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Autore: Phantom of a Rose    27/02/2011    5 recensioni
Pur avendo sempre trovato i tritoni attraenti, Kurt non aveva mai realizzato che la cosa potesse valere anche per gli umani. Questo umano era di gran lunga la persona più attraente che avesse mai visto. I suoi capelli scuri e ricci erano semplicemente fantastici. Alcune ciocche cadevano sul suo viso, sul quale campeggiavano meravigliosi occhi nocciola e un gran sorriso.
Traduzione di una fanfiction americana liberamente ispirata al film di animazione Disney "La Sirenetta".
[Klaine]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Kurt Hummel
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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KISS THE BOY

1. Come Vorrei


"Mercedes, come fa mio padre a non capire?" Kurt sospirò e nuotò verso un soprammobile che aveva nella sua caverna. Era una scatola che suonava una musica lieve mentre una statuetta raffigurante un'umana danzava al suo interno.

Mercedes nuotò dietro il suo migliore amico, incerta su che cosa dire. "Non capisce," ripeté Kurt. "Questo mondo è bellissimo." guardò la statuetta che danzava. Poi Kurt guardò tutto attorno alla stanza la sua enorme collezione di gingilli e arnesi umani.
"Come può un mondo che fa cose tanto meravigliose essere cattivo?" nuotò verso un altro scaffale. Kurt cantò la melodia suonata dal carillon.
"Guardate un po' quello che ho, è una raccolta preziosa, lo so.
Vi sembrerà che io sia uno che ha tutto ormai.
" Kurt sorrise mentre faceva correre le mani sulla superficie liscia di tutte le tazze che aveva collezionato. Finn gli aveva detto che venivano proprio usate per metterci l'acqua. Erano completamente inutili in fondo al mare, naturalmente.
"Che tesori, che ricchezze, chi mai al mondo ne ha quanto me?
Ti guardi intorno e dirai: 'Oh, che meraviglie'
" Kurt rise tra sé mentre nuotava velocemente verso lo scaffale di fronte, prese una scatola piena di aggeggi acuminati.
"Ho le cose più strane e curiose, non ho nulla da desiderar." nuotò da Mercedes e aprì la scatola. Quelli erano tra i preferiti di Kurt, che sorrise. "Vuoi un come-si-chiama? Io ne ho venti."
Il sorriso di Kurt si spense. Avrebbe voluto poter usare davvero i suoi tesori. Se ne stavano semplicemente lì, nella sua caverna, ad essere osservati. Avrebbe potuto usarli solamente sulla terra.
"Ma lassù cosa mai ci sarà?"
Kurt mise lentamente giù la scatola. Guardò in su, verso il buco sulla cima della sua caverna. Il sole brillava dalla superficie attraverso le miglia d'acqua. "Imparerei tutto, già lo so. Vorrei provar anche a ballare." Kurt piroettò nell'acqua, con le bolle che gli galleggiavano attorno.
"E a camminare su quei - come si chiamano?" Kurt si fermò. "Ah - piedi!" Kurt proò ad immaginare di avere quei piedi al posto delle sue pinne. Si coricò nell'acqua e nuotò all'indietro, scontrandosi con Mercedes.
"Con le mie pinne non si può far, vorrei le gambe per danzare*" Danzare. Oh, il solo pensiero faceva battere forte il cuore di Kurt. Poter essere quella statuetta nella scatola musicale...
"Ed andare a spasso per la - come si dice?" Kurt si fermò ancora. Le parole umane erano sempre complicate da ricordare. "Strada."
"Vedrei anch'io la gente che al sole sempre sta
Come vorrei essere lì, senza un perché, in libertà.
"
Kurt si chiese come sarebbe stato camminare e correre. Gli avrebbe fatto venire il fiatone, come nuotare veloce? Avrebbe sentito il brivido dell'adrenalina nelle vene?
"Come vorrei poter uscir fuori dall'acqua, che pagherei per stare un po' sdraiato al sole." Kurt affondò sul pavimento sabbioso della caverna. Era umido e freddo. Mercedes si sistemò accanto a lui, sotterrando come lui le pinne nella sabbia.
"Scommetto che sulla terra i figli non li sgridano mai." sbottò Kurt, pensando a quanto suo padre si fosse arrabbiato con lui. "Nella vita fanno in fretta ad imparar." Kurt si tirò su dal pavimento sabbioso, dirigendosi velocemente verso il suo scaffale di libri.
Ne prese uno e sfogliò le pagine fradice. Kurt cercava sempre di leggere quei libri, ma era così diverso dalla lingua del popolo del mare. "Ti sanno incantare e conoscono ogni riposta a ciò che chiedi."
Kurt mise giù il libro e nuotò accanto a uno dei suoi tanti quadri. Era uno dei preferiti di Kurt perché c'era dipinta la luce arancione di un fuoco. Si sporse a toccare la fiamma che non era davvero una fiamma. "Cos'è un fuoco e sai perché - come si dice? Brucia?"
"Ma un giorno anch'io se mai potrò esplorerò la riva lassù." Kurt guardò di nuovo attraverso il buco. Nuotò verso la cime della sua caverna. Avrebbe voluto potersene andare da quel minuscolo luogo e correre in superficie.
"Fuori dal mar, come vorrei vivere là."
Ma non poteva. Affondò di nuovo lentamente fino a terra, quasi senza muovere la sua pinna. Per vivere davvero in superficie, avrebbe avuto bisogno di gambe e piedi. Come avrebbe mai potuto succedere? Kurt era nato tritone, e lo sarebbe sempre stato.
La musica del carillon si affievolì fino a spegnarsi. Kurt normalmente avrebbe girato la manovella dorata così da farlo ricominciare a suonare, ma rimase semplicemente giù sul pavimento sabbioso, tracciando figure sulla sabbia con il dito. Mercedes si rannicchiò accanto a lui.
"Mi dispiace, Kurt," sussurrò. Mercedes era la sua migliore amica. Conosceva i sogni di Kurt meglio di chiunque altro.
"Anche a me," disse piano Kurt.

***

Kurt si lasciò sopraffare dalla curiosità e nuotò in superficie. Le brillanti luci intermittenti che danzavano sulla superficie dell'acqua erano semplicemente troppo invitanti. Quando la sua testa ruppe la superficie dell'acqua e Kurt prese un respiro d'aria, si sentì a casa.
Poi notò una nave e sorrise. Kurt non avrebbe mai rinunciato alla possibilità di vedere una nave, con degli umani a bordo, prima che fosse affondata.
Perciò Kurt aveva nuotato fino all'enorme nave, chiedendosi il perché di tutta quella musica e quelle risate. Si arrampicò sul lato della nave più velocemente possibile, con solo le braccia a sostenerlo e si sistemò a guardare da un piccolo foro quadrato.
All'inizio, Kurt fece semplicemente correre lo sguardo tra la folla di umani. Erano così aggraziati mentre danzavano sul ponte della nave. Kurt semplicemente adorava le cose che avevano ai piedi. Era certo che Finn li avesse chiamati Vattelapesca una volta.
Poi Kurt si ritrovò improvvisamente faccia a faccia con la faccia più pelosa che avesse mai visto. Non riusciva nemmeno a vedere gli occhi di quella cosa. Prima che Kurt potesse muoversi, una lingua umida e bavosa gli stava leccando la faccia. Per un momento, Kurt stava per protestare per una cosa del genere, ma quell'animale era così affettuoso che Kurt gli permise di sbavare.
"Max! Qui, bello!" disse la voce di un umano. La creatura, Max, lasciò Kurt senza nemmeno pensarci e corse ai piedi di un umano.
Gli occhi di Kurt si posarono dritti su questo umano.
Kurt aveva saputo fin da bambino di non trovare per niente attraenti le sirene. Si ritrovava sempre a guardare altri tritoni.
All'inizio Kurt era certo che ci fosse qualcosa di sbagliato, ma quando l'aveva detto a suo padre, lui era stato comprensivo.
Una delle sole cose a proposito delle quali fosse stato comprensivo.
Kurt decise di scacciare il ricordo della mancata esibizione col Glee e della rabbia di suo padre, e di concentrarsi sull'umano.
Pur avendo sempre trovato i tritoni attraenti, Kurt non aveva mai realizzato che la cosa potesse valere anche per gli umani.
Questo umano era di gran lunga la persona più attraente che avesse mai visto. I suoi capelli scuri e ricci erano semplicemente fantastici. Alcune ciocche cadevano sul suo viso, sul quale campeggiavano meravigliosi occhi nocciola e un gran sorriso.
Kurt si tuffò a lato, nascondendosi dietro la nave. L'uomo aveva guardato dalla sua parte. Il cuore di Kurt batté furiosamente nel suo petto. Non era sicuro se questo fosse dovuto al fatto che fosse quasi stato scoperto o al pensiero degli occhi di quell'uomo che incontravano i suoi. Kurt avrebbe voluto che fosse possibile.
Kurt sentì da un uomo sulla nave che il nome dell'uomo era Blaine. Era un principe. Il cuore di Kurt betté violentemente. Anche lui era un principe. Poteva significare che sarebbero stati "degni" l'uno dell'altro.
Dopodiché, tutto accadde molto velocemente.
La tempesta che si stava preparando da lontano si abbatté improvvisamente su di loro. Rese l'acqua scura e selvaggia. Kurt fu costretto a saltare giù dalla nave, proprio mentre a bordo scoppiava un incendio.
Kurt si era appena chiesto che cosa fosse il fuoco.
Niente di buono.
Kurt guardò impotente dall'acqua mentre le persone saltavano sulle scialuppe. Per qualche strana ragione di iperprotettività guardò Blaine salvare il suo cane dalle fiamme e poi saltare fuori bordo proprio mentre la nave esplodeva.
Kurt seppe che non ce l'aveva fatta. Si tuffò disperatamente sott'acqua e nuotò tanto velocemente quanto la sua pinna gli permettesse. Kurt vide l'uomo incosciente, il corpo inerme che fluttuava nell'acqua.
Kurt lo prese per un braccio e lo trascinò su. Quando entrambe le loro teste furono fuori dall'acqua, Kurt non poté fare altro che galleggiare mentre le crudeli onde li sospingevano verso una sorta di spiaggia.

***

Il sole aveva iniziato a sollevarsi dall'orizzonte quando Kurt trascinò Blaine su una riva sabbiosa. Anche lui si trascinò vicino all'uomo, mentre la sua pinna si contorceva nervosamente accanto alle gambe dell'uomo.
Finn era atterrato accanto ai due. Era comparso un momento prima che la tempesta li colpisse.
"E' morto?" chiese Kurt nervosamente.
Finn tirò su la palpebra di Blaine. Uno dei suoi occhi nocciola restituì lo sguardo. Poi volò verso il suo piede, avvicinandoselo all'orecchio. "Non sento battere il cuore," disse Finn tristemente, lasciando andare il piede.
"Aspetta," disse Kurt, girandosi a guardare il viso di Blaine. "Sta respirando!" rise. Kurt guardò il torace di Blaine alzarsi e abbassarsi. Alzò lentamente una ciocca di capelli dal suo viso e la spostò dietro al suo orecchio. "Guarda com'è bello," sussurrò Kurt, più che altro a se stesso.
Quest'uomo viveva la vita che Kurt desiderava così tanto. Guardò per un secondo le sue gambe, poi di nuovo il suo viso. Mise cautamente un mano sulla guancia di Blaine, che stava diventando lievemente ruvida per la barba non fatta.
"Come vorrei stare qui con te," disse Kurt dolcemente. "Cosa darei per restarti accanto." Kurt immaginò di avere piedi con dita da affondare nella sabbia lievemente umida. Avrebbe potuto rimanere qui, accanto a questo principe Blaine, e stare con lui. Due principi. Kurt si chiese se a Blaine sarebbe piaciuto. Kurt accarezzò la guancia di Blaine, poi tracciò il contorno delle sue labbra lievemente screpolate.
"Vorrei che tu potessi sorridermi." Kurt ricordò il sorriso sul suo volto sulla nave, mentre giocava con la creatura chiamata Max. Sarebbe stato bello avere un sorriso del genere tutto per sé.
Anche se Kurt non poteva vedere, Mercedes e Rachel erano appena state spinte a riva dalla corrente. La bocca di Rachel si spalancò alla vista della scena che le si presentò davanti agli occhi. Finn gliela richiuse, facendo l'occhiolino al granchietto.
"Mi porterai dove vorrai," il calore iniziò ad affluire sulla schiena nuda di Kurt. Il sole stava facendo capolino dalle nubi temporalesche.
"E del tuo mondo parte farò. Sempre con te, proprio così..." La luce del sole non raggiunse solo la schiena di Kurt, ma brillò anche sul viso di Blaine. Con grande sorpresa di Kurt, lui si mosse, alzando la mano per toccare quella di Kurt, che era ancora sulla sua guancia.
Il cuore di Kurt batteva a un milione di miglia al minuto. Quegli occhi lo stavano guardando proprio come lui aveva immaginato che avrebbero fatto. "Solo con te." finì Kurt, la sua voce sì affievolì finò a spegnersi.
Poi la testa di Kurt si voltò. Il forte suono prodotto dalla creatura chiamata Max si sentiva in lontananza. Kurt non voleva essere scoperto. Anche se tutto nel suo cuore gli diceva di rimanere dov'era, il suo istinto ebbe la meglio e lui si tuffò nell'acqua mentre Blaine cercava di rimettersi in piedi.

***

Mentre Blaine stava riprendendo conoscenza, era consapevole di due cose:
Primo, tutto faceva male. Sentiva dolore dappertutto.
Secondo, c'era una voce. Una voce che cantava. Era una voce maschile molto alta, Blaine ne era certo. Blaine aveva un ottimo orecchio musicale. Sapeva distinguere una voce femminile da una maschile.
Questa era maschile e assolutamente meravigliosa.
Blaine combattè il sonno che minacciava di fargli chiudere gli occhi. Voleva vedere la persona alla quale apparteneva la voce. La musica lo trascinò via e un calore colpì il suo viso.
Il sole lo accecò per un momento. Tutto ciò che riusciva davvero a vedere era il viso di un ragazzo giovane davanti a lui. La sua pelle brillava per l'acqua e il sole, i capelli castano chiaro erano umidi e attaccati alla sua testa. E i penetranti occhi verde-azzurro gli restituivano lo sguardo.
E la voce. La voce era persino più bella ora che era completamente cosciente.
Poi sentì il suo cane, Max, e il viso guardò nella sua direzione, spaventato. L'uomo fu improvvisamente fuori dalla visuale di Blaine. Lui voleva alzarsi a sedere, ma sentiva dolore dappertutto, e poi Max fu sopra di lui, che abbaiava e leccava il suo viso.
Blaine riuscì finalmente ad alzarsi e si guardò attorno furiosamente, cercando un segno dell'altro ragazzo, ma lui era scomparso.
Mentre veniva riaccompagnato al castello, Blaine giurò che avrebbe trovato la voce, e la persona alla quale apparteneva.
Fu solo più tardi, quella notte, che Blaine si rese conto del fatto che la melodia della canzone gli suonasse stranamente familiare. La cosa lo infastidì fino alle prime ore del mattino. Alla fine, realizzò che era la melodia del carillon che aveva sua madre prima di morire.
La melodia l'aveva sempre confortato quand'era bambino. Gli era dispiaciuto quando il carillon era stato perso, come sua madre e suo padre, quando la loro nave era affondata, sette anni prima.
La melodia lo pervase per la prima volta dopo tanti anni. Il ricordo di sua madre che canticchiava con il sottofondo del carillon mentre lo metteva a letto e il ricordo di quello stesso giorno, l'uomo bellissimo che cantava la stessa musica, lo cullarono fino a quando non si fu addormentato.


*Lo so. Nella versione italiana dice "saltare" in quel punto. Ma ho dovuto cambiare quella parolina per far filare il discorso ;)
NOTE della TRADUTTRICE

Ma salve!
Ecco l'inizio di una nuova, geniale fanfic di Phantom... una long stavolta!:D
Spero che questa prima parte vi sia piaciuta... tradurrò e posterò la prossima il più presto possibile... e se avrò tempo posterò anche una one-shot!
Se vi va, fate sapere che cosa ne pensate e io come al solito girerò tutto alla nostra meravigliosa autrice...
Hugs&Butterfly Kisses
DreamGirl<3
  
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