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Autore: shine_gr    22/02/2011    2 recensioni
…ad invocare il mio perdono,
questa è la mia vendetta,
il mio piatto prelibato
e non voglio rinunciare
al sapore del tuo dolore.
Per niente potrei rinunciare
Al piacere del tuo dolore…
-La vendetta- Alessandro Bianchi
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Successivo alla saga
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Bene ragazze! Eccomi qui con un altro capitolo... ve l'avevo detto che non vi avrei abbandonato tanto facilmente. E solo che tra i corsi e gli impegni vari a casa sto poco o niente. Ma comunque...  torniamo a noi. Ricapitoliamo un po' cos'è successo fino ad oggi. Bella è stata presa dai Volturi, Edward dopo aver capito tutto va a Volterra per salvarla ma lei si rifuita perchè se sarebbe andata con lui, Edward sarebbe morto. Bella a Volterra incontra Maia, la figlia di Aro e con lei istaura un bellissimo rapporto. Un giorno, però, Maia ed Aro partono per il Sud America e nel loro addio Maia consiglia a Bella di scappare. Benissimo.... e dopo ciò.... cosa succederà a Bella? Riuscirà a scappare? Aspetto sempre i vostri commenti ^^ Piccola anteprima... Il prossimo capitolo sarà uno special XD
Abyss
     Libro secondo

21° capitolo

Vagavo per i corridoi senza sapere dove andare, cosa fare. Mi sentivo nuovamente sola, mi sentivo di nuovo quel buco nel petto. Volevo scappare, fuggire ma non sapevo come fare. Anche se mancava metà della guardia, Volterra sembrava piena di vampiri, in ogni corridoio c’era un gruppo di soldati da almeno 7 succhiasangue. Come potevo fuggire?

Maia è partita solo da stamattina e già mi manca terribilmente. Ma perché se n’è dovuta andare? Perché non è rimasta con me per fuggire insieme? Quella conversazione di ieri, adesso che ci penso, mi sembra un po’ contraddittoria. Prima mi dice che non sa perché deve partire anche lei, poi mi dice che adesso ha capito tutto e che Aro non la farà mai scappare. Ma allora sa qualcosa? Allora ha sentito qualcosa e non voleva dirmelo perché se no l’avrebbe fatto. Cosa ha scoperto Maia?

“ Bella.” Jane? Ma ancora non sono partiti loro.

“ Jane ancora non siete partiti?”

“ Stiamo partendo ora.” Ma perché aveva con me sempre quel tono acido. Mi innervosiva.

“Capisco… allora buon viaggio e guai se tocchi Benjamin con un solo dito.” Benjamin? Adesso è tutto più chiaro. Stavano facendo la stessa cosa che hanno fatto a me.

“ Non preoccuparti per il tuo amichetto. Andiamo solo a vedere com’è la situazione. Poi non sei felice? Avrai qualcuno che ti farà compagnia qui.”

La rabbia ribolliva nelle mie vene e scorreva in esse come un fiume in piena. Bastardi, ecco cosa sono.

“ Be’ mia cara, arrivederci. Tanto domani noi siamo qui.” E con un sorriso stampato in faccia se ne va’.

Maledetti, maledetta tutta Volterra.

La speranza che in questi due giorni pian piano si stava facendo strada nel mio cuore, anche grazie all’aiuto di Maia, stava scomparendo. Sembrava una soffice nuvoletta di fumo talmente leggera da confondersi col cielo cupo e grigio. Tutta la grinta, tutta la voglia di scappare da questo nulla infinito fatto solo di odio stava pian piano svanendo mentre il mio strano dolore pian piano risaliva a galla.

Come potevo io, una fallita, scappare da questa fortezza in un solo giorno? Mi sentivo tremendamente sola, mi sentivo una nullità.

Rimasi immobile, rinchiusa in gabbia con questi pensieri e non mi accorsi del tempo prezioso che stavo sprecando, ogni secondo, ogni attimo lo stavo mandando al diavolo e per cosa? Per solitudine. Sola, ero sola e dovevo farmene una ragione se volevo sfuggire a tutto questo. Non trovo la forza, non ce la faccio. Sentivo le ossa spezzarsi in due, sentivo la mia mente sempre più confusa e il centro cavo del mio petto vuoto e scuro.

“ Bella?” Mi chiamò una voce molto familiare con gentilezza. Era Marcus.

“ Marcus, buongiorno.” Salutai l’unico Volturo che provava un po’ di compassione per me, anche se non la meritavo. Come una volta lo stesso Aro mi aveva detto, tutto ciò che stava accadendo era colpa mia. Tutto, tutti i dolori e le sofferenze che sto causando alla mia famiglia, al mio amore, alla mia piccolina. Tutto è colpa mia e il dolore che patisco e che adesso pian piano si fa strada dentro di me lo merito.

“ Bella…” Stava per dirmi qualcosa ma si fermò.

“ Deve dirmi qualcosa Marcus?” Cercai di invogliarlo.

“ Mi dispiace.” Mi disse abbassando lo sguardo mentre una maschera di tristezza si impadronì del suo viso.

“ Oh…” Riuscì solo a dire. Non mi sarei mai aspettata un comportamento simile. Quell’affermazione mi ha spiazzata.

“ Credimi se ti dico che in tutta questa storia non c’entro niente. Non volevo che tu patissi tutto questo dolore Bella perché non lo meriti e se per questo nemmeno Edward. Il vostro amore non lo meritava. Stiamo distruggendo un’altra giovane vita. Stiamo mandando all’inferno un altro amore ed io non volevo e tutt’ora non voglio.”

Restavo ancora in silenzio con tutto il mio corpo paralizzato. Questo era un Marcus diverso. Non un vampiro annoiato da questa eterna vita, ma una vampiro sofferente per questa eterna vita. Come la scorsa sera aveva detto, questo è il suo inferno e adesso è visibile ai miei occhi.

“ In minima parte capisco il tuo dolore Bella anche se l’amore tuo e di Edward è molto più grande e potente di quel barlume d’amore che ho provato quando me l’hanno concesso.”

“ Grazie Marcus. Ma le tue scuse non cambiano i fatti.” Dissi quelle parole con acidità anche se non volevo.

“ Lo so e… e… Bella ormai non conto più niente qui. Non son mai contato qualcosa ma adesso e cento volte peggio. Son diventato una marionetta, non sono più padrone di me.”

“ Cosa stai dicendo Marcus? Perché mi stai dicendo queste cose?”

“ Perché è giusto che qualcuno prima o poi lo venga a sapere mia cara Bella e tu sei l’unica che riuscirà a scappare e a sconfiggere i demoni che si son impadroniti dei miei due fratellastri.”

“ Ancora non riesco a capire…”

“ Vedi mia cara, io non sono realmente fratello di Caius e Aro. Ero il figlio di una loro serva che aveva avuto una relazione con il loro padre e per non creare scandalo la moglie mi accolse nella loro famiglia. Io non sapevo niente di tutto questo, trattavo mia madre con ribrezzo da schiava mentre amavo una donna che non era mia madre. Seppi tutto questo alla morte della serva e tutta la mia vita andò in pezzi. Non sapevo più chi ero, mi sentivo perso e senza radici. Passai tutta la mia giovinezza amando i miei fratelli e ritenendoli le mie guide. Ero diverso da loro, come adesso loro erano bramosi di ricchezze e poteri ed io per sentirmi uno di loro mi comportavo come tale. Ma scoprendo tutta la verità mi ritrovai a capire molte cose. Qualche mese dopo accadde una catastrofe. La mia famiglia a caccia fu attaccata da un vampiro. Uccise i nostri genitori mentre a noi fratelli, bagnati di sangue dopo quelle scene raccapriccianti in cui abbiamo visto i nostri genitori morire, ci attacco ma non ci uccise. In tre giorni io, Aro, Caius e Didyme eravamo dei neonati vampiri. Accecati dall’odio e dalla vendetta trovammo il killer dei nostri genitori e lo uccidemmo senza pietà, uccidere per noi era un gesto innato sai? Dopo poco l’intelligenza e l’astuzia di Aro ci portarono a creare un vero Clan mentre iniziai a vedere la mia sorellina come una compagna. La smania di potere di Aro e la voglia di morte di Caius crebbe sempre di più mentre io iniziavo a vedere il mondo con i miei occhi grazie anche all’amore di Dydime. Aro non lo accettò e preso dalla furia uccise la mia amata. Da quel giorno entrai nell’annebbiamento più totale, aspettando solo la morte e compiacendo l’unica mia strana famiglia. Dopo tutte le vite e gli amori spezzati sto capendo che la mia vita è solo un inferno e voglio solo morire per avere un po’ di pace.”

Quella storia per me era una vera e proprio rivelazione. Adesso so quasi tutta la storia dei Volturi, so la storia di Marcus e non posso non sentire pena per lui. In tutta la vita ha solo sofferto e se la porta come compagna da almeno tremila anni.

“ Tu mi ricordi tanto Dydime. La sua dolcezza e gentilezza, e quello che sto facendo passare a te e come se lo facessi vivere anche a lei.”

“ No, Marcus.”

“ Si invece, parlo… parlo soltanto. Ma le parole non bastano, contano i fatti.”

“ Stai aprendo il tuo cuore a me e questo mi basta.”

“ Non meriti di stare qui Bella. Tu devi amare, non devi ridurti come me. Scappa…”

“ Come?” ho sentito bene?

“ Scappa Bella. Stanotte. Devi farlo.” Era strano, nei suoi occhi leggevo la sua sicurezza. Ma scappare non so perché mi sembrava impossibile.

“ Ma come… posso… e tu? Aro ti leggerà tutto questo?” Adesso avevo paura per lui.

“ Le soluzioni sono due mie cara… o mi lascia vivere o mi uccide. In tutti e due i casi mi riterrò soddisfatto di questa mia prima opera di bene. Vattene da qui Bella.”

“ Ma…”

“ Edward e tutta la tua famiglia ti ama ancora Bella.”

“ Ci proverò.” Dissi cercando di trasmettere fiducia.

“ Bene, adesso vado prima che la mia balia mi trovi con te.” Un sorriso amaro si stampò sul suo volto e sparì.

Un sol pensiero mi invase. Dovevo, potevo fuggire… Edward sto arrivando.

Si potevo farlo, dovevo farlo e l’avrei fatto. Dovevo solo cogliere il momento giusto e sarei riuscita a scappare da tutto questo. Sarei tornata a vivere con la mia famiglia. Potevo riabbracciare la mia amata Renèesme. La mia figlioletta, quanto mi è mancata, il suo odore, il suo calore e il suo amore. Già mi vedevo abbracciata a lei mentre le sue lacrime erano anche le mie, mentre accarezzavo i suoi riccioli bronzei mentre le sussurravo il mio amore. Vedevo il volto di Edward, i suoi meravigliosi occhi ambra, lo vedevo lì fermo mentre la l’idea di noi due di nuovo riuniti si faceva strada in lui. Potevo risentire il suo dolcissimo sapore nel mio palato, il suo odore inondarmi i sensi e il suo amore riscaldarmi.

Mi vedevo di nuovo accolta e amata dalla mia famiglia; il mio meraviglioso fratello-orso farmi volteggiare nell’aria, Rose rivolgermi il suo affettuoso sorriso, Alice la sua immancabile energia e il suo accogliente abbraccio, la stretta di mano di Jazz e l’abbraccio amorevole di Carlisle e Esme.

Mi sentivo decisamente meglio. Non volevo organizzare niente, sarei andata ad istinto.

Carpe diem. Dovevo solo cogliere l’attimo.

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E il momento è giunto. Era l’ora di scappare. Volterra si stava donando alla morte e anche se le guardie erano sempre in movimento, pensavano ad altro e non ad una fuggiasca.

Camminavo per i corridoi come avevo sempre fatto in questo mio soggiorno ma adesso una strana sensazione si impadroniva perfino delle mie ossa.

Mi sentivo nuovamente libera, felice. Mi sentivo nuovamente me stessa e non più una prigioniera costretta a vivere una vita insulsa.

Quei corridoi mi sembravano diversi e più accoglienti. Avevo una percezione diversa di tutto.

Il castello era in fermento. Tutti aspettavano un altro attentato dal giustiziere ed anche io lo aspettavo per darmi il via libera.

Le mie gambe mi stavano conducendo verso lo studio di Aro, da lì una porta secondaria mi avrebbe fatto uscire subito dal castello.

Arrivata allo studio senti un lamento e dei brusii.

“ Ti fa male vero? Ma questo è niente bastardo. Ti farò provare tutto il dolore che per più di 5 sec. Ho provato per causa tua.”

E lì un urlo di dolore. Ed una risata talmente malvagia che mi fece rabbrividire.

Cosa stava succedendo li dentro? Chi era? E se fosse Marcus? Non potevo lasciarlo lì.

“ Ti prego… ti prego… lasciami…”

Ma questo non era Marcus. Era l’essere più rivoltante di questo castello. Spregevole e meschino, assetato di sangue e potere. Meritava la morte.

“ Tu mi supplichi, tu mi chiedi di lasciarti andare? Ma quante persone di hanno pregato, supplicato, chiesto il perché delle tue azioni e tu li hai uccisi ugualmente? Perché dovrei essere io clemente con te?” Quella voce mi metteva i brividi. C’era un misto di sentimenti. C’era vendetta e il gusto dell’imminente  vittoria, c’era dolore e angoscia, c’era voglia di uccidere.

“ Ho sbagliato… non l’ha farò mai più… lo prometto lasciami…”

“ Ma guarda un po’. Il grande, il sanguinario Caius ridotto a supplicare un povero e solitario vampiro ridotti così a causa della sua sete di sangue. Che vergogna bastardo… ed io che in tutti questi anni mi aspettavo uno di quei combattimenti che restano nella storia.”

Era il momento, dovevo andarmene ma non riuscivo a muovere le gambe.

“ Che… che cosa vuoi?”

“ Cosa voglio? Per più di cinquecento anni ho desiderato la tua morte… secondo te cosa voglio?”

Sentì l’urlo spezzato di Caius, mentre un sentì il rumore di una roccia sbriciolarsi.

“ Non c’è piacere così… Io non voglio uccidere una femminuccia, avanti Caius mostrami chi sei realmente…”

Ma Caius non si mosse.

Un’altra risata. “ Paura e… Come si dice? Stai morendo dalla paura… essa pian piano sta infettando il tuo corpo come il veleno di un serpente. Il tuo corpo viene percorso da spasmi, mentre pian piano si immobilizza. Tra un po’ mi chiederai, anzi mi supplicherai di morire ed io… non ti accontenterò… ti torturerò finche non avrai la forza nemmeno di respirare…”

Il respiro di Caius diveniva sempre più affannato e spaventato.

Dovevo andarmene… Dovevo andarmene…

Ma non posso lasciarlo lì a morire… Io non sono come loro…

Devo andarmene… Devo andarmene…

In quel momento mi venne un idea. Speriamo solo che funzioni.

 **********************************************************************

Aprì la morta e in quella stanza non vidi niente, ma continuavo a sentire il fiatone di Caius e le imprecazioni di qualcuno.

Dal nulla apparve Caius. Era a terra in una strana posizione e gli mancavano una gamba e le mani sbriciolate accanto a lui. Dopo di che apparvero due vampiri, un maschio ed una femmina.

La vampira sembrava una piccola donna. Pallida come il gesso, aveva grandi occhi cremisi e i morbidi capelli rossi le ricadevano fino alle spalle. La sua figura era elegante ed aggraziata ma, allo stesso tempo, il suo corpo era sodo e muscoloso.

Il suo sguardo era triste marchiato da una grande sofferenza. Il suo sguardo saettava dal suo compagno, spaventata, a me, fulminandomi e cercando di intimorirmi.

Il vampiro dal canto suo possedeva una bellezza particolare. Era alto e muscoloso. Il petto era nudo e si poteva scorgere perfettamente gli addominali scolpiti. La sua pelle era scura anche se possedeva un certo pallore. Lo sguardo rifletteva ciò che trasmetteva nella voce. I grandi occhi neri comunicavano tutta la sofferenza patita ma allo stesso tempo quella sete di sangue assopita da troppo tempo per essere controllata. L’espressione del suo viso era contratta e incrociando il suo sguardo col mio mi sentì derubata di qualcosa.

Continuava a guardarmi mentre Caius pian piano si ricomponeva. Era come se fosse sprofondato dentro di me, come se non potesse credere a ciò che vedeva, come se io fossi solo un sogno o un’illusione.

Io d’altro canto ero attratta dal suo sguardo, ma non era un attrazione fisica era uno strano legame che ci univa, non di amore ma di sofferenza?

“ Veive cosa aspetti? Uccidiamoli e andiamocene da qui, basta adesso.” Era la piccola vampira a parlare. Guardava Caius con ribrezzo e dai suoi pugni stretti e i suoi tendini in tensione mi aspettavo che lei infierisse il colpo finale su Caius.

“ Lei non posso ucciderla.” Affermò il vampiro.

“ Come non puoi ucciderla? Abbiamo aspettato così tanto questo momento e adesso lo mandi al diavolo per una insignificante vampira?”

“ Se abbiamo aspettato cinquecento anni, possiamo aspettare ancora qualche giorno.” Disse il vampiro leggendomi nuovamente di dentro. Dopo di che si volto verso Caius e calpestando il suo braccio spezzandolo gli disse: “ E per quest’altra volta te la sei scansata feccia. Ma verrò presto a farti una visita, non sentirai troppo la mia mancanza. E ringrazia questa vampira che a quanto pare di ha salvato la vita.” Caius urlò nuovamente di dolore, anche se era un urlo soffocato. I vampiri erano già spariti, ma una folata vicino al mio corpo mi pietrificò. Senti scostarmi una ciocca di capelli da qualcosa mentre davanti a me vedevo solo le minuscole particelle di polvere che volavano.

“ Son contento che almeno tu riuscirai a ritrovare il tuo amore.”  Era lo stesso vampiro di prima.

************************************************************************************* 

Arrivarono i soldati della guardia e dopo la mia breve dichiarazione andarono a cercare questi due vampiri. Caius riuscì a ricomporsi e come se non riuscisse a stare alzato si sdraiò nel divano.

Il suo sguardo era ancora terrorizzato, era come se davanti ai suoi occhi ci fosse il suo peggior incubo. La sua espressione mi metteva i brividi.

“ Bella come possiamo sdebitarci? Hai salvato la vita a mio fratello.” Questo era Marcus, aveva di nuovo l’aspetto annoiato di quanto l’ho conosciuto ma il lui c’era qualcosa di diverso.

“ Si… si… grazie Isabella… qualsiasi cosa… qualsiasi cosa per sdebitarmi…” Caius si voltò verso di me. Sembrava un'altra persona. Gli occhi erano spalancati e la bocca era aperta ed in una strana posizione.

Ecco quello che mi aspettavo.

“ Voglio tornare a casa.” Dissi sicura di me.

Come se fosse ritornato in se, Caius mi disse: “ Non posso. Tutto ma non questo.”

“ E così che ripaghi una persona che ti ha salvato la vita? Hai detto qualsiasi cosa Caius…”

“ Fratello sai anche tu che non possiamo farlo.”

“ Ma tu vuoi farlo?”

“ Bella mi ha salvato la vita e mi sento in debito…”

“ Allora fai quello che ti ha chiesto…”

“ MARCUS?”

“ Tutti i tre volturi decidono. E noi siamo la maggioranza.”

Caius mi guardava mentre una marea di emozioni trapassavano nel suo viso.

“ E sia. Ma dovrai essere sempre legata a questo Clan. Qualsiasi cosa noi ti chiederemo in futuro tu dovrai accettarla.”

“ Qualsiasi cosa, basta che non mi dividiate più dalla mia famiglia.”

“ Allora è deciso. Puoi partire anche adesso Isabella.” 

Quelle parole mi entrarono nel cuore come un fiume in piena.

Finalmente sono libera.

Non riuscì più a pensare, ne a formulare frasi sensate.

Mi voltai verso i Volturi con un sorriso talmente luminoso che mi stupì persino di me stessa.

Solo Marcus mi guardava estasiato. Sapevo che Caius non voleva che me ne andassi ma l’onore e salvare la vita a qualcuno ti porta a far qualsiasi cosa pur di ripagare il gesto. Me l’hanno insegnato loro questo!

E dopo quel sorriso le mie gambe mi portarono fuori quel castello e i miei sensi respirarono libertà.

Finalmente tutti il mondo era di nuovo davanti ai miei occhi e la luna, le stelle, il cielo non mi son mai sembrati così belli o forse in qualche occasione si.

Ma non era il tempo di pensare a queste sciocchezze. Adesso l’unica cosa che volevo era abbracciare la mia famiglia.

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Sfrecciavo per i boschi, le stradine di campagna e quelle di città mentre la notte mi oscurava alla vista dell’uomo. Arrivai all’aeroporto e comprai subito qualcosa da indossare, come sempre nello stile di Bella Cullen.

Trovai subito un posto in prima classe per un volo diretto a Seattle, non potevo trovar di meglio.

Pagai il tutto e aspettai questo benedetto aereo, quel mezzo che finalmente mi avrebbe portato a casa.

Mi immaginavo l’arrivo e non vedevo l’ora di rivivere tutto ciò.

Amore mio sto arrivando…

Atterrai all’aeroporto di Seattle e ritornai a correre.

Correvo, correvo in preda all’eccitazione mentre le foreste dello stato di Washington mi davano il benvenuto.

Finalmente ero a casa. 

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Ed arrivai a Forks, arrivai finalmente nella mia amata Cullen. Risentivo il chiacchiericcio allegro della mia famiglia. Risentivo gli odori di casa e di famiglia. Sentì l’odore di Edward più vicino che mai.

Mi diressi verso di lui, pronta a fargli una sorpresa.

Era dietro il garage e con lui c’era… TANYA?

In quel momento quello che vidi mi fece più male di tutti quei giorni trascorsi a Volterra.

Si era dimenticato di me? Non mi amava più? Adesso stava con lei? Perché si sono baciati?

Non volli stare più lì e scappai. Tutte le speranze, la gioia, la felicità e il senso di libertà che provavo erano spariti lasciando il posto alla millesima sofferenza, altrettanto dolorosa o forse la più dolorosa di tutte. Edward non mi ama più.

“BELLA…”

   
 
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