4. CAMBIATO
<
You could say I lost my faith in science and progress
You could say I lost my belief in the holy church
You could say I lost my sense of direction
You could say all of this and worse, but
If I ever lose my faith in you
There'd be nothing left for me to do >
Sting,
“If I ever lose my faith in you”
Il
mattino dopo, Nicholas si era svegliato e
stava osservando con rimpianto il triangolo di cielo nuvoloso che
riusciva a
vedere da quella posizione.
Quando
la porta si aprì, si voltò e vide
entrare Luce.
La
porta venne chiusa dietro di lei: in
qualche modo aveva convinto la guardia a rimanere fuori.
Luce
osservò Nicholas, quindi estrasse la
bacchetta e la puntò verso qualcosa di invisibile accanto a
sé.
-Revelio.-
Gli
occhi del Mangiamorte si spalancarono.
Accanto
a Luce era comparsa una bambina di
quasi quattro anni. I boccoli biondi e gli occhi color del cielo la
facevano
somigliare ad un piccolo angelo. Indossava un vestitino azzurro.
Nicholas
non riuscì ad aprire bocca. Tentò di
mettersi seduto, e ci riuscì nonostante le corde sfregassero
spiacevolmente
contro i polsi.
Fissò
la bambina a lungo, e lei guardò lui.
-Papà?-,
chiese timidamente.
Luce
vede chiaramente gli occhi di Nicholas
farsi lucidi per un momento.
Prese
la figlia in braccio e la depositò sul
letto.
-Nicole-,
sussurrò Nicholas.
-Mamma?-
-Dimmi.-
-Perché
è legato?-
Luce
scambiò un’occhiata preoccupata con
Nicholas.
-È
… fa parte della cura, tesoro.-
-Quale
cura?-
-Vedi,
il papà è malato.-
-Ha
la febbre?-
Nicholas
fece un mezzo sorriso.
-Sì,
Nicole-, confermò Luce.
-Sai,
papà, anche io avevo la febbre una
volta. Però poi è passata perché la
mamma mi ha dato un bacio magico-, spiegò
Nicole in tono confidenziale.
Nicholas
sorrise apertamente.
-La
tua mamma è molto brava, Nicole.-
-Perché
non glielo dai anche a lui il bacio magico,
mamma? Così poi gli passa la febbre!-, esclamò la
bambina entusiasta.
-Già,
credo … credo che dopo lo farò.-
-Non
vedo l’ora-, mormorò Nicholas, facendole
l’occhiolino.
Luce
arrossì e prese in braccio la figlia.
-È
troppo rischioso rimanere qui. Dobbiamo
andare.-
Nicholas
annuì, mentre l’ilarità scompariva
dal suo volto.
-Ciao,
Luce. Ciao, Nicole.-
-Ciao,
papà-, disse Nicole.
Gli
occhi di Nicholas tornarono ad essere
lucidi.
Papà.
Quante
volte aveva sognato di sentirselo dire
da Nicole?
-Luce.-
-Cosa
c’è?-
La
ragazza stava controllando le ferite di
Nicholas.
-Grazie
per aver portato qui Nicole.-
-Daniel
dice che non è stata una buona idea.-
-Perché?-
-Perché
tra poco tu andrai ad Azkaban.-
Nicholas
sospirò.
-Lo
so. E so che c’è una grande probabilità
che non ne esca più. Per questo mi ha fatto piacere vedere
Nicole. E, in ogni
caso, puoi dire a Daniel che non succederà più.-
Il
tono di Nicholas era amaro.
-È
solo preoccupato per lei, Nick.-
-Ha
ragione. Sono stato egoista, ma puoi
biasimarmi se ho voluto vedere mia figlia
per la prima ed ultima volta?-
-Certo
che no.-
Luce
cominciò con gli incantesimi di rito.
-Quanto
tempo resterò qua?-
-Non
lo so. Tre, quattro giorni, forse.-
Luce
vide Nicholas irrigidirsi
istintivamente. Mancava così poco.
-Nicholas
… c’è una cosa di cui ti voglio
parlare.-
-Sarebbe?-
Luce
si sedette sul bordo del letto e spostò
leggermente le corde che gli cingevano i polsi, guardandolo
intensamente.
Nicholas
abbassò lo sguardo per vedere due
cicatrici che gli sfregiavano i polsi.
-Oh,
queste.-
-Già.-
-Io
… ho avuto un brutto momento.-
-L’avevo
immaginato.-
-È
stato … poco dopo la tua partenza. Dopo
che … ho dovuto … -
Luce
lo interruppe.
-Non
devi raccontarmelo, se non te la senti.-
-Non
riuscivo a sopportarlo. Era troppo …
ma poi Kody mi ha trovato, e ha
mandato a chiamare qualcuno, e mi hanno salvato. Quando il Signore
Oscuro è
venuto a saperlo si è infuriato. Ha minacciato di
… -, si fermò. –Comunque, da
allora non ci ho più provato. Ho accettato tutto. Uccidere
diventa più facile,
sai, con il tempo. Ci fai l’abitudine.-
Il
tono amaro di Nicholas colpì Luce, che gli
prese la mano.
-So
che è colpa mia-, disse. –Sei diventato
Mangiamorte per me, e adesso … -
-Lo
rifarei mille volte, Luce.-
-Io
no. Io resterei al tuo fianco, nel bene e
nel male.-
Nicholas
sorrise debolmente.
-È
troppo tardi.-
-Lo
so.-
Luce
sospirò e si alzò.
-Hai
bisogno di qualcosa?-
-No,
grazie.-
-Allora
torno più tardi.-
Luce
uscì, e Nicholas rimase solo.
Pochi
minuti dopo, sentì delle voci fuori
dalla stanza e la porta si riaprì.
Nicholas
sussultò, stupefatto.
Era
una visita decisamente inaspettata.
Daniel
lo raggiunse e incrociò le braccia.
-Sono
venuto a dirti che domani andrai ad
Azkaban. Il processo si terrà tra un mese, ma siamo stati
d’accordo nel decidere
l’incarcerazione preventiva, vista l’enorme
quantità di prove che testimoniano
la tua colpevolezza. Il tuo medimago ha sollevato delle obiezioni, ma
gli Auror
le hanno respinte.-
Nicholas
guardò quello che un tempo era stato
il suo migliore amico.
-Anche
per me è davvero splendido rivederti-,
commentò ironicamente.
Daniel
controllò che la porta fosse chiusa
prima di rispondere.
-Sono
cambiate tante cose, Nicholas.-
-Stai
dicendo che io sono cambiato,
vero?-
-Sì.-
-Sai
perché ho fatto tutto questo, Dan. E
sono sicuro che
l’avresti fatto anche
tu, al mio posto.-
Il
giovane Auror si irrigidì.
-Non
ne sono certo.-
-Ne
andava della vita di Luce e di Nicole.
Non avevo scelta.-
-C’è
sempre una scelta.-
-C’è
sempre una frase fatta da tirare fuori
in questi casi.-
Daniel
sbuffò, senza guardarlo negli occhi.
Nicholas seguì il suo sguardo e vide che si era fermato sul
Marchio Nero che
spiccava sul suo braccio, la lingua biforcuta scura e saettante.
-C’è
stato un tempo in cui credevo che
saremmo rimasti amici per sempre-, commentò cupamente Daniel.
-Quel
tempo è finito quando è morta Cherise.-
-Sì,
ma io non avrei creduto che tu potessi
diventare Mangiamorte fino all’attacco al Ministro della
Magia.-
-Conosci
le mie ragioni, Daniel. Non ho
intenzione di giustificarmi ancora.-
Dopo
un momento di silenzio, fu Daniel a
continuare.
-Sono
un Auror adesso, sai?-
-Lo
so.-
-Ho
dovuto votare per la tua incarcerazione
preventiva.-
Nicholas
lo guardò di sottecchi.
-E?-
-E
niente. Ho votato a favore.-
Nicholas
sbuffò.
-Delizioso.
Ora che me l’hai detto mi sento
molto meglio. Grazie.-
-Devi
capire che siamo su due schieramenti
opposti, adesso.-
-Se
dovessimo combattere l’uno contro
l’altro, avendone la possibilità, mi uccideresti,
Dan?-
Daniel
esitò.
-Non
succederà, perché tu andrai ad Azkaban-,
affermò infine.
-Bel
modo di sviare la domanda-, si
congratulò Nicholas. –Perché sei
venuto?-
-Solo
… per dirti della decisione che abbiamo
preso.-
-Beh,
è stato un piacere.-
Daniel
non aggiunse altro e se ne andò.
Luce
visitò Nicholas per l’ultima volta la
mattina dopo.
Mentre
controllava il battito cardiaco, non
riuscì ad aprire bocca. Aveva lo stomaco chiuso al solo
pensiero di Nicholas in
una cella di Azkaban.
Lui
sembrava solo pensieroso e continuava a
guardare fuori dalla finestra.
Quando
ebbe terminato con i controlli, Luce incrociò
le braccia sul petto.
-È
tutto-, mormorò.
Nicholas
parve riscuotersi dal suo torpore.
-È
stato bello rivederti, Luce.-
-Anche
per me.-
-Dai
un bacio a Nicole da parte mia.-
Lei
annuì, sentendo un nodo che le stringeva
fastidiosamente la gola.
-Nicholas
… vorrei solo che tu sapessi che …
so che tutto quello che hai fatto, l’hai fatto per me. E non
potrò mai
ripagarti per questo.-
Lui
non replicò.
-Però-,
proseguì Luce, lottando per non far
tremare la propria voce, -C’è una cosa che voglio
lasciarti.-
Si
avvicinò e gli posò un bacio sulle labbra.
Fu delicato, appena accennato.
-Ti
prego, tienitelo stretto. Non lasciare
che i Dissennatori te lo rubino.-
Detto
questo, uscì senza più guardarsi
indietro.
Nicholas
rimase fermo, stupito.
Quando
entrarono gli Auror, Daniel compreso, lo
slegarono e si smaterializzarono sull’isola. Entrarono ad
Azkaban, e Nicholas sentì
immediatamente la tremenda sensazione di tutta la felicità
che gli veniva
risucchiata via dal corpo.
Vide
gli stessi sentimenti sul volto degli
Auror, e immaginò che fossero lieti di potersene andare via
subito.
Lui
invece avrebbe dovuto restare lì per
giorni, mesi, anni.
Forse
per sempre.
Lo
condussero lungo un corridoio lungo e
buio, e Nicholas vide celle popolate da quelli che sembravano fantasmi,
solo
ombre di esseri umani.
Il
silenzio era opprimente, e le figure
spettrali dei Dissennatori galleggiavano oziosamente
nell’aria gelida.
Si
fermarono di fronte ad una cella, dove lo
rinchiusero senza troppi scrupoli. Sentendo la chiave girare nella
toppa,
Nicholas vide ogni speranza morire.
-Cooper-,
disse uno degli Auror, -Voglio
sapere i nomi degli alleati dei Mangiamorte all’interno del
Ministero. So che
li conosci. Parla.-
Nicholas
li conosceva eccome, ma non aprì
bocca.
L’uomo
tentò più volte con le maniere buone,
quindi allungò spazientito la bacchetta, facendola passare
attraverso le
sbarre.
Nicholas
capì cosa sarebbe successo un
secondo prima, ma non gli sarebbero state sufficienti ore per
prepararsi.
-Crucio!-
Erano
passati oltre tre anni dall’ultima
volta, e il male si dimentica. Perciò lo colse del tutto
impreparato e gli
strappò un grido.
Sembrava
che gli avessero acceso un fuoco
nelle vene, in ogni singolo muscolo, nervo, osso.
Dopo
qualche minuto, così come era arrivato,
il dolore scomparve.
-Allora,
Cooper?-
Ostinatamente,
Nicholas tacque, il cuore che
gli batteva nel petto come impazzito.
L’Auror
ripeté la maledizione, e il
Mangiamorte riprese a gridare e a contorcersi.
Daniel
era presente, e assisteva con le mani
strette a pugno.
Gli
faceva male, terribilmente male, vedere
Nicholas torturato in quel modo.
Continuava
a ripetersi che era giusto, che
loro erano dalla parte dei
buoni.
Ma
non riusciva più a trovare differenze tra
ciò che facevano i Mangiamorte e ciò che stavano
facendo in quel momento gli
Auror.
Incrociò
lo sguardo di Nicholas e non lo
lasciò, neanche quando lui serrò gli occhi,
inarcando la schiena per tentare di
contrastare le fitte lancinanti di dolore.
Mi
dispiace,
avrebbe voluto dirgli, ma non poteva né ne aveva il
coraggio.
-Avanti,
parla!-
Ma
Nicholas continuò a stare zitto, e la
tortura riprese.
Passata
mezz’ora, Daniel, lo sguardo fisso in
quello dell’amico, finalmente intervenne.
-Basta
così-, decise.
-Ma
non ha ancora…-
-Torneremo
domani.-
Gli
altri si decisero ad acconsentire e si
allontanarono. Daniel esitò, quindi distolse lo sguardo da
Nicholas e li seguì.
Nicholas
rimase immobile, il volto premuto
contro il pavimento di pietra, i pensieri confusi, i momenti felici che
gli
scivolavano via dalle dita senza che riuscisse a trattenerli.