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Autore: Blacket    24/02/2011    5 recensioni
Grazie per aver aperto la lettera, spero tu legga.
Ti sarei grato se tu, cara nazione, venissi a passare un po' di tempo qui, a casa mia.
Sarai accolta con tutti gli onori. Non sarai sola, credo ritroverai delle persone che conosci.
Potrai ignorare il tutto, se ciò non ti importa o non ti è gradito. Nel caso tu voglia accettare, c'è l'indirizzo dietro e un grazie da parte mia.
Forse questa è l'unica maniera. Venire ti farà bene in ogni caso.
Mi scuso per il disturbo.
Firmato: Mondo.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Firmato il Mondo capitolo2 [Pov Arthur]

Avanzava calpestando la terra battuta, sollevando piccole nuvolette di polvere. Faceva freddo, molto freddo, e anche di pomeriggio scorgeva l'aria che si condensava davanti alla sua bocca.
Ancora pochi passi e avrebbe scoperto la verità, o come diceva lui, avrebbero sventato quella farsa.
Fin da subito aveva guardato la lettera con scetticismo, e anche se alla fine aveva accettato l'invito non voleva certo dire che credesse nell'esistenza del Mondo. Un semplice scritto spedito ad ognuno di loro così all'improvviso non poteva che fermentare la sua ipotesi: uno scherzo idiota.
Aveva persino individuato potenziali colpevoli, ed elaborava possibili ipotesi e alibi di ognuno da quando era partito. Purtroppo per lui il pensiero che fosse solo una bravata non riusciva a mettere a freno quell'insana agitazione che si sentiva incollato addosso.
Ringraziò però il cielo per aver convinto, anche con le cattive, Sealand a non partire, o per lo meno non dare troppo peso a quella lettera.
Cosa che lui non avrebbe dovuto fare, dato che in quel momento si trovava incastrato fra Alfred e quel fastidioso vinofiilo, che per  sua grande fortuna, non parlavano zittiti dalla tensione. Era però anche sicuro che nessuno in quel momento avrebbe voluto trovarsi lì, per quella ragione, e circondato da alcune persone ormai acerrime nemiche.
Fissò di nuovo la grande villa, apprezzandone le particolari decorazioni, di certo non troppo esagerate ma eleganti.
Era un bel posto, dopotutto. Il tipico paesaggio del nord, la brina quasi maligna che insiste per avvolgere ogni cosa nell'abbraccio del gelo. Gli ricordava un certo francese.
Si chiese poi il perchè avesse scelto proprio la Svizzera, questo fantomatico Mondo (sempre se c'era davvero). Poteva apparire come un messaggio benevolo, ma da quanto aveva capito stando lì nemmeno Vash vedeva di buon occhio quella novità.
Sentì dei passi sorpassarlo lenti e studiati, e con stupore si accorse che Ivan, staccatosi dal gruppo, si avvicinava quasi serafico al portone volutamente grande e decorato. Il russo non disse una parola, ma spalancò l'entrata spingendo con due mani, per poi girarsi verso di loro con il solito inquietante sorriso, facendo svolazzare la sciarpa.
-Grazie, Ivan.- Mormorò Alfred riprendendo a camminare dopo un attimo di esitazione. L'aria era invasa dai loro fiati, ormai mutati in nuvolette. L'atmosfera, invece, era pregna di ansia. Finalmente avrebbero capito chi diavolo aveva organizzato una cosa del genere, riuscendo a far beccare almeno un paio di infarti ad ognuno di loro.
Si mosse anche l'inglese, molto più titubante rispetto a prima.
Doveva starsene a casa. L'aveva ripetuto a sè stesso più volte, ma era troppo intelligente da parte sua ascoltarsi una buona volta!
Fecero il loro ingresso in grande stile, camminando fianco a fianco e stando in religioso silenzio. Le nazioni, una volta all'interno, si guardarono un po' in torno, esplorando la stanza dove si trovavano con uno sguardo, senza notare il lusso che li avvolgeva.
Attendevano che il mondo si facesse vivo, maledizione! Arthur strinse i pugni stizzito, aggrottando le sopracciglia e cominciando a fissare male i suoi segreti deputati.
Alfred si staccò da lui, facendo qualche passo avanti e chinandosi sul pavimento afferrando un fogliettino. L'aveva avuto al fianco tutto il tempo, gli era quasi dispiaciuto vederlo avanzare lasciandolo lì. L'americano si mise a posto gli occhiali e si rivolse agli altri fissando con aria grave il piccolo pezzo di carta.
A volte arthur si stupiva di come Alfred sapesse prende in mano la situazione, e tralasciando alcuni suoi modi di fare poteva davvero definirlo coraggioso, anche se NON eroe. Era un bambinone per la maggior parte delle volte, a capitava spesso che lo infastidisse o gli procurasse addirittura rimorso, ma vederlo lì, davanti a tutti con uno sguardo così deciso in volto lo faceva apparire più adulto.
E ad essere sinceri non gli dispiaceva affatto vederlo sotto quel'insolita luce, anche se non l'avrebbe mai ammesso.
-Hey, Attenzione!- Aprì il foglio spiegazzato, rivelandolo più grande di ciò che si aspettava vedendolo da lì. -C'è scritto..."Fate come se foste a casa vostra. Firmato: il Mondo".-
Calò il silenzio, ma solo per pochi attimi. Come una bomba caricata a tempo, le nazioni esplosero una dopo l'altra, creando un brusio insopportabile. Inghilterra cercò di avvicinarsi ad America, biascicando improperi e sentendo dietro di sè alcune lamentele in francese.
-Alfred? E questo cosa significa?! Dammi quella lettera!-
Non fece in tempo a finire la frase che un prussiano mezzo imbestialito lo superò velocemente facendosi largo, piantandogli una poderosa gomitata nello stomaco.
-FUCK!- Gli urlò da dietro, ma invano. L'albino sembrò non sentire nemmeno, e si intrufolò nel gruppetto di persone ammucchiate intorno ad Alfred.
Non ebbe il coraggio di avvicinarsi ancora, preferì non immischiarsi per il momento. Gongolò poi quando Elizaveta colpì con tutta la sua forza Gilbert, incastonandogli la padella nel cranio.
Sbuffò per niente compiaciuto, per poi sentire una mano sulla sua spalla, mentre fissava ancora quella persona l'una ammassata all'altra.
-Mon Arthùr! Touts bien?- Ci mancava anche la Rana. Maledizione, i mali non vengono mai da soli.
-Si, meglio di Gilbert sicuramente. E cerca non storpiare il mio nome, quando mi chiami!-
Il Francese inarcò un sopracciglio, divertito dal perenne malumore di Arthur. Francis riusciva ad apparire anche più inquietante quando sorrideva a quella maniera e
l'inglese pensò di allontanarsi prima che all'altro venisse in mente qualche idea strana, ma in quel momento non avrebbe saputo dove andare. O non voleva andarsene?
- Mais Chère! Non scaldarti tanto! Volevo solo sapere come stavi, tutto qui.-
Arthur borbottò un "maledette rana" mentre lo fissava di sbieco. Mentre lo fissava,si ritrovò a pensare che era un bell'uomo. Peccato che il tutto fosse rovinato dalla sua propensione a rovinargli la vita, o complicarla appena aveva un briciolo di tempo.
Francis fece finta di nulla, si girò verso di lui e cominciò il suo sproloquio. Non sapeva nemmeno di cosa stesse parlando, e a dirla tutta era abbastanza snervante.
Sapeva bene che quella rana adorava stuzzicarlo, forse perchè non aveva altro da fare, o era infinitamente contento nel vederlo imbarazzato o esasperato.
-Rana, ti prego, non è il momento di raccontarmi tutta la tua vita, dato che in fin dei conti non mi interessa granchè.-
-Il Mio era un consiglio. Tagliati quei capelli, mon dieu! Oppure tienili meglio! Insomma...non sono irrimediabilmente persi...ma se li confronti con i miei...-
Avvicinò una mano al suo viso sfiorandogli una ciocca, ghignando come al solito. Idiota d'un Francis.
Ed era proprio perchè lo stava fissando negli occhi, che notò il loro spostamento verso un'altra persona. Si girò incuriosito, per vedere ciò che poteva attirare l'attenzione di quel vinofilo. Alfred.
Alfred?
Perchè diamine stava fissando America in quel momento? Aprì la bocca per chiedere delle spiegazioni a quella sottospecie di maniaco che si trovava davanti, ma la voce maliziosa del francese lo raggiunse prima.
-Lo sai che ci sta fissando?-
Arthur sgranò un po' gli occhi, chiedendosi il perchè di tutta quella faccenda. Non spiccicò parola, ma sinceramente non sapeva nemmeno cosa pensare di quella situazione. E se...
-Geloso, il nostro Alfred.-

[Pov Feliciano]

Cercava disperatamente l'appiglio di qualcuno in quel momento. Non si sarebbe mai aspettato di trovarsi in una situazione simile. Ora che si trovava da solo in quell'immensa stanza, e con un problema fra le mani, sentiva sempre di più la sua mancanza al fianco. Era abituato ad averlo vicino, sempre pronto ad aiutarlo.
E adesso? Cosa diamine aveva fatto, poi, per farlo arrabbiare così tanto con lui? Non gli aveva nemmeno dato il tempo per combinare qualcosa che già era riuscito a spezzargli il cuore.
Si girò, ascoltando con distrazione ciò che diceva Alfred. Lo vide poco più in là, tra Roderich e Gilbert, impassibile e rigido come sempre. Avrebbe tanto voluto raggiungerlo, per chidergli cosa avesse fatto di male, supplicare perdono anche inutilmente, oppure semplicemente stargli al fianco.
Feliciano era un ragazzo che non demordeva mai quando qualcosa gli interessava realmente. Non gli importava quante volte sarebbe caduto, o quanti sbagli sarebbe riuscito a fare, ma gli bastava raggiungere il suo obiettivo. Cercò quindi di avvicinarsi a Ludwig il più silenziosamente possibile, così non sarebbe potuto andarsene prima e magari gli avrebbe anche rivolto parole più gentili di quelle precedenti. Andò a sbattere però contro cinque o sei persone, e cadde rovinosamente sul pavimento inciampando nel piede di Kiku. Il giapponese lo aiutò a rialzarsi, e preferì non fare domande sul suo comportamento, limitandosi ad un pacato sorriso.
Italia aveva notato che un attimo prima i due restanti membri dell'asse avevano scambiato un paio di parole, ma senza che nessuno li sentisse.
Chissà cosa si erano detti.
Ringraziò Giappone scusandosi, e molto più motivato di prima continuò ad avvicinarsi al tedesco, ripromettendosi di non fare altri sbagli.
Doveva essere attento e molto cauto, magari saettando velocemente fra le altre nazioni con furtività. Okay, forse lui sarebbe stato un po' meno teatrale, ma ce l'avrebbe fatta, ne era sicuro. Silenzioso, veloce, efficace. Perfetto, insomma.
Poco dopo andò a sbattere contro Russia.
All'inizio si scusò come aveva fatto con gli altri, maledicendosi per l'imbranataggine che dimostrava ogni volta -non si era evidentemente accorto che era andato contro Ivan-. Quando però sentì la solita risata del russo sopra di lui, cominciò a diventare Blu per la paura. Che gli avrebbe fatto? Ucciso, scorticato vivo senza che avesse avuto l'opportunità di chiarirsi con Germania? Si allontanò, tremante pregando che l'altro non fosse adirato con lui per quella bazzeccola. Ivan lo fissò per pochi secondi, e tornò a fissare Alfred, concentrato come pochi.
Quello era decisamente un giorno da ricordare! Quando capitava che Russia non si vendicasse a dovere?
Questo però poteva farlo anche riflettere un momentino. Ciò che era appena successo dimostrava che la situazione del Mondo era molto più grave di quanto si aspettasse, e forse avrebbe potuto prestare attenzione a ciò che stava dicendo Alfred senza mischiare le sue faccende personali.
Ma ormai la sua mente era da tutt'altra parte, ed era concentrata solamente dal bel ragazzo ad ormai pochi metri da lui. Voleva che per una volta quel Crucco (si, se lo meritava) gli dicesse cosa pensasse realmente, e che la smettesse di chiudersi in sè stesso. Voleva aiutarlo, ma non avrebbe mai potuto farlo realmente se non sapeva nulla di ciò che gli succedeva. Eppure ci provava, almeno a farlo sorridere, anche se per la maggior parte delle volte riusciva solo a farlo arrabbiare.
Si concentrò di nuovo e arrivò dietro a Prussia. Ormai era vicinissimo a lui, e da lì poteva guardarlo indisturbato senza che l'altro se ne accorgesse.
Fece pochi passi, felice del suo successo, quando Gilbert urlò qualcosa in tedesco e partì alla carica sgomitando fra le altre persone, invitando anche Ludwig a voltare il capo, per vedere cosa stesse mai combinando il fratello.
Peccato che Feliciano si trovasse esattamente dietro all'albino, e Germania, girandosi, lo notò subito. Sussultò impercettibilmente sgranando gli occhi chiari e a grandi passi si spostò da lui, così che non potesse nemmeno vederlo.
Italia si limitò a fissarlo andare via, sentendo chiaramente le lacrime che volevano bagnargli il viso a tutti i costi. Si era persino impegnato per arrivare da lui di soppiatto, non poteva almeno salutarlo? Gli sarebbe bastato anche un gesto così semplice, e di sicuro Ludwig non sarebbe stato costretto a parlarci assieme per tutto il tempo.
Un saluto, ecco cosa chiedeva.
Il groppo in gola che faticosamente aveva cacciato via ritornò più forte di prima. Si portò le mani al petto, stringendosi la camicia blu fra le mani e cercando di ritrovare un po' di quel contagno che tanto avrebbe voluto avere.
Aveva la vista sfocata, e fra poco non si sarebbe più trattenuto dal versare almeno una o due lacrime. Decise quindi di uscire da quel posto, approfittando del fatto che il grande portone fosse ancora spalancato dopo la loro entrata.
Uscì quasi correndo, asciugandosi gli occhi con un braccio e finendo nel bel giardino di quella casa. Perchè si comportava ancora così? Perchè?!
Non poteva nemmeno parlarci insieme, al suo Doitsu, come faceva a chiedergli cosa gli prendesse? Aveva persino sussultato quando l'aveva visto a pochi passi da lui, quasi fosse un mostro che avrebbe potuto fargli del male.
Tirò su col naso, mentre appoggiava la schiena ad un salice e fissava insistentemente il suolo per trovare qualcosa con cui distrarsi, ma inutilmente.
Fu solo allora, che non lontano da lui sentì un fischio. Non prolungato e immutato, pittosto una filastrocca, o una canzoncina.
Un'allegra canzoncina.


Note dell'autrice
*^* Grazie :D Grazie infinite per le recensioni! Me felice! Davvero, mi inchino a voi, bella gente u.u
un grande GRAZIE a chi ha messo la storia fra le seguite e i preferiti.
Grazie a:
Lambo566, che mi ha fatto notare di una grave dimenticanzaXD Grazie!
Hanta97, che se non sbaglio aveva recensito anche il primo capitolo, Grazie^^
Sideral Space Seed, un grazieissimo per le belle recensioni che mi lasci^^ Seguo la tua fic, e devo dire che mi piace molto^^
Eren Raimizu, Grazie anche a te^^ Lo so, Ludwig è da fucilare, ma ha le sue ragioni.
_Valchiria_, che aveva recensito il primo capitolo, graaazie^^

Un bacio, Black87.
 
  
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