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Autore: Payton_    22/02/2011    14 recensioni
Charlie Weasley è sempre stato un spirito libero, ma a 36 anni, osservando suo nipote Hugo mentre gioca al mare, si chiede se le sue scelte sono state quelle giuste e se anche per lui non sia giunta l'ora di crearsi una famiglia.
Questa storia ha partecipato al Contest Fotografico indetto da Walnut classificandosi Prima a pari merito e vincendo i premi Caramella e Caratterizzazione.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Charlie Weasley, Hugo Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Questa storia ha partecipato al Contest Fotografico indetto da Walnut classificandosi Prima a pari merito e vincendo i premi Caramella e Caratterizzazione.

Ringrazio quella pazza della Walnut-ella e la strozzo di cuori. ♥

 

Un pezzo di sole

 

 

 

Charlie Weasley era sempre stato uno spirito libero. I suoi genitori, Arthur e Molly, dovettero mettere presto il cuore in pace, e accettare che il loro secondogenito non avrebbe creato un nido d’amore vicino alla Tana, riempiendo la loro vita di splendidi nipotini. Non era libero nello stesso modo di Bill, lui era un’anima solitaria, completa di per sé.

Poco dopo il suo diploma a Hogwarts, infatti, Charlie lasciò casa – o meglio, lasciò il Paese -, ed andò a vivere in Romania, per realizzare il suo più grande sogno: diventare un addestratore di draghi.

Avrebbe potuto fare molte cose nella vita, ma i draghi erano la sua vera e più profonda passione. Li amava, erano parte di lui, e nonostante i suoi sogni l’avessero portato lontano, in una terra più inospitale e distante dai suoi affetti, Charlie era felice.

Certe volte però, anche lui si sentiva solo. Non aveva incontrato l’amore, la sua libertà sconfinava in tutti i campi della sua vita, e lui sapeva di non essere fatto per vivere con una persona per sempre, nonostante sapesse bene, essendo figlio di Arthur e Molly, che l’esistenza dell’amore eterno non è leggenda.

Certe sere, quando tornava a casa e la trovava vuota e fredda, si chiedeva se anche per lui non fosse arrivato il momento di crearsi una famiglia. Il problema era che le uniche femmine a cui riuscisse a pensare erano Norberta, Camilla, Agata e le altre draghesse.

In quella afosa giornata di fine luglio, Charlie era immerso in uno di quei momenti in cui i dubbi sulla vita continuavano a tormentavano.

Era tornato a casa a trovare la sua famiglia e la loro vicinanza, il loro calore, avevano accentuato la solitudine che provava in Romania.

Erano a Southend on Sea, per godersi qualche giorno di mare tutti insieme, e Charlie era particolarmente felice perché poteva stare con i propri nipoti, Hugo in particolare, che prima d’allora aveva visto solo una volta alla sua nascita.

Stringeva con forza la piccola mano del suo ultimo nipote, che saltellava battendo i piedini nella fresca acqua marina. Si capivano, lui e Hugo, il bambino si era affezionato subito a quell'uomo che non aveva mai visto.

Sembrava quasi assurdo, per Charlie, che Ron avesse una moglie, una famiglia. Anche il suo fratellino era cresciuto, buttato nel vortice della vita dalla guerra contro Voldemort. Sembrava che tutti fossero destinati a cambiare, a crescere, tranne lui.

In quel momento però sorrideva, bagnando di tanto in tanto Hugo, che rideva e si aggrappava alla sua gamba.

Charlie stava valutando seriamente l’ipotesi d’avere un figlio, una famiglia. Presto Hugo avrebbe detto le sue prime parole, mamma e papà, e Charlie desiderava qualcuno che pronunciasse per lui quelle due sillabe.

Aveva trentasei anni, e ciò che aveva sempre voluto erano i draghi; aveva sacrificato tutto il resto, con gioia. Con lo scorrere del tempo però, come per tutti gli esseri umani, i dubbi iniziavano a farsi sentire.

Hugo s’era fermato improvvisamente, ed aveva smesso di saltellare, rapito dal riflesso del sole sull’acqua. Con una manina, aveva provato ad afferrare il riflesso, restando deluso nel riaprirla e trovarla vuota. Aveva riprovato, dolce nella sua infantile ingenuità, restando nuovamente deluso. A quel punto, Charlie s’era abbassato all’altezza del bambino, stringendolo per la vita, e gli aveva detto: «Non puoi prendere il sole, Hugo».

Ovviamente, il bambino, essendo ancora molto piccolo, non aveva compreso la frase dello zio, ma si era limitato a fissarlo con aria seriosa, come se comunque avesse provato a comprendere quelle parole: ricordava molto Ron in quel momento.

Charlie, nel pronunciare quella frase all’apparenza semplice, ne trasse la sua verità: non si può prendere il sole. Per quanti sforzi avrebbe potuto fare,  non avrebbe mai preso il suo sole, non avrebbe mai preso tutto quello che la vita poteva offrire, ma avrebbe dovuto accontentarsi del proprio pezzo. Ma lui, quel pezzo, l’aveva trovato da tempo. Lui aveva i suoi draghi ed i suoi sogni, tutto quello che più potesse desiderare.

Sorrise, nuovamente cosciente della bellezza della propria vita, e raccolse una delle conchiglie adagiate sul fondo del mare.

La capovolse e riempì la piccola cavità d’acqua, poggiandola poi sulla manina aperta di Hugo. 

«Vedi Hugo, non si può prendere il sole, ma si può fare in modo d’averne un pezzetto».

L’acqua nella conchiglia rifletteva il sole, creando una piccola conca più brillante del riflesso che Hugo aveva cercato di prendere grazie alla superficie bianca.

Nella vita non si può certo avere tutto, ma quello che si ha può essere splendido, e Charlie ora lo sapeva meglio che mai.

Lui aveva rincorso i suoi sogni e li aveva realizzati, non era fatto per essere un marito ed un padre. Aveva già il suo pezzo di sole, ed aveva una famiglia, che vedeva riflessa nel sorriso di un bambino che credeva d’avere il sole tra le mani.

 

 

*

 

Prima classificata a parimerito: PaytonSawyer - Un pezzo di sole

-Grammatica: 10/10
-Stile e Lessico: 10/10
-Originalità: 5/5
-IC: 10/10
-Attinenza alla foto: 10/10
-Gradimento personale: 10/10
-Punti Bonus ( Se ci sono ): 5/5
-Totale: 60/60

Dio mio. Dio mio cosa non hai creato Pay-ncetta.
Che bellissima e profonda storia. Hai analizzato il personaggio di Charlie in maniera incredibile, come se fosse un personaggio vero e reale. Mi sembrava quasi di
vederlo in riva con Hugo, perso nei suoi pensieri e a riflettere su quello che aveva.
La tua storia è... ha qualcosa di filosofia dentro. E' incredibile: solo chi l'ha già letta può capire di cosa parlo. Il finale è qualcosa di unico, e mi hai fatto commuovere.
Lo stile è perfetto e comunica sentimenti forti; non è pesante e il lettore - io :D - non riesce a distogliere lo sguardo dal pc neanche un secondo. Ti giuro, credevo di
essere stata ipnotizzata; ipnotizzata dalla tua magnifica storia.
Non riesco neanche a descrivere quello che ho provato mentre leggevo, è troppo. Non avevo mai letto così di Charlie, non aveva nessuno mai analizzato questo
personaggio in maniera così incredibile.
E Hugo mi ha fatto tanta dolcezza: il pezzo in cui prova a prendere il sole è... wow.
Seriamente, non ho parole.
Brava, brava, braverrima!
Complimenti
per il meritatissimo primo posto!
W.

   
 
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