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Autore: Two Little Shapes    28/02/2011    1 recensioni
'Harry aveva ragione quando diceva che quell’anno Malfoy era strano, non approfittava nemmeno dei suoi poteri di Prefetto, come mi aveva fatto notare, come se avesse pensieri più importanti. Ad esempio…'
'“È così umiliante, vero?”
“Granger, non ti conviene, non sono dell’umore giusto.”
Sospirai deviando lo sguardo. “Già, se tu non sei dell’umore giusto allora nessuno deve inferire.” Sentii i suoi occhi addosso. “Per gli altri, invece, non ti fai alcun problema.” Mormorai con una nota di malinconia.
Se io stavo male, lui se ne fregava, mi faceva sentire ancora peggio.
Rise amaramente. “Allora sono così bastardo?”
I miei occhi incontrarono nuovamente i suoi. “Mi pare di avertelo detto già una volta.”'
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Era un’altra giornata di merda. Non m’importava se era Halloween, era solo una stupida festa che le persone comuni potevano tranquillamente godersi.
Io non ero tra quelle persone.
La cena si stava avvicinando. Non avevo per niente voglia di andare a mangiare come se niente fosse in mezzo a un branco di idioti, circondato da fantasmi e zucche volanti.
Bussarono alla porta e io scattai in piedi, abbassandomi le maniche della camicia.
“Chi è?”
“Draco?”
Aprii la porta bruscamente. “Che vuoi, Tiger?”
“È ora di cena.” Mugugnò abbassando il capo.
“Sto arrivando.”
Mi sbattei la porta alle spalle e mi sistemai. Presi la giacca, uscii dal dormitorio e attraversai la sala comune ormai deserta, ritrovandomi nei sotterranei. Nei corridoi non c’era anima viva (e neanche morta se si considerano i fantasmi). Arrivai alla Sala Grande. Avevo già aperto la porta e messo un piede dentro, quando un dolore lancinante che partiva dall’avambraccio sinistro mi attraversò tutto l’arto.
Lasciai andare il portone, che si richiuse con un tonfo e mi allontanai di corsa.
Sorpassai qualche fantasma che andava nel verso opposto, tenendomi il braccio, gemendo debolmente.
Decisamente non era il momento adatto per una riunione. Non potevo rimanere in giro in una situazione simile. Dovevo nascondermi. Mi serviva un posto dove rintanarmi. Lontano da tutto e da tutti. Soprattutto lontano da loro.
Un rifugio.
Ma dove? Dove?
Subito ebbi un’illuminazione e deviai frettolosamente e salii di corsa fino al settimo piano. Rallentai davanti all’arazzo dei Troll in tutù e chiusi gli occhi, passando tre volte avanti e indietro. Quando li riaprii vidi una grande porta, la spinsi e feci il mio ingresso nella Stanza delle Necessità, colma di oggetti che gli allievi di Hogwarts, per secoli, avevano nascosto; il luogo dove anche io mi stavo nascondendo.
Mi rannicchiai a terra, togliendo la giacca e sollevando la manica della camicia. Mi esaminai il braccio con una smorfia di dolore.
Mi sfuggì un leggero lamento.
Schifo. Ecco: mi facevo schifo da solo. Costretto a nascondermi per qualcosa che odiavo. Fatto da persone che odiavo. E odiavo Lui che mi aveva ricattato, che aveva minacciato me e la mia famiglia. Mi aveva condannato a questa vita di merda.
Lo scricchiolio della porta che si apriva mi fece sobbalzare. Abbassai in tutta fretta i polsini, mentre davanti a me la Mezzosangue entrava nella stanza, affannata.
“Malfoy?” chiese confusa.
“Hai appena finito una maratona?” accennai al suo fiatone, alzandomi in piedi.
Lei mi lanciò un’occhiataccia. “Non sono affari tuoi.”
Silenzio.
“Mettiamo una cosa in chiaro, Granger: te ne devi andare da qui.”
“E perché?” domandò accigliandosi.
“Perché io non ho intenzione di farlo, quindi…” fischiai facendole cenno di smammare. “fila.”
Lei mi squadrò con uno sguardo di fuoco. “E se io volessi rimanere nascosta qui?”
Cacchio! Tutte le cose peggiori arrivano insieme.
“Mezzosangue non rompere.”
“Perché ti stai nascondendo?”
“Cavoli miei! Adesso vat-”
Si udì uno schiocco. Qualcuno stava entrando. E se mi trovavano lì ero morto.
Presi la giacca da terra e immediatamente scattai di corsa a nascondermi nell’angolo più remoto della Stanza. Sentii uno scalpiccio inseguirmi.
Mi voltai e vidi la Mezzosangue che mi seguiva. Feci per scacciarla, quando si udì il tonfo prodotto dalla porta che si chiudeva.
Mi girai subito per infilarmi tra un vecchio mobile e uno scaffale zeppo di sherry, che mi nascondevano del tutto.
Vidi Granger farmi cenno di stare zitto e mettersi al mio fianco,sbirciando tra le bottiglie; non voleva farsi trovare.
Presi fiato, cercando di fare il minimo rumore possibile, ma un’altra fitta al braccio sinistro mi fece irrigidire. Trattenni il respiro, mordicchiandomi il labbro per impedirmi di emettere un qualsiasi suono.
La Mezzosanguesi accorse che qualcosa non andava.
“Che hai?”
“Tappati!”
“Gentile come sempre.” Fece sarcastica.
Non risposi per il semplice motivo che una figura incappucciata al centro della Stanza si guardava intorno alla ricerca di chissà cosa. Si fermò davanti all’armadio svanitore dove era scomparso Montague l’anno prima, coperto da un lenzuolo bianco.
Granger si avvicinò leggermente alle bottiglie per vedere meglio, ma ne colpì una, attirando l’attenzione della figura. Le lanciai un’occhiataccia, mentre l’uomo si voltava in cerca della fonte di quel trambusto.
Lei prese a tremare come una foglia. L’ennesima fitta al braccio mi fece barcollare. Fu in quel momento che mi accorsi che lo sconosciuto sembrava provare dolore. Si strinse l’avambraccio sinistro, ansimando.
Cazzo. Ciò che avevo appena visto significava solo una cosa: sapevo chi era quell’uomo.





Ecco quà il secondo capitolo.
Vampire_Heart : Grazie mille. Ci hai reso felici. ^^
Grazie tante per aver messo la storia tra le seguite.
 
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Two Little Shapes
  
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