I
personaggi di questa storia appartengono quasi
tutti a J. K. Rowling. I fatti narrati di seguito non sono mai accaduti
nella
saga di Harry Potter. Questa storia è stata scritta senza
nessun’intenzione di
lucro, si ritiene, quindi, che nessun diritto di copyright sia stato
violato.
Mamma
e Papà in trappola
CAPITOLO
15
- Harry è
inutile che continui ad esultare senza spiegarmi cosa stai pensando di
fare. –
mio marito sta per uccidere il suo migliore amico. Suo cognato. Quello
che in
realtà è anche il mio migliore amico. Insomma, ci
sveglia nel cuore della
notte, blaterando non so cosa sul come uscire dalla nostra cantina e
poi
comincia ad esultare da solo, e sottolineo da solo, senza nemmeno
renderci
partecipi della sua idea.
Una
famiglia di pazzi. Ecco che cos’è…
-
Ron ti ricordi del montacarichi? Quello che tu non
volevi, perché era inutile per una famiglia di maghi? Ti
ricordi? Non abbiamo
chiuso il vano e con un po’ di fantasia potremmo…
Ron salta in
piedi e afferra Harry per la testa, sembra quasi che glie la voglia
staccare da
un momento all’altro, poi gli schiocca un sonoro bacio sulla
fronte – Amico
mio, sei un genio!
Uomini.
Non
ci sto capendo niente.
Mi
sa tanto che per una volta Harry ha avuto davvero
una buona idea. Speriamo che funzioni perché al momento non
abbiamo nessun
altro piano a cui aggrapparci.
Ron è andato
dall’altra parte della stanza e ha scaraventato i gemelli
giù dal divano per
poterlo spostare facendo un rumore infernale. Mi avvicino
immediatamente e gli
sussurro – Vuoi fare piano, se i ragazzi ci sentono si
insospettiranno!
Lui
si ferma un secondo e mi guarda – Hai ragione,
in fondo sono anche figli tuoi…- ha la fronte corrucciata
quasi stesse
formulando chissà quale rompicapo. Non capisco bene cosa
intende, ma mi sta
bene. Voglio uscire e attentare alla vita di mia figlia.
Prima
forse dovrei ringraziarla, forse no.
Guardo
il mio consorte aprire il vecchio guardaroba
che stava dietro il divano, è pieno di fogli, cartelle,
mappe e…
-
Ho trovato le carte del progetto della casa e se
non mi sbaglio ci dovrebbe essere anche la planimetria da qualche
parte…-
continua a smuovere fogli e scartoffie freneticamente
-…eccola!
Riemerge
dall’armadio trionfante, ha l’espressione di un
bambino che ha appena trovato
il barattolo delle caramelle. Vado di corsa a prendere una torcia e
aiuto Ron a
stendere le planimetrie a terra, senza troppi problemi troviamo il
disegno del
vano del montacarichi.
Forse
non è una cattiva idea…
-
In via del tutto teorica Hermione, io ed Harry
potremmo riuscire ad arrampicarci su per il vano e
uscire…vediamo un po’ dove
porta…- Ron fa scorrere l’indice lungo il fogli
fino a fermarsi su quello che
dovrebbe essere il salotto di casa Potter – nel salotto di
Harry…che ne dici?
Ci
rifletto un po’ su, in via del tutto teorica ci
dovrebbero passare, almeno credo, quando abbiamo eliminato il
montacarichi da
casa ero incinta di Jason e per scherzo Ron mi ci aveva messa dentro,
quindi se
c’entravo io nelle sembianze di una mongolfiera…
-
Passare dovreste passarci, l’unico problema è che,
se ricordo bene, abbiamo fatto murare l’apertura
e… - Harry mi interrompe con
un segno della mano, il sorriso che mi rivolge ha un qualcosa di
inquietante
-…Harry non abbiamo le bacchette come facciamo a…
-
Non ci servono le bacchette, la parete è di
cartongesso…sarà sufficiente la testa dura di tuo
marito!
I
gemelli che nel frattempo si erano avvicinati
insieme a Viktor scoppiano in una fragorosa risata.
Questa
situazione ha un che di surreale.
Mio
marito è troppo preoccupato a cercare i pochi
attrezzi babbani che suo padre è riuscito a rifilargli
durante il trasloco per
rendersi conto che i suoi fratelli lo stanno prendendo in giro insieme
al mio
migliore amico. Riesce a trovare la cassetta degli attrezzi da cui
estrae un
martello e subito si dirige dall’altra parte della stanza
dove si arrampica su
di una sedia e fissa il soffitto.
-
E adesso Brown vengo a spezzarti il collo!
-
Ron! – esclamo indignata, ma come fa a pensare a
quel povero ragazzo quando….va
bè…lasciamo stare.
***
Sono seduta
sul portico di casa. E’ metà mattina e ancora non
ho combinato nulla. Da quando
ho trovato quella cartellina il cervello ha smesso di funzionare a
dovere. Non
ne ho ancora parlato con nessuno, non voglio mettere in allarme
nessuno, non
voglio rendere questa cosa ancora più reale di quanto
già non sia.
Ho
un bisogno disperato di distrarmi e di non
pensare. Faccio per alzarmi quando sento una mano che si poggia senza
troppa
gentilezza sulla mia testa. Alzo gli occhi e incontro il viso di Jason.
Si
mette seduto accanto a me e mi scompiglia
affettuosamente i capelli.
-
Mi dici cosa mai può affliggere i tuoi poveri
neuroni?
Sospiro
pesantemente mentre appoggio i gomiti sulle
ginocchia.
-
Vuoi la descrizione completa o ti basta un elenco?
– glie lo chiedo sarcastica.
-
Mi accontenterò dell’elenco, non sono mica Lily!
–
riesce a strapparmi un sorriso.
Non
ho proprio il cuore di raccontargli tutti i miei
turbamenti – Tanto per cominciare vorrei sopprimere il signor
Willis che non fa
altro che spiarci con il suo binocolo – dicendo questo saluto
il caro
vecchietto appostato dall’altra parte della staccionata che
mi guarda indignato
e finalmente se ne va – poi…dici che abbiamo fatto
bene?
Mi
guarda con aria interrogativa – Voglio dire,
mamma e papà, chiuderli in cantina…e se loro
davvero non stessero più bene
insieme, se si volessero lasciare in fondo noi chi siamo
per…
Mio
fratello mi prende una mano tra le sue, sono
sull’orlo delle lacrime e se ne è accorto
– Jane…forse non dovevamo
rinchiuderli, ma dovevamo fare comunque qualcosa, voglio dire siamo i
loro
figli e non se lo devono dimenticare. Siamo sette figli…e
… non ha senso dopo
vent’anni che si lascino perché questo
è un brutto periodo, ormai siamo tutti
abbastanza grandi e a parte i guai che combinano i gemelli cosa non
dovrebbe
andare tra loro?
Mio
fratello è così convinto, così
deciso…se solo
sapesse…
-
E’ che io…oh, non lo so! Quando vedo come si
guardano ancora dopo tutti questi anni mi trasmettono una
felicità immensa,
sembrano due ragazzini alla prima cotta…ma poi passano da
sorridenti a furiosi
per un nonnulla e non si parlano per giorni e sembra che in questa casa
piombi
il gelo…non lo so! – mi passo nervosamente una
mano tra i capelli – Senti…ti
dispiace se esco un paio d’ore con Daniel?
L’espressione
di Jason cambia immediatamente – Solo
se ti metti qualcosa che ti copra le gambe!
Ma
come fa? Prima era carino e comprensivo ora mi fa
saltare i nervi – Jason ti prego non cominciare…-
sbuffo sonoramente.
-
Va bene, va bene! Ma vedi di non farti toccare
troppo! – sorride mentre lo dice.
Gli
schiocco un bacio sulla guancia e mi dirigo
verso casa di Daniel. Vediamo di passare due ore d’aria in
maniera tranquilla e
di chiarire almeno questa situazione.
Mentre mi
dirigo dall’altra parte della strada vedo il signor Willis
appostarsi alla
finestra del secondo piano, quell’uomo ci darà del
filo da torcere me lo sento.
E’ troppo insistente e prima o poi ci toccherà
obliviarlo. Ma al momento è
l’ultimo dei miei problemi, ci sono i miei fratelli a casa e
io mi devo
calmare.
Quando
arrivo davanti a casa di Daniel mi imbatto in
suo fratello con la volante della polizia.
-
Ehi Jane! Come va?
Gli
sorrido – Tutto bene grazie! Ehm…Dan è
in casa?
Mi
rivolge un sorriso furbo, mi sa tanto che sono
arrossita – Si blaterava qualcosa sul fatto che doveva venire
da te, sai
quest’ultima settimana è stato intrattabile poi
ieri sera quando è tornato a
casa era uno zuccherino – arrossisco ancora di
più, il suo tono di voce è un
po’ troppo allusivo – non è che
c’entri tu con questo cambiamento d’umore?
Perché
più di una domanda sembra un’insinuazione? Mi
passo le dita tra i capelli, lo faccio solo quando sono molto nervosa,
cosa gli
dovrei dire?
-
Io…non saprei, insomma…- tentenno.
-
Immagino che i tuoi fratelli ti abbiano già detto
che dovresti coprirti un po’ di più prima di
vedere Dan, vero? – arrossisco a
livelli indicibili – Matt!
Lui
scoppia a ridere, se la sta spassando alla
grande alle mie spalle – Vai! Mio fratello non vede
l’ora di vederti! – detto
questo mette in moto la volante e se ne va dopo che io gli ho
sussurrato un
“grazie” imbarazzato.
Lily
ha ragione. Qui le cose sono fin troppo chiare.
Ma perché poi deve avere sempre ragione mia cugina proprio
non lo capisco.
Attraverso il
vialetto facendomi aria al viso con le mani nel tentativo di placare il
rossore
causato da Matt, proprio mentre sto salendo i gradini che portano al
portone
inspirando lentamente e rilassando le spalle Dan esce di corsa
dall’ingresso e
mi viene quasi addosso rischiando di farmi cadere a terra. Velocemente
mi
afferra il polso e mi porta contro di lui evitandomi una rovinosa
caduta.
Restiamo in
quella posizione per un po’ poi istintivamente gli passo le
braccia intorno al
collo e lo abbraccio nascondendo il viso nell’incavo tra il
suo collo e la
spalla.
-
Ehi, cos’hai? – è preoccupato, non
riesco a
parlare e scuoto leggermente la testa per fargli capire che va tutto
bene. Mi
abbraccia e inspiro a fondo, mi tranquillizza stare così con
lui.
-
Vuoi…vuoi entrare in casa? Magari ti offro
qualcosa…- scuoto leggermente la testa senza emettere alcun
suono, penserà che
qualcuno mi ha tagliato la lingua.
-
Ehm, ok! Allora andiamo a farci un giro…che ne so,
al parco? – mi sa tanto che lo sto facendo preoccupare sul
serio, il suo ton di
voce è incrinato e cerca in tutti i modi di guardarmi negli
occhi. Allento
l’abbraccio quel tanto che basta per baciarlo – Si!
Il parco è perfetto!
Tira
un sospiro di sollievo e sorride.
Ci siamo
seduti all’ombra di una quercia e Daniel è
riuscito a estorcermi tutte le
informazione di cui aveva bisogno per capire come mai sono
così strana.
-
Quindi è per questo che sei fuggita da casa…
Gli
rifilo un pugno sull’avanbraccio – No cretino!
Volevo vederti…volevo stare con te…-
quest’ultima parte la sussurro e sono
certa di essere arrossita.
-
Uhm…questo si che è interessante! Riuscire a
zittire Jane Weasley è qualcosa di impossibile! –
scoppia a ridere e io mi
sento ancora più in imbarazzo, questo ragazzo mi da alla
testa, non capisco più
niente quando sono con lui.
-
Mi stai dicendo che possiamo ufficializzare la
cosa?
-
Come scusa? – non ho afferrato il concetto.
-
Bè, posso farmi picchiare ufficialmente da tuo
padre e dai tuoi fratelli? – ora è arrossito anche
lui.
Il
cuore mi va a mille e nella testa mi passano un
migliaio di domande da porre a Dan, ma al momento non ho proprio voglia
di dare
retta alla mia testa.
Avvicino
il mio viso al suo e gli sussurro – Credo
che tu possa farti picchiare…- poi lui annulla la distanza
che c’è tra le
nostre labbra e mi da un bacio mozzafiato.
Ci stacchiamo
solo quando i nostri polmoni reclamano aria.
-
Ne vale proprio la pena di affrontare tuo padre!
***
Sembra quasi
che i ragazzi non siano in casa, se non fosse per la musica infernale
che
ascoltano i gemelli penserei che ci abbiano lasciato a morire qua
giù.
Ron
e Harry sono in bilico su due sedie e stanno
cercando di creare un’apertura abbastanza grande per passare
nel vano del
montacarichi. Spero davvero che l’idea di Harry funzioni e
che non si facciano
niente di male, sono già abbastanza preoccupata per i
ragazzi.
Sono
seduta in fondo alle scale della cantina.
Viktor
si avvicina e si siede di fronte a me. Il mio
sguardo corre istintivamente a Ron.
-
Ehi!
-
Ehi!
Wow.
Siamo loquaci! So esattamente di cosa vuole
parlare. Quella maledetta lettera!
Ma
come mi è venuto in mente di scrivere proprio a
lui, in fondo la mia migliore amica, mia cognata, abita al piano di
sopra. Non
sarebbe stato più semplice?
Non
ricordo neanche esattamente cosa ho scritto per
quanto ero nervosa, ma come si fa?
-
Hermione credo che dovremmo parlare…
Ma
dai io non penso ad altro da quando i miei figli
ti hanno rinchiuso nella mia cantina! Ok, Hermione, rilassati pensa e
cerca di
risolvere il pasticcio che hai combinato evitando di far soffrire
inutilmente
la tua famiglia per l’impulso di un momento.
Annuisco
leggermente con la testa e lo ascolto,
parla a bassa voce così che possa ascoltarlo solo io, dovrei
ringraziarlo per
questo, ma vorrei anche capire perché invece di rispondere
alla mia lettera
come sempre si è precipitato qui…
Ti
ho visto con Ronald ieri, io vorrei solo capire
cosa…- fa una pausa e sospira pesantemente, sembra quasi che
abbia difficoltà a
parlare – Senti ho fatto preparate le carte come mi avevi
chiesto, sono passato
dai tuoi genitori per prendere i documenti necessari e mi sono
precipitato qui
per poi ritrovarti tra le braccia di…- hai i lineamenti
contratti quando lancia
uno sguardo tutt’altro che amichevole a Ron.
-
E’ mio marito! – mi porto una mano alla bocca
soffocando un singhiozzo sul nascere – Sai benissimo che Ron
è tutto per me e
io lo amo con tutta me stessa…io…mi dispiace
averti fatto credere qualcos’altro
ma credevo che dopo tutto questo tempo tu…
-
Cosa? Sei tu che mi hai scritto! – è arrabbiato.
Cerco
di sfiorargli una mano ma lui la ritrae
bruscamente.
-
Ero confusa, stanca di tutta la situazione che si
era creata…tu non capisci è stato un inferno e ho
pensato, ho creduto che anche
io in fondo… che non fosse abbastanza…che lui
non…oh! Non lo so Viktor! Mi
dispiace averti dato delle false speranze, non ero in me.
Annuisce
e stringe i pugni.
Gli
poggio una mano sul ginocchio tentando di fargli
capire il mio dispiacere, tutto senza risultato, sembra che stia anche
peggio.
– Io…
-
Non voglio sentire più niente se non ti dispiace
-
Mamma! – sento Jane che mi chiama, mi allontano da
Viktor e salgo le scale verso la porta, mi metto nuovamente seduta e
mia figlia
fa la stessa cosa. Dalla sua espressione capisco che ha assistito a
tutta la
scena, porto nervosamente una ciocca di capelli dietro
l’orecchio.
Lei non mi
guarda in faccia e continua a maneggiare una cartellina azzurra.
-
Jane…- mi ferma subito con un gesto della mano.
-
Mamma…io…lo so che non avrei dovuto,
ma…- indica
il fascicolo che ha tra le mani – l’ho trovato e
non ho potuto fare a meno di
controllare cosa fosse. E…
La
sua espressione è dispiaciuta, mi fa tenerezza,
vorrei abbracciarla, se solo non ci fosse questa grata di ferro.
-
Era nella ventiquattrore di Krum, e poi prima vi
ho visto mentre…- mi affretto a scuotere la testa.
-
Tesoro tra me e Viktor non c’è niente! Non
c’è mai
stato niente. Non potrei mai fare una cosa del genere a
voi…a tuo padre…- ho il
cuore in gola, non volevo coinvolgere i miei figli in tutto questo,
nessuno
avrebbe dovuto sapere niente. Dannazione!
-
Allora perché qui dentro ci sono le carte del
divorzio e dell’affidamento? – sbarro gli occhi per
lo shock, non credevo che
avesse trovato le carte, in confronto l’idea che avessi una
relazione con
Viktor è una bazzecola.
Pretende
delle spiegazioni. In fondo ne ha tutto il
diritto.
-
Tesoro l’ultima volta che ho litigato con tuo
padre, io credevo veramente che fosse tutto a pezzi, che non ci fosse
più la
minima possibilità di mettere a posto le
cose…insomma ci hai visto, non…non ci
rivolgevamo più la parola a malapena mi guardava negli
occhi, e io…non so come
o perché, ma ho scritto a Viktor dicendogli di passare dai
nonni e di
prepararmi le carte per il divorzio…io non so nemmeno come
una cosa del genere
ha potuto…- le parole mi escono impulsivamente dalle labbra
senza freno, non
riesco al trattenermi dal lasciare fuori da queste questioni mia
figlia. Lei non
dovrebbe nemmeno sospettare di una cosa così grave, non
dovrebbe pensare che i
suoi genitori si possano lasciare. Mai.
-
Io amo voi e tuo padre più di me stessa, ero solo
cosi stanca e poi tuo padre…- mi mordo la lingua.
-
Papà cosa?
-
Niente cara, niente…- mi sono fermata appena in
tempo. Per oggi è già abbastanza, insinuare i
miei dubbi nella mente di mia
figlia sarebbe troppo. Non posso.
Come
faccio a dirgli che credo che Ron abbia…no, non
può essere! Non mi avrebbe abbracciato in quel modo, non
saremmo tornati quelli
di un tempo se lui…
Non
voglio neanche pensarci.
Sembra
che Jane sia più calma di pochi minuti fa.
-
Bè…credo che dovresti risolvere le cose con
papà
se è come dici. Io posso prometterti di non dire niente a
nessuno. – il sorriso
che mi rivolge è un po’ tirato ma dai suoi occhi
capisco che è veramente
tranquilla.
-
Jane quando credi finirà questa messa in scena? –
stavolta le parlo con il mio solito tono autoritario da madre vissuta.
Lei
sorride e fa un alzatina di spalle…ho come
l’impressione
che non riusciremo a uscire di qui con le buone.
-
Bè…peggio per voi! Avrete una punizione esemplare
–
vedo Robert e
Michael avvicinarsi –
tutti!
***
Sono
in salotto da Lily, con Daniel.
È
tardi, non dovrebbe neanche essere qui. In realtà
neanche io dovrei essere qui.
Visto
che i miei fratelli continuano a fare i cani
da guardia mia cugina ci ha concesso la casa per starcene un
po’ in pace.
Ovviamente
lei non c’è!
L’irruenza
del bacio di Dan mi porta a poggiarmi
allo schienale del divano. Mi accarezza lascivamente una gamba e io non
posso
fare altro che aggrapparmi con maggiore forza alle sue spalle.
Interrompe il
bacio per dedicare le sue attenzioni al mio collo.
Inarco
la schiena e porto la testa indietro per
facilitargli il compito, cerco di concentrarmi sul lampadario sopra di
noi per
non perdere il contatto con la realtà. Faccio appena in
tempo a sentire le
labbra di Dan sfiorarmi il mento pretendendo un bacio quando
improvvisamente la
luce va via.
Mi
allontano per quello che mi è concesso per capire
cosa sta succedendo.
-
Non è niente! Adesso torna…- è quello
che riesce a
dire Daniel tra un bacio e l’altro e io mi lascio trasportare
nuovamente. Un attimo
dopo la luce torna e va via di nuovo.
Riesco a
lanciare un’occhiata fuori dalla finestra e notare che le
luci del vicinato non
sono difettose come le nostre.
-
Daniel aspetta…- mi tappa la bocca con un altro
bacio, il cervello va nuovamente in tilt. Mi accorgo vagamente che la
luce va e
viene varie volte. Poi sentiamo degli strani rumori da dietro il muro.
I rumori
si fanno sempre più forti.
Poi
un tonfo sordo.
È
tutto buio, percepisco Dan che si stacca da me.
-
Ragazzo ti avverto, togli le mani di dosso da mia
figlia! – questa è la voce di mio padre.
Continua…
Eccomi
di nuovo con un capitolo fresco fresco!!! Bene, bene è
decisamente più lungo
del solito e anche più serioso...
Spero
tanto
che vi sia piaciuto e vi esorto a lasciare un commentino, anche piccolo
piccolo!!
Alla
prossima!! <3<3<3
Ciara