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Autore: Ladybird    10/01/2006    12 recensioni
la paura più grande, quando si affronta qualcosa di brutto, è perdere la cosa più importante della propria vita... ma quello che conta, è rubare il tempo per stare insieme...ron e hermione riusciranno a sfruttale il LORO tempo???
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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avremo tempo

 

Chiedo scusa se non aggiorno da tanto “solo se lo vorrai”, ma la mole di studio universitario inizia a farsi sentire…

 

Perdonatemi…

 

Intanto leggete questa cosuccia che mi è venuta in mente nel treno… recensite!!!!!

 

A presto.

 

   

Nico.

 

 

 

 

 

Hermione arrivò a grandi passi nel parco di Hogwarts, con le lacrime agli occhi.

 

Era davvero l’ultima volta che poteva vedere quel paesaggio?

 

Era davvero l’ultima volta che passeggiava da sola in quel silenzio?

 

La sua mente ricacciò indietro quel pensiero. Non era davvero il momento di lasciarsi andare: il futuro poteva e doveva essere cambiato.

 

Appena fu di fronte al lago, le parve di scorgere un’esile figura tremare visibilmente, rannicchiata a terra, sulla riva del lago.

Hermione tirò fuori la bacchetta, pronta ad usarla – dopo tutto quello che era successo, Hogwarts non poteva certo definirsi un luogo sicuro- e si avvicinò lentamente, senza smettere di guardarsi intorno.

 

Pestò con il piede un ramoscello, producendo un sottile rumore.

La figura che aveva visto sussultò percettibilmente, e con un gesto veloce prese la bacchetta e si voltò.

Hermione rabbrividì per una frazione di secondo, e il suo battito accelerò notevolmente.

Mise a fuoco la persona che aveva davanti e si tranquillizzò.

 

Era solo Ginny. Aveva gli occhi rossi.

 

Probabilmente aveva passato tutta la mattina- o tutta la notte? Hermione decise di non chiederglielo- a piangere, come faceva ogni volta che era certa che Harry non la vedesse.

Ginny come suo fratello era estremamente orgogliosa e cocciuta, e preferiva piangere di nascosto, piuttosto che mostrare il lato debole della sua personalità.

Forse era la cosa che Hermione le invidiava di più. Lei, in certe situazioni, non riusciva ad evitare di piangere.

 

-sei tu…- Ginny  posò la bacchetta nella tasca dei pantaloni, e cercò di assumere un’aria quanto più tranquilla possibile.

 

 

-come stai?- le chiese, pronta a sorbire una predica come quelle che gli faceva Harry quando gli poneva la stessa domanda. Nell’ultimo periodo quei due erano davvero restii a parlare con qualunque persona.

 

- male, Hermione, male…- Ginny abbassò il volto, inchiodando lo sguardo al terreno umido.

 

 

Hermione tentò di avvicinarsi lentamente, tendendo una mano. Ginny si aggrappò instabile al suo braccio, e, avvicinandosi ancora di più,  cominciò a piangere disperatamente contro la sua spalla, nonostante quell’estate anche la ragazza fosse diventata più alta di lei.

 

Neppure lei riuscì a dominare l’impulso di piangere, e lasciò libere le lacrime che ormai da tanto  tentavano di uscire allo scoperto.

 

Si accorse a malapena di quando qualcuno, molto più grosso di loro, a dire il vero, le cinse in un abbraccio protettivo, al quale entrambe le ragazze si aggrapparono per non annegare nella disperazione.

 

 

Ginny fu la prima a staccarsi. Hermione sentì la sua spalla molto più leggera. Ma lei non riuscì ad allontanarsi dalla persona che la teneva ancora stretta. Nonostante ciò, lasciò la presa, e si limitò a poggiare il capo al suo petto, ascoltando quel battito, veloce, ma regolare, che le infondeva molta sicurezza.

 

Annusò leggermente la maglia, e non ebbe bisogno di alzare la testa per capire di chi si trattasse.

 

Quell’odore.

 

Era esattamente lo stesso che l’amortentia assumeva per lei.

 

Ron le cinse le spalle con le mani, e la allontanò leggermente, per guardarla in volto.

Lui sorrideva leggermente, e il cuore di Hermione si riempì di pace.

 

Guardò Ginny, staccandosi completamente dal contatto di Ron. Ora anche lei sembrava più calma.

Stava sorrridendo, anche se le sue guance erano ancora segnate dal pianto di quei minuti precedenti.

 

 

Fu Ron a rompere il silenzio che si era appena creato.

 

- Ginny, Harry ti sta cercando…-

 

-lo so…- rispose lei.- vado…-

 

I due ragazzi guardarono ondeggiare al vento i lunghi capelli rossi di Ginny, e rabbrividirono leggermente.

 

Si guardarono per qualche attimo, poi Hermione fu presa da una strana sensazione di imbarazzo, e abbassò lo sguardo. Sentiva un caldo tremendo alle guance.

 

Ron le sfiorò leggermente la spalla, e le sorrise di nuovo.

 

- hai preparato i bagagli, Hermione?-

 

La realtà la colpì di nuovo come un pugno al petto. L’indomani sarebbe finito tutto. Certo, c’era il matrimonio di Bill e Fleur prima della partenza ufficiale a Goldric’s Hollow, ma lei non riusciva a scacciare l’angoscia che da due giorni prima, durante il funerale di Silente, in effetti – quando lei e Ron avevano comunicato a Harry che lo avrebbero seguito ovunque- si era impadronita di lei.

 

Il vero problema era che non riusciva a scorgere la stessa sensazione di paura che le attanagliava lo stomaco, nei suoi amici. Certo, aveva assistito più volte ai pianti disperati di Ginny, ma di certo quelli non erano causati dalla paura, o almeno non la sua.

E Ron e Harry sembravano quanto mai decisi.

 

Lei si sentiva la sola ad avere paura delle cose che avrebbero visto, delle cose che avrebbero affrontato, di cosa ne sarebbe stato di lei. Come avrebbe fatto se Ron…

Il suo pensiero tornò di nuovo alle ragazze babbane della sua età, che dovevano preoccuparsi solo di cosa indossare il giorno successivo, e non dovevano trovare il modo di salvare il mondo.

Puntualmente si faceva vivo il senso di colpa che tornava ogni volta che quei pensieri, decisamente egoisti, si affacciavano alla sua mente. Non era certo pentita della scelta che aveva fatto. Teneva troppo a Harry e Ron  per lasciarli andare da soli.

E poi lei sentiva la presuntuosa sensazione di poter essere davvero utile ai fini della sconfitta del signore oscuro, cosa che le dava non poco orgoglio.

 

Una folata di vento la riportò alla realtà. Ron stava ancora aspettando una sua risposta. In effetti aveva l’aria divertita.

 

-ho finito… devo solo recuperare delle cose che potrebbero esserci utili nel viaggio.- gli disse sorridendo leggermente.

 

-dove?-

 

- nell’aula di pozioni…-

 

-ti va se ti accompagno? Non mi va che vai in giro da sola…- Ron arrossì, tentando di distogliere lo sguardo dagli occhi di Hermione.

 

Lei si incupì leggermente. Non le andava di essere trattata come Lavanda Brown, che non si sarebbe saputa difendere nemmeno da una fattura scagliata da Colin Canon. Le facevano piacere quel tipo di attenzioni da parte di Ron, ma non si sentiva certo un’oca giuliva.

 

-se incontrassi un mangiamorte, Ronald, ti assicuro che saprei come difendermi.- disse, con tono molto meno duro di quanto in realtà volesse.

 

-oh,  in effetti se incontrassi un mangiamorte avrei più paura per lui che per te…-

 

La ragazza non potè fare a meno di scoppiare a ridere.

 

-allora perché vuoi accompagnarmi?- chiese distrattamente, sistemandosi i capelli dietro le spalle.

 

-in realtà Cormac ti sta cercando… non vorrei ti saltasse addosso nel bel mezzo del corridoio.-

 

-anche in quel caso saprei come difendermi- asserì divertita, incrociando lo sguardo di Ron.

 

Lui parve rifletterci un attimo, e iniziò a camminare nella direzione dell’entrata principale.

 

-oh, nauralmente… ma sono mesi che cerco una scusa per picchiarlo, a dire il vero.

 

Hermione scoppiò di nuovo a ridere, e avanzò dietro Ron in direzione di Hogwarts.

 

 

Il portone principale era aperto solo a metà, e i due ragazzi superarono a fatica l’esercito di elfi domestici che il ministero aveva concesso a Gazza, per effettuare controlli più accurati, con spioscopi, e rivelatori di magia oscura, misure inutili, dato quello che era successo a scuola nonostante tutti i controlli.

 

 

Svoltarono a destra per dirigersi ai sotterranei.

 

Hermione iniziò a scrivere su di un foglio di pergamena tutto quello che riteneva potesse essere utile per il viaggio, da pozioni curative, a pozioni esplosive, e perché no, avrebbe lasciato a Ginny il compito di sorvegliare una discreta quantità di felix felicis.

Gli aiuti non sarebbero bastati mai in quella lotta alla morte.

 

Fu interrotta da Ron che la fermò di colpo tirandole il braccio.

Quasi perse l’equilibrio, e lo guardò con rimprovero.

 

Lui si limitò ad un’alzata di sopracciglia e col capo accennò a un punto del pavimento dove c’era una grossa buca.

 

-grazie-

 

-figurati…- Ron si bloccò un attimo, sembrava non aver il coraggio di muoversi.

 

Distolse lo sguardo dalle sue scarpe, che in quel momento, a dirla tutta sembravano molto interessanti anche per Hermione, e lo portò oltre la sua spalla.

 

 

Sorrise,come non faceva da tempo. Dalla prima volta che lei era andata a trovarlo in infermeria dopo che avevano litigato. Sembrava… sollevato.

 

La ragazza si girò di scatto, e non potè fare a meno di sorridere.

 

Harry e Ginny erano stretti in un abbraccio che sembrava dover durare a lungo.

 

Inaspettatamente Ron le prese la mano, e la diresse nella direzione opposta.

 

 

Si girò verso di lei.

 

-non volevo interromperli.-

 

-e da quando lasci che tua sorella faccia certe cose nei corridoi?- chiese ironica.

 

Ron alzò leggermente gli occhi al cielo, come si fa per una bambina alla quale si deve spiegare tutto.

 

 

-sono gli ultimi momenti che possono passare insieme, chi sono io per intromettermi?-

 

Hermione lo guardò leggermente sorpresa.

 

-devo dire che stare con Lavanda ti ha fatto crescere…-

 

-effettivamente…-

 

-allora non è stato tempo sprecato-

 

-io non ho mai detto che è stato tempo sprecato… ho capito un sacco di cose.-

 

-certo…-

 

-beh, mi sono reso conto che puoi stare solo con le persone alle quali vuoi davvero bene.-

 

-allora, se le volevi bene, perché l’hai lasciata?- Hermione si sentì leggermente ferita. Credeva di aver superato quel certo tipo di sensazioni, ma in effetti non doveva essere poi tanto vero.

 

-io non stavo parlando di Lav…- la sua voce si perse in un sussurro, disperso nell’ampio corridoio deserto che stavano percorrendo.

 

L’aula di pozioni, infatti, non era stata aperta dal giorno della morte di Silente, come tutte le altre del resto, non perché si temeva ci fosse qualcosa di pericoloso, solo perché forse non aveva senso che le lezioni continuassero, senza il preside che governava tutto.

 

-alohomora- Ron puntò la bacchetta al lucchetto che chiudeva la porta, e questo si ruppe, lasciando via libera ai due ragazzi.

 

Mentre Hermione prendeva tutte le scorte possibili dagli armadietti, Ron si appoggiò al tavolo più vicino.

 

-dove credi che metteremo tutta questa roba?- Ron iniziò a preoccuparsi, visto che la mole di ingredienti poggiati sul tavolo superava di gran lunga il suo peso.

 

-non è mai abbastanza…-

 

-ma Hermione!!! Siamo a piedi, mica ci metteranno a disposizione le auto del ministero??-

 

-oh Ronald, non essere sciocco. Mi sembra abbastanza logico che farò un incantesimo restringente su tutto quello che porteremo!!!!!!-

 

-a te sembra logico tutto.-

 

-solo perché non ci arrivi tu, non vuole certo dire che sia una cosa difficilissima…-

 

-oh, per un genio come te, noi mortali dobbiamo sembrare molto stupidi…-

 

Hermione lo scrutò un attimo arrabbiata, poi tornò ad immergersi nella sua lista di ingredienti.

 

Ron continuò ad osservarla per qualche minuto in silenzio. Poi, come colto da un lampo di genio, le si avvicinò, prese due ampolle dalla mensola più alta, e le portò su uno dei banchi da lavoro.

 

Iniziò a versare il contenuto di entrambe in un calderone abbandonato, cominciando a mescolare indifferentemente.

 

Sorpresa da tanta sicurezza, Hermione gli si avvicinò in silenzio.

 

-che cosa fai??- chiese innocentemente.

 

-oh, impiego il tempo in qualche modo-

-posso sapere che ci hai messo là dentro??-

 

-quello che vedi sul banco…-

 

Hermione prese le due ampolle vuote, le cui etichette si distinguevano a malapena, tanto erano sporche.

Poi una particolare lettera la fece voltare bruscamente, ma prima che potesse proferire parola, il calderone scoppiò tra le mani di Ron, lanciandolo dall’altra parte dell’aula.

 

La sua amica, preoccupata, e leggermente scossa per il botto, gli si avvicinò in fretta, sollevandolo leggermente per le spalle.

 

-Ron!-

 

-mmmmh-

 

-Ron!!!!!!! Ti prego, rispondimi!!! Ti sei fatto male?-

 

-no…sto bene. Ho combinato un bel guaio, vero?- sorrise.

 

Completamente intontita, la ragazza, si accasciò a terra incredula.

 

-tu vuoi farmi morire di paura!!!- la sua voce risuonò acida in tutta l’aula.

 

-non sarebbe la prima volta, no?- ron le si sedette di fianco, appoggiando anch’egli  le spalle al muro.

 

-spera di non doverlo fare più…-

 

-credo che da domani avrò molte occasioni invece…-

 

Hermione sentì un pugnale trafiggerle il petto, e una lacrima le solcò il volto.

 

Ron la guardò un attimo, esitante, poi le circondò le spalle con un braccio, attirandola a se’.

La ragazza cominciò di nuovo a piangere senza ritegno.

 

-hermione… che c’è??-

 

-Ron…- la ragazza alzò lo sguardo, incrociando quello azzurro del ragazzo.- tu non hai paura di quello che ci potrebbe succedere?-

 

-un po’ si…, ma non ha importanza…-

 

-perché lo dici?-

 

-perché voglio aiutare Harry… a qualunque costo…-

 

-io ho paura… e a volte credo di non farcela a partire…-

 

Ron carezzò il volto della sua amica.

 

-io…Hermione… io farò in modo che non ti succeda nulla. Te lo prometto. Dovessi rischiare la vita-

 

Hermione gli sorrise amaramente.

 

-questa è la cosa che mi fa più paura…-

 

-cos’è? Credi che non lo farei davvero? So che non sono parole da me, però…- Ron si irrigidì nella sua posizione, alzandosi di più di dieci centimetri.

 

Hermione ricacciò indietro tutte le lacrime.

 

-io ho paura che tu lo faccia davvero… ho paura che non avremo più tempo…-

 

Ron le si avvicinò piano, e posò le labbra sulle sue, cercando di stringerla quanto più poteva.

 

Si staccò improvvisamente, guardandola interrogativo.

 

Lei gli sorrise.

 

-fallo di nuovo, Ron…-

 

Ron le sorrise, e si chinò per baciarla un’infinità di volte, senza smettere per un attimo.

 

-questo mi fa ancora più paura…-

 

Ron la guardò serio.

 

- ce la faremo…-

 

-ti voglio bene, Ron…-

 

Ron la baciò di nuovo.

 

-anche io… -

 

Hermione gli posò la testa sulla spalla, dondolandosi leggermente.

 

-Hermione?-

 

-mmmhhh…-

 

-avremo tempo… -

 

-lo so-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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