Losting
Memories
Capitolo 3
“MAMMAAAAAAAAAAA”
La
mamma: “Satsuki, perché stai piangendo come una fontana?” preoccupata
Satsuki:
“Mamma, questo tuo stupido figlio non vuole farmi andare al luna park con le
amiche” piange a dirotto rumorosamente
Yuki:
“No no e no! Non ti permetterò mai di andare in quel posto dove le coppiette si
danno appuntamento! Stai cercando di uscire con qualche ragazzo, lo sento!”
vola e sputa fiamme
La
mamma: “Yuki, non devi essere così geloso di tua sorella”
Yuki:
“Mamma tu non sai” ha tic nervosi “tu non hai idea di come i ragazzi la
guardano” ha dei flashback su Shinji nel negozio di computer “Se solo un
ragazzo osa avvicinarsi nel raggio di venti metri io lo disintegrooo!!!!”
La
mamma: “Ma Yuki..”
Satsuki
fa ancora i capricci piangendo a dirotto, ma nessuno l’ascolta.
Yuki:
“E perché indossi una gonna così corta???” sputa fuoco
Il
padre: “Perché quella è la divisa scolastica, Yuki…” leggendo il giornale
Nonna:
“Kirisa, piccola mia. Dai, lascia stare. Vieni qui a sederti accanto alla tua
vecchia nonna e prendiamo il thè insieme così mi fai compagnia”
Kirisa:
“Si nonna, ho quasi finito. Mi manca solo qualche calzino”
Kirisa
è intenta a stendere il bucato in giardino. La nonna è nella stanza che dà sul
giardino, inginocchiata vicina al suo kotatsu, tavolino in stile giapponese,
sotto la coperta calda. Arriva anche il nonno, che con un’espressione un po’
seria guarda Kirisa arrivare e sedersi di fronte a loro per prendere il thè.
Nonno:
“Bambina mia, sei diventata proprio grande. Sai fare praticamente ogni cosa”
compiaciuto di sua nipote
Kirisa:
“Ho avuto un bravo maestro” guardandolo in modo molto dolce
Nonno:
“Kirisa…qualche giorno fa ho pagato tutto il mio fu-”
Kirisa:
“Basta così nonno. Non voglio più sentire questo argomento. Stai benissimo e
non capisco perché tutto questo accanimento” alzandosi in modo nevrotico
Nonno:
“Non possiamo far finta che non stia succedendo nulla. La malattia continua ad
andare avanti. Sono vecchio. Ho vissuto anche abbastanza e voglio che quando me
ne andrò, non ti lascerò nessun debito per cui dovrai lavorare per pagare le
cure di questo povero vecchio che avrà finito i suoi giorni”
Kirisa:
“Mi avete cresciuta, vi siete sempre presi cura di me e io sto solo ricambiando
come posso. Non mi sento costretta”
Nonna:
“Sei davvero una brava ragazza” beve il thè facendo rumore
Kirisa:
“Stasera mangiate senza di me. Ho preparato la cena solo per voi due. Devo
lavorare fino alle nove, credo”
Ci
troviamo in una casa che non si sa di chi sia. Un appartamento molto piccolo e
angusto, arredato con pochi mobili.
“Buongiorno
Shinji” dice una voce suadente di donna
Shinji:
“Eh? Chi sei?” farfugliando nel dormi-veglia
“Sono
io, la cameriera del ristorante” cerca di baciarlo ma lui tira indietro la
testa per capire chi lo sta svegliando
Shinji:
“Ah, ok..” torna a dormire
“Ma
io veramente credevo che” viene interrotta da Shinji che le prende la testa con
la mano e la mette molto in basso, sotto le coperte. La ricopre e di colpo c’è
silenzio. Lui con la faccia ebete: “Questo si che è un bel risveglio..”
Squilla
un cellulare
Satsuki:
“Pronto”
Amica:
“Allora cosa farai? Ci vieni o no con noi al luna park? Ci sarà anche quel
ragazzo carino dell’altra sezione!!!”
Satsuki:
“Vorrei tanto ma mio fratello è sempre il solito rompiscatole” con la faccia
gonfia che lo canzona
Amica:
“Peccato.. dai sarà per un’altra volta allora! Ciao!”
Si
sente il bip del tasto per chiudere la chiamata. Satsuki sospira arresa. È già
sera, i compiti li ha già fatti da mezz’ora e non sa che fare. Si guarda allo
specchio annoiata, prova qualche espressione del viso e poi ritorna ad
annoiarsi rotolando sul letto. Scende le scale e incontra Yuki nell’ingresso
che sta uscendo.
Satsuki:
“Dove stai andando?”
Yuki:
“Papà mi ha chiesto di andare a comprargli delle cose al supermercato”
Satsuki:
“Mi annoio a morte a stare qui perché qualcuno mi ha impedito di uscire con le
amiche, quindi vengo anch’io” mette di corsa le scarpe e lo segue, portando in
mano il sacchetto di stoffa della spesa.
Shinji
è in un ristorante tipico giapponese con il suo amico. Sta allegramente bevendo
una birra seduto al bancone, sugli sgabelli alti. Risuonano le sue risate in
tutto il ristorante, probabilmente sta raccontando della sua virile giornata.
“Sono
ventimila yen a testa” dice il padrone
Shinji:
“Dannazione, ho solo gli spiccioli in tasca. Ci pensi tu? Mi sdebiterò
trovandoti qualche ragazza” con un’espressione sincerissima
“Ti
odio” scoppia a ridere, tirando fuori dalla tasca del giubbotto le banconote.
Pochi
minuti dopo è solo, camminando nelle strade poco illuminate, deserte,
circondato da belle case indipendenti con mura di cinta e giardini abbastanza
spaziosi. Mette la mano in tasca e conferma dentro la sua testa di avere
abbastanza soldi per comprare qualcosa di commestibile da portare a casa per
domani, dopodomani era incerto.
Satsuki
stava cercando fra gli scaffali del supermercato i noodle istantanei conditi
con (cibi mongoli giappominklandosi) con scarsi risultati. Yuki invece aveva un
carrello con qualcosa dentro, recuperata tutta in poco tempo.
Yuki:
“Quanto ci metti a trovare un bicchiere di noodle?? Sarà sicuramente in questo
scaffale dove ce ne sono altre centinaia” si mette a cercare anche lui,
scocciato.
D’un
tratto, alle spalle di Satsuki, si sente sbattere dolcemente un qualcosa di
morbido. I due fratelli rimangono pietrificati, si voltano indietro. Era il
sedere di un ragazzo che stava cercando qualcosa nello scaffale di fronte, non
badando a loro. Satsuki diventa tutta rossa perché ha capito che “qualcosa di
morbido” era il suo sedere.
Yuki
nervosissimo ma contenendo la rabbia: “C-ciao” tic nervoso all’occhio
Shinji:
“Oh scusate ragazzi!” prende qualcosa dallo scaffale tutto entusiasta di averlo
trovato “Ero concentratissimo nel cercare questo e non vi ho visti”
Erano
proprio quei noodle!
Satsuki:
“Ah..” ancora tutta rossa
Yuki:
“Stavamo cercando anche noi questi” ancora col tic all’occhio, prende il
bicchiere da quest altro scaffale e trascina via la sorella silenziosamente.
Intanto a Satsuki esce il fumo dalla testa a intermittenza.
Shinji
se la ride di nascosto, lasciandoli andare senza nemmeno salutarsi.
Kirisa
questa sera ha iniziato un nuovo lavoretto part-time. Fa la promoter del caffè
in un supermercato. Lo fa sempre col suo solito dolce sorriso che attira molte
persone.
Kirisa:
“Ecco a lei signora. Spero che le piaccia” porge gentilmente il caffè
sorridendo, con un tono di voce stupendo.
Nel
momento in cui le sue braccia e quella della signora sono tese l’uno verso
l’altra per prendere il bicchiere, lo sguardo di Kirisa scorge fra la folla una
sagoma a lei familiare. Una sagoma tutta nera. Shinji. Kirisa si pietrifica,
cambia espressione del viso e tremando dà il bicchierino alla signora, tutto
schizzato di qua e di là di caffè. Appena la signora si allontana poco
soddisfatta di quel bicchierino macchiato, Kirisa si nasconde dietro il
bancone, accovacciata a terra, tremolante.
Kirisa:
“(Quel ragazzo è dappertutto! Ma come avrà fatto a capitare proprio qui??? Non
riesco ad essere tranquilla con lui che gira nei dintorni. Calcolando che una
volta mi ha dato il suo numero di telefono e la volta dopo mi ha toccata
dappertutto, ora cosa succederà?!? Oddio come faccio??)”
Un’altra
promoter vicina di bancone, la nota a terra e si preoccupa
“Non
ti senti bene?”
Kirisa:
“No sto benissimo.. ehehehe”
“Vuoi
che ti do il cambio? Vuoi andare a stenderti due minuti?”
In
cuor suo avrebbe voluto schizzare via di lì, ma la testa la fece ragionare. Se fosse
andata via il primo giorno di lavoro, non avrebbe fatto di certo una bella
figura. L’avrebbero licenziata. Con la speranza che Shinji avesse cambiato
corsia, tirando un respiro profondo…
Kirisa:
“No, avevo solo un po’ di stanchezza alle gambe. Sai, sempre in piedi.. Ora
ritorno a lavoro” sorridendole
Appena
si gira vede Shinji
Shinji:
“Tu?.. Ciao! È un piacere vederti” e dopo pochi secondi inizia a squadrarla da
capo a piedi
Kirisa
rimane di stucco e non dice una parola.
Shinji:
“Posso avere anche io un caffè fatto dalle tue dolci manine?”
Kirisa:
“NO” sente lo sguardo della collega addosso e ci ripensa “.. ma si certo! Te la
do subito…” si rende conto del doppio senso “la tazza.. il bicchierino… il
caffè”
Prepara
alla svelta un caffè sudando sette camice, sapendo che lui è lì dietro di lei e
che sicuramente le sta fissando il sedere. Invece di porgerglielo in mano, mette il bicchierino e tutto l’occorrente sul
bancone, tornando con le mani lontanissime da lui.
Kirisa:
“Spero che sia di tuo gradimento” imbarazzatissima
Shinji
beve il caffè, gustandolo e butta il bicchierino nel secchio apposito.
Shinji
alzando di poco il tono della voce, andando via, salutandola di spalle:
“Ricorda che mi devi ancora un’uscita. Non dimenticartelo. Sto aspettando
ancora una tua chiamata”
La
collega che ha ascoltato tutto, volontariamente o meno, la guarda con
tantissima invidia ridacchiando di lei.
Kirisa:
“Puoi far finta che non sia successo nulla? Ti prego” imbarazzata ancora da
morire
Come
mai questi quattro s’incontrano dappertutto? Perché Shinji è così figo? Perché
Yuki ha tutti questi tic nervosi a quest’età? Satsuki riesce sempre a toccare
Shinji, perché non è al settimo cielo come lo saremmo noi al suo posto? E se
nel prossimo capitolo scopriamo che Shinji è gay e questo comportamento da
spaccone è tutta una copertura?????
Tutto
questo nel prossimo capitolo!
Fine
Yuki:
“IO TI UCCIDOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO”
Satsuki:
“MAMMAAAAAAAAAAA”