Gli spari nella foresta
L'amore di Birba
Alla catapecchia di Gargamella il camino era acceso. Il fumo
che usciva dal comignolo era rosso sangue. Usciva ad anelli ed allontanandosi
diventava nero e assumeva lentamente la forma di un teschio. Poi si dissolveva.
Dalla finestra si udì una voce gracchiante da uomo di mezz'età,
Gargamella: 'Quello stupido di Balthazar! S'illude di poter contare su di me!'
Gargamella rimestava un intruglio viola sulla cui superficie
galleggiavano gocce d'unto giallo oro. L'alchimista prese un grosso salino ed
aggiunse della polvere nera: 'Ormai lo conosco bene! La ricompensa di cui blatera
è una bugia!'
Prese un grosso cucchiaio di rame col manico in legno ed iniziò a rimestare.
Birba, che dormiva sul suo cuscino squarciato, aprì
un occhio.
Sollevò la testa, si alzò pigramente incarnando la schiena, si
allungò e sbadigliò.
Gargamella seguitava a rimestare, mantenendo entrambe le mani ancorate al manico
del cucchiaio: 'Il bosco deve restare popolato! Gli animali mi servono per mangiare
e per fare gli incantesimi!' disse dirignando i denti.
Lasciò il pentolone e si diresse al libro aperto sul tavolo, ripassò
la formula dell'incantesimo, si avvicinò ad uno scaffale e prese un vasetto
contenete ossa di rana.
'Incantesimo anti puffi! Con questo si gonfieranno...' un malefico sorriso apparve
sul suo volto '... e scoppieranno! Ih, ih, ih, ah, ah, ah!'
Mentre Gargamella immaginava la crudele scena, Birba, con lenti passetti si
avvicinò al piede di Gargamella, vi appoggiò la testa e si strusciò
contro la caviglia del padrone. Gargamella sollevò le sopracciglia e
guardò ai suoi piedi. Non succedeva spesso che il suo gatto gli si strofinasse
contro.
Distratto, l'alchimista rovesciò il contenuto del vasetto che aveva in
mano nel pentolone. Se ne rese conto. Potè solo vedere, con orrore, la
reazione chimica del liquido.
Lanciò un urlo: 'NOOO! SERVIVA SOLO UN OSSO!'
La sostanza all'interno del pentolone si gonfiò, la superficie divenne
sferica. Gargamella fece tre passi indietro schiacciando la coda di Birba, che
emise un urlo.
> BOOM <
L'appartamento di Gargamella fu invaso dalla fuliggine, l'alchimista ed il gatto non videro niente e tossirono. Il fumo si dissolse in poco tempo.
Gargamella si guardò intorno. Le mura, il soffitto,
le ampolle, gli armadi, il tavolo, i libri... anche il gatto erano tutti neri.
Gargamella stesso era ricoperto di fuliggine.
'Bleah!'
Con una mano, il perfido alchimista si spolverò dalla fuliggine che aveva
addosso. Birba scosse la testa e la schiena per ripulirsi.
Gargamella, ormai spolverato si alzò e prese il gatto per la collottola.
Lo portò all'altezza degli occhi, tenendolo a distanza per evitare di
esser graffiato e lo insultò: 'Birba, inutile sacco
di pulci!' Si diresse al portone, lo aprì e lanciò fuori Birba,
poi lo rinchiuse sbattendolo.
Birba guardò verso la porta di Gargamella e fece le linguacce,
prima di allontanarsi di un pò e leccarsi le zampette ancora nere.
Il colore della fuliggine era quasi sparito quando un miagolio giunse alle orecchie
di Birba, il quale innarcò la schiena e gonfiò i peli di dorso
e coda. In posa di guardia, Birba ascoltava attentamente i suoni dell'ambiente
circostante. C'era un gatto, e ne sentiva l'odore, forte e chiaro. Odore di
femmina. La pelliccia di Birba tornò piatta, la coda sottile. Birba,
annusando nell'aria capì che la gatta non era lontana. Si allontanò
dalla catapecchia seguendo quell'odore buono e la vide. Una gatta selvatica,
con la testa tozza e la pelliccia tigrata, si strofinava contro le travi del
ponte che collegava il lotto di Gargamella alla foresta, e si rotolava per terra.
Birba si avvicinò alla gatta, che appena lo vide gli
soffiò e si allontanò di un metro.
la gatta riprese a rotolarsi di fronte a Birba, senza perderlo d'occhio. A poco
a poco, Birba riusciva ad avvicinarsi sempre più alla gatta. Fino a quando
lei, in posa accovacciata fece capire al famiglio rosso che era pronta per l'accoppiamento.
Gargamella era finalmente riuscito a ripulire la sua casa. C'era
un pò di fuliggine negli spazietti angusti tra una tegola e l'altra,
ma sostanzialmente ora la casa era guardabile.
Gargamella prese il libro di magia che stava consultando e lo spolverò.
Le pagine erano ancora leggibili.
'Bah, ora mi toccherà raccogliere di nuovo tutti gli ingredienti! Maledetto
Birba!'
> Miao, miaaao! MIAAAO! <
'AAARGH! Stupido gatto scemo!' Gargamella aprì il portone
di casa sua: 'BIRBA! STAI ZITTO O TI SQUOIO E TI CUCINO ALLE ARANCE!'
Non fece in tempo a rinchiudere la porta che altri miagolii gli fecero aumentare
il nervoso.
I versi provenivano dai bordi della foresta. Pestando i piedi
e sgomitando nervosamente, Gargamella si diresse al ponte. Quello che vide lo
lasciò con gli occhi a palla e la bocca aperta.
Birba mordeva il collo ad una gatta selvatica.
'BIRBAAA!'
Il gatto non rispose al richiamo del padrone. Sembrava non lo avesse nemmeno
sentito. Però si accorse della sua presenza quando Gargamella lo prese
per la collottola allontanandolo dalla gatta selvatica, che come vide Gargamella
scappò dietro i cespugli.
Gargamella rincasò. Lasciò cadere Birba e chiuse
la porta a chiave: 'Stupido gatto senza cervello! Vuoi forse prenderti le pulci?
E' questo che vuoi?'
'Miao!' fu la risposta del gatto, che già aveva addocchiato le finestre.
Gargamella se ne accorse e: 'Birba, non pensarci, non pensarlo nemmeno! NON...'
e Birba era già sul davanzale, pronto a spiccare un balzo e a scappare
verso il ponte.
> E VA BENE, VATTENE GATTACCIO INGRATO! VA PURE A VIVERE NELLA FORESTA! MA RICORDATI CHE QUI PER TE NON C'E' PIU' POSTO! <
* * *
L'orario di caccia era cominciato. Da qualche ora di udivano
di nuovo gli spari e nuovo sangue veniva sparso.
Anche lord Blathazar era partito per la caccia, con i suoi fidi cani ed uno
stuolo di sei cacciatori.
Balthazar stava attento al terreno e camminava in punta dei piedi: 'Cercate
di non far rumore!'
'Certo - grassone - !' disse tra i denti un possente cacciatore, armato di baionetta.
Lord Balthazar lo udì e gli puntò contro il fucile: 'Bada bene
a come parli, o anche la tua testa diverrà parte della mia collezione!'
> Miao, miao, miao! <
'Gatti?!' disse un cacciatore perplesso. Balthazar sorrise:
'Gatti selvatici!'
I cani di lord Balthazar iniziarono ad annusare l'aria e il terreno e portarono
la combricola davanti ad un cespuglio. Balthazar si inchinò, afferrò
un ramo del cespuglio mentre con l'altra mano reggeva il suo fucile. Non fece
in tempo a fare nulla, i due gatti scapparono.
Lord Balthazar, ancora accovacciato e con la testa mezza sotto il cespuglio si girò verso i cacciatori: 'Svelti! Inseguite il gatto selvatico, lasciate perdere quello rosso!', poi diede degli ordini anche ai suoi cani addestrati che partirono all'inseguimento.
Forzuto, Selvaggio e gli altri puffi avevano ormai lasciato
il villaggio da qualche ora.
'Non stiamo puffando verso la casa di Gargamella?' chiese un puffo tra la folla.
'Qui umani puffano bang su animali!' rispose lapidario Selvaggio. Ed infatti
subito dopo i puffi iniziarono ad udire latrati di cani ed urla.
'Questa sembra la voce di Balthazar!' osservò Golosone, masticando un
biscotto al cioccolato.
'Io odio Balthazar!'
Forzuto e Selvaggio senza dire null'altro e senza attendere le opinioni dei
compagni, seguirono il gruppo di umani. Gli umani, di tanto in tanto si fermavano,
perché i cani fiutavano qualcosa o perché sentivano rumori tra
i rami o vedevano le foglie degli alberi oscillare.
Selvaggio, Forzuto e il puffolino Naturone, il quale aveva scelto di lasciare
il villaggio, salirono su un alto albero, per poter vedere meglio cosa stava
succedendo. E videro che lord Balthazar, i cani ed i suoi sgherri erano all'inseguimento
di un gatto selvatico. A loro volta, i cacciatori erano inseguiti da un gatto
ben conosciuto, Birba.
I pugni di Forzuto si strinsero, dirignò i denti: 'Gargamella!
Ancora lui!'
'Perché non proviamo a fermarli?' chiese Naturone. Forzuto guardò
il puffolino, si rilassò e si sedette sconsolato: 'E come credi che possiamo
fare?'
Forzuto e Naturone si accorsero che Selvaggio non era più li accanto a loro. Guardarono di sotto e lo videro fare le linguacce e saltellare davanti a lord Balthazar e ai cani.
> Hok hok! Umani cattivi!' Hok! Puffatemi <
Forzuto afferrò il suo cappuccio con le mani: 'Si farà
puffare!'
'Mi è venuta un idea, vieni Forzuto!' Naturone scese dall'albero e raggiunse
il resto della comitiva di puffi: 'Golosone, mi servono i tuoi biscotti!'
'Certo! Gnam!' Golosone come sempre aveva la bocca piena. Il suo fagotto era
molto più grande di quello degli altri puffi ed era pieno di cibo, in
particolare dolci.
'Potresti darmi tre scatole di biscotti?' chiese, un pò agitato Naturone.
'Ma... ma... a che scopo?'
Naturone ignorò la riluttanza di Golosone. Non c'era tempo da perdere,
Selvaggio rischiava di essere colpito da una grossa pallottola o essere sbranato
dai cani o da Birba. Prese i biscotti e sparì tra le foglie di un cespuglio.
Golosone pensò di riordinare i suoi dolci mentre gli altri puffi seguivano
Naturone, che si piazzò al centro della strada con le tre scatole di
biscotti aperte.
Richiamò l'attenzione dei cani, i quali annusarono nell'aria.
Sentendo il buon odore di cibo smisero di seguire le tracce del gatto e si lasciarono
imboccare da Naturone. Invece Forzuto aiutò Selvaggio a distrarre gli
umani. Gli altri puffi, nascosti sotto un cespuglio spiavano tra le foglie.
Di Birba non si accorse nessuno, anche perchè era così preso dalla
femmina che non pensava ad altro.
Il gatto rosso passò davanti ai cacciatori e ai
cani, alle prese con i puffi, la cui unica preoccupazione era non essere colpiti
dalle pallottole o sbranati dai cani.
I colpi dei fucili di lord Balthazar e del suo manipolo di cacciatori si esaurirono.
Selvaggio, Forzuto e Naturone colsero l'occasione per raggiungere gli altri
puffi e scappare, non senza lasciare l'ultima scatola di biscotti ai cani, che
presi a mangiare non avrebbero obbedito a lord Balthazar per un bel pò.
Continua...
OK, in realtà la parte scritta nella fan fiction 'dove
sei Birba?' era un pò riferita a questo episodio, ed un pò ad
un episodio di un episodio dei puffi che ho visto in spagnolo. Ma il Garga è
spesso al suo pentolone a fare incantesimi che puntualmente esplodono. Quindi
nulla di strano.
Comunque mi diverte molto scrivere di questi due. Sano umorismo non eccessivo.
In genere poi, quando parlo di Birba immagino sempre la mia gatta, e cerco di
trasferire ciò che so dei gatti in Birba, sperando di farlo comportare
come un gatto vero.
Da un paio di giorni sono un pò stanca ed ho poca voglia sia di disegnare,
sia di scrivere, sia di studiarmi il norvegese. Inoltre pare che il contatto
con le lingue straniere (inglese e norvegese) ha la controindicazione di farmi
aumentare il rischio di errori ortografici, quindi devo prestare ancor più
attenzione in fase di stesura finale. Oltretutto, come già detto, questa
fan fiction mi sta uscendo difficltosa da scrivere. Probabilmente perchè
ha almeno una decina di capitoli (penso 12 o 13), ed è, fin'ora, la storia
più lunga in assoluto che sto riuscendo a scrivere. In parallelo sto
facendo la prima stesura della mia original, che comunque non pubblicherò
finchè non sarà ad un livello professionale (per un fumetto).
Dopo questa voglio davvero provare a cimentarmi in long fictions, io vorrei
riuscire a scrivere fan fictions di un centinaio di capitoli.