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Autore: Rossly    08/01/2006    6 recensioni
NdAmministrazione: secondo il regolamento, l'introduzione deve contenere un accenno alla trama o una citazione significativa ripresa dalla storia. L'autore deve perciò provvedere a modificare questa introduzione (può contemporaneamente cancellare in autonomia questo messaggio)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era sempre la solita “postazione”, quando si litigava.

In Sala Grande, a lezione, in Sala Comune, in biblioteca o semplicemente camminando per i corridoi, Harry stava in mezzo come una sorta di divisore fra Ron ed Hermione. Spesso fra l’altro dimenticavano addirittura il motivo per cui avevano litigato, ma in ogni caso, dovunque fossero e qualsiasi cosa stessero facendo, Harry era costretto a stare in mezzo per separarli. Come se stessero per fare a botte.

Quella tarda mattinata, Harry ed Hermione lo avevano raggiunto in Sala Comune dopo che lui aveva fatto la sua uscita ad effetto dalla Stanza delle Necessità. Era strano che Hermione fosse rimasta con loro, perché solitamente se ne andava con la puzza sotto il naso di una che è stata offesa nel profondo.

Studiavano in silenzio, e fu mentre Ron stava intingendo la penna d’oca nella boccetta d’inchiostro che una gomitata di Harry nelle costole gli fece cadere tutto.

-Ouh!- esclamò balzando in piedi per non sporcarsi i vestiti.

Anche Hermione si era voltata aggrottando le sopracciglia –Che succede?-

Harry fissava un punto al di là delle spalle di Ron, precisamente, come si accorse un secondo più tardi, il buco del ritratto che era stato appena attraversato da Ginny.

-Che faccio,la invito?- Harry avanzò la sua proposta molto insicuro sul da farsi, e Ron lasciò che gli rispondesse Hermione con un –Certo!-. Lui era decisamente troppo impegnato nel trattare con quella boccetta ribelle e con le sue mani impastate d’inchiostro.

-Allora vado- Harry trasse un profondo respiro, e si avviò. Ron colse l’occasione per pulirsi le mani sulla sua schiena con la scusa di dargli una pacca d’incoraggiamento –Vai amico- disse strofinando le dita sulla sua maglietta senza tanti complimenti.

Lui ed Hermione lo seguirono con lo sguardo fino a quando raggiunse Ginny, la salutò allegramente e poi...le fece segno di aspettare con le mani e tornò dritto filato da loro due.

-E ora che le devo dire?- sussurrò preoccupato.

-Come cosa le devi dire?- sibilò Hermione –Devi invitarla e basta!- .

-Giusto, giusto...si- sembrò quasi convinto quando si bloccò di nuovo con l’indice a mezz’aria –Non è che mi fate vedere come si fa?- .

Ron strabuzzò gli occhi –EH?!- Harry era il suo migliore amico e tutto, ma ultimamente lo stava sfruttando senza ritegno, non era ancora disposto a perdere la dignità così, senza motivo. E poi aveva appena litigato con Hermione...perchè gli chiedeva di simpatizzare con lei proprio in quei momenti critici? Le richieste di Harry erano sempre fuori luogo, sempre e costantemente.

-Oh, per favore...- pregò Harry.

Ron lanciò un’occhiata a Harry, poi a Ginny che lo aspettava qualche metro più in là senza capire, con un sorriso di circostanza stampato in faccia, e infine Hermione, che con suo stupore aveva un volto inespressivo, gli occhi rivolti verso il basso. Gli ci volle solo un secondo per capire che anche lui era completamente privo di un espressione che potesse esprimere felicità o frustrazione o tristezza o stupore o qualsiasi altro stato d’animo.

Improvvisamente, il fatto che entrambi avessero reagito alla richiesta di Harry con quella faccia inespressiva, lo spinse ad accettare.

-Non so se Hermione vuole- con la scusa di non farsi sentire da Ginny (che era anche abbastanza lontana) parlò sottovoce. La verità era che quelle parole gli erano costate non poca fatica. Al contrario, Hermione sollevò il capo come se lui quelle parole le avesse gridate.

-Io non so se vuoi tu-.

-Per me va bene-.

-Allora va bene-.

-Va bene-.

-Ok-.

-Oh! Se non vi sbrigate Ginny se ne va!- sibilò Harry con le mascelle serrate..

Ron si sistemò meglio sulla sedia, in modo di essere completamente faccia a faccia con Hermione, e lei fece lo stesso.

-Allora Hermione- disse in maniera troppo goffa. Non aveva cominciato bene, assolutamente no.

-Devi dire Ginny!- lo interruppe Harry.

-Ma io mi schifo a invitare mia sorella a un ballo!- si difese Ron, pensando davvero quello che diceva. Poi, ignorando Harry che roteava gli occhi in maniera estremamente simile a Malocchio Moody, tornò a dedicarsi a quella farsa.

E’ per finta, Ron. Non c’è motivo di farti arrossire le orecchie, a quello penserai quando la inviterai davvero, se troverai il coraggio.
Ok, forse quelli non erano i pensieri più giusti e incoraggianti da fare in un momento come quello, quindi cercò di lberare la mente da qualsiasi pensiero sconveniente.
Tossicchiò notando solo in quel momento che Hermione non aveva detto ancora niente. Sembrava non avesse neanche respirato.

-Ti va di venire al Ballo con me quest’anno, Hermione?-

-Volentieri – disse Hermione cercando di comportarsi seriamente.

-PERFETTO, GRAZIE!- esclamò Harry scattando verso Ginny.

Senza dire una parola, i due tornarono a dedicarsi ai compiti. Ron si accorse che Harry non aveva invitanto Ginny dentro la Sala, ma l’aveva portata fuori nei corridoi.

Più tardi a pranzo, in Sala Grande, né Harry né Ginny si erano ancora fatti vedere, e mentre Ron schiacciava il purè con la forchetta (quell’attività era stranamente appagante),pensando e rimuginando e chiedendosi se avesse dovuto considerare quell’invito di prima come vero, e soprattutto se Hermione lo avesse considerato vero, era giunto alla conclusione di dovergliene parlare, Silente si alzò e tenne un altro discorso, il cui contenuto essenziale era che quel pomeriggio nell’ufficio del preside, si sarebbe tenuta una riunione con i prefetti per l’organizzazione del Ballo.

-Ma quand’è il ballo?- chiese Ron a Calì, perché rivolgliere la parola a Hermione gli sembrava stranissimo.

-Non lo sai?- esclamò lei contrariata –E’ dopodomani!-

-Dopodomani?- chiese Ron con voce cavernosa e strascicata, che a sentirsi gli sembrò di avere lo stesso timbro di Hagrid.

-Si- rispose Hermione inaspettatamente.

-Ma io non ho ancora invitato nessuno!- disse disperato, senza rendersi conto di aver appena detto, seppur indirettamente, ad Hermione che per lui l’invito di prima non era da considerare reale.

Qualche ora dopo stava ancora chiedendosi dove fossero finiti Harry e Ginny mentre con Hermione, Ernie McMillan e Hannah Abbot entrava nell’ufficio di Silente.

Il preside era tranquillamente accomodato alla sua scirvania, le mani giunte e gli occhi rivolti verso l’alto a contemplare il soffitto. I prefetti di Corvonero, Anthony Goldstein e Padma Patil, erano già dentro, mentre una stranamente accigliata Pancy Parkinson sedeva completamente sola, le braccia conserte e le gambe accavallate.

Anche loro quattro si sedettero e Silente li salutò come se si fosse appena reso conto che qualcuno era entraro lì dentro.

-Ma dov’è Malfoy?- chiese Hermione sottovoce a Ron, che rispose facendo spallucce.

Evidentemente anche Silente si stava domandando dove fosse finito Malfoy, perché presto chiese a Pancy delle informazioni sulla sua assenza.

-In verità professore io non so dove sia finito Draco, dopo il pranzo non l’ho visto più. Avevamo deciso di venire insieme, ma è come se si fosse smaterializzato dalla Sala Grande, credo che non consideri molto importanti queste riunioni con lei, signore.-

-Temo tu ti sbagli Pancy, ecco qui il nostro Draco.-

-Scusi il ritardo, signore- ansimò Malfoy entrando all’improvviso. Ron scambiò un occhiata preoccupata con Hermione, e capì che anche lei pensava a quello che stava pensando lui, ma poi si ricordò che aveva lasciato Ginny in compagnia di Harry, quindi non si preoccupò più di tanto.

La riunione si trascinò a lungo fino alla fine del pomeriggio, Silente parlava e i suoi compagni annuivano. Ron sapeva che una qualsiasi di quelle ragazzine della scuola avrebbe venduto anche l’anima per sapere quello che lui aveva l’opportunità di conoscere: informazioni come i gruppi musicali che sarebbero stati invitati, le bevande che si sarebbero potute bere, i menù, il tema del Ballo (che a quanto pareva cambiava ogni sette anni), tutte cose che in fondo a Ron non importavano un granchè. In effetti a Ron non fregava poi molto dei suoi doveri di prefetto, apparte quando si trattava di sottrarre punti ai Serpeverde...

Quando Silente si congedò con tutti loro, e poterono finalmente uscire, Ron si decise a invitare davvero Hermione al ballo.
Era solo dopodomani, a quanto ne sapeva Hermione non era stata ancora invitata da nessuno, e avrebbe fatto bene a invitarla subito.

Via il dente, via il dolore.
Avrebbe dovuto solo pensare a quanto sarebbe stato piacevole andare al ballo con lei, una volta che la avrebbe invitata. E tutto sarebbe stato più facile. E poi quest’ anno aveva un vestito normale, grazie a Fred e George.
Inoltre, come aveva detto Seamus, avrebbe dovuto invitare la prima persona a cui aveva pensato, e questa persona era Hermione.

Stavano camminando verso la Torre Grifondoro quando Ron prese a un tratto la parola.

-Allora, Hermione- cominciò in tono solenne –ehm...hai...vuoi...ma tu lo sai dov’è Harry?-

-No- rispose Hermione. Ron notò che aveva un’espressione strana...quasi triste, rabbuiata, e notò anche che quell’espressione ce l’aveva avuta per tutta la durata della riunione, ma non sapeva come mai. Forse era solo triste perché nessuno l’aveva invitata al Ballo, forse era triste perché lui non l’aveva invitata. Un po’ si vergognò a pensarlo...in fondo non credeva di avere tutta quell’influenza sullo stato d’animo di Hemrione, ma era comunque un pensiero incoraggiante. Trasse un lungo e profondo respiro. –Noi due dovremmo andare al Ballo insieme- disse fermandosi all’mprovviso. Ce l’aveva fatta...ma la reazione di Hermione era stata completamente diversa da quella che si era aspettato.

-NOI DOBBIAMO ANDARE INSIEME,RON, MA E’ COME SE TU TI ACCORGI DI TUTTO SEMPRE TROPPO TARDI, E NEVILLE MI HA INVITATA PRIMA DI TE!!!-

-Neville? Ti ha invitato lui?-

-Si, dopo pranzo, appena sono uscita dal bagno, lui mi aspettava e me lo ha chiesto...e non mi aveva invitato nessuno, e poi mancava solo un giorno e non potevo dire una bugia a Neville, è la seconda volta che mi invita, non potevo dirgli ancora no-

-E’ la seconda volta che ti invito anche io- disse Ron con un sorriso amaro.

-Lo so- rispose Hermione con voce rotta, e poi prese a correre, e quando svoltò Ron non la vide più. L’unica cosa che Ron vedeva era solo Harry che spuntava fuori dallo stesso corridoio che aveva appena inghiottito Hermione.

-Ma che le hai fatto?- ansimò tenendosi il fianco.

Ron si rese conto di avere la bocca spalancata dallo stupore di quello che era avvenuto nei trenta secondi appena passati. –L’ho invitata-

-Le fai così schifo?-

-Poi ti spiego...- rispose Ron mestamente. Si sentiva la merda più merdosa del pianeta terra, tutto quello che era successo era stato registrato dalla sua mente, questo si, ma era ancora troppo presto per capire tutto in maniera dettagliata, per parlarne con qualcuno e soprattutto per spiegarlo a qualcuno. Neville.
Cosa voleva Neville dalla vita di Hermione, perché non la lasciava in pace?
L’aveva addirittura aspettata fuori dal bagno, l’aveva pedinata!

-Vi cerco da stamattina- disse Harry camminando al fianco di Ron.

-Si...da stamattina- bofonchiò Ron.

-Ma dove eravate?-

-Si...dove eravamo-

-Oh, mi senti?-

-Si...sento-

-Comunque non sei l’unico, anche a me Ginny ha detto di no-

Ron saltò in aria come se Harry gli avesse appena detto che erano stati invitati a prendere un tè da Aragog e da tutti i suoi terrificanti figli –COME HA DETTO NO?-

-Si, ma calmo...va con Dean, non con Malfoy-

-Quindi tutte queste lezioni...ballo, bon ton...per niente? Harry, noi due facciamo schifo- borbottò Ron appoggiandosi a una parete di schiena, come se non avesse più l’energia per fare niente.

-Non lo so...io dopo ho invitato Luna Lovegood e lei ha detto si, e poi ha anche detto che le piacciono le maglietta sporche d'inchiostro nella schiena...ma questa non l'ho capita-

-Almeno tu hai qualcuno...io faccio schifo- non aveva nemmeno la forza di stupirsi per quella nuova conquista di Harry.

Aveva invitato Hermione.
Hermione andava con Neville.

-Secondo te Neville è meglio di me?- chiese improvvisamente Ron.

-E’ più veloce-

-Anche Dean è stato più veloce di te-

-Però Seamus aveva detto che se noi invitavamo la prima a cui avevamo pensato...-

Ron sollevò il capo, una sensazione di calore gli aveva invaso il petto...era come se ora avesse trovato qualcuno oltre Neville da incolpare per il suo fallimento. –Harry, Seamus pagherà per tutto questo-



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Okay...e anche questa è andata...ci ho messo un pò a pubblicare questo capitolo perchè sta per iniziare la scuola, e io ho ancora un sacco di compiti in arretrato da svolgere...Comunque, grazie-grazie-grazie-grazie ancora a chi recensisce! -Francys, Mimi87, michelle, nans, gigia990, Franca e giangia-
E...a proposito, Franca, per l'AMOOOOORE (XD) temo dovrete aspettare sino all'ultimo-ultimo capitolo...ma non manca molto, giuro!
Poi poi...per quanto riguarda la caratterizzazione di Harry, mi rendo conto di farlo sembrare proprio scemo ma...in fin dei conti, per come la vedo io, lui si rende conto di quello che sta accadendo fra i due suoi amici, e cerca -senza riuscirci- di farli stare insieme il più possibile, anche se con scuse stupide tipo "Non ho capito come si torna a sinistra" (vd cap. precedente).
In questo modo lui sperava di far tornare in dietro Ron per fargli spiegare insieme a Hermione come si faceva quel passo, una scusa come un altra per farli stare insieme...peccato che in questi casi Harry si dimostra troppo pieno di sè, e non si rende conto che non sempre i suoi amici possono stare dietro alle sue richieste, anche se sono fatte con le intenzioni più buone del mondo! ^^
Spero che questo si sia capito...in fondo Harry non mi sta così antipatico!

Bacini, Rossly ^^

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