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Autore: _Lightning_    27/02/2011    2 recensioni
E se Jim, invece di imbarcarsi sull'RLS Legacy e vivere favolose avventure sul Pianeta del Tesoro, fosse un pirata?
E se, alla ricerca di un imbarco, incontrasse proprio il vecchio Silver e si unisse a lui e alla sua ciurma?
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jim Hawkins, John Silver, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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III
 
Forgotten



La pila di fogli pericolosamente accatastati sulla scrivania crollò con un tonfo frusciante sul pavimento, spargendo gli appunti del povero Dottor Doppler per tutto il salone. Quest'ultimo, con indosso una pesante vestaglia rossa e un paio di pantofole, si alzò stancamente e con un lamento cominciò a recuperare le carte spiegazzate finite in ogni dove. Terminato il tedioso compito, poggiò con cura i fogli sulla scrivania e li bloccò con un pesante sasso proveniente dal lontano pianeta Venom, non curandosi del fatto che fosse un prezioso oggetto di studi scientifici. Fatto questo, si stiracchiò, la schiena irrigidita dalle lunghe ore passate a scrivere, e andò in cucina per prepararsi una meritata tazza di tè. Aveva appena messo su il bollitore quando sentì lo squillo del campanello che infrangeva i suoi sogni di relax sulla sua poltrona vittoriana. Alzò gli occhi al cielo e si diresse ciabattando alla porta,  deciso a liquidare lo scocciatore con una scusa degna del Dottor Delvert Doppler. Aprì la porta, ostentando un sorriso contrito che si abbinava con le sue scuse altrettanto contrite, ma cambiò subito espressione quando riconobbe l'ospite inatteso.

«Jim!» esclamò, spiazzato.

«Salve, dottore, ehm, la disturbo?» chiese esitante il ragazzo, strusciando nervosamente le scarpe sulla soglia.

Doppler si affrettò a scostarsi dalla porta, facendogli cenno di entrare.

«È un bel po' che non ti fai vedere da queste parti!» commentò dopo che si furono accomodati nell'ampio salone, il dottore seduto compostamente sulla poltrona e Jim semi sdraiato sul divano, lo sguardo fisso sul fuoco scoppiettante che ardeva nel caminetto.

Dall'enorme vetrata si poteva vedere la gigantesca luna crescente dello spazioporto.

«Dunque, Jim, qual buon vento ti porta qui?» chiese Doppler, congiungendo le punte delle dita davanti agli occhialetti rotondi che gli schermavano gli occhi color nocciola.

«Mi era soltanto venuta un po' di nostalgia di un vecchio amico di famiglia,» rispose lui, sorridendo. 

Dopotutto, era una mezza verità: aveva davvero bisogno di avere una persona affidabile accanto, in un momento come quello. Doppler sospirò, si tolse gli occhiali e li strofinò sulla vestaglia per pulirli.  

«Dici sempre così, e poi scopro che c'è qualcosa sotto...allora, in che guaio ti sei cacciato, questa volta?» chiese ancora, comprensivo.

Si ricordava fin troppo bene quando, da bambino, si rifugiava da lui se combinava qualche marachella e, in tempi più recenti, era stato spesso suo ospite quando finiva nei guai con la polizia per le sue audaci incursioni sul suo surf solare e la minaccia del riformatorio incombeva su di lui. Aveva il nitido ricordo di un ragazzo più spensierato, con un'aria a metà tra il divertito e il colpevole che chiedeva asilo politico, come lo definiva lui stesso, e "consultazioni professionali", allo scopo di trovare un modo per spiegare alla madre in che pasticcio era finito quella volta.

"Sarah..." pensò, gli occhi annebbiati per un attimo da un velo di tristezza.

La voce di Jim lo riportò al presente, strappandolo dai ricordi.

«Come scusa? Mi ero distratto.»

«Ho detto che non c'è niente che non va ed è veramente una visita di piacere,» ripetè Jim, sempre sorridente.

Doppler lo guardò poco convinto, deciso a non mollare l'argomento, ma un fischio assordante lo interruppe, facendolo sobbalzare.

«Il tè!» esclamò, precipitandosi in cucina e spegnendo appena in tempo il gas sotto il bollitore.

Tirò un sospiro di sollievo e versò l'acqua dentro due tazze, tuffandoci poi dentro le bustine di tè, una varietà che si era fatto spedire direttamente dalla Fascia Esterna. Tornò in salone, e vide che Jim si era alzato dal divano e guardava concentrato il grande dipinto di una nave solare appeso sopra il caminetto. Doppler sorrise appena e poggiò le tazze sul tavolinetto di fronte al divano: ricordava che Jim aveva sempre amato quel quadro, fin da bambino, e non mancava mai di ammirarlo quando gli faceva visita.

«Questa nave è esistita veramente?» chiese all'improvviso, indicando la targhetta del nome sullo scafo, con il dito a pochi centimetri dalla tela.

«Certo, cioè... sì, credo di sì,»- rispose vago Doppler, preso alla sprovvista e avvicinandosi per vedere meglio.

Esaminò per qualche secondo il nome e ricordò:

«Ah, la RLS Valiant! Aveva una storia molto interessante, te ne ho mai parlato?»

«Credo di sì, ma è stato molto tempo fa,» rispose il ragazzo, scrollando le spalle.

In realtà, ricordava a grandi linee la storia, ma aveva l'impressione che gli sfuggisse qualcosa, un particolare che si potesse ricollegare agli ultimi fatti avvenuti. Era proprio per quello che era venuto lì. Doppler gli fece cenno di sedersi, mentre lui sprofondava nella poltrona e, dopo aver raccolto le idee per qualche minuto, iniziò a parlare.

«La RLS Valiant apparteneva alla flotta della Marina Imperiale, come puoi intuire. Era una nave da guerra incaricata di trasportare armi e munizioni a un avamposto sul confine Nord-Occidentale e questo era già di per sé una missione piuttosto pericolosa, essendo un bottino allettante per i pirati. All'ultimo momento, proprio allo spazioporto di Crescentia, si decise di imbarcare insieme agli armamenti anche le paghe dei soldati al fronte, data la scarsa disponibilità di navi atte a compiere un viaggio così lungo e pieno di pericoli. La Grande Guerra Galattica stava volgendo al termine, e si stava lasciando dietro molte cicatrici,» aggiunse, con un mezzo sospiro addolorato. «Tutto questo fu fatto, naturalmente, in gran segreto... ma la notizia arrivò in qualche modo alle orecchie dei pirati, che forse avevano assoldato e corrotto qualcuno della Marina per passargli informazioni. O forse qualche ammiraglio incauto si era lasciato sfuggire qualcosa senza volerlo... probabilmente non lo sapremo mai.» 

Doppler fece una pausa a effetto e sorseggiò lentamente il suo tè, poi riprese:

«Il fronte aveva bisogno al più presto di quelle armi, così la Valiant fu costretta a seguire una rotta che passava attraverso territori molto inospitali e pericolosi, come per esempio la Grande Fascia di Meteore e la Nebulosa Starlast...»

Jim per poco non cadde dal divano, a quel nome. L'aveva pronunciato il cyborg, probabilmente sicuro di non essere sentito... piuttosto imprudente, da parte sua, e adesso quel passo falso poteva tirarlo fuori dai pasticci: almeno sapeva dove aveva intenzione di andare quella canaglia. Sarebbe stata una carta a suo favore per... beh, per sabato. Doppler lo fissò, incuriosito.

«Tutto bene, Jim? Hai fatto un salto di due metri!»

«Sì, sto bene, era solo un... brivido di freddo,» mentì lui, sfacciatamente.

Doppler sollevò un sopracciglio, per nulla convinto, ma lasciò correre.

«Dicevo... furono costretti a costeggiare la Nebulosa Starlast, cercando di passare il più possibile vicino al centro per accorciare le distanze, ma lontano abbastanza per non finire in avaria... sai meglio di me che le radiazioni emesse dalle nebulose interferiscono con le vele solari, dopotutto.»

Jim annuì e invitò il dottore a continuare.

«Quindi, attraversarono la Grande Fascia di Meteore, uscendone quasi indenni secondo il diario di bordo, e l'Ammiraglio Wrack sperò per il meglio, non aspettandosi di certo quel che successe in seguito...» Altra pausa ad effetto, altro sorso di tè. «Vicino alla nebulosa c'era una catena di isolotti, che correva lungo gran parte del suo bordo per poi piegare al suo interno, e l'Ammiraglio decise di costeggiarli, in modo da avere un punto di riferimento sicuro. Così si ritrovarono tra la roccia delle isole e nei gas della nebulosa e le vele avevano già perso potenza, riducendo la velocità; a circa metà della catena, furono assaliti dai pirati, che prima li accerchiarono poi abbordarono la nave, che fece appena in tempo a lanciare dei messaggi di SOS.  In uno degli ultimi c'era anche il diario di bordo, grazie al quale sappiamo che la flotta pirata era composta da sette navi piccole e veloci e da un galeone. La nave da guerra, pur essendo decisamente meglio armata di quelle pirata, stava per avere la peggio, schiacciata dalla superiorità numerica degli avversari. Proprio quando i pirati stavano per prendere il controllo della Valiant, si scatenò una tempesta solare di proporzioni inimmaginabili, una delle più violente degli ultimi dieci anni; i pirati, vedendola arrivare, non ci pensarono due volte e abbandonarono la Valiant e il bottino, fuggendo sulle loro navi più veloci e rinunciando perfino a portare in salvo il galeone, troppo lento per sfuggire alla tempesta. 
Fecero appena in tempo ad allontanarsi, che la tempesta si abbatté sulla nebulosa. La nave da guerra, già lenta di per sé, era ulteriormente appesantita dal carico e non ebbe scampo: fu sbattuta di poppa contro gli isolotti dalla violenza della tempesta e il timone si spezzò, rendendola ingovernabile; i venti solari misero fuori uso le vele, poi cambiarono improvvisamente direzione, scagliando la Valiant nel bel mezzo della nebulosa. La tempesta cambiò ancora direzione, ma ormai si era indebolita e la forza non fu sufficiente per spingere la nave fuori dai gas.  Così, si ritrovarono bloccati laggù, con le vele rese inutilizzabili per l'azione combinata dei venti solari e delle radiazioni, senza timone e incapaci di chiedere aiuto.
Da allora, si è persa ogni traccia della RLS Valiant e le spedizioni di recupero organizzate fino ad oggi non hanno mai osato spingersi troppo all'interno della Nebulosa Starlast, temendo di fare la stessa fine di quegli sventurati.»
 
Doppler terminò il racconto e intrecciò le dita, soddisfatto della propria interpretazione. Jim rimase pensieroso per un po', poi chiese:

«Quindi, si cerca ancora oggi di recuperare la nave con il carico?»

«L'incidente non è avvenuto poi molto tempo fa... se non sbaglio direi una decina d'anni al massimo.»

«Non è esagerato? Tutte quelle spedizioni per una nave... tra l'altro, la Guerra è finita da più di due anni...» buttò lì, con noncuranza.

«Stai scherzando, Jim?! Lì ci sono ancora le paghe di buona metà dell'esercito in oro puro, senza contare le armi nuove di zecca! Quel carico ha un valore enorme, di molto inferiore ai soldi spesi per le spedizioni... anche se recentemente si son fatte meno frequenti. Immagino che la Regina abbia intimato agli alti ufficiali di moderarsi nel dilapidare fondi, ma per la Marina è anche una questione di principio,» aggiunse, serio.

Jim non insistette e annuì.

«Credo che ci vorrà ancora un bel po', prima che la Valiant possa essere recuperata: siamo lontani dall'inventare un congegno per rendere le vele immuni alle radiazioni.»

Ci fu un attimo di silenzio, durante il quale si udì solo lo scoppiettio del fuoco ormai morente. Jim guardò la pendola appesa al muro, rendendosi conto che era quasi mezzanotte.

«Dottore, grazie per la serata e per il racconto, ma ora devo proprio andare,» disse, alzandosi intorpidito.

«Oh, di niente Jim! Lo sai che sei sempre il benvenuto e mi ha fatto piacere tornare per un attimo all'infanzia e raccontarti una storia,» scherzò Doppler, accompagnandolo alla porta.

«Dottore, sa per caso il nome del capitano pirata che assaltò la Valiant?» chiese, già con un piede sullo zerbino.

Il dottore riflettè un attimo prima di rispondere.

«Il nome no, ma delle voci dicono che fosse un cyborg.»

"Bingo," esultò tra sé Jim, ringraziando il dottore e incamminandosi sulla stradina che conduceva alla sontuosa e isolata villa a Montressor.

Alzò gli occhi allo spazioporto di Crescentia, osservando le navi che ancora salpavano e attraccavano nonostante l'ora tarda, in un circolo senza sosta. Immaginò di essere su una di quelle navi e quella notte sognò di essere nella ciurma di un cyborg, nel bel mezzo di un arrembaggio e con lo sfondo di una terribile tempesta solare tra le polveri di una nebulosa.


 

Note Dell'Autrice:

Fiuuu, finalmente questo lunghissimo (in confronto agli altri) capitolo è finito *arriva una pioggia di pomodori e ortaggi vari in faccia all'autrice*

Ehm...sìììì, avevo anticipato che ci sarebbe stato l'Ammiraglio Amelia...ma alla fine ho preferito non inserirla, ma arriverà presto (?). Nel prossimo capitolo capirete perché Jim abbia tanta paura che arrivi sabato...spero di sorprendervi!
Questa parte è un po' "di passaggio" come avrete notato... ci sono indizi per la trama sparsi un po' ovunque (solo in 2 righe, in verità') e spero di aver stuzzicato la vostra curiosità :D

Mmmm...non credo di aver altro da dire, a parte che Doppler ricoprirà un ruolo secondario per i prossimi ??? capitoli E non sono soddisfatta della conclusione. Ma essendo preda del temuto blocco dello scrittore, l'ho lasciata così u.u

Per scrivere alcune parti, data la mia scarsa memoria, ho dovuto rispolverare il mio centenario videogioco del Pianeta del Tesoro, che giaceva ormai da 6-7 anni nello "scatolone-cimitero dei videogame". E ho scoperto che il libretto d'istruzioni, dove era scritto tutto quel che mi serviva era sparito, ergo: ho dovuto ricominciare il gioco solo per ricordarmi come accidenti era fatta una tempesta solare/pioggia di meteore. È stato un bel tuffo nel passato, devo dire che ha retto molto bene nonostante sia ormai vetusto, come gioco.
Ringrazio Evey_f, Piccola Letty e JuliaSnape per aver recensito e per aver aggiunto la storia tra le seguite! :D Mi sento realizzata <3
Alla prossima puntata! *parte jingle dello spot televisivo*

-Light-

 
-Tutti i diritti appartengono a Stevenson, per la storia originale "L'Isola del Tesoro, e alla Disney per il film 'remake'  "Il Pianeta del Tesoro"; la storia è scritta senza alcun scopo di lucro-
-Alcune informazioni sono prese dal videogioco Disney "Il Pianeta del Tesoro - Battaglia su Procyon"-
   
 
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