“Sera,
Severus…” Disse sorridendo il preside, appena
vide entrare il mago dai capelli corvini.
Silente
si alzò, dirigendosi verso una ciotola di gelatine tutti
gusti + 1.
Ne prese una color fango, a Piton, che lo seguiva con lo
sguardo, pareva disgustosa…
“Squisita…
chissà perché quelle che fuori sembrano pessime
in realtà si rivelano sempre le
migliori…” Disse rivolgendo gli occhi sorridenti a
Piton che si irrigidì.
“Mi hai
fatto chiamare per parlare di… di… dolci per
bambini?” Chiese inarcando un
sopracciglio.
Mentre ne
prendeva un’ altra dello stesso colore:
“Ooh…
perdonami Severus…certo che no… ti ho chiamato
perché mi occorre che tu vada a
Grimmauld place… Sirius mi ha appena informato tramite gufo
che tra breve
terranno una riunione e ho pensato che bisognerebbe avvertirli della
questione
di Lucius Malfoy…”
“ E non
potevi avvertirli tu?” Sirius… Non era
già abbastanza nauseato…
“No… è
un’informazione importante che via gufo, se intercettata
potrebbe far
insospettire…”
“E non
potresti andarci tu?”
“No…Severus…voglio
che ci vada tu… io ho delle questioni… di cui
occuparmi…” Disse il mago canuto
scegliendo un’altra gelatina… e sfiorando con le
dita una rivista che giaceva
proprio accanto alla ciotola delle caramelle.
“Ovviamente…”
Fece Piton storcendo il naso… “E quando dovrei
raggiungere… la nobile dimora
dell’eroe recluso?”
“Tra
poco… Ma conviene che ti anticipi… ho detto loro
di aspettarti…” Rispose
Silente.
Piton
sgranò gli occhi… “Bene! allora
è meglio che vada!” esclamò a denti
stretti.
Si
materializzò all’ingresso della casa.
Subito
gli apparve una giovane donna dai capelli rosa, corti e spinosi.
“Sera Professor Piton… venga… la stavamo giusto
aspettando…”
Era
Ninfadora Tonks, per niente brava a fingere di accogliere con piacere
la sua
visita, come del resto faceva durante le sue lezioni, ai tempi di Hogwarts. Era una pessima pozionista, un'imbranata Tassorosso a livelli senza speranza. Per sua fortuna aveva un'ottima media in "Difesa contro le arti oscure", naturalmente. Piton ricambiò il saluto solo con un lieve
cenno del capo,
attraversando lo stretto corridoio d’ingresso.
Una volta
giunto alla cucina, la cui porta era socchiusa, sentì
già la voce seccante di
Sirius Black:
“Non
possiamo restare inerti… lasciando che il ministero cada
completamente nelle
grinfie di presunti EX MANGIAMORTE… che però
è chiaro a CHI siano ancora
fedeli…”
Poi Tonks
lo raggiunse e aprì la porta davanti a lui, tutti piombarono
in un silenzio
imbarazzante, che per fortuna Molly Weasley ruppe, invitando Piton ad
accomodarsi, quasi fosse lei la padrona di casa.
Lui lo
fece incurante dello sguardo inquisitorio, che Black non gli toglieva
di dosso.
“Di
niente che non sappiamo già…” Fu Remus
Lupin a risponderle, lanciando uno
sguardo di rimprovero a Sirius che continuava a fissare Piton
minaccioso quasi
come un cane fa con un ospite indesiderato.
Lui
sapeva bene di esserlo, ma non gliene poteva fregar di meno.
L’unica cosa che
gli interessava era lasciare l’informazione che aveva appreso
e alzare i tacchi
da lì il più presto possibile… Il
disprezzo così evidente di Black, ovviamente
era più che reciproco…
“Io direi
di far parlare Severus, di sicuro avrà qualche
novità da dirci…” Continuò
Lupin, volgendo lo sguardo a Piton… anche lui fingeva molto
male, ma a
differenza di Black o di Tonks almeno il “licantropo
ammaestrato” era
consapevole dell’importanza del suo ruolo…e delle
sue informazioni.
“Che
parli allora…” Sbuffò Sirius.
“Forse al
padrone di casa non interessano le mie notizie… magari lui
ne possiede di più
importanti, chiuso tra queste quattro mura…”
Esordì arricciando le labbra.
“Maledetto
Mocciosus! Chiunque sarebbe capace di raccogliere vento, un
po’ di qua un po’
di là… Se non fossi ricercato dal Ministero, che
molti dei TUOI AMICI
controllano… tu saresti superfluo…”
“Ooh… ma
io mi sento già superfluo anzi INUTILE… basta la
tua presenza… SULLA TERRA…”
Replicò beffardo.
“Vuoi che
ti lavi la bocca Mocciosus? Mi sembra che questa sia una lezione che
hai già
appreso anni fa…”
“Quale
lezione? Quella di attaccare solo quando si è almeno quattro
contro uno?
Illuminante…davvero illuminante… Un gran
bell’esempio da dare al tuo
figlioccio…” Il suo tono era mellifluo e pungente
allo stesso tempo.
“Non
osare parlare di Harry!! Lui non ti riguarda!!! So io di quale esempio
ha
bisogno!”
“Certo
che non mi riguarda… per fortuna la buona sorte gli ha
donato un padrino
ESEMPLARE…Ma magari il ragazzo ha diritto di sapere chi
fossero davvero suo
padre e il suo padrino, no?”
“Non ti
permetterò di infangare la memoria di James!! Sei un vile!
Schifoso infame… Non
so come faccia Silente a fidarsi di te! Ma ti dico una cosa…
non sfiorare Harry
nemmeno con un dito e tieni a freno quella tua lingua bugiarda con lui
o
altrimenti dovrai vedertela con me!”
“Ah… Non
si diventa padre da un giorno all’altro… lo sai?
Soprattutto poi uno che non
riesce nemmeno a badare a se stesso figuriamoci curarsi di un
ragazzino…”
Un
bicchiere si infranse contro la parete mancando di pochissimo Piton,
che l’aveva
evitato abbassando velocemente la testa.
“Ora
basta… Sirius smettila!! Stai esagerando!!!”
Gridò Arthur Weasley.
“Dannazione
Sirius… non riesci proprio a controllarti!!” Fece
Lupin.
“Sta
zitto Remus! Non hai sentito forse quello che Mocciosus si permette di
insinuare?”
“Io mi
permetto di insinuare la verità… Hai detto di
sapere di cosa ha bisogno… ma
dimentichi una cosa fondamentale… Lui non è IL
TUO AMICO! Ha
bisogno di una famiglia… non di un amico!
Quando forse crescerai e smetterai di trattarlo come tale,
allora…” Si
meravigliò di quanto detto, le parole gli erano uscite di
bocca incontrollate.
Che gli importava mai di Potter?
“Continui
Mocciosus! Continui!!” Ringhiò Sirius.
“BASTA!!
COS’E’ QUESTO BACCANO?! “LA
TESTA DI
PORCO” E’ MOLTO PIU’ TRANQUILLO DI QUI!!!
QUESTO DOVREBBE ESSERE UN QUARTIER
GENERALE!!!”
La voce
di Alastor “Malocchio” Moody si levò
stentorea per tutta la stanza e finalmente
ci fu un po’ di silenzio.
“Allora
novità?” Chiese rivolgendo subito
l’occhio artificiale a Piton che fece finta
di nulla.
“A te Alastor, come è
andata al ministero?” Chiese
Ninfadora per distendere un po’ la situazione.
“Niente
di niente… Caramell è inavvicinabile…
persino Kingsley riesce a malapena a
dirgli ciao… Se lo stanno cucinando ben
bene…” Rispose Moody sedendosi, con
Kingsley che apparve subito dietro di lui.
“Allora…
di cosa stavate discutendo?”
Ci fu un
attimo di silenzio poi fu Lupin a parlare:
“Stavamo giusto chiedendo a Severus se ha qualche nuova
informazione…”
Tutti, tranne
Sirius, puntarono gli occhi su Piton, che si alzò:
“Il
signore oscuro…” Al suono di queste parole, Black
lo guardò di nuovo torvo.
“ha dato
un incarico a Lucius Malfoy…”
“E di
cosa si tratta?” Chiese subito Tonks.
“Non lo
so ancora… “
“Eh certo
–Il signore oscuro-…tu vorresti prenderci in
giro… fornendoci queste
informazioni scarse o magari false, tenendo per te quelle davvero
importanti… ”
Esclamò di nuovo il padrone di casa.
Piton lo
scrutò ora furioso, tutto sopportava ma non che qualcuno lo
definisse bugiardo
o codardo e su tutti quel pallone gonfiato di Sirius Black!
“Chiudi
il becco…Sirius!!” Esclamò Moody secco,
almeno a lui Black diede ascolto.
“Chissà
quale impresa è stata affidata a Mr. Puzzasottoilnaso
Malfoy…” Continuò.
“Il
reparto misteri… è quello il luogo che
interessa…” Disse Piton.
“Di
sicuro sarà qualcosa che scotta
parecchio…” Aggiunse il vecchio Auror.
Silenzio,poi…
“Ora se
non vi dispiace, io tolgo il disturbo…” Fece Piton
dirigendosi verso la porta
della stanza.
“Ovviamente sarete informati di qualunque novità
riesca
ad entrare in possesso…”
“Grazie
mille Severus…” Disse Lupin. “ Ti
accompagno…” Aggiunse, continuando a
rimproverare Sirius con lo sguardo.
“No…Non è necessario,
grazie… Arrivederci…”
Una volta
nello stretto corridoio si smaterializzò e dopo un secondo
appena fu di nuovo
ai confini di Hogwarts.
Sfilò la
bacchetta da sotto il mantello e infranse l’incantesimo di
protezione dei cancelli,
quando all’improvviso udì una voce:
“
Severus…”
Si girò
di colpo, bacchetta alla mano, aveva sentito che c’era
qualcuno anche prima.
In
silenzio si avvicinò agli alberi e puntò la
bacchetta contro di loro.
“Vuoi
schiantarmi? Non sono venuta qui per combattere…”
Di nuovo quella voce.
Piton sentiva di riconoscerla, restando in guardia si
avvicinò di più…
Poi la
persona che aveva parlato venne allo scoperto, alla luce di un
lampione, che
illuminava i confini della scuola.
Lui
abbassò la bacchetta. Era la Ruse.
“Che cosa
ci fai qui Ruse anzi… signora Altman?” Chiese
freddo.
L’espressione
della donna mutò di colpo.
“Dovrei…vorrei
parlarti… E’ per questo che sono
qui…” Rispose lei come se le mancasse la voce.
Piton la
scrutò con un’espressione indifferente sul volto.
Ora che la poteva osservare
meglio dall’altra sera, sembrava non esserci
nemmeno più l’ombra della ragazza che
ricordava.
Indossava
un vestito molto vecchio, era infreddolita.
Tra i capelli castano ambrato, raccolti in un crocchio, si
vedeva
chiaramente qualcuno bianco.
Il viso
era pallido e scavato e gli occhi, grandi e grigi, avevano
l’aria stanca e
provata.
“Ho
bisogno di chiederti un favore… solo tu
puoi…” La donna assunse quasi lo stesso
tono avuto con il signore oscuro.
“Solo io…
posso cosa?” La interruppe lui aggrottando le sopracciglia,
sapeva bene cosa
voleva.
La donna
abbassò lo sguardo.
Piton si
stava girando per andar via, ma lei lo afferrò per un
braccio.
“No!
Severus…ti prego ascoltami…”
gridò, lasciando subito la presa.
“Tu
hai…hai sentito cosa ha detto il signore oscuro…
hai capito che vuole punirmi…
usando…usando mia figlia…” Aggiunse
respirando a fatica.
Piton
rimase in silenzio.
“Severus…
solo tu mi puoi aiutare… ti prego...” Disse
affogando il pianto.
“E per
quale motivo…dimmi…dovrei aiutarti?”
Rabbrividì di se stesso, ma non poteva
accettare, mostrandosi così dissenziente con gli altri, per
i quali lei era una
traditrice, e soprattutto con il signore oscuro.
La donna
lo guardò dritto negli occhi neri.
“Perché…
perché… sappiamo entrambi cosa significa aver
compiuto un errore da cui non vi
è via di scampo… le cui conseguenze possono
colpire qualcuno che ci è caro…” La
voce tremante ma ferma.
Piton ebbe
come un improvviso nodo alla gola e si irrigidì.
“Io non
posso fare niente… il signore oscuro ha già
deciso…puoi solo sperare che cambi
idea…ma SAPPIAMO ENTRAMBI che è
difficile…” Replicò.
“Il signore oscuro ha sempre avuto una grande
considerazione di te…
non dubiterebbe mai della tua parola… Se
tu potessi dissuaderlo…“
“E’
inutile…sarebbe inutile…correrei solo un grosso
rischio!” Affermò fulmineo.
La donna parve essere sul punto di svenire,
abbassò il capo poi lo alzò di nuovo verso Piton.
Aveva le lacrime agli occhi.
“Ti prego
Severus… Non ti chiedo di farlo per me ma per
lei… E’ solo una ragazza… cosa
potrebbe mai capire… La conosci del
resto…”
I suoi
occhi neri rimasero glaciali.
“Tua
figlia ne sarebbe fiera…” Disse secco.
La donna
si irrigidì.
“Cosa
dici… Selenia è cresciuta lontana da tutto
ciò!”
“Bhè…
allora vuol dire o che non conosci tua figlia… o che forse
non le presti la
dovuta attenzione…”
Antigone
abbassò nuovamente il capo.
“ Parli
come se fossi estraneo all’ingenuità tipica della
sua età… agli errori che si
possono commettere quando si è troppo giovani!!”
Si percepiva
un velo di rimprovero nel tono della donna, Piton ne fu irritato.
“ Io sono
fedele al signore oscuro, Antigone!! Perciò tu non dovresti
parlare con me in
questo modo!” La sua voce era un misto di rabbia e
dolore…
“Puoi
anche mentire a me, Severus, ma non a te stesso…”
Replicò lei secca.
Poi si
girò e si smaterializzò.
Piton
rimase lì un istante a scrutare il punto in cui Antigone
Ruse si era
smaterializzata. Poi superò i cancelli e li serrò
di nuovo con l’incantesimo di
protezione.
Una volta
giunto al ponte sospeso, notò che c’era qualcuno.
Non
poteva essere uno studente, o almeno sarebbe stato meglio per lui non
esserlo.
La barba
argentea e la lunga veste azzurra gli tolsero ogni dubbio.
“Una
meraviglia…” Ghignò lui.
“Mi fa
piacere…” Si sporse leggermente.
“Non ho
potuto fare a meno di notare che stavi parlando con qualcuno prima,
oltre il
cancello principale…”
Piton lo
guardò truce.
“Saranno
anche affari miei… non credi?”
“Oh
certo… solo che non mi è parsa una conversazione
piacevole… mi sono
preoccupato… “
“Cosa
c’è…
ti sei messo anche ad origliare…non
ti fidi di me?! Era la Ruse! Ha aspettato che tornassi! Ora sei
più tranquillo?!”
“Io mi
fido di te, Severus…
incondizionatamente…” Piton abbassò lo
sguardo.
“Cosa
voleva Antigone?”
“Non lo
immagini?!!” Replicò a denti stretti.
“Ti ha
parlato della signorina Altman suppongo…”
Piton
inarcò un sopracciglio e annuì.
“Mi ha
chiesto… mi ha chiesto di dissuadere il signore oscuro dal
voler incontrare sua
figlia!”
“E’
comprensibile… ” Silente chiuse gli occhi per un
secondo.
Piton che
si era appoggiato con la schiena alla parete del ponte,
sussultò.
“E’
comprensibile dici…e perché diamine è
venuta da me?! Forse la tua mente acuta
non pensa che potrebbe saltare tutto, che se è venuta da me
è perché sospetta
che io fingo!!”
“Si…
Severus… potrebbe anche darsi… ma tu non pensi
che forse sei l’unico a cui
si sarebbe mai potuta rivolgere? L’unico amico…
Del resto eravate compagni di
casa…e poi dopo insieme anche nella cerchia di Lord
Voldemort… sbaglio?”
Piton
ridusse gli occhi a fessure.
“Nella
cerchia dei mangiamorte non si è davvero “INSIEME
“ o “COMPAGNI”… e comunque non
c’entra nulla… ”
“E perché
mai, Severus? Del resto lei è sola, non ha più
nessuno ora qui, né parenti, né
tantomeno amici… Ha visto in te l’unica persona
più vicina… Ha pensato magari…
che tu… che TU POSSA TENERE ALLA RAGAZZA, dopotutto
è una tua allieva, della
tua casa…”
Piton
sgranò gli occhi sconcertato.
“Ma cosa
sono queste sciocchezze!! Non ti preoccupa che lei possa
sospettare…?! Hai
bevuto?” Chiese con sarcasmo.
“No… non
bevo mai prima di andare a letto… è
così appagante lasciarsi trasportare dalle
dolci melodie di Morfeo, per rovinarle cadendo
ubriaco…” Rispose secco il preside,
scrutando Piton che si sentì come se gli stessero leggendo
l’anima.
“E non mi
preoccupa la richiesta di Antigone… Severus…
sarà il mio animo da vecchio
Grifondoro… ma io vedo solo una madre disperata e una
persona sola che si è
rivolta ad un vecchio amico…”
“Sarà… ma
io non sono un ingenuo… Grifondoro!
”Replicò subito lui.
Silente
lo scrutò sopra gli occhiali a mezzaluna.
“Ora se
non ti dispiace… ti lascio…” Aggiunse
sfuggendo indifferente all’occhiata del
preside.
“Buonanotte
Severus…”
“Buonanotte…”
Sì…
buonanotte un corno! Pensò mentre si recava nei sotterranei.
Già c’era lui a
chiedergli di tenere d’occhio quelle due teste vuote di
Potter e di Altman e
ora ci mancava anche sua madre... Perché diamine era venuta
proprio da lui?
Sospettava, ne era sicuro…
La Ruse
avrebbe potuto ricattarlo, del resto un mangiamorte è
difficile abbandoni le
vecchie abitudini del tutto.
Poi le
parole di Silente risuonarono chiare nella sua mente: “ Una
madre disperata…”
Entrò
nella sua stanza, chiudendo la porta con violenza dietro di
sé. Quelle parole
che ancora gli rimbombavano nel cervello. Una madre…
disperata… pronta a
qualsiasi sacrificio… a morire per suo figlio…
Lily Evans…
In un
attimo fu come trasportato a molti anni prima era il suo sesto anno. La
giovane
Lily non era più al suo fianco.
Tra di
loro erano rimasti solo sguardi furtivi, qualche saluto
smorzato…
Sentiva,
percepiva la sua sofferenza quando lo vedeva nei corridoi con accanto
Mulciber
e Avery… Lui
abbassava il capo, troppo
orgoglioso anzi incapace di tornare da lei. Testardo nelle sue scelte,
nelle
sue mire. Cieco!
Ormai
aveva trovato la sua strada… Una strada che gli avrebbe
permesso di mettere in
campo le sue ottime doti di pozionista, la sua intelligenza e cultura
magica,
il suo coraggio, dove avrebbe potuto affinare le sue abilità
nel duello e nelle
arti oscure. Si sarebbe guadagnato la stima del mago
“più potente del mondo”…
Avrebbe
lasciato alle spalle tutte le umiliazioni subite da Potter e la sua
combriccola, le sue misere origini, quei genitori che gli avevano
trasmesso
solo odio e disprezzo
da quando era
venuto al mondo, quel padre… che non lo aveva mai accettato,
che lo aveva solo
e sempre schernito… quel lurido… Il fiato gli si
smorzò in gola. Quelli erano i
suoi pensieri da 16enne. Era così pieno di rabbia,
così rancoroso contro tutto
e tutti… Voleva cambiare quel mondo che lo aveva reso
ciò che era e chi gliene
avrebbe offerto il potere più del grande Lord Voldemort?
Ma mai
aveva davvero odiato nemmeno suo padre. Si era sforzato di odiarlo solo
per
lenire il dolore. Mai aveva giudicato davvero i babbani o i figli di
babbani
inferiori (come poteva, lui che nel suo mondo di adolescente, era il
“Principe
Mezzosangue”?). Mai…
mai aveva anche
solo immaginato di rivolgere quell’insulto a lei…
nemmeno quando quelle parole
gli erano uscite di bocca come veleno…
Vi era il
desiderio di chiudere col passato, ma anche la consapevolezza che lei
non
sarebbe mai rimasta nel suo passato, non l’avrebbe mai
lasciata alle spalle…
Mai.
Gli occhi
improvvisamente gli si riempirono di lacrime… Lui stesso
l’aveva condannata a
vivere nel passato… L’aveva…
L’aveva uccisa…
Con un
gesto fulmineo del braccio le asciugò, gettandosi sul letto
freddo come se mai
nessuno vi dormisse.
Di nuovo
quel ragazzo solo, ingenuo, tanto ambizioso da aver perso
già tutto senza
rendersene conto e ad un passo dal perdere anche l’anima, gli
fu davanti come
uno spettro… Solo, ingenuo,
ambizioso… La ragazzina… La Altman…
rivide quello spettro in lei…
Era
ambiziosa… più che altro desiderosa di riscatto.
Ingenua… come ogni ragazzo
della sua età. Sola… nemmeno sua madre
evidentemente si rendeva conto della sua
solitudine, forse presa da tutt’altro.
Riaffiorò
nella sua mente un altro ricordo molto più preciso, che non
avrebbe mai immaginato di rammentare.
Risaliva al suo settimo anno.
Udì dei passi.
Qualcuno gli si sedette accanto,
prendendo la bacchetta dalla tasca interna della vestaglia:
“Incendio!”.
Un fuoco divampò nel grosso camino
illuminando i visi di entrambi i presenti.
“Diamine Severus… non hai una bella
cera… anzi direi che fai paura…”
Esclamò una ragazza dai grandi occhi grigi e
dai mossi capelli ambrati.
“Grazie…” Rispose seccato e a denti
stretti, dandole subito le spalle come per ignorarla.
“Lumacorno mi ha dato Eccezionale…”
Fece lei per richiamare l’attenzione: “Il tuo libro
è sempre utile, ma senza le
mie abilità non sarebbe di certo
bastato…” Aggiunse, posando un vecchio volume
accanto a lui.
Piton si girò di scatto
guardandola truce, non glielo avrebbe mai più dato fino ai
M.A.G.O.!
“Ma non sono venuta per parlare di questo… sei giù di
corda… dovresti essere felice. Una
volta usciti da qui finalmente avremo quello che
vogliamo…” Sospirò a quelle
ultime parole come se non ne fosse convinta.
Lui la guardò un istante per
sostenerla, ma poi abbassò gli occhi.
“Che cos’hai?”
“Nulla…”
“Ma che… non mi
freghi…c’è
qualcosa…”
Lo scoppiettio del fuoco in sottofondo.
“Sono affari miei!! Sei una gran
seccatura… ragazzina ricca!” Sbuffò.
“ Si…ricca sono ricca… ma non credere
che questo renda le cose più
semplici…anzi…” Lo interruppe la
ragazza.
Il giovane Piton le rivolse uno
sguardo quasi minaccioso e si alzò in piedi stizzito.
“Non mi interessa… voglio solo che mi
lasci in pace! Non hai sonno? Perché non vai a scocciare
qualcun’ altro?!”
“A quest’ora Severus?
Purtroppo ci sei solo tu qui a
penare… devo accontentarmi…” Rispose
beffarda Antigone.
Piton
incrociò le braccia, in silenzio ma sempre
più rabbioso.
“Tanto lo so… so chi è che ti fa
questo effetto…”
Piton sgranò gli occhi e le braccia
gli caddero lungo il corpo.
“Io non ti capisco Severus… se ci
tieni così tanto… perché
non…”
“Ma di cosa parli!!?” Il viso da pallido
era diventato rosso come il fuoco che bruciava nel caminetto.
La ragazza lo scrutava divertita.
“Parlo di Miss Perfezione Evans… è
lei la causa del tuo sottotono… Non credere…sei
noioso sempre ma adesso sei la
noia in persona!! Ci sono anche io alle cene del Lumaclub...sai? Tu
sembri
essere in un altro mondo…” disse ridendo.
Piton la guardava come se non volesse
credere alle sue orecchie.
“Io non capisco… perché avete chiuso
improvvisamente? “
Lui era sempre più incredulo di ciò
che sentiva.
“Non fare quella faccia… Io sono
molto attenta e certe cose le intuisco… sono una
donna…”
Rispose a quella sua ultima
affermazione sollevando un sopracciglio.
“Cosa intuisci?”
Si fissarono negli occhi per un
istante.
“Che…” Sibilò la giovane:
“Che tu
muori per lei, Severus… La ami…”
Piton sgranò di nuovo gli occhi e si
irrigidì tutto. Non poteva tacere, avrebbe significato
asserire quanto aveva
detto lei. Non riuscì comunque a spiccicar parola, fu di
nuovo la Ruse a
parlare:
“Perché l’hai lasciata andare
così?”
Era la stessa cosa che si chiedeva lui… ma…
aveva fatto la sua scelta… Non sarebbe tornato
indietro…. e poi era troppo
tardi…
“Non che sia nelle mie simpatie… ma
non è male per essere una Grifondoro… e una
MEZ…”
“Una che!!?” Gridò lui come una furia,
abbassando lo sguardo, consapevole, dopo quella esclamazione, di essere
ormai
uscito completamente allo scoperto.
La ragazza si ammutolì di colpo, poi
dopo una breve pausa riprese la parola:
“Io ti consiglio di parlarle…meglio
tardi che mai… Io… Io al tuo posto, forse, non
lascerei andare la persona che
amo… anche se dovesse costarmi
qualcosa…” Disse con un’espressione
pensierosa
in viso, come se riflettesse attentamente su ognuna di quelle parole:
“Ti
consiglio…”
“Non ho bisogno dei tuoi consigli! Buonanotte!!”
La interruppe brusco avviandosi al dormitorio maschile.
Antigone
Ruse… Ricordava una ragazza dall’aspetto curato e
abbastanza attraente almeno
per gli altri ragazzi della scuola. Aveva un carattere vivace e anche
abbastanza
altruista. Ma sapeva essere molto presuntuosa ed egocentrica (cosa che
lo infastidiva
parecchio)… sempre al centro di situazioni che non la
riguardavano affatto. Era
anche furba fino all’osso, come suo fratello gemello del
resto.
“La furbizia
è un attributo tipico dei Ruse…” Si
vantava spesso con lui e gli altri compagni
di casa.
Ma
secondo quanto aveva sentito dire qualche volta da Bellatrix Black o
Mulciber, Orion
Ruse, il padre, era molto severo e
rimproverava spesso i due figli, soprattutto Antigone, di aver
ereditato il carattere
debole e ingenuo della madre, venuta a mancare quando erano appena al
terzo
anno di Hogwarts.
Aveva
sempre avuto il presentimento che le loro scelte fossero più
mirate a
compiacere quel padre molto esigente, che i loro reali desideri. La
tragica
fine di Angustus ne era la prova più palese.
Stava
ricordando il loro ultimo incontro.
Era l’aprile
del 1980, molto tempo prima che il Signore Oscuro scoprisse il
tradimento di
suo fratello(lei invece con molta probabilità, ne era
già al corrente).
Come
accadeva spesso, Lucius Malfoy e consorte, avevano dato un ricevimento
a casa
loro. Il motivo era quasi sempre il bisogno di Lucius, di ostentare la
propria
ricchezza e allora anche l’arrivo, prossimo, del loro
primogenito. Piton odiava
partecipare a quel genere di cose, ma non poteva sempre dire di no.
Ricordava
che Angustus si congedò molto prima della fine della cena,
Antigone invece fu
sfuggente per tutta la sera e quasi non toccò cibo.
A cena
finita, si ritrovò in strada insieme a lei, non volutamente.
Antigone
ebbe come un sussulto, quando si accorse della sua presenza.
“Dannazione!
Proprio tu! Che vuoi qui?”
“Potrei chiederti la stessa cosa… A meno
che questa strada non sia di tuo esclusivo uso…” Rispose lui.
Antigone
storse il naso e si smaterializzò, salutandolo a malapena.
Ora che
rammentava, era vestita in un modo alquanto strano… per lei.
Indossava un abito
almeno di due taglie più grandi… Possibile che
volesse nascondere… Sì, di
sicuro… o forse no…
Scacciò
quel pensiero come un insetto molesto, alzandosi di colpo dal letto.
Cosa gli
poteva mai interessare?! Le uniche cose che lo preoccupavano
era che la Ruse,
al contrario di quanto credesse Silente, potesse ricattarlo e di
studiare un
modo per tentare almeno di dissuadere il Signore Oscuro dal voler usare
quella
testa calda della Altman per punire sua madre.