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Autore: Iurin    24/02/2011    9 recensioni
E' il 1992, l'anno scolastico, ad Hogwarts, sta per cominciare, e Silente, grazie a Miss Pince, ha assunto un'assistente bibliotecaria, parente della suddetta Miss Pince, forse, per "un decimo di millesimo di grado". La ragazza, appena ventottenne, si chiama Soleil Scrooge (sì, come Ebenezer Scrooge), ed arriva ad Hogwarts già piuttosto restia a fare quel lavoro, ma poi si deprime totalmente quando capisce di essere praticamente entrata in conflitto con "l'acido" Severus Piton. E, complice una strana tinta per capelli usata per sbaglio (o forse per far colpo su Gilderoy Allock), proprio Severus Piton le affibbierà un soprannome, con il quale solo lui, però - o per fortuna - la chiamerà: Cirque.
Cirque du Soleil.
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gilderoy Allock, Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Salve a tutte!! :D
Come vedete sono tornata con il primo capitolo - oh yeah!
Prima, però, passo a ringraziarvi, come è giusto che sia:


Femke: in effetti neanche io capisco come si faccia a NON apprezzare il divino prof. u.ù a me risulterebbe pressocchè impossibile xD Comunque, cara Femke, sono contenta che Soleil ti stia simpatica xD Comunque (te l'assicuro, non è per vantarmi xD) nelle mie storie è MOLTO improbabile che ci sia qualche Mary Sue. Il perchè? Perchè io sono SADICA xD E i miei personaggi sono irrimediabilmente dei poveracci sfigati che io adoro far soffrire. Muahahahahahah! Vabbè, nei limiti della decenza e del possibile, è ovvio xD Ahahahahah Detto ciò, ti lascio con il capitolo, sperando che ti piaccia!! Ciao ciao!!! ;)

Eiko_93: mon amour, lo so che mi adori xD E la citazione finale della tua recensione mi piace assai (ma chissà perchè? xD). Beh, sono molto molto felice che questa storia che si prospetta molto...deficiente (xD), ti stia piacendo. Per lo meno parlando del principio. O kappa, la pianto qui e ti lascio con il primo capitolo!!! Un bacio, mon amour!!! <3

Erin_Prince: ahahahahah sono contenta che il prologo ti abbia fatto ridere xD D'altronde chi, mentre parla o ascolta, non si fa tutti questi giri mentali assolutamente folli? ....Per lo meno io me li faccio, a volte.... Sarò pazza? Oh, beh, tanto già si sapeva xD Spero che il primo capitolo ti piaccia, carissima! Un abbraccio!! :D

AvrilPiton: beh, eccoti accontentata!!! ;) Spero non ti deluderà!!!! Ciao, un bacione!!!! =)

Bene, detto ciò.... Ringrazio tutti coloro che mi hanno messo nelle preferite, nelle seguite o nelle ricordate! Cioè.... Non quelli che hanno messo ME, ma questa storia... Anche perchè come fareste? Dovrei strasformarmi in un file o qualcosa del genere... Aiuto! Soleil si sta impossessando di me!!! xD xD
Non aggiungo altro, và, che è meglio!!! xD

Ciao, nì!!!




Capitolo 1

Giusto una settimana dopo iniziò il nuovo anno scolastico. Ma io avevo già capito che cosa mi sarei dovuta aspettare: noia.
E non ho detto gioia, ma noia, noia, noia.
Io sarei dovuta rimanere tutto il tempo chiusa nella biblioteca, a sorvegliare e a ‘mantenere l’ordine’, come diceva Miss Pince. Eppure, quasi immediatamente, capii che non sarei stata molto d’aiuto per ‘mantenere l’ordine’. Diciamo che Miss Pince era un’esperta, in questo campo: guardava tutti gli studenti che mettevano piede nella sua biblioteca con fare torvo ed inquisitorio, come se ogni ragazzo potesse essere un ipotetico ladro di libri. Che poi… Chi mai avrebbe voluto sgraffignarsi un libro?! Quando poteva averlo gratis?
Certo, per un periodo limitato di tempo, ma pur sempre gratis. Oh, e il tempo in questione era pure abbastanza lungo… Cosa, inutile, dato che per mio modesto parere ogni ragazzo sano di mente avrebbe voluto disfarsi di una qualsiasi lettura impegnativa nel minor tempo possibile. Certo…c’erano sempre le eccezioni.
Come, per esempio, una ragazza, che adorava la biblioteca, e, nonostante l’anno fosse appena iniziato, già vi trascorreva interi pomeriggi. Beh…niente di strano, fin qui. In fondo anche a me piaceva leggere.
Grazie al cavolo, se no sarei stata completamente masochista a voler intraprendere una professione del genere. Perché se avessi, in qualche modo, odiato i libri, ritrovarmi in una biblioteca sarebbe dovuto essere il mio peggior incubo; mi sarei dovuta sentire come…non so…un’aracnofobica in una tana di ragni.
Chissà se esisteva la librofobia?
Comunque… Anche a me piaceva leggere, quindi. E spesso pure io mi ritrovavo a sfogliare un romanzo per ore, nei meandri di quella stessa biblioteca, quando avevo voglia di rilassarmi un po’. Però, appunto, io leggevo dei semplici romanzi. Quella ragazza, no! Quella razza, che poi, alla fine, si trattava di poco più di una bambina, consumava pagine e pagine di saggi! Buon Dio! Che è successo ai bambini della nuova generazione?!
Vabbè…di così particolare c’era solo quella ragazza. Gli altri studenti, da quello che potevo notare, rifiutavano come al solito ogni non-necessaria forma di conoscenza.
Ok…ero finita a tessere le lodi dell’ignoranza.
Meglio lasciar perdere.
Quella ragazza, comunque, si chiamava – e si chiama tutt’ora, non è mica morta, dopotutto – Hermione Granger. Me l’ha spiegato Miss Pince. Oh, lei (Miss Pince) è completamente pazza di Hermione Granger! Beh, d’altronde quella ragazzina era pressoché il sogno di qualsiasi bibliotecaria.
E quindi anche Miss Pince adorava qualcosa. O come in questo caso, qualcuno.
Sembrava quasi che ad Hogwarts ogni docente o non che fosse adorasse qualcosa: Gazza adorava il suo gatto, Hagrid – il guardiacaccia – adorava, da quanto avevo capito, le creature strane, Silente adorava i dolci, la professoressa Cooman adorava i foulard, la professoressa McGranitt adorava la sua Casa, il professor Vitious adorava cantare e il professor Piton…
Oh.
Beh…considerando da che modo guardava ogni cosa che gli capitasse sotto gli occhi, probabilmente non adorava niente. Forse neanche se stesso. Se no uno shampoo se lo sarebbe fatto.
Ah, sì! Lui adorava torturare la gente. Verbalmente parlando, s’intende. Non che non ce lo vedessi a fustigare le persone con un sorriso sadico sul volto, ma…insomma… era leggermente vietato, farlo. E adorava anche ghignare, in ogni caso.
Ma tornando a noi… Miss Pince stravedeva per Hermione Granger, un’eccezione anche questa, perché il mio ‘capo’, con chi consultava i libri, era stata sempre piuttosto…severa: guai anche solo a chi osava bisbigliare. Le occhiatacce di Miss Pince erano piuttosto spaventose – mai come quelle di Piton, comunque.
Solo che quelle occhiate (quelle di Miss Pince) erano, a volte, anche causa di ilarità, dato che la sua espressione, quando voleva risultare, appunto, spaventosa, era talmente concentrata e tesa che…sì, beh…sembrava che stesse sulla tazza.
Evidentemente anche il lanciare sguardi omicidi doveva considerarsi un’arte, a quel punto.
E, cosa che penso si sia già capita, io conoscevo un vero maestro, in quel campo.
Doveva pure esserci un motivo per il quale Severus Piton era professore più odiato della scuola. O comunque il più temuto. E il bersaglio più gettonato per imprecazioni d’ogni tipo.
Probabilmente si sarebbe potuto comporre un libro con tutti gli aggettivi e gli epiteti che gli venivano affibbiati.
Anzi, no: probabilmente una lunga serie di libri.
Già m immaginavo la pubblicità: “Prossimamente, nelle librerie, ‘Tra una pozione e l’altra, lancia l’insulto!’, la nuova collana di volumi per ragazzi scritta proprio da studenti! Prova anche tu ‘Tra una pozione e l’altra, lancia l’insulto!’!
E poi, in basso, scritto in piccolo, ci sarebbe stato scritto: “Gli insulti sono stati scientificamente selezionati tra quelli riferiti al docente Severus Piton. L’editore non si prende alcuna responsabilità nel qual caso qualcuno voglia sperimentare tali insulti davanti il docente stesso.”
Sì, e quest’ultima scritta sarebbe passata velocemente in sovraimpressione, proprio come quelle per i medicinali babbani.
Oh, a proposito. Il tutto allora avrebbe potuto concludersi con un bel: “Possono esserci effetti collaterali.”
D’altronde l’ira di Piton avrebbe potuto causare menomazioni gravi, no?
Almeno così supponevo.
Beh, non sarei stata io a sperimentarlo, senza alcun dubbio.
Lo speravo… Per lo meno…
Ma tanto era vietato! Vabbè, meglio non rischiare, in ogni caso.
Comunque…l’anno era cominciato, e proprio qualche giorno prima Silente mi aveva avvertito del fatto che il mio compito sarebbe stato quello di rimanere in biblioteca tutto il giorno.
Sì, tutto il giorno.
E come si faceva per l’ora di pranzo?
Mistero…
Dopo cena, comunque, la biblioteca avrebbe chiuso, così sarei stata libera di fare quello che volevo.
Nei limiti del possibile, ovvio.
Ma tanto… Cosa caspita avrei potuto fare, in una scuola? Circondata da una lontana e apparentemente stitica parente, professoresse in menopausa più che avanzata, ultracentenari, una donna che prevedeva la morte nel proprio caffè mattutino, un peloso uomo gigante ed un altro uomo acido peggio di una zitella?!
Oh… Magari se era così acido, Piton, voleva dire che era zitello, allora.
Sempre per la regola del sillogismo, come quello della befana.
Ah, sì, il naso…
Meglio dimenticare.
Che avrei potuto fare, allora? Niente. Quindi: noia, noia, noia.
Ma non sapevo ancora che le mie giornate si sarebbero illuminate.
Prima che lo scoprissi, però, non potevo far altro che commiserarmi per il mio incombente destino.
Qualche giorno prima che cominciasse l’anno, allora, Silente mi aveva spiegato cosa avrei dovuto fare in una riunione generale nel suo ufficio. C’erano tutti: dal guardiacaccia Hagrid, a Mrs. Purr – che avevo scoperto essere il nome dalla gatta di Gazza, quella con gli occhi spiritati.
“…E non voglio, non voglio che quei maledetti Frisbee Zannuti circolino di nuovo per il castello.” Stava dicendo proprio Gazza, rivolto al preside, seduto dietro la sua scrivania “Nonostante i divieti degli scorsi anni quei mocciosi ancora si permettono…”
“D’accordo.” Tagliò corto Silente – per fortuna: era un quarto d’ora che Gazza parlava “Ripeterò il tuo regolamento durante il banchetto di benvenuto. C’è altro?” Gazza borbottò una risposta che per lo meno sembrava negativa e si azzittì “Qualcuno vuole dire qualcos’altro?” Chiese poi Silente, rivolto a tutti gli altri professore.
Severus Piton si schiarì la gola, proprio per far capire di aver qualcosa da dire.
“Preside.” Esordì, mellifluo “Io vorrei rinnovare il mio proposito di voler ricoprire l’incarico di insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure.” Fece una pausa “Se ciò è ancora possibile, ovviamente.”
Sembrava quasi che tutto quel discorso se lo fosse preparato prima; magari nei meandri della sua oscura cameretta, chissà.
Silente, a quel punto, lo guardò per un momento senza dir nulla. Poi, però, rispose:
“Mi dispiace, Severus, ma ho già assegnato quel posto a…qualcun altro.”
Vidi Piton serrare la mascella. “Chi.” Chiese, senza neanche scomodarsi ad aggiungere un punto interrogativo a quella che presumibilmente era una domanda.
“Probabilmente lo conoscerai anche tu: è Gilderoy Allock.”
A giudicare dal modo in cui una vena sulla tempia di Piton presa a pulsare, le possibilità erano due: o stava per avere un ictus celebrale e non se ne stava neanche accorgendo, oppure si era leggermente irritato perché Gilderoy Allock aveva ottenuto il posto che voleva anche lui.
E… No. Un momento.
Allock?
Quel Allock?
Gilderoy Allock?
Perché capivo le cose a scoppio ritardato?!
In quel momento, chi mi avesse vista in faccia, non avrebbe notato nulla di sospetto, ma il mio cervello, già, aveva cominciato a ballare la samba.
Poco dopo, la riunione, di cui avevo finito pure per perderne il filo, finì, e tutti i membri dell’Hogwarts’ staff cominciarono ad andarsene dall’ufficio del preside. Persino Silente si allontanò. Ed andò a finire che in quella stanza rimanemmo solo io e Piton. Proprio quest’ultimo, notai, aveva lo sguardo fisso nel vuoto, e la vena sulla sua tempia continuava pericolosamente a pulsare. Non batteva neanche le palpebre, lui.
Sì, faceva paura.
Forse sarebbe stato meglio svigliarsela all’istante.
“Vabbè…ehm…Severus.” Dissi, mentre con una più che finta disinvoltura mi alzavo dalla mia sedia con l’intenzione di uscire da lì alla svelta “Magari Silente ti darà quel posto l’anno prossimo, no?”
Non l’avessi mai detto.
Piton si voltò di scatto verso di me, guardandomi con quella stessa faccia che aveva assunto già da prima. Anzi, no: adesso aveva pure le narici dilatate.
Merlino, che orrore.
Anche in questo caso le possibilità erano due: o ancora non si era accorto dell’ictus celebrale e quello avanzava dritto per la sua strada causando quello sguardo allucinato, oppure, semplicemente, Piton stava per azzannarmi.
Chissà come mai, cominciai a dar poco credito alla teoria dell’ictus.
Che dovevo fare, allora? Cominciare a temere per la mia incolumità? Era probabile.
Stavo quasi per indietreggiare terrorizzata, a quel punto, ma proprio in quell’istante Piton scattò in avanti. Per un momento pensai di dovermi accasciare in terra e coprirmi la faccia; o magari far finta di essere morta, come gli opossum, così magari Piton mi avrebbe guardata schifato, con un sopracciglio alzato e poi se ne sarebbe andato.
Fortunatamente per la mia dignità, non dovetti fare niente di tutto ciò, perché Piton, dopo avermi guardata con uno sguardo, invece, carico di disprezzo, se ne andò dalla stanza lasciandomi lì, da sola.
Beh, che dire…
Certa gente non stava bene.
Dopo che ricominciai a respirare – perché nel frattempo mi ero dimenticata di farlo – lasciai anch’io l’ufficio di Silente, richiudendo, essendo l’ultima, la porta dietro di me. Andai direttamente alla stanza che mi era stata assegnata: si trovava al primo piano, e mi piaceva. Consisteva, essenzialmente, in una grande camera da letto, che fungeva anche da salottino, perché, dalla parte opposta al letto a baldacchino, vi era un piccolo tavolo rotondo, un paio di poltroncine, una libreria piena di libri – libri, sempre libri, da tutte le parti – e anche un fornelletto con sopra una teiera, nel caso in cui avessi avuto voglia di tè. Poi ovviamente c’era il bagno, provvisto di vasca da bagno e di tutto il resto. Andai proprio al bagno, a quel punto, decisa a voler attaccare allo specchio un post-it o qualcosa del genere.
Se volevo almeno tentare di sopravvivere, da quel momento in poi, dovevo impormi alcune regole, che avrei visionato, in quel modo, ogni mattina prima di uscire.
Poi mi accorsi di non avere né un pezzo di carta né una sottospecie di penna con cui scrivere, così tornai in camera. Afferrai anche la mia bacchetta, visto che c’ero, così poi avrei usato un incantesimo per attaccare quel pezzo di carta allo specchio del bagno. Prima però, mi sedetti a scrivere al tavolino, per non impiccarmi a dover scrivere direttamente in bagno.
Cose da non fare.
Lo intitolai così, e sotto scrissi, dopo averci pensato un attimo:
Mai essere gentile con Severus Piton.
No…non era un po’ troppo esagerato? In quel caso, se avessi dovuto seguire sul serio quella regola, avrei dovuto anch’io squadrarlo con sguardi omicidi come faceva lui.
A parte il fatto che non ero capace, non me la sentivo di intraprendere una cosa così. Specie se doveva essere proprio contro Piton. Quindi modificai quanto scritto:
Mai essere gentile con Severus Piton.
Mai essere compassionevole con Severus Piton.

Sì, andava già meglio. E sarebbe stato certamente più semplice, da realizzare.


   
 
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