Le mani di Gellert erano sempre dannatamente fredde, qualsiasi fosse la temperatura all'esterno.
Fredde, eppure dal tocco così bruciante, così disperatamente urgente e possessivo.
Albus detestava il freddo.
Gli seccava anche quando la temperatura era di un solo grado inferiore a quanto si aspettasse.
Ma quando il freddo era il freddo delle sue mani, allora lo invocava.
Essere accarezzati dalle mani di Gellert era come essere accarezzati dall'aria; era il freddo che risvegliava dal sonno, il freddo che rinfrescava, il freddo che rigenerava.
Il freddo degli spazi aperti e di alta montagna.
Lo stesso freddo dei pungenti refoli che ogni mattina risvegliavano l'abbraccio addormentato dei due amanti.
Il solo freddo di cui Albus non si sarebbe mai lamentato.