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Autore: Iky93    26/02/2011    3 recensioni
Ho pensato di creare una raccolta di scene e missing moments dalla prima stagione raccontati dal punto di vista di Damon, mettendo in risalto i suoi pensieri e le sue impressioni; è la mia prima fanfic, quindi siate clementi.
"Credevo ci fosse una speranza. Speravo che in Damon, da qualche parte, nel profondo, ci fosse ancora qualcosa di umano, di normale, ma mi sbagliavo. Non è rimasto niente di umano in lui, nè bontà, nè gentilezza, nè amore. Solo un mostro, che deve essere fermato"
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Cammino lento alla luce della luna, con i piedi scalzi sull’erba umida. Sono in un giardino rigoglioso, attorniato da una distesa di fiori bianchi, di fronte a me solo il bosco silenzioso. C’è qualcosa di magico in questa notte, qualcosa di unico. Una brezza piacevole mi accarezza il volto. Vorrei rimanere sempre qui, in quest’oasi di tranquillità, cullato dal dolce suono delle foglie smosse dal vento.
Poi mi volto e la vedo. Indossa un abito di mussola color lilla che la avvolge dolcemente per ricadere con grazia sui suoi piedi nudi, i suoi capelli, neri sotto questa debole luce, sfuggono ai nastri candidi che dovevano trattenerli e scendono ad incorniciarle il volto in teneri boccoli.
Sta fissando il cielo con aria sognante, gli occhi grandi e innocenti che brillano riflettendo con un solo sguardo tutta l’immensità dell’universo, le labbra sottili dischiuse in un sorriso incantato.
È lì, a pochi metri da me, in tutta la sua grazia, in tutta la sua ipnotica bellezza.
-Katherine- Faccio scivolare il suo nome attraverso le mie labbra in un soffio, come se fosse una formula magica pronta a spalancare solo per noi le porte di un mondo fatato dove ogni meraviglia sarebbe possibile, dove potremmo stare insieme.
Si volta lentamente, senza scomporsi, come se avesse sempre percepito la mia presenza. Mi guarda traboccante di amore, i suoi occhi splendenti si incastrano nei miei.
-Damon, cosa fate qui fuori, è molto tardi-
Anche lei sussurra, per non alterare troppo questa quiete silenziosa che ci avvolge.
-Potrei chiedere a voi la stessa cosa: non dovreste uscire con il buio, potrebbe essere pericoloso. Ci sono stati attacchi di animali: sembra che i coyote stiano migrando a nord...-
Continuo a parlare mentre cammina verso di me con passi lenti, misurati. Le sue mani sicure lisciano la stoffa dell’abito. Quanto vorrei poterle stringere fra le mie.
-Siete spaventato, Damon? Avete paura dei demoni della notte?-
Mio padre li chiamava così, i “demoni della notte”, i vampiri, quando dava loro la caccia.
-I demoni non esistono, sono solo una leggenda-
Lei è di fronte a me ora. Potrei toccarla allungando un braccio, non mi ci vorrebbe più di un secondo. Un secondo e potrei stringere il suo corpo esile con forza sul mio, sentire il suo calore attraversarmi la pelle con forza, il suo profumo di zenzero e limone invadermi le narici. Potrei vedere i suoi denti perfetti, bianchi come piccole perle letali schiudersi per me, sentire il suo sapore di zucchero e sangue farsi strada prepotente dentro la mia bocca. Un secondo, un solo bacio e potrei portare via ogni suo dolore.
Ride ora, ride maliziosa, gli occhi ardenti mi invitano a prenderla, qui, subito. Un ciuffo le ricade con grazia sull’occhio destro, suscitando in lei quella buffa espressione che assume sempre quando qualcosa la infastidisce: arriccia il piccolo naso e aggrotta le sopracciglia curate, la bocca stretta in una impercettibile smorfia di disappunto. Vorrei continuare a guardarla in eterno, ma non posso fermarmi.
Alzo il braccio come in trance, voglio che questo attimo continui per sempre, io e lei, soli in un angolo di paradiso, insieme attraverso milioni di vite, milioni di sguardi complici e sospiri di amanti.
Ma non posso fermarmi.
Quando le mie dita sfiorano i suoi riccioli bruni una smorfia di dolore le attraversa il volto. Mi guarda implorante, scruta nella mia anima cercando un perché a quella sofferenza. Leggo sul suo volto tutta l’ingiustizia di quello che sta succedendo, ma non posso fermarmi.
La stringo a me con bramosia. Darei la mia vita per la sua, morirei per non sentire le sue lacrime amare bagnarmi il volto. La bacio con passione, ma le sue labbra si seccano sulle mie. Le accarezzo i capelli mentre svaniscono nel vento. Mi aggrappo alla sua pelle mentre l’elegante vestito si trasforma in cenere. Vedo i suoi occhi mentre diventano polvere, sento l’ultimo sospiro smorzato della sua gola mentre scompare dalla mia vista lentamente, come un foglio di carta travolto dalle fiamme. Le lacrime mi salgono agli occhi, un urlo mi cresce in bocca, strozzato da un oceano di dolore.
Sto affogando, mi manca l’aria.
Cerco di respirare, ma sto soffocando. Il giardino diventa un vortice indistinto di risate beffarde e di urla di terrore. Sto sprofondando.
L’odore acre della morte è quasi invitante. Sto cadendo.
 
L’odore del sangue invade le mie narici e mi riporta alla realtà. Sento il mio respiro affannoso che fende l’aria di questa stanza che non è la mia. Sono in un letto insolitamente comodo, coperto solo da un sottile lenzuolo. Dalla finestra entra solo il buio.
È stato solo un sogno. Sto tremando.
Sempre quello stupido sogno..Perché non riesco a fermarlo? Io posso controllare i sogni, io ho il Potere. Come può una creazione della mia mente rendermi così debole?
È sbagliato, è illogico.
Scaccio ogni residuo di inquietudine dal mio corpo. Fermo il tremore delle mie mani con un moto di fastidio. È inaudito. Era solo uno stupido sogno.
Stringo gli occhi cercando di ricordare cosa accidenti faccio qui, in questa casa che non conosco, vuota e silenziosa. No, non è vuota. C’è un cuore che batte accanto a me. Una ragazza, bionda, seno pieno, degno di una coniglietta di Playboy. Esco lentamente dall’intorpidimento nebbioso del sonno e cerco di ragionare.
Sento gli ingranaggi nel mio cervello scattare mentre torno controllato e calcolatore.
Questa non è la solita ochetta ubriaca, questa è la mia gallina dalle uova d’oro. Perché l’ho vista, lei è una delle amiche del cuore della bella e giovane Elena, la preziosa conquista del mio fratellino.
Devo fare uno sforzo per non farmi trascinare dalla rabbia e dall’odio al pensiero di mio fratello.
È solo colpa sua.
Respiro profondamente scacciando il risentimento. È stata una bella nottata, non c’è motivo di rovinarla ora: ho stuzzicato un po’ il mio caro Stefan, e poi mi sono anche potuto saziare della bella biondina stupida che mi ha invitato a casa sua, il tutto sotto la luce della cometa, il che significa che da domani potrò ufficialmente liberare Katherine.
E poi più nessun incubo potrà più portarla via da me. Non dovremo temere più niente, saremo solo io e lei nel nostro angolo di paradiso.
Ma ora è meglio non pensare a questo. È stata una bella notte, ma non è ancora finita.
Guardo la giovane addormentata accanto a me, somiglia ad una di quelle sciocche bambole per bambine viziate... sì, una barbie, bionda e con un cervello grande quanto il suo pugno. L’ho sentita parlare al bar l’altra sera, mentre notava quanto fosse ingiusto che Elena avesse tutti i ragazzi più carini. La regina del pollaio. Era così patetica! Mi sembra di vivere di nuovo la mia adolescenza, come se una volta non fosse più che sufficiente! Come fa Stefan a sopportare tutto questo?
Barbie si rigira sul cuscino con un lamento. I due piccoli fori lasciati dai canini svettano sulla pelle arrossata di sangue.
Sangue. Invitante e caldo che scorre giusto sotto la sua pelle, lì, in quelle grandi vene pulsanti. Il mio stomaco si contorce con un brontolio.
Ormai che sono qui, potrei approfittarmene: non sarà Elena, ma è un gustoso rimpiazzo per il mio piano. E poi se domani sarò costretto ad ascoltare i suoi pigolii lamentosi sulla sua miserabile vita è meglio che io sia ben sazio. Quando ho fame mi innervosisco anche più facilmente del solito, non vorrei ritrovarmi con una gallina morta per colazione.
Mi avvicino al suo volto lentamente. La sua pelle sa di profumo dozzinale e sudore adolescenziale, ma il suo sangue... quello sa di gioventù, ed è così dolce che potrei berne a litri.
Lecco lentamente i due forellini sul suo collo. Sento i suoi muscoli che si irrigidiscono. Alzo il volto e trovo i suoi occhi che mi fissano. Ingenui, spaventati come quelli di un animale braccato. Le labbra piene, troppo rosa, si schiudono in un urlo.
-Non urlare, stai tranquilla-
Parlo con voce suadente. So che si sta perdendo nell’azzurro dei miei occhi. Si rilassa sotto di me.
-Brava così. Ora vieni qui-
Torno al suo collo con un sospiro. Lei geme di piacere mentre la accarezzo.
Non posso reprimere un sorriso. Questa bambolina è proprio una sciocca, sarà anche più facile del previsto usarla. Sento il suo fiato su di me e smetto di pensare. Per i piani diabolici avrò tutto il tempo che voglio... domani.
Ora stringo a me questa carne calda, senza preoccupazioni.
Mi perdo in questo letto estraneo, aspettando l’alba. 


SPAZIO AUTRICE
D'accordo... è stata una settimana folle ma ce l'ho fatta a sopravvivere! Grazie al cielo è finita...
Questo capitolo è ambientato in un qualche momento fra l'episodio 2 e il 3. Ho deciso di procedere con un po' d'ordine, cronologicamente parlando, quindi continuerò con i primi episodi non appena avrò tempo per scrivere.
Ringrazio di cuore chi ha recensito e chi ha letto in silenzio.
Rinnovo l'appello a lasciare un commento, anche corto, solo per farmi sapere cosa ne pensate. Mi farebbe molto piacere.
-Iky-

   
 
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