…Thrill Me…
Don't
answer...
Don't ask…
Don't try and
make sense.
Colazione.
Il momento
peggiore per ogni Slytherin che si rispetti.
Quelli che
la sera prima non hanno dormito…
Quelli che sono andati a rifugiarsi in
una macchia scura di alberi, con il braccio che
bruciava…
Un marchio indelebile nel loro
braccio…
Un marchio indelebile nel cuore di
Narcissa…
La
confusione regnava sovrana in tutta la Sala, senza riuscire apparentemente a
sferzare le serpi.
Le apparenze
ingannano.
Draco Dormiens…
Narcissa
aveva la pelle del viso pallida ma marmorea e riposata, mentre mentalmente
ringraziava l’anima di quelle donne che creano cosmetici magici che avevano
nascosto la stanchezza che le segnava il viso.
Peccato che nessuno aveva ancora
trovato un modo che poter aggiustare un cuore.
Per quanto non lo sapesse, l’avrebbe
desiderato ardentemente anche sua sorella.
Guardava con
indifferenza chi le sta attorno, i capelli biondi
perfetti che ondeggiavano appena sulle spalle, le labbra quasi dischiuse, gli
occhi intensi ed espressivi velati dalle ciglia scure.
Fingeva con
eleganza di concentrarsi sul libro di astronomia.
Lanciava
mentalmente maledizioni a tutte le persone che creavano confusione attorno a loro,
riservando quelle peggiori per il tavolo degli adorabili Gryffindor, che, come
sempre, sembrano i più casinisti e contenti.
Una gioia di
vivere talmente forte da far male a chi, come lei, non trovava nulla di felice
nemmeno nella figura della persona che amava, che stava entrando in quel
momento nella Sala.
Portamento
perfetto, mentre camminava lasciando che le persone si scansassero al suo
passaggio per evitare di scontrarsi con il suo corpo orgoglioso.
Un Leone
alla rupe dei Re.
Peccato che
lui era una Serpe.
I lineamenti
marcati, le labbra disgustate nel guardarsi attorno, gli occhi glaciali che
fissavano tutti e nessuno, l’aria di sufficienza, annoiata.
Quegli occhi
che si posarono su di lei con orgoglio, la propria bambola di cui va fiero.
Le si sedette accanto, provocandole un brivido, mentre con un gesto studiato le sfiorò
casualmente la gamba.
Quando incrociò quegli occhi glaciali, Narcissa adorò quella confusione, che
evitò di far sentire il rumore sordo e disperato del suo cuore che si rompeva.
Se fosse stata una Gryffindor, avventata, impulsiva, in cerca di giustizia
e punizioni, avrebbe fatto una scenata a voce abbastanza alta da raggiungere il
tavolo di fronte: in modo che tutti sapessero esattamente i tuoi problemi entro
l’ora successiva.
Se fosse stata
una Ravenclaw,con la mente fervida e la bocca che non riesce a stare
zitta, avrebbe sussurrato qualche parola
di disprezzo, carica d’odio e di astio, prima di andarsene con aria dignitosa.
Fosse stata una Hufflepuff,
l’avrebbe guardato con occhi disperati, prima di sfuggire correndo nella
propria stanza, aspettando anche giorni rinchiusa fino a che lui non sarebbe
venuta a cercarla.
Lei, invece,
rimase immobile, a fissare gli occhi di lui evitando
cautamente di perderci dentro, e lasciando trasparire appena che qualcosa non
andava.
Nessuno
l’avrebbe mai notato.
Se non lui.
Narcissa abbassò con calma le ciglia a coprirgli gli occhi, poi le rialzò
a guardarlo di nuovo, sfiorandogli con le dita l’angolo della bocca nell’atto
di pulirgliele appena.
Falsa.
Il viso di
Lucius era perfetto, ma nulla di lei le permetteva di toccarlo senza un
pretesto ragionevole.
Non poteva semplicemente abbandonarsi
alle proprie emozioni, buttargli le braccia al collo e baciarlo.
Sarebbe stato troppo inebriante per
non farlo, poi, ogni volta che lo vedeva.
Le
sopraciglia di Lucius si mossero impercettibilmente.
L’unico modo
di poter mostrare che gradiva quel contatto.
Avrebbe voluto baciarlo con disperazione
e strappargli la manica destra della costosa camicia fatta su misura.
Prima di guardare con i propri occhi
quel marchio orribile e cancellarlo da quella pelle marmorea con le proprie
unghie.
Più sopportabile l’idea di sangue
brillante su quella pelle chiara, che quella deturpazione nera.
Gli avrebbe squartato l’avambraccio
cercando di fargli più male possibile.
Per fargli provare in parte il dolore
che le stava dilaniando il cuore dalla notte prima.
Avrebbe voluto vibrare ad un suo
tocco, osservare l’emozione farsi spazio in quegli occhi grigi dove aveva
sempre scovato glacialità ed orgoglio.
Voleva vibrare di emozione,
voleva che lui le facesse battere il cuore per farla sentire finalmente viva.
Per farle perdere quel senso di
delusione che continuava a frantumarle, pezzo per pezzo, i suoi organi vitali.
…Thrill Me…
****
Colazione.
Il momento
peggiore di tutta la giornata di Bellatrix.
Soprattutto
se la notte prima non aveva dormito.
Soprattutto
quando qualcuno aveva tentato anche solo toccare quel muro che la isolava dagli
altri.
Quel muro che non lasciava trasparire
gli occhi disperati e confusi.
Quel muro che non lasciava intuire
quanto lei fosse soltanto una ragazza delusa da tutto ciò che le stava attorno.
Arrabbiata con il mondo e, soprattutto,
con se stessa.
Arrabbiata perché sua madre aveva
sempre adorato intrecciare i capelli di rame di sua sorella Andromeda.
Arrabbiata con la stessa Andromeda, che l’aveva abbandonata per uno stupido Babbano.
…Lei aveva sempre adorato Andromeda…
…Uno stupido ed insulso Babbano gliela aveva portata via, la sua Andromeda…
I Babbani
andavano uccisi tutti, dal primo all’ultimo…
I capelli
corvini, lunghi e fini come fili di seta, che cadevano
perfetti sulle spalle e sulla schiena, ondeggiando ad ogni minimo spostamento
della sua testa.
Gli occhi
scuri e profondi come l’oblio, che causavano la stessa perdizione, erano
carichi di odio, illuminati da una luce perfida che le
dava l’aria pericolosa.
Le spalle
minute erette ed orgogliose, la sensazione che non si sarebbero mai piegate,
nemmeno davanti alla morte.
Perché lei stessa era parte della morte.
Era sua la risata sprezzante ed acida
quando, la notte, vedeva la gente cadere a terra inerme o urlante, colpita da
un raggio che squarciava la notte.
Indipendentemente che l’incantesimo
fosse suo o di qualcun altro
Una risata che faceva accapponare la
pelle, che si insinuava dentro, scivolando, fino a
ghiacciare il cuore.
…Andromeda
doveva tornare da lei…
Con rabbia,
dopo non aver mangiato nulla, si alzò uscendo dalla Sala.
Per
incrociarlo alla base delle scalinate.
Lei troppo fragile per
poter reggere quell’incontro senza che qualcosa dentro dolesse in
maniera insopportabile.
Semplicemente
bello, con i suoi capelli scuri sulle spalle.
Rideva con
un gruppo di persone, una risata bellissima e vibrante che le fece morire il
respiro in gola.
Poi lui alzò
lo sguardo ed incontrò quello di lei.
Gli stessi
occhi scuri.
Un momento
che durò un’eternità.
Un muto silenzio che nascondeva troppe cose.
Bella
scrollò i capelli sulle spalle per darsi contegno, avvicinandosi alle scale.
Vicino a lui, sporchi
mezzosangue lo toccavano amichevolmente…
Lui era come sua sorella Andromeda…
…Anche lui
preferiva i Babbani…
Le sembrò quasi di sentire
distintamente il rumore sordo del suo cuore che si crepava di nuovo, prima di
ricucirsi fulmineo.
-…Spostatevi, non vorrei essere sfiorata da voi…-
La voce di lei acida e dura che stonava con la risata di prima
di lui, calda e profonda.
Stonando così
tanto da farle dolere maggiormente il petto.
La voce
carica di odio e disperazione, di desiderio represso
mentre riprendeva a camminare imperterrita.
Voleva sentire di
nuovo quella risata.
Voleva vedere di nuovo quel sorriso.
Voleva poter emozionarsi allo
sfiorarsi dei loro corpi.
Voleva poter tremare liberamente
mentre il suo sguardo profondo e carico di affetto le
scaldava il cuore.
…Thrill Me…
*****
Sono tornata!! Yeeeeeeehhh!
Sembra strano…ma questa fic mi scivola dalle dita che è un
piacere, non so nemmeno da dove mi viene fuori ^^””
Chissà come andrà
a finire…piacerebbe saperlo anche a me ^__^”””
Comunque…sig…ho appena finito di leggere il sesto libro…non
preoccupatevi, niente spoiler che forse è ancora un po’ presto…
Però che vuoto dentro che mi lascia T_T
Ma parliamo d’altro….
Grazie, grazie, grazie per aver
recensito!! È una cosa meravigliosa!! Vi voglio tanto bene, mi date la voglia
di scrivere!!! ^-^
Juliet: Grazie mille ^-^ soprattutto perché sei stata la prima a recensire!!! Comunque mi piace pensare le situazioni più strane per
le adorabili Black…e con Bella mi sembra di star cominciando a dimostrarlo in
pieno ^_^
Ciliegia: davvero so rendere bene le
emozioni?? Pensa che ho sempre avuto dubbi in
questo…infatti a rileggere ciò che scrivo mi innervosisco perché non riesco
appieno a descrivere come vorrei!! Quindi questo complimento è stata una cosa
bellissima per me ^-^
Blacky: Sai…sinceramente questo non è proprio il mio stile…non so da dove nasce
^^” forse leggendo troppo le fic di Savannah… (se non le hai lette –cosa
quasi impossibile-, te le consiglio calorosamente…)
Numb è stupenda, poi credo descriva appieno (anche
come musicalità) la frustrazione delle Black nel non potersi mostrare
liberamente.
Come in Numb,
nella loro testa hanno una serie di negazioni alla quali
non possono disubbidire…soprattutto per orgoglio.
Helen: grazie!! Io cercavo proprio di dare un’idea di opposizione
tra quello che le Black “fanno” e quello che le Black “provano”. Credo che,
appunto per il fatto che le due cose siamo quasi
sempre opposte, l’introspezione risulta più acuta…almeno credo…
Baci a tutti!! E
BUON 2006!!
Posterò il prima possibile ^-^