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Autore: Vale11    02/03/2011    19 recensioni
La caposcuola Hermione Jane Granger aveva molto ascendente sugli studenti di Hogwarts, soprattutto da quando era finita la guerra. E Draco Lucius Malfoy stava cercando di sopravvivere al suo settimo anno. Non è mai stato da lui prenderle e non ridarle, non è mai stato da lui non reagire, non è mai stato da lui starsene buono e subire. Lo vide voltarsi un momento verso di lei, prima di affrontare le scale che portavano alla torre di astronomia. Lo vide reggersi al corrimano per costringere le gambe ad affrontare gli scalini, il braccio sinistro attaccato al petto. Non lo vide mai abbassare gli occhi.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Draco con un bambino in braccio, con Ted in braccio, era stata una visione. Letteralmente. Hermione Granger si trovò a considerare la cosa come fosse un quadro. Per la seconda volta. La prima includeva lenzuola e letto, ed era una cosa che era meglio che i suoi non vedessero. La sua uscita l’aveva fatta sorridere, ma non ridere. Era troppo impegnata a guardarlo.
Non ci pensava nemmeno ad avere figli, al momento. Neanche lontanamente. Era solo che quel ragazzo biondo con un bambino in collo era talmente fuori dal suo contesto da sembrarle, se possibile, ancora più bello.
Registrò il movimento di Draco, che si avvicinava ai suoi sostenendo Ted con un braccio solo, tendendo la mano destra per una presentazione formale.
 
I signori Granger rimasero impressionati dai modi di quel ragazzo, di cui Hermione gli aveva parlato più di una volta. Rigido, corretto e composto, era lo stereotipo della nobiltà ereditaria. Che strideva incredibilmente col viso stravolto che gli avevano visto fare pochi minuti prima, quando si era affrettato a spiegare che quel bambino non era suo figlio. Jane Granger sorrise divertita. Leggeva fra le righe da una vita. Dietro la facciata composta, quel ragazzo nascondeva la voglia di andare a nascondersi sotto qualche scrivania, ma resisteva stoicamente. Non sembrava più il ragazzo viziato di cui un’Hermione molto più piccola le aveva parlato. Era solo un ventenne eccezionalmente biondo. Gli sorrise.
“Piacere di conoscerti, Draco. Hermione ci parla sempre di te”
 
Eccolo, il dialogo. Andava nel panico quando succedevano queste  cose, se avesse saputo cos’era le avrebbe chiamate chiacchiere da ascensore.
Ha visto che brutto tempo?
Quel vestito le sta d’incanto!
Ha letto il giornale oggi?
Roba da panico.
Cercò gli occhi di Hermione, mentre Ted continuava a giocare coi suoi capelli, e si sentì un po’ meglio quando la vide sorridergli. Sorrise anche lui, di rimando, e dedicò un sorriso anche alla signora Granger, ancora in attesa di una risposta.
“Spero non troppo male, signora Granger”
La donna lo guardò divertita, ma fu il signor Granger a rispondere.
“A seconda degli anni, direi. Prima non ti faceva esattamente una buona pubblicità”
Draco rivolse un sorriso freddo anche a lui.
“Visti i nostri rapporti dell’epoca, non mi sarei aspettato nulla di diverso”.
 
Il primo dialogo coi genitori della sua ragazza fu difficile. Loro non si fidavano completamente di lui, e lui non si sbilanciava mai troppo. Era da immaginarselo, visti i suoi trascorsi e i suoi parenti. Le domande si mantennero su terreni neutrali.
Scuola, futuro, famiglia.
Quando arrivò l’argomento famiglia, Draco preferì glissare con un commento sullo strano comportamento di Ted, che adesso sembrava terribilmente affascinato dalla cravatta verde dello zio, tenuta lenta su una camicia coi primi bottoni slacciati. Forse in quella casa si vestivano tutti di rosso ed oro. Il verde doveva essere una strana novità.
“Ted, ti piace la cravatta?”
Il ragazzino fu più che felice di trovarsi la cravatta dello zio Draco al collo, messa li dalle mani dello zio stesso, che lo guardava con quello che era inequivocabilmente un sorriso. Si strinse nuovamente al collo di Draco, dimenticandosi di voler diventare biondo e lasciando che i capelli tornassero castani.
Prima di diventare rosa, ad una velocità che Draco giudicò come esorbitante.
I gemelli vennero a salvarlo da quella situazione, portando via lui ed Hermione di peso e trascinandoli a tavola. Dove una Molly Weasley in forma smagliante aveva preparato da mangiare per un esercito.
Ed in effetti il numero degli invitati si avvicinava a quella definizione, Draco ne rimase talmente stupito da sconvolgersi. Era abituato a cene rigide, formali e fredde. Qui le persone parlavano, si abbracciavano, ridevano, scherzavano. Comunicavano. La versione fantasma di Fred Weasley si divertiva come un matto ad apparire e scomparire da sotto il tavolo, provocando un applauso quando la sua testa sbucò fra le gambe del tacchino. Cosa che sua madre parve non apprezzare quando il nugolo dei suoi fratelli. Ronald stava rischiando di strozzarsi col pane. Hermione rideva come una matta per qualcosa che Ginevra doveva aver detto, ed Harry parlava animatamente con Hagrid, che l’aveva salutato un po’ perplesso pochi minuti prima, di qualcosa che doveva riguardare una legge che permetteva l’adozione a distanza dei draghi. O qualcosa del genere. Ci mancava altro che quello.
Non era abituato a così tanto movimento intorno a un tavolo, tanto che rimase silenzioso e immobile per una buona manciata di minuti. Finchè non sentì la mano di Hermione farsi strada nella sua, e la testa di Fred Weasley decise di sbucare dal suo piatto fra un antipasto e l’altro. Si concesse di respirare più liberamente, seguendo con la coda dell’occhio un bambino che trotterellava allegro, con dietro Andromeda Black, con addosso la cravatta che gli aveva dato lo zio Draco.

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di nuovo un ritardo mostruoso! dovete scusarmi, ero a Berlino...faceva meno freddo che qui, incredibile ma vero!
  
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