non sono felice di quello che ho fatto. Io amo Vincent, ma amo anche Gaby. Qualunque cosa avessi fatto, avrei ferito inevitabilmente qualcuno e avrei sofferto comunque. Vincent non ama più Gaby da molto tempo ormai.

 

Ma io non capisco.” Dissi scotendo la testa. “Io amo Jack.”

 

Sol sorrise appena. “Evidentemente non abbastanza.”

 

Io sospirai. “Comincio a pensare che Malfoy avesse ragione su tutto. Dissi. “Ma è così triste pensare che Vincent e Gaby… sembravano il vero amore.”

 

“Lo so.” Fece Sol. “Ma spesso le cose non sono come sembrano, Rose. Spesso quello che ti viene mostrato non è la realtà e cose che ci sembrano trasparenti si rivelano essere più torbide di quanto si potesse mai pensare.”

 

Mi sentivo un po’ persa. “E’ come se avessero portato via una parte importante di me. Mi sento come se mi avessero detto che Babbo Natale non esiste. Come posso ancora credere nel vero amore?”

 

Sol scrollò le spalle con un bel sorriso. “Al e Vanessa. Loro sono davvero il vero amore.”

 

Vanessa fece una smorfia. “Come no, l’idillio familiare.”

 

“Non occorre che le cose siano perfette.” Fece saggiamente Sol voltata verso Vanessa. “Basta che funzionino.”

 

Guardai Vanessa e ripensai a tutta la sua storia con Al. Era stata un casino completo fin dall’inizio. Eppure dopo tanti anni erano ancora insieme e ancora innamorati. Sorrisi e mi sentii come se fossero anni che non sorridevo più. “Adesso… adesso non so neanche da che parte devo ricominciare.

 

“Dall’inizio, Rose.” Fece Vanessa. “Siamo qui per questo. Riprenderai il tuo lavoro alla Rubrica del gossip e cercherai di fare carriera, questa volta senza farti mettere nell’ufficio di un imbecille con cui sei stata fidanzata tanti anni prima.

 

Io feci spallucce. “Ormai non corro più rischi, .” Sospirai. “Non credo che Jack lascerà il Quidditch per mettersi a lavorare al Ministero.

 

Vanessa scrollò le spalle. “La prudenza non è mai troppa.”

 

Mi voltai verso Sol. “E Gaby? Pensi che un giorno tornerete a parlarvi?”

 

Sol fece un profondo respiro. “Non lo so, Rose. Spero tanto di sì, è sempre mia sorella. Spero che un giorno capisca che non l’ho fatto per ferirla. Credo che ci vorrà ancora del tempo prima che i tasselli tornino tutti al loro posto.”

 

E Vincent?” Chiese Vanessa.

 

“Noi stiamo bene.” Disse Sol. “Stiamo pensando che forse potrei trasferirmi da lui, ma è ancora troppo presto. Non vogliamo altri scandali. Lo sapete come funziona, con i giocatori di Quidditch.

 

Io feci una smorfia. “Sì, lo sappiamo.”

 

Vanessa sospirò. “Qualcosa mi dice che quest’anno il campionato sarà pessimo.”

 

Sol rise appena e scrollò le spalle. “Mai dire mai. Infondo abbiamo delle prove schiaccianti che i risultati possono cambiare fino all’ultimo secondo. Mi mandò uno sguardo gentile. “Non farti abbattere da nessuno, Rose. E’ della tua vita che stiamo parlando e la Rose che conosco io non si fa mettere i piedi in testa da nessuno.

 

“Tanto meno si fa trasportare dagli eventi. Disse Vanessa annuendo. “Ti rimetterai in piedi, vedrai.”

 

Io sospirai guardando in un punto indefinito. “Beh, sono già in ginocchio. E’ un passo avanti.” Dissi tra me. “Sarà così difficile riabituarsi.

 

Sol scosse la testa. “Non devi riabituarti. Devi andare avanti.”

 

La guardai seriamente. “Tu come hai fatto? Come hai fatto a superare tutta questa situazione e venirne fuori così forte?”

 

“Non l’ho fatto.” Mi rispose lei semplicemente. “Ma non ho tempo per stare a piangermi addosso. Disperarmi non cambierà le cose. Reagire, forse sì.”

 

Io mi morsi un labbro. “Vorrei che le cose fossero semplici…”

 

Vanessa storse il naso accarezzandosi la pancia. “Naaah, non lo vorresti. Ti annoieresti dopo un minuto.”

 

Io la guardai alzando un sopracciglio. “Mi piacerebbe provare la noia, per una volta tanto. Non fanno altro che capitare bombe a mano, ultimamente.

 

Lei annuì. “Guarda che io ti capisco.” Si indicò. “Tanto per dirne una, sono incinta.”

 

“Preferiresti essere incinta o avere un matrimonio fallito?” Chiesi io.

 

Lei mi guardò un po’ prima di rispondere. “Non sono sicura che tu voglia sapere la risposta.

 

Sol scosse la testa guardandoci. “I tempi della scuola erano acqua fresca.

 

 

**

 

 

Avevo seguito il consiglio di Vanessa di ricominciare esattamente dal principio. Perciò la mattina dopo mi ero ritrovata nell’ufficio di Jordan, con in mano la scatola con tutte le cose che avevo lasciato nell’ufficio al nono piano (che avevo ovviamente fatto riprendere da terzi), un’aria abbattuta ma con la sensazione di essere tornata a casa.

 

“Beh, Weasley.” Fece Jordan muovendo i baffetti un po’ a disagio. “La tua vecchia scrivania è ancora sgombra.

 

Io alzai gli occhi al cielo. “Non vedo l’ora di andare a caccia di gossip.

 

Jordan allargò le braccia alzando entrambe le sopracciglia. “Beh, io te l’avevo detto di tenere le cosce chiuse.

 

“Già, e io le avevo detto che avrebbe fatto meglio a licenziarmi.” Dissi senza humor. “Spero si sia divertito al matrimonio. Mi hanno detto che il buffet era ottimo.”

 

Jordan tossicchiò e abbassò lo sguardo facendo finta di trafficare tra qualche foglio. “Non saprei, ero troppo impegnato a prendere a pugni un paio di reporter che cercavano di scattare delle foto alla sposa fantasma.

 

Rialzò gli occhi e io gli sorrisi riconoscente. “Grazie, signore.” Mandai uno sguardo dentro l’ufficio. “La scrivania accanto alla mia è sempre occupata da Betsy Ramble?”

 

“Diamine, sì! Dove credi che possa andare quella?” Fece scortesemente, ma per qualche strano motivo io scoppiai a ridere. Lui mi fissò come se fossi pazza. “Che hai da ridere adesso, Weasley?”

 

Io scossi la testa ancora ridendo tra me. “Niente. E’ solo bello essere di nuovo a casa.”

 

Jordan si concesse un minuscolo sorriso, nascosto prudentemente dai suoi baffi. “Prenditela con comodo, Weasley. Per questa settimana ti concedo anche di poter scrivere un articolo da schifo, basta che torni in carreggiata al cento per cento quando sarà il momento.”

 

Io alzai un sopracciglio. “Mi scusi, sta parlando con la persona che ha risolto il caso Kein. Io sono sempre al cento percento.”

 

“Sì, sì, non c’è bisogno di fare i saputelli. Fece Jordan sventolando una mano qua e là. “E non posso darti una promozione, Weasley.

 

Io scrollai le spalle, sospirando. “Penso di essermela giocata, signore. E’ per via dello scandalo, non è vero? E’ per questo che non può darmi una promozione?”

 

“Darebbe troppo nell’occhio.” Disse annuendo. “Ma ti prometto che appena mi si presenterà occasione, farò in modo di farti fare carriera, Weasley. Te lo meriti. E non farmi pentire di essere diventato un sentimentale da quattro soldi, dovrai continuare a lavorare sodo.

 

Io sbuffai una risata. “Come se questo fosse un problema.”

 

Presi un bel respiro e lasciai l’ufficio di Jordan percorrendo al contrario il corridoio della morte. Anche se cominciavo a pensare che la morte fosse andare incontro ai colleghi, piuttosto che verso il capo. Mi sedetti alla mia vecchia scrivania, tutti stavano guardando curiosi. Cominciai a rimettere a posto la mia roba, come se niente fosse.

 

“Oh Rose,” Fece Betsy piegandosi verso di me. “Mi dispiace tanto per il tuo matrimonio, ho letto tutto quello che è successo sui giornali. Ma seriamente, andare a letto con un altro…”

 

Mi voltai verso di lei con un sopracciglio inarcato. “Vaffanculo Betsy.”

 

Betsy mi guardò indignata, ma la voce del capo risuonò nell’ufficio prima che potesse ribattere.

 

“Ben detto, Weasley!”

 

Io sorrisi tra me. Infondo io adoravo Jordan esattamente quanto lui adorava me.

 

 

**

 

 

La nostra piccola Rose ce l’ha fatta a rialzarsi anche dopo questo mega incidente di percorso. Spero che non sia stato un capitolo troppo noioso, è stato strano scrivere un capitolo così… statico. Non è da me.

 

Lo so che non aggiorno poi tanto in fretta come prima, ma davvero non riesco più a tenere il ritmo per diversi problemi personali, cerco di fare il mio meglio ma una cosa è certa…non abbandonerò mai questa storia! Non mi darò pace fino a che non ci metterò la parola fine!

Al prossimo capitolo con “Big girls don’t cry

 

Vi adoro,

zia funkia <3

 

 

 

 

 

 

   
 
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