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Autore: VeNoBa    01/03/2011    3 recensioni
Fanfiction a più capitoli su uno dei miei manga preferiti^^ Prevalentemente vissuta con gli occhi di Yuuki e Zero,ma ci sarà anche "parecchio Kaname" dentro :) Scritta partendo dal presupposto che tutto il passato di Kaname sia già venuto a galla...
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Yuki Cross, Zero Kiryu
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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L’inaspettato (capitolo 15)

“Due cose assolutamente opposte ci condizionano ugualmente: l’abitudine e la novità” (Jean de La Bruyère)

Era trascorsa una settimana, ormai, da quando Yuuki si era trasferita all’Accademia, nell’alloggio del Direttore.
Gli hunters, approfittando del fatto che la ragazza fosse tornata a casa Kuran, a prendere le sue cose, le erano andati dietro, con la scusa di farle da scorta, e avevano perquisito la tenuta; lei non si era opposta: era più che convinta che non avrebbero trovato niente di compromettente, Kaname non sarebbe stato così incauto. La stanza nella quale Yuuki aveva scoperto il passato di lui era stata trovata vuota…per il resto, l’immenso immobile era tale e quale a come l’aveva lasciato.

Naturalmente, Yuuki fu sottoposta ad un interrogatorio, al quale presiedettero sia Yagari che Cross, che non portò assolutamente a nulla, considerata la sua totale e completa ignoranza riguardo i “piani” del fratello.

Ogni tanto si perdeva d’animo, lasciandosi sopraffare dallo sconforto, piangeva, la notte, fino ad addormentarsi, poi, però, il pensiero di essere nuovamente con il Direttore, all’Accademia, la faceva sentire meglio e le dava la forza di andare avanti, nonostante la solitudine opprimente.

Non aveva ancora visto Zero, da quando si era ritrasferita, se non il giorno in cui lui e Kaito l’avevano aiutata a scaricare e sistemare gli scatoloni contenenti tutte le sue cose.

Aveva trascorso tutto il tempo in casa, a dormire, o semplicemente a pensare; Yori era stata informata del suo arrivo ed era passata a trovarla…ma era carica di compiti e studio e non aveva il tempo materiale per farle compagnia ogni giorno.
In definitiva, le sue giornate erano decisamente noiose e solitarie. Il Direttore non era mai a casa, spesso non tornava neanche a dormire, assorbito com’era dai suoi doveri di Preside dell’Istituto e di Presidente dell’Associazione.

Da quando Kaname se n’era andato, ovviamente, non aveva più bevuto una goccia di sangue e la fame iniziava a farsi prepotentemente sentire; nonostante Cross le avesse procurato una scorta di pasticche ematiche, lei era decisa non farne uso, memore della parola data al fratello. Si sentiva stupida, a continuare a mantenere una promessa del genere, soprattutto dopo gli ultimi avvenimenti, ma…in fin dei conti, aveva come la sensazione che, anche con l’uso delle pastiglie, la fame non sarebbe comunque passata.

Si svegliò presto, quella mattina, disturbata dai raggi del sole che filtravano attraverso la finestra; aveva dimenticato di tirare le tende, prima di andare a letto.
Andò in cucina, dove il Direttore le aveva lasciato la colazione, sul tavolo, allegata ad un biglietto, in cui le diceva che avrebbe fatto molto tardi e di non aspettarlo.

La ragazza sospirò, sedendosi, e prese a spiluccare qualcosa dal piatto, senza particolare appetito; aveva le fitte allo stomaco…ma non era fame “da cibo”.

Sentì suonare il telefono, in salotto. Si precipitò a rispondere.

“Pronto? Casa Cross”

“Ciao, Yuuki, sono io!” esclamò il Direttore, tutto allegro.

“Ah, salve…è successo qualcosa?” chiese, stupita.

“No, cioè…avrei bisogno che Zero venisse in Associazione, ma è già uscito dal suo dormitorio e in giro non lo si trova. Kaito non ha lezione, stamattina, perché ha da lavorare, per cui non ha tempo di…com’è che ha detto? Oh, ecco: “Fargli da balia-asciutta”. Non è che potresti cercarlo tu, per me, e dirgli che ho urgente bisogno che mi raggiunga in sede?”

Yuuki non rispose…urgente bisogno di lui in Associazione? Perché? Che avessero saputo qualcosa di Kaname?

“Mi scusi se glielo chiedo, ma…”

“Non ha niente a che vedere con Kuran, se così fosse ti avrei avvisata” l’interruppe l’uomo.

“Mmm, okay”

Un altro pensiero l’assalì:
“C’è qualcosa che non va con Zero?!” esclamò, già allarmata.

“No, Yuuki, non ti agitare…devo solo assegnargli un lavoro e discutere dei dettagli con lui e Kaito; solitamente evito di chiamarlo a rapporto quando ha lezione, ma devo proprio sbrigarmela in fretta”

“Capisco…vado a chiamarlo subito, allora” concluse la ragazza.

“Ti ringrazio molto, a domani, allora”

“Sì, buon lavoro” disse Yuuki, per poi riagganciare.

Sì vestì in fretta, legò i lunghi capelli e si coprì il capo con il cappuccio, per evitare di essere, magari, riconosciuta da qualche studente.
Sapeva già dove trovare Zero…sempre che, nel tempo in cui erano rimasti separati, il nascondiglio di lui non fosse cambiato.

Faceva freddo, nonostante il sole, e c’era un venticello che la face rabbrividire. Si guardò intorno: non c’era nessuno; abbassò la testa e si diresse, rapidamente, verso la scuderia.

Il portone era aperto…sentì l’odore di Zero ancora prima di entrare. Lo stomaco le si contrasse e il cuore prese a battere più velocemente.
Avanzò, senza esitazione, e non trovò anima viva. Era certa che fosse lì, l’aveva percepito; il fatto che avesse capito subito, e a ragione, il luogo dove si era nascosto, le fece provare una strana sensazione, come se il tempo fosse tornato indietro.

Sentì un nitrito, più forte degli altri, provenire da un cavallo bianco.

“White Lily!” esclamò, aumentando il passo.

La cavalla la guardò, ansimando pesantemente. Yuuki si sporse poco oltre la sua testa e vide Zero, addormentato, rannicchiato su se stesso, steso accanto alle zampe posteriori dell’animale.
Fece un passo per avvicinarsi, ma Lily nitrì, furiosa, e sbatté gli zoccoli a terra, rumorosamente. Lei arretrò, intimorita, mentre Zero apriva gli occhi, svegliato dal fracasso dell’animale.

“Hey, buona, buona…che c’è?” borbottò, mettendosi seduto.

Yuuki non si mosse, per paura di ricevere un calcio.

L’hunter sbadigliò, stropicciandosi gli occhi e, una volta che si fu rimesso in piedi, diede un paio di pacche affettuose alla cavalla.

La ragazza vide il suo viso irrigidirsi: ora che si era svegliato, aveva percepito l’odore di lei; girò lentamente la testa, puntandole gli occhi addosso.
Aveva gli occhi rossi.

“Ciao” gli disse, un po’ imbarazzata.

“Perché gironzoli a quest’ora del mattino?” le chiese, senza smettere di accarezzare Lily.

“Non gironzolo…stavo cercando te”

Lui si fermò…aveva lo sguardo perplesso.

“Ti serve qualcosa?”

“No, a me no, ma il Direttore ha chiamato per dirmi che ti avevano dato per disperso e di venire a recuperarti”

“Tra poco ho lezione” se ne uscì lui.

“Dice che ha del lavoro da assegnarti e che ha bisogno che tu vada all’Associazione il prima possibile” replicò Yuuki.

L’hunter sbuffò, oltrepassandola.

“Sarà di nuovo per la faccenda della Shirabuki…che noia” borbottò.

Sara-sama? Lei era stata trovata alla villa degli Hanadagi…insieme a Kaname…forse…se fosse riuscita a sapere qualcosa su quello che gli hunters stavano facendo per stanarla, avrebbe, di conseguenza, avuto una chance di comprendere almeno in minima parte le ragioni di suo fratello…non era affatto convinta che quei due fossero “in combutta”, però…sentiva che, per riuscire a capire un decimo di quello che passava per la testa del Nobile, avrebbe dovuto stare dietro al lavoro che l’Associazione stava facendo per rintracciare la donna.

“Senti…” esordì la ragazza.

Lui s’infilò le mani in tasca, fermandosi, poi la guardò.

“Posso venire con te?” gli domandò.

“No” rispose Zero, semplicemente.

Yuuki lo superò e gli si piazzò davanti, con le mani sui fianchi, nella tipica posizione assunta ai tempi in cui lei era una guardiana, quando tentava di contrastare il ragazzo e convincerlo a fare quello che voleva lei.

“A stare tutto il giorno in casa sto impazzendo, devo fare qualcosa”
Anche quello era vero, si sentiva soffocare, aveva un disperato bisogno di cambiare aria.

“Leggi, guarda la televisione, dormi…oppure vegeta” le suggerì lui, sorpassandola e proseguendo per la sua strada.

“Pur di rendermi utile, sono disposta a fare anche del lavoro d’ufficio!” esclamò lei.

“Tu, del lavoro d’ufficio?! Ma non farmi ridere! Non sei capace di stare ferma un secondo!” la rimbeccò l’hunter.

La ragazza, a quel punto, lo afferrò per la manica della giacca.

“Ti prego…” fece.

Lo vide girare leggermente il capo, il profilo dritto del suo naso fece capolino.

“D’accordo, fai come ti pare. Non mi scocciare, però” concesse, alla fine, irritato.

Yuuki sorrise, tra sé e sé, per la sua vittoria, e aumentò il passo, per paura di restare indietro.


Il Preside Cross era seduto alla scrivania, quando Zero entrò nel suo ufficio.

“Ah, Kiryu!” esclamò, gioviale.

Il ragazzo sedette, incrociando le braccia, sulla sedia di fronte.

“E Kaito dov’è?” chiese.

“Arriverà dopo, è in missione” rispose l’uomo.

“Non poteva aspettare che tornasse, prima di farmi chiamare? Che senso ha, discutere solo con me? Mi sta anche facendo perdere scuola, proprio lei, che insiste tanto, ogni volta, perché io frequenti regolarmente” si lamentò lui.

“Siamo più scorbutici del solito, oggi” lo canzonò.

“Se lei mi manda le zecche tra i piedi…” sbiascicò.

“Le zecche?...Parli di Yuuki?” chiese, stupito.

“E di chi, se no?” replicò l’hunter.

“Ho pensato che farle fare qualcosa le avrebbe fatto bene, è una settimana che non mette il naso fuori di casa” si giustificò Cross.

“Intanto, però, me la sono dovuta trascinare dietro…scommetto che era calcolata, la cosa, vero?? L’ha fatto apposta, non è così??” lo rimproverò Zero.

Ignorando totalmente l’ultima parte del discorso, chiese, da buon finto ingenuo:
“Nel senso che è qui anche lei?”

“Almeno non si finga idiota, mi faccia il piacere” ribatté l’altro, tutto scocciato.

“E dov’è?” domandò Cross.

“Lì fuori, ha detto che avrebbe aspettato che lei parlasse con me, per poi parlarle anche lei”

L’uomo si alzò, andando alla porta.


Trovò Yuuki in piedi, accanto alla parete che dava all’entrata del corridoio, gli occhi fissi nel vuoto, assente.

“Hey, Yuuki!” fece, raggiungendola.

Lei si disincantò, concentrando la sua attenzione su di lui.

“Avete già finito?” chiese, sorridendo.

“Veramente, non abbiamo neanche iniziato” ridacchiò l’hunter.

“Ma…”

“Avevi bisogno di me? Zero ha detto che mi devi parlare”

La ragazza esitò un attimo…era davvero il caso di insistere, dopotutto?

“Bhè…mi stavo chiedendo se…magari…qualcuno, qui, avesse bisogno di una…segretaria, o qualcosa del genere…o anche solo qualcuno che metta a posto i documenti…potrei…riordinarle anche la scrivania, se vuole”

Detto ad alta voce suonava orrendamente patetico…era così disperata?...Sì.

Il Direttore la guardò, con aria intenerita.

“Vieni dentro con me, forza” le disse, riaprendo la porta del suo ufficio.

Yuuki entrò dopo di lui, con l’odore di Zero nuovamente nelle narici, e, tentando di fare finta di niente, gli sedette accanto.

Cross li guardò entrambi, un attimo, pensieroso, poi esordì:
“Visto che sei così ansiosa di renderti utile…credo che potresti accompagnare Zero in missione”

  
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