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Autore: TheSnaper    27/02/2011    1 recensioni
La mia prima FF. Il protagonista è il mitico Severus Piton (ma non solo!). Naturalmente la storia è nata dagli avvenimenti dell'intera saga (soprattutto quelli narrati nel "Principe Mezzosangue"). E' un' OOC ergo spero di non urtare troppo la vostra sensibilità, ambientata durante il V° anno di Harry. Non vi anticipo nulla, gli aggiornamenti, se vorrete, arriveranno presto.
I luoghi e i personaggi sono proprietà di JK Rowling. La FF non ha scopi di lucro, di plagio nè di altro genere.
Genere: Avventura, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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“Sera, Severus…” Disse sorridendo il preside, appena vide entrare il mago dai capelli corvini.
“Buonasera preside… A cosa devo questa… convocazione? Se posso…” Il sarcasmo era percettibilissimo.
Silente si alzò, dirigendosi verso una ciotola di gelatine tutti gusti + 1.
Ne prese una color fango, a Piton, che lo seguiva con lo sguardo, pareva disgustosa…
“Squisita… chissà perché quelle che fuori sembrano pessime in realtà si rivelano sempre le migliori…” Disse rivolgendo gli occhi sorridenti a Piton che si irrigidì.
“Mi hai fatto chiamare per parlare di… di… dolci per bambini?” Chiese inarcando un sopracciglio.
Mentre ne prendeva un’ altra dello stesso colore:
“Ooh… perdonami Severus…certo che no… ti ho chiamato perché mi occorre che tu vada a Grimmauld place… Sirius mi ha appena informato tramite gufo che tra breve terranno una riunione e ho pensato che bisognerebbe avvertirli della questione di Lucius Malfoy…”
“ E non potevi avvertirli tu?” Sirius… Non era già abbastanza  nauseato…
“No… è un’informazione importante che via gufo, se intercettata potrebbe far insospettire…”
“E non potresti andarci tu?”
“No…Severus…voglio che ci vada tu… io ho delle questioni… di cui occuparmi…” Disse il mago canuto scegliendo un’altra gelatina… e sfiorando con le dita una rivista che giaceva proprio accanto alla ciotola delle caramelle.
“Ovviamente…” Fece Piton storcendo il naso… “E quando dovrei raggiungere… la nobile dimora dell’eroe recluso?”
“Tra poco… Ma conviene che ti anticipi… ho detto loro di aspettarti…” Rispose Silente.
Piton sgranò gli occhi… “Bene! allora è meglio che vada!” esclamò a denti stretti.
Una volta fuori i cancelli di Hogwarts, si fermò un istante a guardarsi intorno. Giurava di aver sentito un lieve rumore provenire dietro alcuni alberi, ma forse si era sbagliato, poteva essere stato un gufo o un corvo… si smaterializzò.

Grimmauld place… Numero XII di Grimmauld place… quartier generale dell’Ordine della fenice e locazione della residenza del padrino prescelto… dell’idiota tanto amato e venerato dal giovane Potter… Il ragazzo prescelto non possedeva grandi doti di giudizio, questo gli era alquanto ovvio. Ma del resto come avrebbe potuto non idolatrare lo stramaledetto migliore amico del beato padre, pallone gonfiato quanto quest’ultimo se non di più?
Si materializzò all’ingresso della casa.
Subito gli apparve una giovane donna dai capelli rosa, corti e spinosi.
“Sera Professor Piton… venga… la stavamo giusto aspettando…”
Era Ninfadora Tonks, per niente brava a fingere di accogliere con piacere la sua visita, come del resto faceva durante le sue lezioni, ai tempi di Hogwarts. Era una pessima pozionista, un'imbranata Tassorosso a livelli senza speranza. Per sua fortuna aveva un'ottima media in "Difesa contro le arti oscure", naturalmente. Piton ricambiò il saluto solo con un lieve cenno del capo, attraversando lo stretto corridoio d’ingresso.
Una volta giunto alla cucina, la cui porta era socchiusa, sentì già la voce seccante di Sirius Black:
“Non possiamo restare inerti… lasciando che il ministero cada completamente nelle grinfie di presunti EX MANGIAMORTE… che però è chiaro a CHI siano ancora fedeli…”
Poi Tonks lo raggiunse e aprì la porta davanti a lui, tutti piombarono in un silenzio imbarazzante, che per fortuna Molly Weasley ruppe, invitando Piton ad accomodarsi, quasi fosse lei la padrona di casa.
Lui lo fece incurante dello sguardo inquisitorio, che Black non gli toglieva di dosso.
“Di cosa parlavate?” Chiese Tonks.
“Di niente che non sappiamo già…” Fu Remus Lupin a risponderle, lanciando uno sguardo di rimprovero a Sirius che continuava a fissare Piton minaccioso quasi come un cane fa con un ospite indesiderato.
Lui sapeva bene di esserlo, ma non gliene poteva fregar di meno. L’unica cosa che gli interessava era lasciare l’informazione che aveva appreso e alzare i tacchi da lì il più presto possibile… Il disprezzo così evidente di Black, ovviamente era più che reciproco…
“Io direi di far parlare Severus, di sicuro avrà qualche novità da dirci…” Continuò Lupin, volgendo lo sguardo a Piton… anche lui fingeva molto male, ma a differenza di Black o di Tonks almeno il “licantropo ammaestrato” era consapevole dell’importanza del suo ruolo…e delle sue informazioni.
“Che parli allora…” Sbuffò Sirius.
Piton inarcò un sopracciglio, non poteva proprio evitare di schernire quella testa di legno di Black:
“Forse al padrone di casa non interessano le mie notizie… magari lui ne possiede di più importanti, chiuso tra queste quattro mura…” Esordì arricciando le labbra.
“Maledetto Mocciosus! Chiunque sarebbe capace di raccogliere vento, un po’ di qua un po’ di là… Se non fossi ricercato dal Ministero, che molti dei TUOI AMICI controllano… tu saresti superfluo…”
“Ooh… ma io mi sento già superfluo anzi INUTILE… basta la tua presenza… SULLA TERRA…” Replicò beffardo.
“Vuoi che ti lavi la bocca Mocciosus? Mi sembra che questa sia una lezione che hai già appreso anni fa…”
“Quale lezione? Quella di attaccare solo quando si è almeno quattro contro uno? Illuminante…davvero illuminante… Un gran bell’esempio da dare al tuo figlioccio…” Il suo tono era mellifluo e pungente allo stesso tempo.
“Non osare parlare di Harry!! Lui non ti riguarda!!! So io di quale esempio ha bisogno!”
“Certo che non mi riguarda… per fortuna la buona sorte gli ha donato un padrino ESEMPLARE…Ma magari il ragazzo ha diritto di sapere chi fossero davvero suo padre e il suo padrino, no?”
“Non ti permetterò di infangare la memoria di James!! Sei un vile! Schifoso infame… Non so come faccia Silente a fidarsi di te! Ma ti dico una cosa… non sfiorare Harry nemmeno con un dito e tieni a freno quella tua lingua bugiarda con lui o altrimenti dovrai vedertela con me!”
“Ah… Non si diventa padre da un giorno all’altro… lo sai? Soprattutto poi uno che non riesce nemmeno a badare a se stesso figuriamoci curarsi di un ragazzino…”
Un bicchiere si infranse contro la parete mancando di pochissimo Piton, che l’aveva evitato abbassando velocemente la testa.
“Ora basta… Sirius smettila!! Stai esagerando!!!” Gridò Arthur Weasley.
“Dannazione Sirius… non riesci proprio a controllarti!!” Fece Lupin.
“Sta zitto Remus! Non hai sentito forse quello che Mocciosus si permette di insinuare?”
“Io mi permetto di insinuare la verità… Hai detto di sapere di cosa ha bisogno… ma dimentichi una cosa fondamentale… Lui non è IL TUO AMICO!  Ha bisogno di una famiglia… non di un amico! Quando forse crescerai e smetterai di trattarlo come tale, allora…” Si meravigliò di quanto detto, le parole gli erano uscite di bocca incontrollate. Che gli importava mai di Potter?
“Continui Mocciosus! Continui!!” Ringhiò Sirius.

“BASTA!! COS’E’ QUESTO BACCANO?!  “LA TESTA DI PORCO” E’ MOLTO PIU’ TRANQUILLO DI QUI!!! QUESTO DOVREBBE ESSERE UN QUARTIER GENERALE!!!”
La voce di Alastor “Malocchio” Moody si levò stentorea per tutta la stanza e finalmente ci fu un po’ di silenzio.
“Allora novità?” Chiese rivolgendo subito l’occhio artificiale a Piton che fece finta di nulla.
“A  te  Alastor, come è andata al ministero?” Chiese Ninfadora per distendere un po’ la situazione.
“Niente di niente… Caramell è inavvicinabile… persino Kingsley riesce a malapena a dirgli ciao… Se lo stanno cucinando ben bene…” Rispose Moody sedendosi, con Kingsley che apparve subito dietro di lui.
“Allora… di cosa stavate discutendo?”
Ci fu un attimo di silenzio poi fu Lupin a parlare:
“Stavamo giusto chiedendo a Severus se ha qualche nuova informazione…”
Tutti, tranne Sirius, puntarono gli occhi su Piton, che si alzò:
“Il signore oscuro…” Al suono di queste parole, Black lo guardò di nuovo torvo.
“ha dato un incarico a Lucius Malfoy…”
“E di cosa si tratta?” Chiese subito Tonks.
“Non lo so ancora… “
“Eh certo –Il signore oscuro-…tu vorresti prenderci in giro… fornendoci queste informazioni scarse o magari false, tenendo per te quelle davvero importanti… ” Esclamò di nuovo il padrone di casa.
Piton lo scrutò ora furioso, tutto sopportava ma non che qualcuno lo definisse bugiardo o codardo e su tutti quel pallone gonfiato di Sirius Black!
I due si stavano letteralmente fulminando, per fortuna solo con gli occhi.
“Chiudi il becco…Sirius!!” Esclamò Moody secco, almeno a lui Black diede ascolto.
“Chissà quale impresa è stata affidata a Mr. Puzzasottoilnaso Malfoy…” Continuò.
“Il reparto misteri… è quello il luogo che interessa…” Disse Piton.
“Di sicuro sarà qualcosa che scotta parecchio…” Aggiunse il vecchio Auror.
 Silenzio,poi…
“Ora se non vi dispiace, io tolgo il disturbo…” Fece Piton dirigendosi verso la porta della stanza.
“Ovviamente sarete informati di qualunque novità riesca ad entrare in possesso…”
“Grazie mille Severus…” Disse Lupin. “ Ti accompagno…” Aggiunse, continuando a rimproverare Sirius con lo sguardo.
“No…Non è necessario,  grazie… Arrivederci…”
Una volta nello stretto corridoio si smaterializzò e dopo un secondo appena fu di nuovo ai confini di Hogwarts.
Sfilò la bacchetta da sotto il mantello e infranse l’incantesimo di protezione dei cancelli, quando all’improvviso udì una voce:

“ Severus…”
Si girò di colpo, bacchetta alla mano, aveva sentito che c’era qualcuno anche prima.
In silenzio si avvicinò agli alberi e puntò la bacchetta contro di loro.
“Vuoi schiantarmi? Non sono venuta qui per combattere…” Di nuovo quella voce.
Piton sentiva di riconoscerla, restando in guardia si avvicinò di più…
Poi la persona che aveva parlato venne allo scoperto, alla luce di un lampione, che illuminava i confini della scuola.
“Buonasera Severus… o dovrei chiamarti Professor Piton?”
Lui abbassò la bacchetta. Era la Ruse.
“Che cosa ci fai qui Ruse anzi… signora Altman?” Chiese freddo.
L’espressione della donna mutò di colpo.
“Dovrei…vorrei parlarti… E’ per questo che sono qui…” Rispose lei come se le mancasse la voce.
Piton la scrutò con un’espressione indifferente sul volto. Ora che la poteva osservare meglio dall’altra sera, sembrava non esserci  nemmeno più l’ombra della ragazza che ricordava.
Indossava un vestito molto vecchio, era infreddolita.  Tra i capelli castano ambrato, raccolti in un crocchio, si vedeva chiaramente qualcuno bianco.
Il viso era pallido e scavato e gli occhi, grandi e grigi, avevano l’aria stanca e provata.
“Ho bisogno di chiederti un favore… solo tu puoi…” La donna assunse quasi lo stesso tono avuto con il signore oscuro.
“Solo io… posso cosa?” La interruppe lui aggrottando le sopracciglia, sapeva bene cosa voleva.
La donna abbassò lo sguardo.
Piton si stava girando per andar via, ma lei lo afferrò per un braccio.
“No! Severus…ti prego ascoltami…” gridò, lasciando subito la presa.
“Tu hai…hai sentito cosa ha detto il signore oscuro… hai capito che vuole punirmi… usando…usando mia figlia…” Aggiunse respirando a fatica.
Piton rimase in silenzio.
“Severus… solo tu mi puoi aiutare… ti prego...” Disse affogando il pianto.
“E per quale motivo…dimmi…dovrei aiutarti?” Rabbrividì di se stesso, ma non poteva accettare, mostrandosi così dissenziente con gli altri, per i quali lei era una traditrice, e soprattutto con il signore oscuro.
La donna lo guardò dritto negli occhi neri.
“Perché… perché… sappiamo entrambi cosa significa aver compiuto un errore da cui non vi è via di scampo… le cui conseguenze possono colpire qualcuno che ci è caro…” La voce tremante ma ferma.
Piton ebbe come un improvviso nodo alla gola e si irrigidì.
“Io non posso fare niente… il signore oscuro ha già deciso…puoi solo sperare che cambi idea…ma SAPPIAMO ENTRAMBI che è difficile…” Replicò.
“Il signore oscuro ha sempre avuto una grande considerazione di te… non dubiterebbe mai della tua parola…  Se tu potessi dissuaderlo…“
“E’ inutile…sarebbe inutile…correrei solo un grosso rischio!” Affermò fulmineo.
La donna parve essere sul punto di svenire, abbassò il capo poi lo alzò di nuovo verso Piton. Aveva le lacrime agli occhi.
“Ti prego Severus… Non ti chiedo di farlo per me ma per lei… E’ solo una ragazza… cosa potrebbe mai capire… La conosci del resto…”
I suoi occhi neri rimasero glaciali.
“Tua figlia ne sarebbe fiera…” Disse secco.
La donna si irrigidì.
“Cosa dici… Selenia è cresciuta lontana da tutto ciò!”
“Bhè… allora vuol dire o che non conosci tua figlia… o che forse non le presti la dovuta attenzione…”
Antigone abbassò nuovamente il capo.
“ Parli come se fossi estraneo all’ingenuità tipica della sua età… agli errori che si possono commettere quando si è troppo giovani!!”
Si percepiva un velo di rimprovero nel tono della donna, Piton ne fu irritato.
“ Io sono fedele al signore oscuro, Antigone!! Perciò tu non dovresti parlare con me in questo modo!” La sua voce era un misto di rabbia e dolore…
“Puoi anche mentire a me, Severus, ma non a te stesso…” Replicò lei secca.
Poi si girò e si smaterializzò.

Piton rimase lì un istante a scrutare il punto in cui Antigone Ruse si era smaterializzata. Poi superò i cancelli e li serrò di nuovo con l’incantesimo di protezione.
Una volta giunto al ponte sospeso, notò che c’era qualcuno.
Non poteva essere uno studente, o almeno sarebbe stato meglio per lui non esserlo.
La barba argentea e la lunga veste azzurra gli tolsero ogni dubbio.
“Che notte!  Fredda… ma non ho potuto resistere… La vista del cielo e delle colline all’orizzonte, illuminate dalle stelle, è straordinaria da questo ponte…   Come è andata la riunione?”Esordì l’anziano mago vedendolo arrivare, come se già non lo sapesse!
“Una meraviglia…” Ghignò lui.
“Mi fa piacere…” Si sporse leggermente.
“Non ho potuto fare a meno di notare che stavi parlando con qualcuno prima, oltre il cancello principale…”
Piton lo guardò truce.
“Saranno anche affari miei… non credi?”
“Oh certo… solo che non mi è parsa una conversazione piacevole… mi sono preoccupato… “
“Cosa c’è…  ti sei messo anche ad origliare…non ti fidi di me?! Era la Ruse! Ha aspettato che tornassi! Ora sei più tranquillo?!”
“Io mi fido di te, Severus… incondizionatamente…” Piton abbassò lo sguardo.
“Cosa voleva Antigone?”
“Non lo immagini?!!” Replicò a denti stretti.
“Ti ha parlato della signorina Altman suppongo…”
Piton inarcò un sopracciglio e annuì.
“Mi ha chiesto… mi ha chiesto di dissuadere il signore oscuro dal voler incontrare sua figlia!”
“E’ comprensibile… ” Silente chiuse gli occhi per un secondo.
Piton che si era appoggiato con la schiena alla parete del ponte, sussultò.
“E’ comprensibile dici…e perché diamine è venuta da me?! Forse la tua mente acuta non pensa che potrebbe saltare tutto, che se è venuta da me è perché sospetta che io fingo!!”
“Si… Severus… potrebbe anche darsi… ma tu non pensi che forse sei l’unico a cui si sarebbe mai potuta rivolgere? L’unico amico… Del resto eravate compagni di casa…e poi dopo insieme anche nella cerchia di Lord Voldemort… sbaglio?”
Piton ridusse gli occhi a fessure.
“Nella cerchia dei mangiamorte non si è davvero “INSIEME “ o “COMPAGNI”…  e comunque non c’entra nulla… ”
“E perché mai, Severus? Del resto lei è sola, non ha più nessuno ora qui, né parenti, né tantomeno amici… Ha visto in te l’unica persona più vicina… Ha pensato magari… che tu… che TU POSSA TENERE ALLA RAGAZZA, dopotutto è una tua allieva, della tua casa…”
Piton sgranò gli occhi sconcertato.
“Ma cosa sono queste sciocchezze!! Non ti preoccupa che lei possa sospettare…?! Hai bevuto?” Chiese con sarcasmo.
“No… non bevo mai prima di andare a letto… è così appagante lasciarsi trasportare dalle dolci melodie di Morfeo, per rovinarle cadendo ubriaco…” Rispose secco il preside, scrutando Piton che si sentì come se gli stessero leggendo l’anima.  
“E non mi preoccupa la richiesta di Antigone… Severus… sarà il mio animo da vecchio Grifondoro… ma io vedo solo una madre disperata e una persona sola che si è rivolta ad un vecchio amico…”
“Sarà… ma io non sono un ingenuo… Grifondoro! ”Replicò subito lui.
Silente lo scrutò sopra gli occhiali a mezzaluna.
“Ora se non ti dispiace… ti lascio…” Aggiunse sfuggendo indifferente all’occhiata del preside.
“Buonanotte Severus…”
“Buonanotte…”
Sì… buonanotte un corno! Pensò mentre si recava nei sotterranei. Già c’era lui a chiedergli di tenere d’occhio quelle due teste vuote di Potter e di Altman e ora ci mancava anche sua madre... Perché diamine era venuta proprio da lui? Sospettava, ne era sicuro…
La Ruse avrebbe potuto ricattarlo, del resto un mangiamorte è difficile abbandoni le vecchie abitudini del tutto.
Poi le parole di Silente risuonarono chiare nella sua mente: “ Una madre disperata…”
Entrò nella sua stanza, chiudendo la porta con violenza dietro di sé. Quelle parole che ancora gli rimbombavano nel cervello. Una madre… disperata… pronta a qualsiasi sacrificio… a morire per suo figlio… Lily Evans…
In un attimo fu come trasportato a molti anni prima era il suo sesto anno. La giovane Lily non era più al suo fianco.
Tra di loro erano rimasti solo sguardi furtivi, qualche saluto smorzato…
Sentiva, percepiva la sua sofferenza quando lo vedeva nei corridoi con accanto Mulciber e Avery…  Lui abbassava il capo, troppo orgoglioso anzi incapace di tornare da lei. Testardo nelle sue scelte, nelle sue mire. Cieco!
Ormai aveva trovato la sua strada… Una strada che gli avrebbe permesso di mettere in campo le sue ottime doti di pozionista, la sua intelligenza e cultura magica, il suo coraggio, dove avrebbe potuto affinare le sue abilità nel duello e nelle arti oscure. Si sarebbe guadagnato la stima del mago “più potente del mondo”…
Avrebbe lasciato alle spalle tutte le umiliazioni subite da Potter e la sua combriccola, le sue misere origini, quei genitori che gli avevano trasmesso solo odio e  disprezzo da quando era venuto al mondo, quel padre… che non lo aveva mai accettato, che lo aveva solo e sempre schernito… quel lurido… Il fiato gli si smorzò in gola. Quelli erano i suoi pensieri da 16enne. Era così pieno di rabbia, così rancoroso contro tutto e tutti… Voleva cambiare quel mondo che lo aveva reso ciò che era e chi gliene avrebbe offerto il potere più del grande Lord Voldemort?
Ma mai aveva davvero odiato nemmeno suo padre. Si era sforzato di odiarlo solo per lenire il dolore. Mai aveva giudicato davvero i babbani o i figli di babbani inferiori (come poteva, lui che nel suo mondo di adolescente, era il “Principe Mezzosangue”?).  Mai… mai aveva anche solo immaginato di rivolgere quell’insulto a lei… nemmeno quando quelle parole gli erano uscite di bocca come veleno…
Vi era il desiderio di chiudere col passato, ma anche la consapevolezza che lei non sarebbe mai rimasta nel suo passato, non l’avrebbe mai lasciata alle spalle… Mai.
Gli occhi improvvisamente gli si riempirono di lacrime… Lui stesso l’aveva condannata a vivere nel passato… L’aveva… L’aveva uccisa…
Con un gesto fulmineo del braccio le asciugò, gettandosi sul letto freddo come se mai nessuno vi dormisse.
Di nuovo quel ragazzo solo, ingenuo, tanto ambizioso da aver perso già tutto senza rendersene conto e ad un passo dal perdere anche l’anima, gli fu davanti come uno spettro…  Solo,   ingenuo, ambizioso… La ragazzina… La Altman… rivide quello spettro in lei…
Era ambiziosa… più che altro desiderosa di riscatto. Ingenua… come ogni ragazzo della sua età. Sola… nemmeno sua madre evidentemente si rendeva conto della sua solitudine, forse presa da tutt’altro.  
Riaffiorò nella sua mente un altro ricordo molto più preciso, che non avrebbe mai immaginato di rammentare. Risaliva al suo settimo anno.

 Era notte inoltrata e lui era ancora davanti al camino, spento, della sala comune della sua casa… immerso nel buio pesto interrotto solo dalla luce morente di una candela quasi del tutto consumata.
Udì dei passi.
Qualcuno gli si sedette accanto, prendendo la bacchetta dalla tasca interna della vestaglia: “Incendio!”.
Un fuoco divampò nel grosso camino illuminando i visi di entrambi i presenti.
“Diamine Severus… non hai una bella cera… anzi direi che fai paura…” Esclamò una ragazza dai grandi occhi grigi e dai mossi capelli ambrati.
“Grazie…” Rispose seccato e a denti stretti, dandole subito le spalle come per ignorarla.
“Lumacorno mi ha dato Eccezionale…” Fece lei per richiamare l’attenzione: “Il tuo libro è sempre utile, ma senza le mie abilità non sarebbe di certo bastato…” Aggiunse, posando un vecchio volume accanto a lui.
Piton si girò di scatto guardandola truce, non glielo avrebbe mai più dato fino ai M.A.G.O.!
“Ma non sono venuta per parlare di questo…  sei giù di corda… dovresti essere felice. Una volta usciti da qui finalmente avremo quello che vogliamo…” Sospirò a quelle ultime parole come se non ne fosse convinta.
Lui la guardò un istante per sostenerla, ma poi abbassò gli occhi.
“Che cos’hai?”
“Nulla…”
“Ma che… non mi freghi…c’è qualcosa…”
Lo scoppiettio del fuoco in sottofondo.
“Sono affari miei!! Sei una gran seccatura… ragazzina ricca!” Sbuffò.
“ Si…ricca sono ricca… ma non credere che questo renda le cose più semplici…anzi…” Lo interruppe la ragazza.
Il giovane Piton le rivolse uno sguardo quasi minaccioso e si alzò in piedi stizzito.
“Non mi interessa… voglio solo che mi lasci in pace! Non hai sonno? Perché non vai a scocciare qualcun’ altro?!”
“A quest’ora  Severus? Purtroppo ci sei solo tu qui a penare… devo accontentarmi…” Rispose beffarda Antigone.
Piton  incrociò le braccia, in silenzio ma sempre più rabbioso.
“Tanto lo so… so chi è che ti fa questo effetto…”
Piton sgranò gli occhi e le braccia gli caddero lungo il corpo.
“Io non ti capisco Severus… se ci tieni così tanto… perché non…”
“Ma di cosa parli!!?” Il viso da pallido era diventato rosso come il fuoco che bruciava nel caminetto.
La ragazza lo scrutava divertita.
“Parlo di Miss Perfezione Evans… è lei la causa del tuo sottotono… Non credere…sei noioso sempre ma adesso sei la noia in persona!! Ci sono anche io alle cene del Lumaclub...sai? Tu sembri essere in un altro mondo…” disse ridendo.
Piton la guardava come se non volesse credere alle sue orecchie.
“Io non capisco… perché avete chiuso improvvisamente? “
Lui era sempre più incredulo di ciò che sentiva.
“Non fare quella faccia… Io sono molto attenta e certe cose le intuisco… sono una donna…”
Rispose a quella sua ultima affermazione sollevando un sopracciglio.
“Cosa intuisci?”
Si fissarono negli occhi per un istante.
“Che…” Sibilò la giovane: “Che tu muori per lei, Severus… La ami…”
Piton sgranò di nuovo gli occhi e si irrigidì tutto. Non poteva tacere, avrebbe significato asserire quanto aveva detto lei. Non riuscì comunque a spiccicar parola, fu di nuovo la Ruse a parlare:
“Perché l’hai lasciata andare così?”
Era la stessa cosa che si chiedeva lui… ma… aveva fatto la sua scelta… Non sarebbe tornato indietro…. e poi era troppo tardi…
“Non che sia nelle mie simpatie… ma non è male per essere una Grifondoro… e una MEZ…”
“Una che!!?” Gridò lui come una furia, abbassando lo sguardo, consapevole, dopo quella esclamazione, di essere ormai uscito completamente allo scoperto.
La ragazza si ammutolì di colpo, poi dopo una breve pausa riprese la parola:
“Io ti consiglio di parlarle…meglio tardi che mai… Io… Io al tuo posto, forse, non lascerei andare la persona che amo… anche se dovesse costarmi qualcosa…” Disse con un’espressione pensierosa in viso, come se riflettesse attentamente su ognuna di quelle parole: “Ti consiglio…”
“Non ho bisogno dei tuoi consigli! Buonanotte!!” La interruppe brusco avviandosi al dormitorio maschile.

Antigone Ruse… Ricordava una ragazza dall’aspetto curato e abbastanza attraente almeno per gli altri ragazzi della scuola. Aveva un carattere vivace e anche abbastanza altruista. Ma sapeva essere molto presuntuosa ed egocentrica (cosa che lo infastidiva parecchio)… sempre al centro di situazioni che non la riguardavano affatto. Era anche furba fino all’osso, come suo fratello gemello del resto.   
“La furbizia è un attributo tipico dei Ruse…” Si vantava spesso con lui e gli altri compagni di casa.
Ma secondo quanto aveva sentito dire qualche volta da Bellatrix Black o Mulciber,  Orion Ruse, il padre, era molto severo e rimproverava spesso i due figli, soprattutto Antigone, di aver ereditato il carattere debole e ingenuo della madre, venuta a mancare quando erano appena al terzo anno di Hogwarts.
Aveva sempre avuto il presentimento che le loro scelte fossero più mirate a compiacere quel padre molto esigente, che i loro reali desideri. La tragica fine di Angustus ne era la prova più palese.
Stava ricordando il loro ultimo incontro.
Era l’aprile del 1980, molto tempo prima che il Signore Oscuro scoprisse il tradimento di suo fratello(lei invece con molta probabilità, ne era già al corrente).
Come accadeva spesso, Lucius Malfoy e consorte, avevano dato un ricevimento a casa loro. Il motivo era quasi sempre il bisogno di Lucius, di ostentare la propria ricchezza e allora anche l’arrivo, prossimo, del loro primogenito. Piton odiava partecipare a quel genere di cose, ma non poteva sempre dire di no.
Ricordava che Angustus si congedò molto prima della fine della cena, Antigone invece fu sfuggente per tutta la sera e quasi non toccò cibo.
A cena finita, si ritrovò in strada insieme a lei, non volutamente.
Antigone ebbe come un sussulto, quando si accorse della sua presenza.

“Dannazione! Proprio tu! Che vuoi qui?”
“Potrei chiederti la stessa cosa… A meno che questa strada non sia di tuo esclusivo uso…”
Rispose lui.
Antigone storse il naso e si smaterializzò, salutandolo a malapena.
Ora che rammentava, era vestita in un modo alquanto strano… per lei. Indossava un abito almeno di due taglie più grandi… Possibile che volesse nascondere… Sì, di sicuro… o forse no…
Scacciò quel pensiero come un insetto molesto, alzandosi di colpo dal letto. Cosa gli poteva mai interessare?! Le uniche cose che lo preoccupavano era che la Ruse, al contrario di quanto credesse Silente, potesse ricattarlo e di studiare un modo per tentare almeno di dissuadere il Signore Oscuro dal voler usare quella testa calda della Altman per punire sua madre.

  
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