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Autore: algin91    26/02/2011    2 recensioni
allora nuova storia, piccina piccina per me! Qualchè giorno fa mi è venuta in mente...Charlie capo della polizia di Forks trova nel bosco ... chiama il dottor Cullen perchè ... Edwardo non è mai uscito dal periodo adoloscenziale di ribellione e Bella è morta quando aveva solo 10 anni. Cosa succederà a due anime che sono destinate a stare insieme ma al cui incontro non solo sono avversi gli uomini e le loro azioni, ma la vita e la morte le reclamano a sè? Ho detto troppo!! XD buona lettura!
Genere: Romantico, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Bella, semplicemente

CAPITOLO  6

POV BELLA

Lo sapevo che non ero pronta! Lo sapevo ma come potevo dire di no? Come potevo dire no a riavere una vita, se fossi riuscita nella mia missione. Sono stata egoista, ho pensato solo a me, e non al dolore che avrei potuto provocare a tutti coloro che mi stavano intorno! Non ero pronta ed ora mi ritrovo a piangere da sola in un fitto bosco. Il contatto con la natura mi rasserena, prendo un profondo respiro ed ecco riapparire le mie ali. Sono una cosa bellissima ma dovrò abbandonarle prima o poi, o forse no. La scelta è mia, così mi è stato detto, e non so cosa fare ma prima di tutto devo iniziare a riaggiustare le cose. Volo sugli alberi altissimi e immobili, cercando di sentire la direzione; mi concentro più che posso e sento il cuore che batte, calmo, tranquillo e poi il respiro pesante e regolare: sta dormendo. Le lacrime inconsapevolmente continuano a scendere dai miei occhi, non vorrei piangere, ma lo sguardo della mia nuova amica, accusatorio e ferito mi ha lacerato dentro. Non sono abituata a emozioni così forti, da dove vengo io c’è solo calma, immutabile e silenziosa calma, serenità degli animi, pace assoluta, sensazioni piacevolissime che rendono il cuore leggero e veloce. Mentre tutte quelle emozioni che ho visto oggi in Alice, non le ricordavo più, sono passati così tanti anni …

Non mi accorgo di essere arrivata; una piccola casetta sotto di me, bianca che si armonizza alla perfezione con tutto ciò che la circonda. Sta dormendo sereno, e ciò mi permette di respirare normalmente e di arginare le lacrime, anche se in lontananza sento ansia, preoccupazione, paura e poi gioia. Mi concentro su quest’ultima e riesco a fermare totalmente la tristezza che rinchiudo in un piccolo angolo del mio cuore. Mi dispiace svegliarlo ma devo assolutamente parlargli!

Suono il campanello, rendendo invisibili le mie adorate ali; dopo qualche rumore di passi pesanti la porta si apre e l’uomo di fronte a me sorride visibilmente e si rilassa.

È l’effetto che facciamo su tutte le creature, ispiriamo gioia e pace, perché noi SIAMO pace e gioia. Mi hanno spiegato che gli esseri umani agognano questi sentimenti come e più dell’aria per questo tendono spesso a gravitarci incontro come attratti. Ma il nostro tocco per loro è pericoloso, il contatto fisico tra i nostri due mondi è proibito ma, essendo io momentaneamente qui per la mia missione, devo controllare questa cosa evitando il più possibile questi tocchi o, qual’ora non se ne possa fare a meno, è necessario che mi trattenga al massimo. Mi hanno insegnato come fare, ma  per due volte ho fallito. La prima volta non è stato un tocco intenzionale, non ero pronta ad una cosa del genere ma la seconda volta, con quel vampiro … è stato così strano! Mi sono sentita travolgere da un mare di sentimenti ed emozioni prorompenti e sconosciute e mi sono lasciata andare.

Io e lui ci guardiamo ma nessuno dei due osa parlare, in quel momento cerco di arrivare al suo animo ferito, solo e sofferente. È questa la mia missione: lenire il dolore provocato dalla morte. È la prima volta, per me, ma per tutti è così

-Posso entrare?- chiedo timorosa, quanto tempo è passato da quando ha aperto la porta? Sembrano ore.

-Ma certo, entra pure!- Mi fa passare e con il sorriso ancora sulle labbra mi fa strada verso la cucina, piccola e semplice. Mi piace questo posto, è caldo, accogliente e profuma di casa.

-Io non credo di essermi presentata … - Gli sorrido anch’io cordiale

-Lo capisco, immagino che in quel momento eri spaventata e spaesata. Non è certo la prima cosa che si fa presentarsi ad uno sconosciuto in quel momento – È una persona gentile e buona, perché è solo allora?

-Io sono Bella- Gli dico di getto, gli farà male, lo so, ma devo dirglielo.

Silenzio, assoluto silenzio. I suoi occhi si allargano. Ha capito. Lo so, lo vedo dai suoi occhi. Ha capito tutto.

-B … Bella? C … che coincidenza! – La sua risata è quasi isterica e sento il suo cuore palpitare. È nervoso ora. Sulle spine.

- Charlie … - Voglio arrivare immediatamente al dunque.

-La vuoi una tazza ti tè? Niente caffè purtroppo perché il medico me l’ha proibito, soprattutto dopo quello che è successo … - È teso, e si muove convulsamente da una parte all’altra della cucina, i suoi sentimenti sono molto contrastanti e tutto ciò influisce negativamente anche su di me, sono ancora troppo turbata da ciò che è successo prima con i vampiri.

- Charlie … - Procediamo con calma allora, dobbiamo entrambi calmarci e respirare regolarmente.

- O preferisci una cioccolata calda? Devo averla da qualche parte … - Parla velocemente e inizia a sudare.

- Charlie, il tè andrà benissimo. – Forse non dovrei essere così rigida, devo metterlo a suo agio. Devo calmarlo il più possibile, deve capire sul serio.

-D’accordo! Siediti, siediti pure. Scusami il disordine ma vivo solo da quando … da tanto tempo ormai e non ho ancora imparato a gestire la casa … - Vedo i suoi occhi che si accendono quando pronuncia “da quando … ” la sua mente probabilmente ora vaga in un tempo lontano quando era felice, e non era solo. Mi siedo lentamente e, mentre prepara il tè, gli parlo. Gli do la possibilità di non guardarmi, di ignorarmi o ignorare le mie domande.

-Perché sei solo Charlie?- Le spalle si abbassano, come appesantite da un peso troppo oneroso per una persona sola.

- Io e mia moglie, Reneè abbiamo divorziato molti anni or sono. –

- Avete divorziato?-

-Si, io e lei non … non riuscivamo più a guardarci come prima, non ci amavamo più, sono successe tante cose che ci hanno separato –

-E dopo, non hai trovato nessuno?-

-In che senso?-

-Nessuno da amare, Charlie … -

-No, non penso ci riuscirei. Come ti ho detto sono successe tante cose e … Non è stato sempre così, Bella. Questa casa, io, non siamo sempre stati così. Io e Reneè ci siamo conosciuti a Seattle, lei faceva il college io invece facevo un corso per diventare Sceriffo. Sono nato e cresciuto qui, e appena compiuta la maggiore età sono diventato un poliziotto. Pochi anni dopo lo Sceriffo di allora se ne andò in pensione così presi la palla al balzo e andai in città per questo corso. Lei era bella, molto, e allegra, solare … Io il sole nella mia vita non l’ho visto poi molte volte vivendo qui e lei era una brezza marina che ha sconvolto la mia vita. Rideva sempre e non si abbatteva mai. È stato amore a prima vista, ha lasciato il college, ci siamo sposati ed abbiamo comprato questa casa. Poi è arrivata Isabella, la mia piccola Bella. –

-Si chiama come me … -

-Si come te, e ti assomigliava molto anche. Era bella, lo so che sono di parte, ma era davvero bella, credimi. E quando sorrideva era così simile a Reneè! Il suo sorriso per me era il sole, ma era anche così simile a me. Chiusa e timida, le sue guance erano sempre troppo rosse, e poi così impacciata! Cadeva spesso, ma non piangeva mai. Era forte come sua madre, ma poi … -

- Charlie, se non vuoi parlarne … -

- Non preoccuparti, davvero! Sono passati 9 anni ormai. Nove lunghissimi anni –L’ultima parte l’aveva solo sussurrata, pensava  che non l’avessi sentito forse. Per tutto il suo racconto, mi aveva guardata solo una volta negli occhi, quando mi aveva detto che assomigliavo alla sua Bella. Sospira, affranto e triste. Ma mi parla ancora, con una luce negli occhi.

-Vuoi vedere un sua foto?- La voglio vedere?

- Si, certo! Se ti fa piacere … - Corre in un’altra stanza, forse nel salotto, e torna dopo pochi minuti con una cornice in mano. La tiene tra le mani come se fosse la cosa più preziosa, le nocche diventano bianche ed i suoi occhi lucidi mentre la guarda, mentre mi guarda. Alza lo sguardo su di me e so che le sue convinzioni si rafforzano. Mi porge titubante la fotografia e la osservo attentamente. Mi aspettavo una foto di una bambina ed in vece quella che mi ha dato Charlie è un’immagine di una famiglia, felice e serena. Lui è più giovane e la donna che tiene in braccio a bambina è molto bella davvero, ma ciò che mi colpisce di più sono gli sguardi dei tre: tutti così … felici. Nel frattempo Charlie continua il suo racconto.

-Aveva 8 anni, quando è successo. Era settembre, il 1° settembre. Faceva caldo, stranamente, il sole era alto nel cielo perché era mezzogiorno. Reneè preparava il pranzo ed io ero appena tornato dal lavoro, quel giorno avevo staccato prima poichè volevo passare un po’ di tempo con le mie due donne. Bella era fuori a giocare e a godersi un po’ di sole. Mia moglie era salita in camera a prendere un cappellino per lei, non voleva che tutto quel sole le facesse prendere un’insolazione; quando era scesa aveva trovato Bella guardare il bosco attenta, come se ci fosse qualcuno. “È pronto il pranzo, vieni!” Le aveva detto e si era girata per chiamare anche me. Un secondo Bella, credimi un solo secondo, e mia figlia non c’era più. Volatilizzata nel nulla. –

 

NOTE DELL’AUTORE

Il capitolo è davvero lungo per i miei canoni, ma ne sono soddisfatta. È un capitolo cardine della storia perché qui si iniziano a capire le storie dei personaggi, anche se sono stata titubante su tantissimi particolari, ad esempio ero indecisa se far morire o no Reneè, se l’avessi fatto sarebbe stato un suicidio ovviamente e non mi andava di finire troppo nel melodrammatico, ho preferito piuttosto farli allontanare come spesso succede dopo la morte di un figlio. Non sapevo nemmeno dove concludere questo capitolo poiché se non mi fossi fermata sarebbe stato davvero troppo! Perciò ho svelato quasi tutte le carte in tavola, quindi ora giochiamo!

N.B. Voglio dedicare questo capitolo a tutti i bambini scomparsi, dai più famosi a quelli ormai dimenticati. È per questo che ho scelto come giorno della scomparsa il 1 settembre, il giorno in cui la piccola Denise Pipitone scompariva. Spero che un giorno possano tornare dalle loro famiglie, che li aspettano con una speranza che non muore mai.

A presto.

   
 
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