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Autore: Nami88    24/02/2011    1 recensioni
PRIMA DI OGNI COSA: CONSIGLIO DI LEGGERE L'EPISODIO I PER POTERE COMPRENDERE I FATTI E IL MOMENTO STORICO DI QUESTA STORIA.
Avevamo lasciato Nami con il cuore infranto e carico di odio.
Avevamo lasciato Zoro confuso e spaventato.
...Come li ritroveremo? Se ve lo dicessi finirei per rivelarvi la trama per intero, che nella sua complessità è piuttosto semplice. Preferisco invece usare queste parole per raccontarvi cosa succederà: "Quando un uomo è disposto a mettere da parte l'onore, è sempre per il bene qualcun'altro".
Nota: ALCUNI DEI PERSONAGGI UTILIZZATI PER QUESTA FANFICTION NON SONO DI MIA PROPRIETÀ' MA VENGONO UTILIZZATI NEL RISPETTO DEL PROPRIETARIO E DEI RELATIVI COPYRIGHTS. ALTRI SONO INVENTATI E L'INTERA STORIA E' ORIGINALE, E FRUTTO DELLA FANTASIA.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una mattina Nami ricevette una visita del tutto imprevista.
Era in cucina dando le spalle alla porta e sentì dei passi sulla veranda e qualcuno che si era fermato appena fuori dalla porta, già aperta in vista di una bellissima giornata di sole. Erano sempre le solite persone a farle visita, una valeva l’altra e non valeva la pena nemmeno voltarsi.
« Non ricevo a quest’ora. Torna più tardi ».
« Non ho un appuntamento ma speravo potessi ricevermi lo stesso » disse una voce femminile.
« Tanto meno ricevo donne. Vattene » disse guardando quella figura con la coda dell’occhio.
Non le diede molta importanza in un primo momento ma in una frazione di secondo si voltò di scatto osservando la figura longilinea che nell'ombra e a braccia conserte era appoggiata allo stipite.
« R-Robin? » chiese interrogativa, piena di sconcerto e lasciando cadere la propria colazione per terra.
« Ciao Nami – disse eterea – Ne è passato di tempo ».

Riusciva solo a balbettare.
« Robin…tu…come…sei qui. Non è un'allucinazione? ».
Non era ancora certa che fosse lei, era così diversa eppure avrebbe riconosciuto quegli occhi e quella voce tra mille.
« No, non è un'allucinazione! Sei davvero tu! Amica mia, che bello rivederti! » disse saltandole al collo in un abbraccio infinito, in cui chiedeva tutto l’affetto che le era mancato in quegli anni.
« Robin! Robin! » .
« Calmati Nami, va tutto bene. Sono proprio io! ».
Nami la fissava ancora stretta a lei con gli occhi pieni di lacrime.
Robin a sua volta sorrideva serena: « Ti va se facciamo due passi? Che ne dici? » domandò. Nami accettò felice e senza esitare.
Poco dopo passeggiavano sulla spiaggia, senza una meta precisa, come facevano un tempo.

« Che bel posto Nami. Sapevo già che tanti anni fa vivevi qui, prima di unirti a Rubber, ma non credevo fosse un posto così bello » disse guardando il cielo e assaporando i vari profumi.
Nami esitò.
« S-sì, se ti sembra un bel posto adesso avresti dovuto vederlo fino a tre anni fa, prima che arrivasse la ciurma di Boogie Black »
« Già, ho sentito che c’è stato qualche problema: le notizie per mare corrono veloci. Boogie Black ha causato diversi disagi negli ultimi tempi. Non capisco che interesse abbia nello stabilirsi a Coconut Village. La sua taglia attuale è di 120 milioni di Berry, non è un granché ma certo è un tipo che si fa notare. Si vocifera che possegga degli strani poteri ma nessuno ne ha prova certa ».
Nami sviò il discorso.

« Ehm, allora Robin dimmi di te…dimmi di voi. Come va? Cosa vi porta qui? Ci saranno anche… »
« No, mi dispiace Nami. Dopo che te ne sei andata sono cambiate un po’ di cose »
« In che senso scusa? » cercando di dissimulare la sorpresa unita ad un certo timore.
« Nel senso che non faccio più parte della ciurma. Sono di passaggio. Sono arrivata qui per caso: una tempesta mi ha colta di sorpresa e senza una navigatrice non è facile mantenere la rotta giusta. Navigo per conto mio ora, anche se non sono molto esperta devo ammetterlo. Ho una barchetta tutta mia – disse sorridendo - Come te avevo bisogno di staccare. Non è facile sostenere il peso di essere l’unica a donna a bordo, specialmente l’unica adulta. Non fraintendermi, adoro i ragazzi ma a volte era difficile sostenere certe situazioni senza di te! Inoltre, era ora che mi concentrassi solo sul mio sogno. Degli altri non so nulla da un paio di anni…mi dispiace. Mi dovrò fermare alcuni giorni qui ad ogni modo: la barca ha preso una bella batosta dopo la tempesta e l’ho affidata ad un carpentiere giù al porto. Mi piacerebbe passare questo tempo con te, se ti fa piacere »
« Capisco… » trattenendo la delusione, ma senza troppi sforzi.
« Scusa se non sono la persona che desideravi vedere! »
« No no ma figurati! Cosa stai dicendo!? » cercando di correggersi.
« Stavo solo scherzando…un pochino però dicevo sul serio! Ti va di ospitarmi? ».
Nami esitò qualche istante per poi tentare di dissuaderla dall’idea.
« Senti Robin, mi farebbe piacere se ti fermassi da me, davvero, ma non credo sia il caso ».
Robin le prese le mani e la fissava intensamente. Nami non aveva il coraggio di ricambiare quello sguardo indagatore. Robin strinse ancora più forte.
« Nami, guardami per favore ».
Robin la scrutava.
« Come sei finita in tutto questo? Ma guardati, sei l’ombra di te stessa ».
Non ebbe nemmeno il tempo di pronunciare una parola in risposta, che gli occhi subito diventarono lucidi.
« Oh Nami, devi aver sofferto molto. Se solo avessi saputo…Non ti va di parlarne? Vedo tanta tristezza nei tuoi occhi, vedo la stanchezza nel tuo volto. E vedo anche una cicatrice …».
Nami esitava. La sua testa cominciò ad affollarsi di preoccupazioni e domande: Robin l’avrebbe compresa come una migliore amica o l’avrebbe criticata come una sorella maggiore?
« Capisco che tu non abbia voglia di parlarne ma ti conosco e c’è qualcosa che ti tormenta e che non mi vuoi dire. Lo sento e lo vedo. Se non parli tu inizierò io a farti delle domande. Dovrei forse offendermi? Tre anni da sola e già non ti fidi più di me? » in tono di sfida.
« No, non è così…Io… »
« Che c’è Nami? » insistette calma ma decisa.
« All’inizio era tutto meraviglioso. Ero emozionata e sempre alla ricerca di cose nuove. Ho creato un’azienda, due per la verità – sorridendo al ricordo del passato - tutte mie e nel mio paese natale. Gli affari andavano benissimo quando un giorno … » e le raccontò ogni cosa, ogni singola frase, gesto o sguardo che poteva ricordare. Le parole che inizialmente non volevano uscire, una volta preso il via uscirono come un fiume in piena.
« Nami… »
« Mi dispiace Robin, non so che dire. Mi vergogno terribilmente di me stessa. Avevo paura. Ero sola capisci? Come potevo non essermi mai accorta che ero completamente sola, non avevo più nessuno ». Le lacrime scorrevano copiose mentre parlava, fissando un punto indefinito dell’orizzonte.
« Nel momento in cui Black ha…non riesco nemmeno a dirlo! Accidenti! E anche i suoi uomini quando sono uscita sul ponte…avrei tanto voluto che foste lì con me. Mi sentivo così piccola e indifesa…Cosa avreste pensato di me vedendomi così…debole? E alla fine guarda come mi sono ridotta! ».

Silenzio. Sapeva e sentiva che gli occhi azzurri di Robin la scrutavano con attenzione.

« Vesto abiti aderenti e scollati, calze a rete! Un chilo di trucco e ho addirittura una cicatrice…e bevo come una spugna! Questa cicatrice ha segnato profondamente la mia vita » disse sfiorandola con la punta delle dita e asciugando le lacrime.
« Certo Nami, ma credo che l’abbia segnata nel modo sbagliato. Non voglio giudicarti ma la Nami che conoscevo avrebbe trovato la forza per reagire »
« La Nami che conoscevi non esiste più...Non esiste da sola, sono nessuno senza di voi. Ha smesso di esistere quando sono scesa dalla nave » disse con la rabbia fra i denti.
« Con “senza di voi”, intendi... »
« Intendo senza di voi » disse senza guardarla negli occhi ma con tono deciso.
« Ne sei certa?... »
Ci penso su.
« No – ammise in tono di sconfitta – Intendo anche...anche senza di...di lui ».

Qualche istante di silenzio per permettere a due timide lacrime di incorniciare il suo volto nuovamente, mentre seduta a terra rannicchiava le gambe e poggiava le braccia sopra alle ginocchia per nascondervi il viso.

« Nami, avanti. Dillo ad alta voce »
« Non voglio dirlo. E' un capitolo chiuso. Deve esserlo, per forza. Anche troppo ha affollato i miei pensieri nell’ultimo periodo e non capivo perché. Ero troppo ubriaca per rendermene conto. A dirla tutta – continuò sorridendo ironica – è un capitolo che non è mai stato aperto ».
« Sei troppo orgogliosa. Perché non lo vuoi ammettere? - incalzando i toni - Perché non vuoi ammettere di aver sbagliato? Il fatto che tu l’abbia ammesso dentro di te non vale niente se nessun’altro può sentirlo, non credi? Solo se lo dirai ad alta voce potrò essere testimone del fatto che è davvero quello che pensi. Lo so che dietro questa maschera da dura si nasconde una bambina fragile ed emotiva. Non mentire con me. Se devo essere sincera sapevo che prima o poi in qualche modo sarebbe venuta fuori questa storia. Credo foste gli unici a non esservene mai accorti! Meglio tardi che mai » concluse amorevole come sempre poggiandole una mano sulla spalla.

Rimase in silenzio ancora. Solo il canto dei gabbiani e delle onde che si infrangevano sulla riva disturbavano i suoi pensieri.
"Cosa dovrei dirti ora, Robin? Che cosa? Vorresti che dicessi: « Sì Robin hai proprio ragione, ho sbagliato tutto nella mia vita. Sono così stupida che non ho mai capito di essere innamorata di quella specie di...di...di Zoro! Non solo, gli ho anche dato la colpa di aver ucciso Pauly e me ne sono andata. Poi gli ho addirittura dato la colpa di avermi ridotta in questa situazione e di aver smesso di vivere! E' questo che vorresti ti dicessi non è vero?! »".
Improvvisamente delle parole inaspettate le riaffiorarono alla mente: "La vita è la cosa più preziosa che un uomo possiede. Tienitela ben stretta, e sarai l’uomo più ricco del mondo".
Già, era tipico di quel cavernicolo...Anche stavolta, Nami aveva imparato la lezione.
   
 
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