Sei bellissima, in quel vestito nero Eva. Regale, perfetta, altera. Il ritratto di una donna di potere.
Quante donne sei stata, Eva?
Sei stata la bambina dei tuoi genitori, la bella ragazza dello studio fotografico di Hoffman, che guardava senza interesse quell’uomo di una certa età con dei buffi baffetti.
Sei stata l’amante clandestina di un uomo più anziano di te, l’amante che, con suo gesto folle, col suo tentato suicidio, lo ha gettato in un baratro di terrore, memore della piccola Geli e della sua morte.
La bella donna che, con la cara Gretl e i suoi adorati cani, viveva in quella bella villetta, quella che la faceva da padrona a Berghof.
La donna destinata a regnare sull’Europa, sul mondo intero.
La donna di colui che ha promesso il Paradiso, alla Germania.
Ma, soprattutto, la donna che non abbandonerà mai il suo Adolf. Mai, neppure ora che è tutto finito. Un ultimo gesto di estremo amore, Eva Braun. Una semplice firma, la certezza che per lui ci sarei, nel bene e nel male, finchè morte non vi separi. E, nel documento datato 29 aprile 1945, scrivi, con orgoglio, Eva Hitler.
 
 
 
Nota storica: il giorno dopo, il 30 aprile 1945, Adolf e Eva Hitler si sarebbero suicidati, verso le 15 e 30. Nello stesso anno la sorella minore di Eva, Gretl, mette al mondo una bambina a cui da il nome dell’amata sorella.