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Autore: Piccola stella    27/02/2011    2 recensioni
Cosa accade quando i cattivi si innamorano? Quando chi si credeva immune a qualsiasi genere di sentimenti si ritrova di fronte a una sensazione mai provata prima e che non è in grado di dominare?
Eh sì, è successo anche a lui. Draco Malfoy si è innamorato e non di una ragazza come le altre. Bensì di una figlia di Babbani. Che cosa accadrà?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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6° CAPITOLO

 

GHIACCIO PERENNE

 

 

Mille bisbigli. Chi sorpreso, chi confuso, chi arrabbiato. La nuova coppia era del tutto inaspettata tra quelle mura.

I due, già ansiosi e ancor più intimiditi, cercarono di non far caso ai commenti e alle occhiate di disappunto. Si diressero veloci verso la Sala Grande, quasi neve sotto il sole, lontani e diversi da tutti gli altri, un mondo a parte, semplici ma per nulla inosservati.

Ron, immancabili capelli rossi, abito forse non del tutto nuovo ma piuttosto usato, li vide e non li vide. Prima indifferente, poi assolutamente in coma. Gli occhi sbarrati, privi di vita, non volevano credere, si rifiutavano da soli, negavano il proprio stesso lavoro.

Hermione se ne accorse, un po' preoccupata, guardò la scena e capì, come un flash, il motivo di tanto dissapore.

-Balliamo?- borbottò un po' indecisa, per sdrammattizzare, per aiutare l'amico.

Quello neppure rispose, assolutamente di ghiaccio, fissava incredulo e colmo di una pazzia interiore, la tenera maledetta coppia.

-Andiamo a ballare?- proprio di fronte i due, inconsapevoli della colpevolezza di un omicidio di un'anima, si lanciarono confusi in mezzo a quella mischia, di persone più innocenti di loro.

Si guardarono un po' intimiditi sul da farsi, troppo lontani per poter ammettere di ballare insieme. Poi lentamente, durante una canzone più adatta delle altre lui le si avvicinò. Profumi mescolati, emettevano un sapore forse più dolce, respiri ansiosi, vicini, un tutt'uno, cuori che battevano veloci, impazienti.

Le mani di Draco si fecero pian piano largo, sui fianchi di lei, sul tessuto ruvido di quel vestito. Lente e tranquille, senza fretta, quasi timide e insicure. Il battito di Fiamma si fece via via più continuo, un brivido la percorse a quel tocco leggero, candido, morbido.

Sereni, guardandosi di sott'occhio, silenziosi, senza dir nulla ma significanti mille parole, non si staccarono da quel piccolo, tenero abbraccio. Lei gli poggiò le mani sul petto, leggera, in tutta la sua pura timidezza, non sapendo che dire, che fare, semplicemente arrossita.

- Ehm...perchè non mi racconti qualcosa di te?- le chiese ad un tratto Draco, la voce un po' arrochita dalla tensione.

- N..non so..perchè non mi chiedi tu qualcosa?- mormorò quella in risposta, lanciandogli una piccola occhiata.

- Non so...- Draco si guardò intorno non sapendo che chiedere,indeciso come non lo era mai stato.

E di nuovo quel silenzio,pacifico ma demoniaco, messaggero di qualche Dio crudele o forse solo messaggero di quel caso imperterrito e inevitabile.

Il ragazzo la osservò attento, in ogni suo tratto del viso. Neppure un difetto sembrava possedere, come una dea troppo perfetta. Per chiunque. Per lui. Troppo perfetta.

Pura, innocentemente tranquilla, priva di ogni cattiveria. Il contrario di lui stesso.

Quelle labbra, ricoperte da un rossetto rosso ma non troppo scuro sembravano morbide, incontaminate. E qualcosa s'impadronì di lui. Non riusciva a starle così vicino senza neppure sfiorarle. Con le sue.

Piano avvicinò il viso, a pochi millimetri. Lei se ne accorse, guardandolo con il suo sguardo sincero, ma in realtà un po' freddo.

Incontrò quegli occhi di un grigio perlato. Ma a quel punto, invece di arrossire o fremere agitata da quella minima distanza, impallidì.

Sudore gelido le scese lungo la fronte, il cuore batteva all'impazzata, il respiro affannoso, lo sguardo appannato. Poco a poco l'immagine iniziò a sbiadirsi, tutto si fece scuro, nero, inquietante.

Di fronte a lei un viso pallido, sporco di tiepido sangue, due occhi leggermente socchiusi, le labbra dischiuse in un gemito. Fiamma si trattenne dal non urlare, il cuore sembrava scoppiare dall'angoscia. Draco era ferito, tra le sue braccia, cercava di sorriderle inutilmente, uno sforzo troppo grande per il suo corpo debole. Una lacrima le solcò spazientita il viso.

- N..no..- mormorò, le forze che l'abbandonavano per la nausea che le era affievolita dentro, la testa che le girava per l'odore acre del sangue.

Poi una voce lontana:- Fiamma??Tutto bene?-

Non capiva da dove e da chi provenisse. Pian piano ritornò tutto buio l'immagine sparì e un viso più colorito ma della stessa persona che aveva prima tra le braccia gemente e sanguinante le comparve di fronte.

- C..che è successo?-

- Non lo so...sei diventata tutta pallida..-borbottò lui visibilmente preoccupato.

Aveva avuto un'altra di quelle visioni, stramaledette visioni.

Che fossero parte della realtà, del futuro, di un avvenire, di un avvertimento, questo non lo sapeva, e non sapeva neppure si trattassero di una semplice allucinazione, di un incubo ad occhi aperti. Ma si potevano fare incubi ad occhi aperti???A quanto ne sapeva no.

Draco guardò Fiamma, il suo viso improvvisamente impallidito. Sembrava un angelo, in tutta la sua candida fragilità. Con quegli abbaglianti e grandi occhi azzurri, come il cielo limpido, il mare con le sue acque calme e cristalline. Tutto lì, in quelle iridi ipnotiche, solcate da dolcezza e sincerità.

Poi un dubbio. Forte, doloroso, improvviso, inaspettato. Guardando quel viso così angelico, sfiorando quelle membra così sottili e delicate, sentendo forte il profumo dei suoi capelli morbidi e il suo respiro lento e leggero.

E se fosse una Mezzosangue??

Certe volte ci si chiede il perchè la verità faccia tanto male, il perchè sia meglio forse non conoscerla. Ma quando ti poni il dubbio esso ti assillerà per sempre, finchè non deciderai di sapere. E lui aveva deciso che era meglio togliersi subito il dente.

- D...dai raccontami qualcosa di te?- le chiese indifferente, insistente e ripetitivo.

Fiamma sorrise, un po' incerta di quella domanda- Non saprei..te l'ho detto...chiedimi qualcosa tu..-mormorò.

Draco la fissò negli occhi, non sapendo che dire. Doveva chiederglielo?Gliene importava davvero così tanto?

In un primo momento si rispose di no. Cosa importava che fosse figlia di Babbani se ogni volta che incontrava il suo sguardo sentiva il cuore accelerare convulsamente e i brividi scendere intrepidi lungo la schiena?

Poi ripensò alla sua nobile famiglia, al padre tanto stimato, scelto come modello.

Non avrebbe mai potuto fargli una cosa del genere.

- T..tu....- iniziò un po' insicuro- cioè..i tuoi genitori..sono ...maghi..o..-

- Mi stai chiedendo se sono Mezzosangue o Purosangue- lo interruppe lei laconica. Non era una domanda e quel suo sguardo insidioso lo stava trafiggendo. Eppure non era crudele o arrabbiata. Semplicemente fredda, c'era un qualcosa che ti entrava dentro. Diabolica, ma bella lei. Peggio di qualsiasi insulto.

- Ehm.....si- concluse lui infine cercando di mantenere un tono moderato e tranquillo, bugiardo ad accavallare sicuro quello sguardo di ghiaccio.- I...io..sono Purosangue...-continuò poi un po' più indifeso.

- S..sì..anch'io..- borbottò lei senza guardarlo. Dopo quelle parole, la stretta di Draco intorno al corpo della ragazza sembrò divenire più solida. Forse per una sicurezza e una spensieratezza ritrovate. Tranquillo finalmente e deciso su quello che faceva.

"Ma che cavolo mi è saltato in mente di mentirgli così spudoratamente???" confusa e pentita delle sue stesse parole, Fiamma si corrodeva dalla rabbia. Per sè stessa, per la sua dannata origine Babbana.

Si strinse alle spalle di lui, disperatamente bisognosa di affetto, di sfogo. Ma a lui questo non bastava. Non bastava ubriacarsi di vaniglia, di affondare il viso in quei soffici fili ramati, di tenerla teneramente tra le braccia accarezzando la sua pelle fresca. Aveva bisogno di un contatto con la sua morbida bocca, con quel lucidalabbra che sapeva di fragola.

S'avvicinò a lei, guardandola un po' negli occhi, e accarezzandole un po' i fianchi, piano, calmo, l'essenza stessa della quiete interiore. Fiamma, pronta a ricevere quel segno di caldo affetto, ricambiò lo sguardo e le carezze, fino all'ultimo, sicura nell'azzurro delle sue iridi, indecisa fortemente nel cuore.

E si sa. Non vince mai l'apparenza ma quello che ti dice l'anima. A soli pochi centimetri, voltò il viso, rossa, imbarazzata. Le labbra tenui del suo compagno gli affondarono tiepide nella guancia mostrando subito la propria delusione, amarezza,il proprio desiderio mancato. Ma egli non disse nulla, accettando involontario la sconfitta, sperando in un cambiamento futuro.

Dopo qualche minuti di silenzio inquieto, Draco le chiese, cercando di mantenere una nota di tenue allegria:- Allora...perchè sei venuta a questo ballo con me?Magari volevi venirci con qualcun'altro ma te l'ho chiesto io e ti dispiaceva dirmi di no?-Quella domanda voleva apparire casuale ma dal suo tono traspariva una veritiera ricerca di giustificazione al precedente..."rifiuto", anche se egli non voleva ancora vederlo in quel modo, ma un semplice "bisogno di più tempo", ingenuo ma efficace.

Fiamma lo osservò. Qualcosa di quell'atteggiamento la faceva sorridere. - Ma che dici?- esclamò:- Non avrei mai potuto fare una cosa del genere!Venire con te per pena?Figurati!sono venuta perchè mi faceva piacere venirci con te!- lo disse in modo naturale, serena, ma poi, come dopo aver soppesato attentamente le proprie parole, arrossì vistosamente e abbassò lo sguardo.

Questa volta fu Draco a ritrovarsi a sorridere. Una lotta all'ultimo sangue a chi rusciva a mostrarsi più imbarazzato.

- E tu? Sei venuto con me perchè non hai trovato nessun'altra disponibile?- chiese allora la ragazza con una punta di malizia.

- Ma se te l'ho chiesto subito!- esclamò lui.

- O magari puntavi su qualcun'altra che ritenevi irraggiungibile e allora ti sei detto "Andiamo con quella che sicuramente è disponibile!"-

Prima che il ragazzo rispondesse a quella provocazione, i due si fissarono concentrati negli occhi , quasi a voler entrare nell'anima dell'altro. Intrepidi e coraggiosi.

- Veramente quella che credevo irraggiungibile eri tu..- sussurrò poi lui. Malizioso ma sincero.

Fiamma non riuscì a non arrossire.

La musica irrompeva ambigua nella Sala, madre e padrona di nuovi amori, continuatrice e riconcigliatrice di quelli passati. Trasportati da quelle note allegre, tristi , malinconiche, dolci i due continuarono ad accennare qualche passo inconsueto, avvolti in un silenzio pesante e traditore.

Poi, come fiore in primavera, serena e sorridente Fiamma lo guardò negli occhi:- Ma che razza di nome è Draco???- esclamò con una risatina esilerante.

Il ragazzo ricambiò il sorriso osservandola un po' perplesso e fingendosi un poco offeso:- Guarda che viene dal latino...!!-disse con tono saputello ma prendendola in realtà sul ridere:- Parli tu, eh?Fiamma...bah..-

- Sicuramente meglio di Draco!!- continuò quella imperterrita.

-Ah si?Dici?- Draco iniziò a farle il solletico, codardamente improvviso.

Fiamma iniziò a ridere come una matta, scossa da gridolini di pietà.

Lui continuò divertito. Era così bella quando rideva, con quei suoi denti bianchi, gli occhi socchiusi. Si avvicinò più a lei, senza smettere di solleticarle i fianchi, morbidi, candidi, sottili. Le bloccò il braccio, gli stava tra le dita.Lei alzò il viso, un luminoso sorriso che ancora le solcava i tratti delicati, splendida in tutta la sua fragilità.

Prese con le sue mani quelle guance così rosee e vellutate, le portò la bocca verso la propria, pronto a donarle quel bacio tanto ardito. Ma il dito di lei si posò sopra alle sue labbra, fermandolo, in un certo qual modo rifiutandolo.

- No...- gli sussurrò.

- Perchè?- borbottò lui con ancora quell'indice sulla sua bocca.

- Non ti conosco quasi, non abbastanza!- gli rispose lei maliziosa, bella.

- D'accordo...- mormorò un po' deluso ma ancora speranzoso.

Leggeri si mossero in quella pista, unici tra tanti, più sereni e sognanti di altri.

Si sussurrarono parole beate, simpatiche, da amici, forse nulla di più. Ridendo e scherzando, parlaron di molte cose, ripresero i ricordi, li commentarono, valutarono in ogni loro piccola parte, divertendosi con poco.

- Complimenti per la tua prima lezione di incantesimi!Hai giusto attratto ...mezza classe!-ridacchiò lui- No, scusa....solo mezza??-

Lei lo scrutò, fingendosi offesa:- Non sono io che a pozioni ho fatto prendere fuoco al mio mantello..- rispose. La risposta già pronta.

Lui arrossì- Te ne sei....accorta?- chiese imbarazzato.

- Eh già...-mormorò lei:- cos'è?pensavi troppo a me??- scherzò.

Draco sorrise, gustandosi ogni suo lineamento:- Forse...- le sussurrò. E con piacere vide il rossore crescere sulle guance di lei, forse non aspettandosi quella risposta così dolce ma allo stesso tempo così sincera.- Sai, credevo che solo Pansy se ne fosse accorta...- mormorò poi.

- Già...Pansy...- Fiamma sembrava quasi scocciata- Ci stai insieme vero?-

- Prima sì...ora non più sennò non sarei qui..- ghignò.

- come gliel'hai detto che non volevi più starci insieme?- chiese lei, ora forse più interssata e allegra.

- Non gliel'ho detto- rispose lui semplicemente.- Guardala-

Fiamma guardò fuori dalla pista. La Parkinson li osservava furiosa, il viso rosso e terreo.

Le scappò da ridere involontariamente.

- E tu con Weasley?- domandò poi lui.

- Con Weasley cosa?

- non ci stai insieme?- un sorriso impossibile da trattenere faceva capire chiaramente che stava scherzando.

- Oh si...- disse lei- Da tre anni e domani ci sposiamo.-

Risero entrambi divertiti.

- Però non puoi negare che lui ti muoia dietro!!- continuò Draco.

- ma dai...solo perchè mi ha chiesto di venire al ballo con me non vuol dire...-

- Ti ha chiesto di venire al ballo con te???- la interruppe lui.

- Ehm...si....-

- e tu hai ancora dubbi sul fatto che ti stia dietro??-la stuzzicò.

Non dissero altro e stettero in silenzio. Draco la ispezionò con lo sguardo, incantato.

Le accarezzò la pelle che in parte traspariva dal vestito, le spalle, le braccia e poi quel viso, lo ripercorse piano con lo sguardo, le massaggiò le guance morbide, i capelli che delicati scendevano lungo la schiena.

Lei lo lasciò fare, tentata di chiudere gli occhi e lasciarsi andare a quel lieve tocco, quasi come il vento calmo e tranquillo della primavera, quel vento che ti porta l'odore dei fiori da poco sbocciati e che in questo caso le faceva assaporare odore di pulito e di pesca.

Alla fine socchiuse le sue iridi argentate, sorridendo a mezza bocca. Era sicura ci avrebbe ritentato, credendola ormai preda delle sue carezze.

Draco la guardò attento. Non se ne sarebbe neppure accorta se per caso avesse sfiorato quelle labbra. Continuò ad accarezzarla piano e intanto ad avvicinarsi, il respiro forse un po' più veloce e abbondante del normale. A pochi centimetri chiuse gli occhi, ormai certo di essere scoperto ormai troppo tardi quando la sua bocca si sarebbe fusa con quella di lei, rapendola in un sogno, riempendola di desiderio.

Ma il primo contatto fu vellutato, troppo morbido e profumato di pesca per essere delle labbra. Le aveva baciato i capelli.

- la pianti di spostarti??-le chiese di colpo ma gentilmente, scherzando.

- E tu la pianti di provarci?- gli sussurrò lei, un sussurro leggero, intoccabile, puro, come lei e le sue labbra.

- Se tu mi concedessi un bacio la smetterei...- ribattè lui.

- Non ci conosciamo abbastanza..-

- Eh no!!Inventane un'altra, questa scusa l'hai già usata...-borbottò.

Fiamma rise di fronte all'espressione corrucciata del Serpeverde:- Mmm...ok...aspetta che ci penso...- fece finta di pensare:- C'è....troppa gente !!- disse poi.

Draco si guardò intorno. Una ragazzo dai capelli rossi lo fulminò con lo sguardo, una ragazza dai capelli scuri in braccio ad Harry Potter sembrava sul punto di andare da loro ed iniziare la rissa più violenta dell'ultimo secolo ad Hogwarts.

- Ehm...è forse per...i tuoi amici?- chiese cercando di mantenere indifferenza, per accorgersi solo dopo che aveva dato alla ragazza solo una scusa in più per non lasciarsi baciare.

- Già- mormorò lei con la sua voce cristallina e dolce.

- Ma sei così diabolica solo con me??- le domandò.

Lei ridacchiò:- Diciamo che lo sono un po' con tutti ma con te lo sono anche di più..-

- Ah bene!Fantastico!- esclamò Draco:- E perchè mai??-

- Diciamo che gli altri li allontano subito senza tanti problemi...- rispose lei, maliziosa. Si stupì da sola di come riuscisse a essere così spigliata con lui. Non aveva problemi e dire tutto ciò che pensava.

Il Serpeverde la scrutò, si perse nei suoi occhi profondi come l'oceano, si fece trasportare dalle onde delle sue iridi, dalla corva delle sue lunghe ciglia scure. Poi come un'illuminazione la prese delicatamente per il braccio.

- Vieni!- le disse ad un tratto trascinandola piano. Lei un po' confusa lo seguì con passi leggeri, con passo veloce dietro di lui, trasportata dal suo tocco morbido sulla propria pelle.

La portò verso la scalinata da cui era scesa qualche ora fa. Il rumore dei loro passi si confondeva con il ritmo incessante della musica, con i loro respiri un po' affannosi per la corsa. Draco girò a destra, verso i portici immacolati che davano sulla sala ancora in festa, Fiamma gli stette dietro un po' sorpresa ma comunque divertita. Il ragazzo si stava impegnando per lei??Sorrise.

Arrivarono ad una finestra dai vetri decorati. A sprizzi i raggi della luna penetravano dando vita alle immagini variopinte. Era piena e spuntava da in mezzo le montagne aguzze all'orizzonte. Dopo che il ragazzo le ebbe mollato il braccio, Fiamma vi si appoggiò guardandolo, in attesa.

- Ti piace?- le chiese lui, non nascondendo un po' di titubanza.

Lei annuì, poi lanciò un'occhiata alla luna:- è piena- mormorò calma, poi rivolse lo sguardo nuovamente a lui:- Cos'è? Adesso c'è una sorpresa e ti trasformi in lupo mannaro?- scherzò socchiudendo gli occhi colmi del cielo pomeridiano.

Lui rise:- No, mi dispiace, è tutto qua, nessuna sorpresa, ti dispiace?Ti accontenti o pretendi qualcosa di nuovo?-

- Mmm...diciamo che mi potrei accontentare- mormorò Fiamma, fingendo di pensare.

Draco la guardò. Gli piaceva quando sorrideva delicata, quando lo osservava con quei suoi occhi sinceri e limpidi, quando muoveva da una parte la testa portando la cascata di capelli porpora tutti da una spalla. Semplice e stupenda.

- Ti sembra abbastanza intimo come posto?-il ragazzo non voleva rinunciare.

Fiamma smise di sorridere:- S..sì- borbottò abbassando il viso.

Lui le poggiò un dito sotto il mento e piano glielo risollevò:- Allora direi che non hai più scuse per rifiutarmi nuovamente un bacio...- le sussurrò.

La ragazza s'irrigidì, il cuore prese a batterle all'impazzata, ma non per l'emozione, per la paura, una paura sconosciuta che le cresceva nel petto ogni volta che sentiva di fare qualcosa di sbagliato, qualcosa che era contro la propria volontà. Ogni contatto del suo corpo con il corpo di qualcun altro la faceva rabbrividire, la ghiacciava dentro in ogni sua membra. Sentiva il respiro di lui sulla sua pelle come una minaccia, una minaccia che si stava avvicinando pericolosamente alle sue labbra.

- I..io..non lo so!- balbettò ad un tratto e Draco si fermò, confuso da quelle poche parole.

- N..non lo so?- ripetè guardandola.

Qualcosa in quello sguardo provocò un'immenso fastidio a Fiamma. E prima che potesse bloccare la voce in gola le fuoriuscì rauca, forte, crudele:- Sì, non lo so !Sei forse sordo???-strepitò allontanandolo. Subito dopo sbarrò gli occhi lucidi e portò le mani alla bocca, perplessa ed esausta. Cosa le era saltato in mente?

Un'espressione delusa, amareggiata, corrugò i lineamenti perfetti del Serpeverde.

La musica si sentiva in lontananza, indiscreta, qualche risata, qualche urletto estasiato. Tutto questo non sembrava appartenere a loro, anime in pena, prima forse le più felici.

- Gli studenti sono invitati a tornare nei loro dormitori- una voce acuta e sonorizzata, molto somigliante a quella della Mc Granitt ma più robotizzata, parve provenire da un punto indeterminato della Sala, forse dallo stesso soffitto rappresentante il cielo notturno.

- I..io..beh...vado..- disse il ragazzo con voce flebile. Fiamma annuì guardandosi i piedi, rigida e pallida come un pezzo di marmo.

- Ciao, buona notte- le augurò Draco.

La ragazza alzò la testa per salutarlo e allo stesso tempo per rassicurarlo con uno sguardo un po' più allegro, ma le parole le vennero mozzate in gola da un contatto sulle sue labbra. Leggero, impaurito, tremante, Draco Malfoy l'aveva baciata sulla bocca. Un bacio breve, a stampo, nulla di più. Un bacio rubato alle sue labbra purpuree.

E poi se ne andò, lasciandola lì, sola e derubata, le morbide labbra ancora umide.

 

 

*************

 

 

- Come minimo l'ha violentata!!- Ron strepitava in mezzo alla folla di ritorno ai dormitori, la sua voce confusa con molte altre, le orecchie rosso fuoco non certo per il caldo ma per la rabbia. Non riusciva a capacitarsi ancora che Fiamma avesse preferito Malfoy a lui.

- Ma è meglio di me??- era stato tutta la sera a chiedere a un Hermione super scocciata, forse per il fatto di voler essere lei il centro delle attenzioni di Ron e non certo "quella smorfiosetta combinadisastri"come usava dire lei nei suoi pensieri più intimi e segreti.

- Poi sono spariti, chissà dove!Come minimo l'avrà portata nel suo dormitorio!- continuava il rosso imperterrito, quando ad un tratto un fruscio di un mantello nero lo sorpassò, impossibile non riconoscerne il proprietario nella sua eleganza:- Malfoy!- gridava già al diretto interessato prima che qualcuno riuscisse a fermarlo.

Draco si voltò e gli sguardi dei due rivali si incrociarono, pervasi da elettricità,da una lotta senza fine tra quelle due iridi chiare:- Cosa vuoi Weasley?-

- Dimmi dov'è Fiamma!Cosa le hai fatto??- come una furia Ron si fece spazio tra i presenti per raggiungere il Serpeverde, fino a trovarsi a pochi centimetri da lui.

- Sta bene- concluse l'altro calmo, un perfetto antireciproco del Grifondoro.

- Dimmi dove cavolo è???O te la vedrai con me..!-

Draco sorrise maligno, con il ghigno con cui era da tanto consciuto dal trio di "San Potter":- Cos'è, Weasley?Sei geloso?-

Il rosso scoppiò :- Come ti permetti, brutto..brutto...Io ti uccido, chiaro???-fece per prendere la bacchetta ma Harry lo fermò da dietro:- Mollami!!- si dimenò Ron ma quando si guardò di fronte Malfoy era scomparso, come il vento che passa veloce e invisibile tra gli alberi ancora tiepidi di estate.

 

 

*************

 

 

Vuota. Come un corpo senza anima, come un cuore senza amore, come un'estate senza sole.

Una ragazza dai lunghi capelli color porpora stava sotto le coperte del suo letto, solo la punta del naso fuoriusciva giusto per non respirare aria limitata.

Fiamma non si capacitava ancora del proprio comportamento di quella sera. Fino ad allora aveva sempre pensato che la causa dei propri rifiuti, dei propri "non lasciarsi andare" fosse dovuta al ragazzo in questione: stupido, come tutti gli altri, senza quel non so che che lei tanto ricercava. Ma lui era diverso. Dolce, gentile, divertente, bello. Magico nella sua particolarità. Eppure non c'era riuscita. E tutte quelle scuse di dare la colpa agli altri erano diventate inutili e patetiche. Aveva compreso che forse la ragione era lei, era in lei che qualcosa non andava.

I raggi di quella luna piena, quella luna su cui avevano riso sopra, provenivano leggeri dalla finestra e le colpivano con delicatezza il viso. Sembrava lei stessa un riflesso di quella pallida signora delle tenebre nella sua fragilità. E lei si sentiva fragile. Troppo fragile ma anche letale.

E pensare che aveva litigato con la sorella, con i suoi amici, per cosa? Per aver potuto apprezzare la compagnia di Draco?

- Dove sei stata??- era stata l'accoglienza di Alice. E lei, ricambiandola con il suo sguardo gelido l'aveva zittita, con il suo sguardo che tradiva ogni sua amarezza.

Fragile ma letale.

Si era precipitata poi incurante nel dormitorio, si era svestita e ficcata sotto le coperte. Il contatto della pelle con la lana le dava una sensazione di calore in più. Calore che non riusciva e mai sarebbe riuscito a riscaldare il suo cuore. Gli occhi scrutavano fissi il baldacchino della finestra, ora più che mai azzurri ma non cielo, bensì ghiaccio. Ghiaccio perenne che da sempre la possedeva, che neppure la passione di un ragazzo tenero e dolce l'avrebbe sciolto.

E inutili tremiti convulsi del corpo le sprigionavano una triste malinconia, una desolata rassegnazione, un rimpianto di non poter conoscere l'amore, vero e puro, di non poterne assaggiare le felicità e i dolori.

Qualcosa le solleticò la guancia, lentamente e inesorabile, giù fino alle labbra ormai solo memori di quel bacio. Si sfiorò con le dita il viso per poi ritirarle umide, bagnate dalle sue stesse lacrime. E come uno sfogo che mai era avvenuto scoppiò a piangere silenziosa.

A piangere e piangere, odiandosi, stringendo assiduamente le lenzuola con le unghie, portando a sè le ginocchia nude, inumidendole. Si disprezzava. Per la sua incapacità di aprirsi all'amore, e per la sua arroganza nel rifiutarlo. Rivide mille e mille volte lo sguardo deluso di Draco, ne assaporò ogni lineamento, nel ricordo di quella sera, quel suo modo di fare il duro ma rivelarsi incredibilmente dolce.

E Fiamma non poteva sapere che qualche piano più sotto, qualcun'altro si stava odiando convulsamente, per non essere riuscito a farsi apprezzare dall'unica ragazza di cui gli fosse mai importato davvero.

******************

  
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