Il sole calava ed era rosso…come il sangue…come il sangue della sacerdotessa.
Inuyasha teneva ancora le mani sulla spada e gli occhi a terra, non aveva il coraggio di guardare la morte della donna che aveva amato.
Poi però gli occhi ambrati si posarono su Kikio.
I suoi lunghi capelli neri la avvolgevano e lei si teneva una mano sulla ferita.
La mano era bianca e sporca di sangue.
Se la guardò e sorrise.
Si alzò barcollando e squadrò il mezzodemone.
KIK: così hai scelto.
Lui abbassò le orecchie.
INU: sì
KIK: vorrei però una tua spiegazione.
INU: io la amo, penso ti possa bastare.
KIK: amavi anche me.
INU: non come amo lei.
KIK: siete di due mondi diversi.
INU: anche noi due ora.
KIK: ora sì, ma un tempo no, un tempo avremmo potuto…
INU: un tempo non c’era Kagome.
KIK: se lei non ci fosse sceglieresti me?
Inuyasha sospirò.
INU: se lei non ci fosse io non sarei capace di amare veramente.
KIK: quindi non mi hai amato!
INU: non ti amato intermente.
KIK: e lei la ami interamente?
INU:sì.
KIK: suppongo che non ci sia posto per entrambe.
INU: questo l’avevi già capito tu prima di me.e poi…
KIK: poi?
INU: nemmeno tu mi ami.
KIK: e qui ti sbagli!
INU: no tu non mi ami veramente. Altrimenti non mi avresti mai costretto a scegliere, non averesti mai forzato il mio cuore.
KIK: e che avrei dovuto fare?
INU: quello che ha fatto lei.
KIK: cioè?
INU: accettare anche un possibile rifiuto, perché quanto lasci scelta lasci anche la possibilità di un rifiuto.
KIK: lei ha fatto così?
Lui annuì.
INU: ha fatto esattamente così. L’amore non lo puoi forzare Kikio!
KIK: suppongo che ora oltre a dovermene andare dovrei anche non ucciderla giusto?
INU: almeno conserverei un buon ricordo di te.
KIK: e me ne dovrebbe importare?
INU: se mi ami sì.
KIK: dovrei farla vincere quindi?
INU: dovresti farmi felice, la felicità si dà a chi si ama.
KIK: ho capito.
La sacerdotessa guardò Kagome.
KIK: certo che è buffa.
Lui sorrise.
INU: è il mio amore.
Kikio allora svanì in polvere.
Inuyasha si sedette sull’erba e respirò l’aria pura e limpida, come la sua Kagome.
Ma in quel momento lei si alzò.
INU: Kagome…ma tu…non eri svenuta?
KAG: ero.
INU: da quanto sei cosciente?
KAG: da quando l’hai colpita.
Lui guardò il cielo.
KAG: l’amavi molto un tempo.
INU: un tempo.
Poi guardò la ragazzina.
INU: e non come amo te.
Kagome era imbarazzata.
Non sapeva cosa fare così gli si avvicinò.
KAG: bravo il mio cagnolino!
Lui allora si voltò seccato.
INU: IO NON SONO UN CAGNOLINO!!!!!!!!
KAG: sì invece!
INU: no invece!
KAG: sì
INU: no
KAG: sì
INU: no
KAG: sì
INU: no
KAG: sìììììììììììììììììììììììììììì
INU: nooooooooooooooo
KAG: INUYASHA…
Il mezzodemone imprecò sapendo le parole che avrebbe detto subito dopo.
KAG: A CUCCIA!!!!!!!!!!
I finali differenziati partiranno dai capitoli successivi!
Ciauz.