Ed ora piangi Ginevra
Era passato più di un mese dall'ultima volta che li aveva visti, quel pomeriggio di Novembre.
Loro non l'avevano più cercata e lei...
Beh lei si era proprio astenuta anche solo dal pensiero di cercarli.
Quel mese di silenzio non l'aveva aiutata a fare chiarezza sui suoi sentimenti, ma era riuscita almeno a scendere a patti con la propria testa, se così si può dire.
Dopo tante notti passare insonni, era giunta alla conclusione che tutta quella storia era un'immensa, gigantesca, grottesca, cazzata!
Lei aveva una vita perfetta, un fidanzato perfetto, una famiglia perfetta e un matrimonio perfetto all'orizzonte.
Allora cos'era che non andava?
Tutto nella sua esistenza era perfetto, era lei che era sbagliata.
Ormai era giunta a questa conclusione e si era ripetuta all'infinito che doveva porre rimedio.
L'unica soluzione a questa drammatica realtà, a suo parere, era di imporsi di essere diversa, di tornare quella che era stata per quei tre anni, fino a quando mister simpatia e paparino dell'anno non avevano deciso di tornare a romperle gli zebedei; e così si era applicata il più possibile, in quel mese era stata la fidanzata perfetta, la figlia perfetta, la studentessa perfetta e chi più ne ha più ne metta.
E da un certo punto di vista le era riuscito anche bene, era un'attrice nata, tutti ci erano cascati, lo stesso Harry non si era più calato in tragiche scene di gelosia e la sommergeva di attenzioni e regali.
Quindi in linea di massima si poteva dire che andava tutto bene...
Ma c'era un tarlo, un piccolo dannato animaletto che ogni tanto si insinuava nel suo cervello e le ricordava che tutta quella recita non era reale, che anche se agli occhi altrui potesse sembrare una persona esemplare, la realtà era ben lontana da tutto ciò, perché aveva infangato il nome della sua famiglia, aveva calpestato i suoi ideali, aveva tradito il suo fidanzato e soprattutto le era piaciuto.
Il tradimento che lei si rimproverava, non era tanto quello fisico, perché se pur abbietto, poteva essere perdonato con una buona dose di volontà, ma infondo non c'era nulla da perdonare, perché il tradimento può essere definito tale quando tra due persone c'è un forte sentimento e uno dei due lo calpesta bellamente, ma tra lei e Harry non c'era nulla di tutto ciò, o se c'era, era a senzo unico, perché lei ormai sapeva di non amare Harry.
Allora continuava a tormentarsi con mille forse e se; ed anche se agli occhi degli altri poteva sembrare che avesse tutto, anche se sorrideva continuamente, dentro urlava.
La vera lei, Ginevra, era intrappolata da tutti i suoi passaggi mentali e urlava nel vano tentativo di uscire, torturandole le meningi; ogni giorno che passava, ogni momento che scivolava via nei meandri del tempo, quell'urlo straziato si faceva sempre più debole, più lei si calava nella sua parte da donna modello, più quel grido strozzato si affievoliva, Ginevra stava morendo lentamente, in agonia; era una pugnalata continua, tutte le volte che Ginny sorrideva, tutte le volte che Ginny baciava il suo ragazzo, ogni volta che Ginny faceva l'amore con lui, Ginevra inesorabilmente riceveva una nuova ferita, sempre più profonda e sanguinante, e mentre Ginny viveva la sua vita di impeccabile fidanzata e figlia, Gienvra moriva.
Pressioni?
E chi ne vuole!!
E' più facile vivere una recita che la realtà, perché la realtà era diventata troppo dolorosa, tanto meglio lasciare che Ginevra morisse così magari alla fine quella recita sarebbe diventata reale.
Sorrise all'ennesima battuta dei suoi fratelli.
Guardò quella tavolata piena di ogni ben di Dio, osservò i suoi fratelli con le rispettive famiglie, fece scivolare lo sguardo sul suo fidanzato seduto al suo fianco, con la coda dell'occhio individuò l'albero di Natale vicino all'ingresso, e di nuovo sorrise.
Sorridi Ginevra.
"Allora Harry, quando porterai all'altare la nostra sorrellina?"
Era stato Bill a parlare, guardando solo per un momento sua sorella e poi fissando i suoi occhi in quelli del cognato.
E lei sorrise ancora.
Sorrdi Ginevra, fallo ancora e ancora.
Harry le cinse le spalle.
"Ci stavamo pensando effettivamente, forse non dovrai aspettare ancora molto."
Bugia.
Non ne avevano mai parlato, lei non ci aveva affatto pensato, ma Ginny non deve pensare, c'è Harry che lo fa per entrambi.
Non pensare Ginevra, fa troppo male.
"Se avete davvero intensione di sposarvi dovete organizzare tutto con mesi di anticipo, dovete scegliere il lugo per la cerimonia, e poi c'è la lista degli invitati, non si può tralsciare nulla! Potreste sposarvi ad Hogwarts, infondo è un luogo che lega entrambi."
"Sarebbe un'idea magnifica Molly."
A lei non piaceva affatto come idea.
Sta zitta Ginevra, non è compito tuo, non è il tuo matrimonio.
"Oppure potremmo svolgere la cerimonia ad Hogsmead."
Adorava quella piccola cappella, aveva sempre immaginato il suo matrimonio lì, una piccola cerimonia con pochi invitati.
Tutti la guardarono stizziti, ma fu il suo ragazzo a parlare.
"Non mi sembra una buona idea amore, la cappella è piccola, dove li metteremmo tutti gli invitati? Hogwarts è prefetta!"
Lei annuì sorridendo.
Annuisci Ginevra, non sei tu a dover scegliere, Potter sa cosa è meglio.
"Hai ragione amore, come sempre!"
Lui le sorrise soddisfatto di rimando.
Suo padre si alzò in piedi con un bicchiere di vino in mano.
"Allora propongo un brindisi a Harry e Ginny, la dimostrazione che il vero amore esiste ancora!"
Tutti sorridendo si alzarono con i calici spiegati.
"Ad Harry e Ginny."
E lei sorrise nuovamente.
Vero amore, era quello il vero amore?
Lei non amava Harry.
Sta zitta Ginevra, nessuno ha parlato di te.
Harry le cinse la vita e le stampò un bacio sulle labbra.
I suoi commensali ripresero a mangiare contenti.
Lei si alzò.
"Dove vai amore?"
"Al bagno tesoro."
Fissava il suo riflesso allo specchio.
Aspetto impeccabile, capelli lisci lasciati liberi sulle spalle, il viso leggermente truccato, l'abito scuro senza una piega.
Ma gli occhi?
Gli occhi erano spenti, come se non vedessero nulla.
Non devi vedere Ginevra, non puoi vedere, farebbe troppo male.
Aveva perso diversi chili, e tutti le avevano detto che così stava davvero bene.
Lei non era d'accordo, non che prima fosse grassa, ma amava le sue forme al punto giusto.
Un sorriso amaro le increspò le labbra, se lui avesse potuto vederla ora, sicuramente le avrebbe detto di ricominciare a mangiare perché lui non amava i pali di scopa.
Non pensare Ginevra, non provarci neanche.
Quella dannata voce, le stava torturando le meningi, quella maledetta vocetta ironica che aveva lo stesso timbro di lui.
Possibile che il suo inconscio si volesse prendere gioco di lei a tal punto da mostrarsi con la voce di Draco Malfoy.
Guardò di nuovo al suo riflesso.
Convinciti che ti piaccia, convinciti che sia quello che vuoi veramente, e la mattina quando ti guardi allo specchio continua a ripeterti quanto sei perfetta e quanto è magnifica la tua vita.
Quelle stesse parole le aveva già sentite.
"NO!"
Sbatté violentemente il pugno contro lo specchio mandandolo in frantumi, e tagliandosi la mano che ora sanguinava copiosamente.
Si coprì gli occhi con la mano pulita.
Calde lacrime cominciarono a scorrere silenziose ma inesorabili.
Ed ora piangi Ginevra.
Capitolo breve, ma non volevo inserirvi altro...
Ok, è evidente che la protagonista sta impazzendo...
Un ringraziamento a chi segue la storia...
Un ringraziamento speciale a Funny_bee
A presto
Kiss
Gin90