Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Lucas Zabini    23/02/2011    2 recensioni
“Non tornerai, vero?” chiese la strega, fissando testardamente l’uomo ad un paio di passi da lei.
Se voleva lasciarla senza nemmeno una misera spiegazione, avrebbe dovuto quantomeno sopportare l’accusa nel suo sguardo nocciola, e che questo potesse perseguitarlo a vita.
"Sei uno stupido, Tom."
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Potter Family

 
Prologo
 
“Non tornerai, vero?” chiese la strega, fissando testardamente l’uomo ad un paio di passi da lei.

Se voleva lasciarla senza nemmeno una misera spiegazione, avrebbe dovuto quantomeno sopportare l’accusa nel suo sguardo nocciola, e che questo potesse perseguitarlo a vita.

Lui come percependo i suoi pensieri sollevò il proprio sguardo nero e insondabile per confermare con un semplice “Sì.” i suoi timori.
In cuor suo la donna sapeva da tempo che quel giorno sarebbe arrivato, ma il dolore che l’attraversò da parte a parte come una lama di coltello non fu affatto mitigato dalla debole ragione.

Quando lui le voltò le spalle non potè comunque impedirsi di richiamarlo, di avvisarlo “Te ne pentirai.”

Desiderava con tutto il cuore che la ascoltasse, almeno quella volta, ma lui pur fermando i suoi passi per un momeno non si voltò. Quando ormai credeva che se si fosse sbrigata avrebbe potuto raggiungerlo e tenerlo con sè il mago si smaterializzò lasciandole solo un flebile “Lo so.” che non avrebbe potuto consolarla.

“Stupido.” singhiozzò piano nella fresca brezza serale di quegli ultimi giorni di primavera coprendosi con una mano la bocca mentre l’altra correva al ventre aggrappandosi come fosse l’unico appiglio rimastole allo strato sottile della camicetta.

Faceva così dannatamente male.

“Sei uno stupido, Tom.”

-

Due occhi verdi si spalancarono nel buio di una cameretta spoglia di Privet Drive, mentre il suo occupante combatteva contro le lenzuola madide di sudore che accentuavano ancor di più la sensazione insopportabile di soffocamento che l’incubo appena fatto gli aveva lasciato addosso.

Sapeva di aver appena visto qualcosa di importante, qualcosa che Voldemort non aveva avuto alcuna intenzione di mostrargli se il bruciore alla cicatrice poteva essere indicativo.

Sfregandosi distratamente una mano sul petto sudato si diresse alla scrivania cercando di raccogliere i pensieri.

L’intenzione, in una situazione normale, sarebbe stata quella di informare i suoi amici di quanto appena sognato ma dopo la catastrofe di un paio di mesi prima al Dipartimento Misteri, non sarebbe stato affatto saggio.

Già sentiva nelle orecchie Hermione ripetere all’infinito quanto erano stati imprudenti e stupidi e ‘Possiamo solo ringraziare Merlino per esserne usciti tutti vivi.”

No, Hermione non era una possibilità accettabile per i suoi poveri nervi.

E Ron ancor meno, spesso nel corso degli anni il dubbio che, se non fosse stato per la volontà di mettere le distanze con i Serpeverde, non gli avrebbe concesso nemmeno una seconda occhiata si era presentato invadente.

Ron era un amico, un buon amico se era dell’umore giusto, ma certo non la persona giusta a cui parlare dei propri problemi, soprattutto se non li si voleva far sapere a tutto il mondo. Il fatto che il rosso tremasse come un topolino impaurito ogni volta che sentiva nominare Voldemort non aiutava a migliorare il suo giudizio.

No, anche Ron non era adatto.

A quel punto la mente di Potter si inceppò momentaneamente, non che rimanessero molte persone di fiducia a cui potesse rivolgersi. Silente si era giocato la sua stima tacendo sulla profezia fino a che non l’aveva già bella che scoperta da sé, rischiando l’osso del collo nel frattempo. Sirius era leale, ma dopo tanti anni ad Azkaban era tutto fuorchè stabile e anche nel pieno possesso delle sue facoltà mentali rimaneva pur sempre un adolescente imprudente. Remus, per carità era affidabile, ma passava il novante per cento del suo tempo in compagnia di Sirius e non era affatto capace di mentire, tanto valeva dire tutto direttamente al suo padrino. Severus era forse la persona di cui più si fidasse in assoluto, ma non riusciva a fare a meno di sentirsi in colpa ogni volta che incrociava il suo sguardo e ora che sapeva tutto quello che era successo tra lui e i suoi genitori, non se la sentiva assolutamente di affrontarlo.

Stupida profezia, stupido Voldemort…

Come un fulmine il ricordo del sogno di quella notte si scagliò nella sua mente, sovrapponendosi al ricordo della battaglia al Ministero.

C’era qualcosa lì, nello sguardo di Voldemort, qualcosa che ancora non riusciva ad afferrare ma aveva la certezza che fosse dannatamente importante.

No, non erano paranoie da quasi Serpeverde come qualcuno aveva spesso insinuato, tra i suoi amici, era pura e semplice attenzione ai dettagli. Che però al momento sfuggivano dalla sua mente avvolgendosi fumosi gli uni sugli altri.

Maledizione, così non andava…

“Potter!”

La voce melodiosa come il canto di una sirena fuor d’acqua di sua zia giunse dal piano inferiore scacciando i pensieri infruttuosi in favore di ben più utili doveri.

Qualcuno doveva pur preparare la colazione per quel bestione di Dudley, no?

-

Note finali: prima storia, non betata - perdonatemi ma sono possessivo e paranoico, soprattutto con le mie idee - , grazie per aver letto, spero davvero di avervi incuriositi.

Confesso, resterò tutta la notte sveglio se necessario, a controllare ogni dieci minuti se, per caso, non ci siano nuovi commenti... ma mi sembra brutto chiedere ^^".

Il prossimo capitolo sarà pubblicato mercoledì prossimo.

Alla prossima!
L.Z.

-
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Lucas Zabini