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Autore: Ciara    23/02/2011    3 recensioni
Cosa succederebbe se dopo l’ultima litigata arrivasse a casa un fascicolo azzurro…se una figlia ormai stufa di una situazione insopportabile decidesse di provvedere a modo suo… se le uniche persone responsabili all’interno di una famiglia fossero rinchiuse in cantina e se… Versione riveduta e corretta di “Mamma e Papà in trappola”. Mi è venuto in mente di scriverla dopo aver rivisto per l’ennesima volta un film carinissimo di cui però non ricordo il titolo. Premetto che la trama generale segue quella del film ma non è uguale in tutto e per tutto, ho voluto metterci del mio quindi… commentate per favore!! Ciara ^0^!!
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Arthur, Weasley, Bill, Weasley, Charlie, Weasley, Fleur, Delacour, George, e, Fred, Weasley, Ginny, Weasley, Harry, Potter, Hermione, Granger, Molly, Weasley, Nuovo, personaggio, Percy, Weasley, Ron, Weasley, Viktor, Krum | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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I personaggi di questa storia appartengono quasi tutti a J. K. Rowling. I fatti narrati di seguito non sono mai accaduti nella saga di Harry Potter. Questa storia è stata scritta senza nessun’intenzione di lucro, si ritiene, quindi, che nessun diritto di copyright sia stato violato.

Mamma e Papà in trappola

CAPITOLO 15

 

 - Harry è inutile che continui ad esultare senza spiegarmi cosa stai pensando di fare. – mio marito sta per uccidere il suo migliore amico. Suo cognato. Quello che in realtà è anche il mio migliore amico. Insomma, ci sveglia nel cuore della notte, blaterando non so cosa sul come uscire dalla nostra cantina e poi comincia ad esultare da solo, e sottolineo da solo, senza nemmeno renderci partecipi della sua idea.

Una famiglia di pazzi. Ecco che cos’è…

- Ron ti ricordi del montacarichi? Quello che tu non volevi, perché era inutile per una famiglia di maghi? Ti ricordi? Non abbiamo chiuso il vano e con un po’ di fantasia potremmo…

 Ron salta in piedi e afferra Harry per la testa, sembra quasi che glie la voglia staccare da un momento all’altro, poi gli schiocca un sonoro bacio sulla fronte – Amico mio, sei un genio!

Uomini.

Non ci sto capendo niente.

Mi sa tanto che per una volta Harry ha avuto davvero una buona idea. Speriamo che funzioni perché al momento non abbiamo nessun altro piano a cui aggrapparci.

 Ron è andato dall’altra parte della stanza e ha scaraventato i gemelli giù dal divano per poterlo spostare facendo un rumore infernale. Mi avvicino immediatamente e gli sussurro – Vuoi fare piano, se i ragazzi ci sentono si insospettiranno!

Lui si ferma un secondo e mi guarda – Hai ragione, in fondo sono anche figli tuoi…- ha la fronte corrucciata quasi stesse formulando chissà quale rompicapo. Non capisco bene cosa intende, ma mi sta bene. Voglio uscire e attentare alla vita di mia figlia.

Prima forse dovrei ringraziarla, forse no.

Guardo il mio consorte aprire il vecchio guardaroba che stava dietro il divano, è pieno di fogli, cartelle, mappe e…

- Ho trovato le carte del progetto della casa e se non mi sbaglio ci dovrebbe essere anche la planimetria da qualche parte…- continua a smuovere fogli e scartoffie freneticamente -…eccola!

 Riemerge dall’armadio trionfante, ha l’espressione di un bambino che ha appena trovato il barattolo delle caramelle. Vado di corsa a prendere una torcia e aiuto Ron a stendere le planimetrie a terra, senza troppi problemi troviamo il disegno del vano del montacarichi.

Forse non è una cattiva idea…

- In via del tutto teorica Hermione, io ed Harry potremmo riuscire ad arrampicarci su per il vano e uscire…vediamo un po’ dove porta…- Ron fa scorrere l’indice lungo il fogli fino a fermarsi su quello che dovrebbe essere il salotto di casa Potter – nel salotto di Harry…che ne dici?

Ci rifletto un po’ su, in via del tutto teorica ci dovrebbero passare, almeno credo, quando abbiamo eliminato il montacarichi da casa ero incinta di Jason e per scherzo Ron mi ci aveva messa dentro, quindi se c’entravo io nelle sembianze di una mongolfiera…

- Passare dovreste passarci, l’unico problema è che, se ricordo bene, abbiamo fatto murare l’apertura e… - Harry mi interrompe con un segno della mano, il sorriso che mi rivolge ha un qualcosa di inquietante -…Harry non abbiamo le bacchette come facciamo a…

- Non ci servono le bacchette, la parete è di cartongesso…sarà sufficiente la testa dura di tuo marito!

I gemelli che nel frattempo si erano avvicinati insieme a Viktor scoppiano in una fragorosa risata.

Questa situazione ha un che di surreale.

Mio marito è troppo preoccupato a cercare i pochi attrezzi babbani che suo padre è riuscito a rifilargli durante il trasloco per rendersi conto che i suoi fratelli lo stanno prendendo in giro insieme al mio migliore amico. Riesce a trovare la cassetta degli attrezzi da cui estrae un martello e subito si dirige dall’altra parte della stanza dove si arrampica su di una sedia e fissa il soffitto.

- E adesso Brown vengo a spezzarti il collo!

- Ron! – esclamo indignata, ma come fa a pensare a quel povero ragazzo quando….va bè…lasciamo stare.

 

***

 Sono seduta sul portico di casa. E’ metà mattina e ancora non ho combinato nulla. Da quando ho trovato quella cartellina il cervello ha smesso di funzionare a dovere. Non ne ho ancora parlato con nessuno, non voglio mettere in allarme nessuno, non voglio rendere questa cosa ancora più reale di quanto già non sia.

Ho un bisogno disperato di distrarmi e di non pensare. Faccio per alzarmi quando sento una mano che si poggia senza troppa gentilezza sulla mia testa. Alzo gli occhi e incontro il viso di Jason.

Si mette seduto accanto a me e mi scompiglia affettuosamente i capelli.

- Mi dici cosa mai può affliggere i tuoi poveri neuroni?

Sospiro pesantemente mentre appoggio i gomiti sulle ginocchia.

- Vuoi la descrizione completa o ti basta un elenco? – glie lo chiedo sarcastica.

- Mi accontenterò dell’elenco, non sono mica Lily! – riesce a strapparmi un sorriso.

Non ho proprio il cuore di raccontargli tutti i miei turbamenti – Tanto per cominciare vorrei sopprimere il signor Willis che non fa altro che spiarci con il suo binocolo – dicendo questo saluto il caro vecchietto appostato dall’altra parte della staccionata che mi guarda indignato e finalmente se ne va – poi…dici che abbiamo fatto bene?

Mi guarda con aria interrogativa – Voglio dire, mamma e papà, chiuderli in cantina…e se loro davvero non stessero più bene insieme, se si volessero lasciare in fondo noi chi siamo per…  

Mio fratello mi prende una mano tra le sue, sono sull’orlo delle lacrime e se ne è accorto                  – Jane…forse non dovevamo rinchiuderli, ma dovevamo fare comunque qualcosa, voglio dire siamo i loro figli e non se lo devono dimenticare. Siamo sette figli…e … non ha senso dopo vent’anni che si lascino perché questo è un brutto periodo, ormai siamo tutti abbastanza grandi e a parte i guai che combinano i gemelli cosa non dovrebbe andare tra loro?

Mio fratello è così convinto, così deciso…se solo sapesse…

- E’ che io…oh, non lo so! Quando vedo come si guardano ancora dopo tutti questi anni mi trasmettono una felicità immensa, sembrano due ragazzini alla prima cotta…ma poi passano da sorridenti a furiosi per un nonnulla e non si parlano per giorni e sembra che in questa casa piombi il gelo…non lo so! – mi passo nervosamente una mano tra i capelli – Senti…ti dispiace se esco un paio d’ore con Daniel?

L’espressione di Jason cambia immediatamente – Solo se ti metti qualcosa che ti copra le gambe!

Ma come fa? Prima era carino e comprensivo ora mi fa saltare i nervi – Jason ti prego non cominciare…- sbuffo sonoramente.

- Va bene, va bene! Ma vedi di non farti toccare troppo! – sorride mentre lo dice.

Gli schiocco un bacio sulla guancia e mi dirigo verso casa di Daniel. Vediamo di passare due ore d’aria in maniera tranquilla e di chiarire almeno questa situazione.

 Mentre mi dirigo dall’altra parte della strada vedo il signor Willis appostarsi alla finestra del secondo piano, quell’uomo ci darà del filo da torcere me lo sento. E’ troppo insistente e prima o poi ci toccherà obliviarlo. Ma al momento è l’ultimo dei miei problemi, ci sono i miei fratelli a casa e io mi devo calmare.

Quando arrivo davanti a casa di Daniel mi imbatto in suo fratello con la volante della polizia.

- Ehi Jane! Come va?

Gli sorrido – Tutto bene grazie! Ehm…Dan è in casa?

Mi rivolge un sorriso furbo, mi sa tanto che sono arrossita – Si blaterava qualcosa sul fatto che doveva venire da te, sai quest’ultima settimana è stato intrattabile poi ieri sera quando è tornato a casa era uno zuccherino – arrossisco ancora di più, il suo tono di voce è un po’ troppo allusivo – non è che c’entri tu con questo cambiamento d’umore?

Perché più di una domanda sembra un’insinuazione? Mi passo le dita tra i capelli, lo faccio solo quando sono molto nervosa, cosa gli dovrei dire?

- Io…non saprei, insomma…- tentenno.

- Immagino che i tuoi fratelli ti abbiano già detto che dovresti coprirti un po’ di più prima di vedere Dan, vero? – arrossisco a livelli indicibili – Matt!

Lui scoppia a ridere, se la sta spassando alla grande alle mie spalle – Vai! Mio fratello non vede l’ora di vederti! – detto questo mette in moto la volante e se ne va dopo che io gli ho sussurrato un “grazie” imbarazzato.

Lily ha ragione. Qui le cose sono fin troppo chiare. Ma perché poi deve avere sempre ragione mia cugina proprio non lo capisco.

 Attraverso il vialetto facendomi aria al viso con le mani nel tentativo di placare il rossore causato da Matt, proprio mentre sto salendo i gradini che portano al portone inspirando lentamente e rilassando le spalle Dan esce di corsa dall’ingresso e mi viene quasi addosso rischiando di farmi cadere a terra. Velocemente mi afferra il polso e mi porta contro di lui evitandomi una rovinosa caduta.

 Restiamo in quella posizione per un po’ poi istintivamente gli passo le braccia intorno al collo e lo abbraccio nascondendo il viso nell’incavo tra il suo collo e la spalla.

- Ehi, cos’hai? – è preoccupato, non riesco a parlare e scuoto leggermente la testa per fargli capire che va tutto bene. Mi abbraccia e inspiro a fondo, mi tranquillizza stare così con lui.

- Vuoi…vuoi entrare in casa? Magari ti offro qualcosa…- scuoto leggermente la testa senza emettere alcun suono, penserà che qualcuno mi ha tagliato la lingua.

- Ehm, ok! Allora andiamo a farci un giro…che ne so, al parco? – mi sa tanto che lo sto facendo preoccupare sul serio, il suo ton di voce è incrinato e cerca in tutti i modi di guardarmi negli occhi. Allento l’abbraccio quel tanto che basta per baciarlo – Si! Il parco è perfetto!

Tira un sospiro di sollievo e sorride.

 

 Ci siamo seduti all’ombra di una quercia e Daniel è riuscito a estorcermi tutte le informazione di cui aveva bisogno per capire come mai sono così strana.

- Quindi è per questo che sei fuggita da casa…

Gli rifilo un pugno sull’avanbraccio – No cretino! Volevo vederti…volevo stare con te…- quest’ultima parte la sussurro e sono certa di essere arrossita.

- Uhm…questo si che è interessante! Riuscire a zittire Jane Weasley è qualcosa di impossibile! – scoppia a ridere e io mi sento ancora più in imbarazzo, questo ragazzo mi da alla testa, non capisco più niente quando sono con lui.

- Mi stai dicendo che possiamo ufficializzare la cosa?

- Come scusa? – non ho afferrato il concetto.

- Bè, posso farmi picchiare ufficialmente da tuo padre e dai tuoi fratelli? – ora è arrossito anche lui.

Il cuore mi va a mille e nella testa mi passano un migliaio di domande da porre a Dan, ma al momento non ho proprio voglia di dare retta alla mia testa.

Avvicino il mio viso al suo e gli sussurro – Credo che tu possa farti picchiare…- poi lui annulla la distanza che c’è tra le nostre labbra e mi da un bacio mozzafiato.

 Ci stacchiamo solo quando i nostri polmoni reclamano aria.

- Ne vale proprio la pena di affrontare tuo padre!

 

***

 Sembra quasi che i ragazzi non siano in casa, se non fosse per la musica infernale che ascoltano i gemelli penserei che ci abbiano lasciato a morire qua giù.

Ron e Harry sono in bilico su due sedie e stanno cercando di creare un’apertura abbastanza grande per passare nel vano del montacarichi. Spero davvero che l’idea di Harry funzioni e che non si facciano niente di male, sono già abbastanza preoccupata per i ragazzi.

Sono seduta in fondo alle scale della cantina.

Viktor si avvicina e si siede di fronte a me. Il mio sguardo corre istintivamente a Ron.

- Ehi!

- Ehi!

Wow. Siamo loquaci! So esattamente di cosa vuole parlare. Quella maledetta lettera!

Ma come mi è venuto in mente di scrivere proprio a lui, in fondo la mia migliore amica, mia cognata, abita al piano di sopra. Non sarebbe stato più semplice?

Non ricordo neanche esattamente cosa ho scritto per quanto ero nervosa, ma come si fa?

- Hermione credo che dovremmo parlare…

Ma dai io non penso ad altro da quando i miei figli ti hanno rinchiuso nella mia cantina! Ok, Hermione, rilassati pensa e cerca di risolvere il pasticcio che hai combinato evitando di far soffrire inutilmente la tua famiglia per l’impulso di un momento.

Annuisco leggermente con la testa e lo ascolto, parla a bassa voce così che possa ascoltarlo solo io, dovrei ringraziarlo per questo, ma vorrei anche capire perché invece di rispondere alla mia lettera come sempre si è precipitato qui…

Ti ho visto con Ronald ieri, io vorrei solo capire cosa…- fa una pausa e sospira pesantemente, sembra quasi che abbia difficoltà a parlare – Senti ho fatto preparate le carte come mi avevi chiesto, sono passato dai tuoi genitori per prendere i documenti necessari e mi sono precipitato qui per poi ritrovarti tra le braccia di…- hai i lineamenti contratti quando lancia uno sguardo tutt’altro che amichevole a Ron.

- E’ mio marito! – mi porto una mano alla bocca soffocando un singhiozzo sul nascere – Sai benissimo che Ron è tutto per me e io lo amo con tutta me stessa…io…mi dispiace averti fatto credere qualcos’altro ma credevo che dopo tutto questo tempo tu…

- Cosa? Sei tu che mi hai scritto! – è arrabbiato.

Cerco di sfiorargli una mano ma lui la ritrae bruscamente.

- Ero confusa, stanca di tutta la situazione che si era creata…tu non capisci è stato un inferno e ho pensato, ho creduto che anche io in fondo… che non fosse abbastanza…che lui non…oh! Non lo so Viktor! Mi dispiace averti dato delle false speranze, non ero in me.

Annuisce e stringe i pugni.

Gli poggio una mano sul ginocchio tentando di fargli capire il mio dispiacere, tutto senza risultato, sembra che stia anche peggio. – Io…

- Non voglio sentire più niente se non ti dispiace

- Mamma! – sento Jane che mi chiama, mi allontano da Viktor e salgo le scale verso la porta, mi metto nuovamente seduta e mia figlia fa la stessa cosa. Dalla sua espressione capisco che ha assistito a tutta la scena, porto nervosamente una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

 Lei non mi guarda in faccia e continua a maneggiare una cartellina azzurra.

- Jane…- mi ferma subito con un gesto della mano.

- Mamma…io…lo so che non avrei dovuto, ma…- indica il fascicolo che ha tra le mani – l’ho trovato e non ho potuto fare a meno di controllare cosa fosse. E…

La sua espressione è dispiaciuta, mi fa tenerezza, vorrei abbracciarla, se solo non ci fosse questa grata di ferro.

- Era nella ventiquattrore di Krum, e poi prima vi ho visto mentre…- mi affretto a scuotere la testa.

- Tesoro tra me e Viktor non c’è niente! Non c’è mai stato niente. Non potrei mai fare una cosa del genere a voi…a tuo padre…- ho il cuore in gola, non volevo coinvolgere i miei figli in tutto questo, nessuno avrebbe dovuto sapere niente. Dannazione!

- Allora perché qui dentro ci sono le carte del divorzio e dell’affidamento? – sbarro gli occhi per lo shock, non credevo che avesse trovato le carte, in confronto l’idea che avessi una relazione con Viktor è una bazzecola.

Pretende delle spiegazioni. In fondo ne ha tutto il diritto.

- Tesoro l’ultima volta che ho litigato con tuo padre, io credevo veramente che fosse tutto a pezzi, che non ci fosse più la minima possibilità di mettere a posto le cose…insomma ci hai visto, non…non ci rivolgevamo più la parola a malapena mi guardava negli occhi, e io…non so come o perché, ma ho scritto a Viktor dicendogli di passare dai nonni e di prepararmi le carte per il divorzio…io non so nemmeno come una cosa del genere ha potuto…- le parole mi escono impulsivamente dalle labbra senza freno, non riesco al trattenermi dal lasciare fuori da queste questioni mia figlia. Lei non dovrebbe nemmeno sospettare di una cosa così grave, non dovrebbe pensare che i suoi genitori si possano lasciare. Mai.

- Io amo voi e tuo padre più di me stessa, ero solo cosi stanca e poi tuo padre…- mi mordo la lingua.

- Papà cosa?

- Niente cara, niente…- mi sono fermata appena in tempo. Per oggi è già abbastanza, insinuare i miei dubbi nella mente di mia figlia sarebbe troppo. Non posso.

Come faccio a dirgli che credo che Ron abbia…no, non può essere! Non mi avrebbe abbracciato in quel modo, non saremmo tornati quelli di un tempo se lui…

Non voglio neanche pensarci.

Sembra che Jane sia più calma di pochi minuti fa.

- Bè…credo che dovresti risolvere le cose con papà se è come dici. Io posso prometterti di non dire niente a nessuno. – il sorriso che mi rivolge è un po’ tirato ma dai suoi occhi capisco che è veramente tranquilla.

- Jane quando credi finirà questa messa in scena? – stavolta le parlo con il mio solito tono autoritario da madre vissuta.

Lei sorride e fa un alzatina di spalle…ho come l’impressione che non riusciremo a uscire di qui con le buone.

- Bè…peggio per voi! Avrete una punizione esemplare –  vedo Robert e Michael avvicinarsi – tutti!

 

***

Sono in salotto da Lily, con Daniel.

È tardi, non dovrebbe neanche essere qui. In realtà neanche io dovrei essere qui.

Visto che i miei fratelli continuano a fare i cani da guardia mia cugina ci ha concesso la casa per starcene un po’ in pace.

Ovviamente lei non c’è!

L’irruenza del bacio di Dan mi porta a poggiarmi allo schienale del divano. Mi accarezza lascivamente una gamba e io non posso fare altro che aggrapparmi con maggiore forza alle sue spalle. Interrompe il bacio per dedicare le sue attenzioni al mio collo.

Inarco la schiena e porto la testa indietro per facilitargli il compito, cerco di concentrarmi sul lampadario sopra di noi per non perdere il contatto con la realtà. Faccio appena in tempo a sentire le labbra di Dan sfiorarmi il mento pretendendo un bacio quando improvvisamente la luce va via.

Mi allontano per quello che mi è concesso per capire cosa sta succedendo.

- Non è niente! Adesso torna…- è quello che riesce a dire Daniel tra un bacio e l’altro e io mi lascio trasportare nuovamente. Un attimo dopo la luce torna e va via di nuovo.

 Riesco a lanciare un’occhiata fuori dalla finestra e notare che le luci del vicinato non sono difettose come le nostre.

- Daniel aspetta…- mi tappa la bocca con un altro bacio, il cervello va nuovamente in tilt. Mi accorgo vagamente che la luce va e viene varie volte. Poi sentiamo degli strani rumori da dietro il muro. I rumori si fanno sempre più forti.

Poi un tonfo sordo.

È tutto buio, percepisco Dan che si stacca da me.

- Ragazzo ti avverto, togli le mani di dosso da mia figlia! – questa è la voce di mio padre.

Continua…

 

 

Eccomi di nuovo con un capitolo fresco fresco!!! Bene, bene è decisamente più lungo del solito e anche più serioso...

Spero tanto che vi sia piaciuto e vi esorto a lasciare un commentino, anche piccolo piccolo!!

Alla prossima!! <3<3<3

Ciara

  
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