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Autore: Josie Walking_Disaster Vengeance    25/02/2011    5 recensioni
Da dietro l’angolo, Brian, vide un ragazzino correre mezzo sfiatato verso il giardino di casa sua con dietro altri tre ragazzi più o meno della sua età, che se la ridevano di gusto e gli correvano dietro.
“Vai Baker corri!”
“Più veloce o ti raggiungiamo!”
A quelle parole, Brian vide il ragazzino strizzare gli occhi e con enorme sforzo correre più veloce. Una volta svoltato l’angolo arrivò davanti al cortile di casa sua e si nascose dietro un cespuglio, quasi ritrovandosi in mezzo ai rovi per paura di essere scoperto.
[Synacky]
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Synyster Gates, Un po' tutti, Zacky Vengeance
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Second Heartbeat






Brian camminava lungo la riva della spiaggia della nuova città. Si erano trasferiti per via del nuovo lavoro di suo padre e per colpa sua si erano ritrovati dall‘altra parte del paese. Brian si sentiva tremendamente solo, anche se non lo avrebbe mai ammesso, nemmeno sotto tortura; aveva dovuto lasciare tutti i suoi amici nelle vecchia città e nonostante fossero già due settimane che si trovavano li, non aveva ancora conosciuto nessuno con cui fare amicizia. Aveva frequentato la spiaggia quasi tutti i giorni eppure i ragazzi che la popolavano sembravano non fare caso a lui. Gli passavano accanto ignorandolo completamente, quasi fosse un fantasma. E lui, da parte sua, non era affatto bravo a fare amicizia. Una volta che diventava amico di qualcuno era capace di donargli tutto l’affetto di questo mondo e fare di tutto per amicizia, ma il suo vero problema era fare il primo passo. Era estremamente timido con chi non conosceva.
Passeggiò ancora un po’, mentre il sole cominciava a calare, colorando oceano e cielo di rosa e arancione. Si decise a tornare a casa quando ormai ebbe fatto avanti e dietro per il pontile già diverse volte.
Anche quel giorno non era riuscito a trovare un anima viva con cui poter parlare e affondando le mani nelle tasche s’incamminò in direzione di quella che avrebbe dovuto chiamare casa, ma che ancora non gli riusciva di fare.
Arrivato salì di corsa in camera sua salutando con un cenno della mano sua madre che stava preparando la cena.
Accese il computer sulla scrivania per passare un po’ di tempo prima che la cena fosse pronta, ma si era dimenticato che non avevano ancora la connessione quindi lo tenne occupato per poco.
Sbuffò, spense il computer direttamente  dal tasto di accensione e andò alla finestra affacciandosi fuori.
Il panorama era veramente bello non c’è che dire, i colori che aveva assunto il cielo a quell’ora erano davvero belli e sentiva che gli sarebbe anche potuto piacere vivere li se solo almeno uno dei suoi amici fosse venuto con lui.
Pensando a ciò sospirò e si appoggiò alla cornice della finestra e, mentre era perso nei suoi pensieri, il suo sguardo venne attirato da quello che sembrava essere uno zaino che era piombato direttamente oltre le recinzioni del suo giardino.
Si sporse appena e spostò lo sguardo verso destra, da dove sembrava fosse provenuto l’oggetto.
Da dietro l’angolo vide un ragazzino correre mezzo sfiatato verso il giardino con dietro altri tre ragazzi più o meno della sua età, che se la ridevano di gusto.
“Vai Baker corri!”
“Più veloce o ti raggiungiamo!”
A quelle parole, Brian vide il ragazzino strizzare gli occhi e con enorme sforzo correre più veloce. Una volta svoltato l’angolo arrivò davanti al cortile di casa sua e si nascose dietro un cespuglio, quasi ritrovandosi in mezzo ai rovi per paura di essere scoperto.
Il ragazzino era stato veramente veloce e quando gli altri tre svoltarono l’angolo lui era già nascosto e gli passarono affianco senza vederlo.
“Merda! Che fine ha fatto?” esclamò uno di loro.
“Non lo so, l’abbiamo perso di vista” rispose uno un po’ più alto al suo fianco.
“Bene, non importa” rispose il primo “senti Baker lo so che sei qui intorno e mi senti” disse alzando la voce “tanto non puoi sfuggirci per sempre, prima o poi ti riacchiappiamo!”
Brian vide il ragazzino, che doveva essere il suddetto Baker, indietreggiare appena fra i rami con un espressione terrorizzata, ma gli altri decisero di abbandonare la ricerca e se ne andarono sghignazzando.
Il ragazzino tirò un sospiro di sollievo e uscì dal suo nascondiglio per poi guardare verso il giardino con aria preoccupata, probabilmente chiedendosi come avrebbe fatto a recuperare il suo zaino.
“Ehy!” urlò Brian e il ragazzino fece un salto terrorizzato, ma non rispose.
“Vuoi che ti prendo il tuo zaino?” gli chiese e lo vide annuire.
“S-si magari… grazie” disse un po’ timoroso.
“Ok aspetta che scendo”
Lui annuì e rimase fermo in mezzo alla strada.
Brian si precipitò giù per le scale con una forte sensazione all’interno del petto, un po’ perché era finalmente felice di aver parlato con qualcuno, anche se brevemente, e un po’ perché quel ragazzino lo aveva colpito, non sapeva bene per quale motivo.
Aprì la porta di casa e andò a recuperare lo zaino che era atterrato proprio sotto la sua finestra. Era nero con la scritta “Misfits“ rossa proprio al centro.
Lo raggiunse e glielo restituì, notando che aveva il viso pieno di graffi, dovuti ai rovi del cespuglio in cui si era nascosto.
“Grazie” fece lui caricandosi lo zaino nella spalla sinistra.
“Figurati. Perché quelli ce l’avevano con te?”
“Non gli vado molto a genio” disse oscurandosi e abbassando appena il capo.
“Che idioti”
“Già” concordò lui prendendo a spostare la breccia che c’era a terra col piede.
“Comunque io sono Brian”
“Zack” disse il ragazzino che finalmente aveva un nome, porgendogli la mano.
Brian la strinse. “Non ti ho mai visto in giro” gli disse Zack.
“Ci siamo trasferiti da un paio di settimane per il lavoro di mio padre”
“Ah capisco. Comunque grazie per lo zaino, ora però devo andare”
“Ah ok” fece Brian un po’ deluso che la conversazione fosse già finita li. Avrebbe  voluto rimanere più tempo a parlare con lui. Quel Zack lo incuriosiva “ci rivediamo allora” disse speranzoso.
“Certo” fece lui facendogli un gesto della mano e incamminandosi per la strada deserta.
Mentre Zack se ne andava Brian avrebbe voluto richiamarlo e chiedergli se avrebbe voluto essere suo amico, ma gli suonava troppo una cosa da disperato, per non dire che andare da lui e chiedergli “vuoi essere mio amico?” gli sembrava una cosa da bambini di cinque anni, perciò lo lasciò andare, sperando però di poterlo rivedere.
A metà fra il felice e lo sconsolato rientrò dentro casa.
“Brian vieni che è pronta la cena” lo informò sua madre sorridendogli.
“Arrivo ma’”
Nel frattempo era tornato anche suo padre, che sembrava davvero entusiasta del primo giorno di lavoro e quando furono a tavola, dopo avergli raccontato per filo e per segno come era andata, si rivolse al figlio.
“Per te com’è andata oggi figliolo?”
“Chi era quel ragazzo con cui parlavi prima?” intervenne sua madre, prima che potesse rispondere.
“Non lo so. So’ solo che si chiama Zack” disse portando l’ attenzione a sua madre.
“Sembrava un po’ afflitto povero ragazzo…” constatò sua madre un po’ preoccupata. Tipico di lei preoccuparsi anche per chi non conosce.
“Dei ragazzi gli avevano fatto uno scherzo”
“Certi ragazzi sono davvero impossibili!” disse sua madre, mentre lui ridacchiava a quelle parole.
“Pronto per domani?” gli chiese suo padre alludendo a qualcosa che non capì subito.
“Domani cosa?”
Suo padre si mise a ridere “per il primo giorno di scuola no?”
Ah già. Se ne era dimenticato “si prontissimo” disse cupo.
“Dai non essere preoccupato andrà benissimo!” cercò di incoraggiarlo suo padre dandogli una pacca sulla spalla e lui gli rispose con un debole sorriso.
La fame gli era improvvisamente passata, così si congedò e salì in camera sua.
Soltanto a pensare al giorno dopo sentiva lo stomaco scontorcersi dal nervosismo.
Brian, però, era conosciuto come un tipo dal sonno pesante quindi quei pensieri non bastarono per tenerlo sveglio la notte.
Poco prima di riaddormentarsi ripensò a Zack. Sarebbe stato bello poterlo rincontrare, pensò mentre cadeva in un sonno pesante, che neanche le cannonate o la terza guerra mondiale avrebbero potuto disturbare.




Josie 182
Woo è la prima volta che mi cimento in una storia sugli Avenged :D Speriamo che non ne venga fuori una schifezza XD
Se non si era capito è una Synacky! *W* Me adora le Synacky **
Comunque credo che farò tutti capitoli abbastanza corti, perché ho finalmente compreso che se li faccio lunghi mi ci vogliono i mesi ad aggiornare XD perciò saranno più o meno di questa lunghezza u.u
Spero vi sia piaciuto come inizio! ^^
Al prossimo capitolo! :D

Ps: il titolo non c’entra niente era solo per citare gli A7X :3



Josie
   
 
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