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Autore: Liz    28/02/2011    3 recensioni
Perché sono così teso quando ci baciamo?
Avremmo dovuto vivere la nostra vita nel pentimento, piuttosto che fare questo.
Cos’è accaduto all’amore che entrambi conoscevamo e inseguivamo?
Aggrappata a una sigaretta tu mi necessiti. Mi bruci.

La storia di un tradimento, di un amore impuro… eppure incontenibile.
Dalla storia: “Pensava, pensava, pensava anche quando non avrebbe dovuto, anche mentre stava con Eric; pensava a cosa come sarebbe stato se in quel momento fosse andata in viaggio con Greg e non nel letto con Eric.
Dopo aver fatto l’amore, uno dei rari momenti in cui la vita si spiega senza svelarsi, una consapevolezza cominciò a farsi strada nel suo cuore; era un pensiero irto di spine che avrebbe voluto togliersi dall’anima.
Ma ormai non era più possibile.”
[capitolo 3 di 3]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Perché ti sogno troppo

 
I
l giorno dopo e quello dopo ancora, Greg non si presentò a lezione. Charlotte si sentiva sola; non abbandonata: sola.
Pensò che stesse male, e le venne l’idea di andare a trovarlo a casa sua.
O magari, com’era più plausibile, Greg era in viaggio verso quell’ ultima città di cui le aveva parlato. Quest’ idea la faceva stare male: aveva sperato segretamente in quadratino del suo cuore di poterla visitare assieme a lui e sperimentare quello che era il suo più grande sogno, il suo più grande incubo.
«Che hai, Charlotte? Sei distratta, non ti senti bene?»
La voce di Eric, preoccupata, le ruppe i pensieri.
Dannazione, stava ancora pensando a lui; da due giorni non riusciva a toglierselo dalla testa, chiedendosi che cosa stesse facendo Greg in quel momento. Anche mentre era con Eric.
«Nono, sto benissimo. Sono solo un po’ stanca, tutto qui»
«Vuoi dormire da me, stanotte?»
Una tacita richiesta, che la fece arrossire. «… Sì»
Quella sera, Eric e Charlotte fecero l’amore, e fu bello come sempre.
Ma anche durante l’amplesso, anche quando si accasciarono l’uno sull’altro sfiniti, quel pensiero inquieto non la voleva mai abbandonare.
Non riusciva a non pensare.
Pensava, pensava, pensava anche quando non avrebbe dovuto, anche mentre stava con Eric; pensava a cosa come sarebbe stato se in quel momento fosse andata in viaggio con Greg e non nel letto con Eric.
Dopo aver fatto l’amore, uno dei rari momenti in cui la vita si spiega senza svelarsi, una consapevolezza cominciò a farsi strada nel suo cuore; era un pensiero irto di spine che avrebbe voluto togliersi dall’anima.
Ma ormai non era più possibile.
 
Passò un altro giorno senza che potesse vedere Greg.
Stava male, un peso al cuore per la lontananza e un altro per i sensi di colpa.
Oscillava così, indeciso a che peso soccombere.
 
Un giorno ancora, e Charlotte arrivò allo stremo.
Decise di andare a casa sua, quanto meno per scoprire se Greg fosse davvero in viaggio o no.
Disse ad Eric di dover andare in biblioteca a studiare.
 
«Greg? Sono Charlotte. Sei ancora vivo allora?» disse al citofono, dopo uno sbiascicato «Sì?» del ragazzo.
«Se questo lo chiami essere vivo, sì. Sali»
Salì le scale col cuore in gola e le gambe tremolanti: era agitata, e il fatto che non avrebbe dovuto esserlo la agitava ancora di più.
Greg le aveva detto di abitare da solo e a meno che non abitasse con il professore, nessuno avrebbe potuto interromperli…
Lui le aprì la porta appoggiandosi allo stipite, camminando a stento.
«Greg! Ma sei ammalato!»
«E il milione va a Charlotte! Secondo te, perché mi sono eclissato nell’ultima settimana?» chiese ironico, buttandosi sul divano a peso morto.
«Pensavo fossi in viaggio…»
«Al momento l’unico viaggio che potrei fare è a Lourdes»
«Se vuoi ti ci accompagno volentieri, così magari posso chiedere di farmi sparire il mega-amico brufolo che mi è spuntato sul mento»
«Smettila Charlotte, sei perfetta»
Silenzio.
«C-come va la febbre?»
«Dopo aver ingerito un intero flacone di robaccia chimica è passata, ma ho comunque mal di testa»
«Mmm» mormorò sedendosi vicino a lui «è più grave di quanto pensassi. Devi aver preso uno strano virus che rende robbosi e antipatici»
Greg sorrise «Scusa, è che sono stanco e non parlo con nessuno, a parte mia madre, da giorni»
«E Hannah?» chiese con timore e una minuscola, timida speranza.
«Hannah è in viaggio già da nove giorni e siccome è dall’altra parte del mondo non ci sentiamo per non spendere un capitale per dirci solo ciao come stai»
«Povero… deve mancarti molto»
Greg non rispose: si limitò a serrare la bocca e si costrinse ad annuire. «Sono stanco»
«Dormi allora»
«Resti qui fino a quando non mi sveglio? Sai, ho paura dei fantasmi…»
«Va bene, se vuoi ti rimbocco le coperte»
«Mi sei mancata, sai, Charlotte?» mugolò chiudendo gli occhi e scivolando nel sonno.
Lei esitò un attimo, sentendosi tremare le vene. «Anche tu»
 
Quando Greg si svegliò credette di non essersi ancora svegliato.
Seduta di fianco a lui sul divano Charlotte stava dormendo profondamente, con la testa chinata da un lato, coperta da una piccola ciocca bionda.
Greg scosse la testa e si alzò, allontanandosi da lei il più possibile.
Era troppo bella, era pericolosa. Così pericolosa che fu costretto a chinarsi su di lei e toglierle quella ciocca di capelli dal naso.
Ed era così bella che anche da chiusi i suoi occhi gli facevano male al cuore, con quelle ciglia lunghe più chiare sulla punta, e le sopracciglia scure distese e rilassate.
Con la bocca rosea un po’ screpolata e dischiusa in un flebile respiro.
Si chiese che sapore avesse avuto. Sicuramente caldo e dolce, mielato.
Si chiese se fosse il caso di assaggiarlo. Lei dormiva e non l’avrebbe mai saputo.
Se lo sapeva solo lui sarebbe stato come se non fosse mai successo, no?
 
Sì, aveva ragione. Un sapore caldo e avvolgente, che gli rimase sulle labbra a lungo a ricordargli il suo gesto sconsiderato.
 
Charlotte si svegliò di colpo, sentendo suonare il proprio cellulare. Aprì gli occhi e vide Greg vicino a lei – troppo troppo vicino – che glielo porgeva con espressione indecifrabile.
Era Eric a chiamarla.
Oddio, che ore erano?
«Pronto!»
«Santo cielo Charlotte! Finalmente! Dove cavolo eri sparita?»
Lanciò un occhiata all’orologio sul videoregistratore. Le otto di sera.
«S-scusa, mi sono addormentata…»
«Ti sei dimenticata che dovevi venire a casa mia stasera?»
«No, non mi sono dimenticata, sarò da te in un lampo»
Chiuse la chiamata e sospirò affranta.
«Come stai ora, Greg?»
«Molto meglio, la febbre è sparita e anche il mal di testa va meglio. Forse avevo solo bisogno di svagarmi un po’»
«Scusami, non volevo addormentarmi così»
Ma lui non le rispose. Si girò verso il ragazzo, sorpresa dalla mancanza di risposta.
Un tuffo al cuore, una stretta allo stomaco, la pelle rovente: furono gli effetti minimi dello sguardo che Greg le stava rivolgendo.
«Devi andare da lui, vero?»
«…Sì»
Lui strinse i pugni, scacciando il desiderio prepotente di abbracciarla e di tenerla con sé per tutta la sera… no, per sempre.
Perché gli stava succedendo tutto questo? A lui piaceva Hannah.
«Va bene, ti chiamo un taxi e ti accompagno in strada»
«Greg… va davvero bene tutto questo?»
«Come?» non si preoccupò neanche di nascondere la propria speranza.
«Io e te… va davvero bene?»
 
«Certo che va bene. Perchè dici questo? Siamo entrambi impegnati, siamo amici»
Era una bugia, ed entrambi lo sapevano benissimo.
 
Charlotte annuì, scacciando il desiderio prepotente di essere abbracciata da lui e di sentirsi dire che sarebbero stati assieme per sempre.
Perché provava queste sensazioni? Lei era innamorata di Eric.
Eppure con Greg era tutta un’altra cosa: riusciva a essere sé stessa con così tanta facilità…
«Ti ammiro, Greg»
«Mh?»
«Sì… per il tuo coraggio. Non riesco a capire come fai a partire così a caso e lasciarti tutto dietro senza preoccupazioni. Io non ci riuscirei mai»
Silenzio.
«A dire il vero… vorrei davvero tanto farlo. Sarei capacissima di partire e non tornare mai più, ma quando si tratta di arrivare al sodo non lo faccio. Vorrei lasciare tutto: università, amore, famiglia e ricominciare dove nessuno mi conosce, e così poter essere quello che davvero voglio. Sono egoista»
Greg la osservò sorpreso e si scoprì arrossire; esitò un attimo perché vederla così era troppo per il suo cuore,già provato dagli avvenimenti di quel pomeriggio.
«Invece non è vero. Se sei ancora qui vuol dire che riesci a prendere decisioni lucide e altruiste, nonostante il tuo desiderio. Così anteponi gli altri a te stessa no? E poi… va bene»
Lo guardò interrogativa, col fiato corto per le sue parole.
«Va bene… essere egoisti. Puoi esserlo, se vuoi. Tanto non mi deluderai mai»
Chinò il viso, completamente rosso, e trattenne le lacrime.
Le parole che nessuno le aveva mai detto, che avrebbe sempre voluto sentir dire da Eric, eccole pronunciate da uno sconosciuto.
Sconosciuto?
Quale sconosciuto avrebbe potuto farla sentire talmente bene da piangere?
Greg non era uno sconosciuto. Greg era…
Che codarda. L’aveva messo alla prova svelandogli sé stessa.
Le avesse risposto come non voleva, tutto sarebbe finito lì, senza ulteriori complicazioni.
Ma…
Voleva capire e alla fine è rimasta più confusa di prima.
 
Scesero le scale in silenzio e arrivarono al taxi tenendosi per mano, nel buio della notte.
«Io ho una ragazza, Charlotte»
«Anche io ho qualcuno che mi aspetta»
«Non è corretto»
«Lo so»
«Allora perchè mi guardi così?»
«Così come?»
«Così… sognante e spaurita»
«Anche tu allora»
«Cosa?»
«Mi guardi come se volessi mangiarmi da un momento all’altro»
Silenzio.
«Ignoriamo tutto ciò e basta. A me piace Hannah»
«E io amo Eric»
«Non facciamoci trascinare dai capricci»
«… Perchè mi dici queste cose?»
«Perchè averti sarebbe fantastico»
Silenzio.
«È una dichiarazione?»
«No. È l’ammissione di una colpa»
«Quindi anche io sono colpevole»
«Perchè mi dici questo?»
«Per rispondere alla tua confessione»
«Vattene, Charlotte. O potrebbe essere la fine»
«Non lo voglio nemmeno io, Greg»
Stava salendo sul taxi, senza guardarla.
Se l’era cercata lui, parlandole così, ma sarebbe fuggita, l’avrebbe persa se non avesse fatto qualcosa.
Meglio così. Ma come poteva vivere senza il suo sorriso.
 
«Charlotte» disse alla fine, bloccandola per un braccio. I suoi occhi nocciola lo scrutarono interrogativi, confusi. Spaventati.
Gli dicevano: lasciami andare, ma tienimi con te per sempre.
Prese un respiro e si tuffò.
«Domani è sabato. Vieni a casa mia verso le sette del mattino con un cambio di vestiti»
«Che vuoi fare?» una domanda con una leggere nota di divertimento.
Sorrise, sfrontato, e la sentì vibrare. «Domani lo scoprirai»
 
«Greg ma dove stiamo andando?» gli chiese squadrando le loro mani intrecciate mentre correvano per l’atrio della stazione dei treni.
Le indicò sorridente il tabellone delle partenze. «Scegline uno»
«Cosa?»
«Dimmi dove vuoi andare, Charlotte, e io ti porterò lì»
Lo guardò con occhi sognanti. Era un sogno.
Stava scappando con Greg.
«Forza Charlotte. Voglio conoscere molti altri tuoi segreti che nessun’altro conosce»
 
«E ora?» chiese Charlotte preoccupata, scendendo dal treno arrivato al capolinea.
«Tutto quello che vuoi, tranne tornare indietro. Anche perché il primo treno per casa è lunedì mattina»
«Il mare. Voglio vedere il mare!»
 
«Ah! È freddo Greg!»
«Ovvio, siamo ad Aprile…»
«Ma non pensavo fosse così freddo!»
La prese per un braccio, salvandola dal cadere tre le piccole onde che arrivavano sulla spiaggia.
«… Grazie»
Imbarazzo. Ma ora entrambi sapevano il perché.
«Senti, Greg» mormorò lei, sistemandosi i capelli mossi dal vento «Non ti dà fastidio avermi qui? Mi hai detto che questo è il tuo modo per evadere, per stare solo con te stesso e io ho paura di darti fastidio»
«Ma la smetti Charlotte? Anche ora che finalmente sei scappata senza dire nulla a nessuno non riesci a pensare a te stessa. Ti ho trascinata io qui. Vuol dire che ti volevo con me»
Un sorriso timido sbocciò sulle labbra della bionda, e ancora una volta i loro desideri furono rinchiusi in fondo all’anima.
Ma più li ignoravano più questi urlavano, scalpitavano e si facevano potenti, come una malattia.
Ma era inevitabile ed era evidente che ci stavano arrivando, sempre più velocemente.
 
 
 
 
N/A
Salve a tutti!
Mmm si sta arrivando velocemente all’epilogo, Charlotte e Greg sono in vacanza assieme e sappiamo tutte come andrà a finire… no? :)
Forse i dialoghi sono un po’ strani, ma la mia intenzione era proprio quella di renderli belli scarni e limitarsi solo “all’apparenza”, per cercare di trasmettere un po’ le indecisioni, le contraddizioni che i due protagonisti attraversano.
Chissà se ci sono riuscita XD
 
Ah, avevo immaginato che non avrebbe riscosso molto successo, ma non mi importa perché sono abbastanza orgogliosa del risultato finale e mi dispiaceva davvero molto lasciarla a giacere sola soletta nel pc senza farle prendere un po’ d’aria!
Sono comunque felice che qualcuno l’abbia letta ed apprezzata!
Grazie quindi a: Black Lolita(anche per la stupenda recensione), Moon_Daughter,Aislinn_05,lady_free,CleriaLunaeGiulietta7per aver letto questa storia e averla aggiunta ai preferiti/ricordate/seguite :D
 
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Bene… alla prossima!! (cioè… mercoledì? Giovedì? Non so, uno di questi due giorni XD).
Liz
 
 
 
   
 
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