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Autore: Scaramouch_e    02/03/2011    1 recensioni
[aggiornamento del 23.07.2019: questa storia rimarrà incompiuta. Mi sto dedicando ad altro, ma non la voglio cancellare, e o eliminare. Quindi rimarrà qui, senza conclusione. Scusatemi.]
C'è Elizabeth Bennet una delle figlie della numerosa e benvoluta famiglia Bennet la quale incomincerà la sua nuova avventura a Hogwatrs con la sua simpatia e ironia.
C'è Fitzwilliam Darcy, figlio della nobile famiglia Darcy incomincia anche lui l'avventura volendo liberarsi del nome che porta.
C'è Charlie Weasley, figlio di Arthur e Molly Weasley che ha per amico il giovane Fitzwilliam.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlie Weasley, Famiglia Weasley, Nimphadora Tonks, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over, Lime, OOC | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Altro contesto
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02 m disclaimer: io non scrivo a scopo di lucro. Tutti i personaggi sono rispettivamente di Jane Austen (per quanto concerne Pride and Prejudice) e di J.K. Rowling (per Harry Potter.)

Magic and Prejudice.


Oh Jane cara, meno male che sei andata via, che sei partita. Non immagini nemmeno il dolore che proveresti stando qui.

Che disgrazia sorella mia, che disgrazia!
I signori Darcy sono morti, ma non di morte naturale, bensì di una morte atroce: attaccati nel pieno della notte, uccisi come cani e davanti ai figli.
Non so chi possa aver commesso questo barbaro delitto, ma la Gazzetta del Profeta e nostro padre, pensano a un ritorno dei mangiamorte, ma io spero tanto di no, anche perchè non possono essere ritornati dico bene? Oh Jane, ho tanta paura e temo per il nostro amico in comune: Charlie sta male, ma come non può esser? Povero, povero Charlie, se le notizie che circolano sono vere, beh… dovrebbe stare cauto con Darcy, anche se non credo che ascolterà i miei consigli, che pure sono giusti, ma tu sai quanto ci tiene al suo amico.
Sai quanto ci tiene al suo amico, e nonostante io non approvi la famiglia Darcy, provo orrore e disgusto per ciò che è successo.
Deve essere terribile perdere i propri familiari! Non saprei cosa fare se una cosa del genere accadesse a te o a mamma, a papà o alle piccole.
Proprio oggi ci sarà il funerale.
Vorrei che mi fossi vicina, ma so che non è possibile e spero che il tuo, tanto atteso, viaggio intorno al mondo stia procedendo per il meglio. Te lo sei meritato sorella mia.
La tua affezionata sorella, Lizzy.

***

Charlie aveva avuto l’opportunità di andare a trovare Will dai suoi genitori. Di buon'ora si era recato, con la metropolvere, a casa Darcy.
Pemberley era una grande magione: imponente e solitaria si estendeva su una collina dominante Godrick’s Hollow, il villaggio dei maghi.
Il giovane Weasley dovette percorrere pochi passi prima di vedere la figura dell’amico: Darcy per lui era sempre stato un mistero, eppure era il suo migliore amico.
In quel momento il giovane uomo non piangeva, stava freddamente composto in piedi e stava bevendo in un calice il vino rosso.
Si voltò quando sentì Charlie entrare. Il rosso gli posò la mano sulla spalla e questo gesto, bastò a Fiztwilliam che si rilassò immediatamente.
“I miei genitori, non mi sono mai andati a genio, ma vederli combattere e vederli morire per noi... Per proteggerci, mi ha fatto soffrire. Perché la vita deve essere così difficile Charlie?”
Più che avere diciassette anni, Will sembrava averne dieci.
“Non so spiegartelo, Will, non ho mai provato un dolore più grande del tuo. Non saprei cosa fare, ma tu hai Georgiana, devi pensare a lei... Non sei solo in questo.”
A queste parole Fiztwilliam emise un piccolo sorriso. “Si è vero non sono solo. Charlie, ho paura anche per lei... Vorrei proteggerla, ma ho paura che così facendo le chiuderei le ali e l’impedirei di volare.”
Charlie scosse la testa: non sapeva che dire né che fare e si limitò a dire: “Fatti forza amico.”

Il funerale si sarebbe tenuto, a Pemberley nella cappella di famiglia e i due amici si diedero da fare per organizzare il funerale: dovettero prender possesso di tutte le carte del padre e della madre, portarle dagli avvocati, dovettero far fare le stanze per chi veniva da lontano; e infine dovettero organizzare i diversi elfi della casa per far in modo che tutto fosse splendente e ricco.
“Non sembra proprio un funerale.” Fitzwillam era estenuato alla fine e si era buttato su un divano di uno dei mille salotti.
“Siete voi ricchi che organizzate funerali così imponenti.” scherzò Charlie stanco anche lui; si era fatta sera e i due avevano lavorato fino ad allora. “Dov’è Georgiana?”
“Di sopra. Fortunatamente fra un po’ incomincia la scuola... Non saprei se ce l’avrei fatta ad occuparmene.” Fitzwillaiam sospirò: fra un po’ sarebbero stati invasi da amici, parenti e conoscenti era meglio andarsi a riposare.
“Charlie andiamo a riposare anche noi... E grazie dell’aiuto.”

***
Elizabeth, Mary, Kitty, Lidya e la signora Bennet con il marito si trovavano nell’anticamera aspettando il maggiore dei Darcy.
I Bennet erano arrivati prima al funerale, poiché la mamma li odiava e quindi ‘prima arriviamo, prima finiamo.’ Elizabeth, che odiava arrivare presto o tardi a qualsiasi cosa, aveva dovuto accettare quando il padre, davanti alle suppliche della moglie, aveva annuito.
E così ad aprirli era stata la giovane Darcy. Georgiana Darcy era quello che si diceva una bellezza tipicamente Inglese, anche se un po’ sciupata dal pianto. Elizabeth osservava il cammino della giovane che procedeva avanti e indietro, avanti e indietro come una leonessa in gabbia. La povera Georgiana doveva essere veramente stanca.
Mentre Elizabeth fissava l’andare della signorina Darcy, un piccolo “puf” annunciò l’arrivo di un elfo domestico. Era lo stesso che li aveva fatti accomodare in salotto.
“Kotka ha provato a fermarlo... Ma il giovane ha dato una botta in testa a Kotka e Kotka non ha potuto far nulla... Signorina se vuole Kotha si punisce!” e il piccolo elfo incominciò a punirsi.
Prima che tutti potessero dire qualcosa la porta dove erano entrati i Bennet si aprì e apparve un ragazzo.
Era il più bel ragazzo che Elizabeth avesse mai visto. Aveva un’espressione fiera mentre marciava verso la giovane Darcy.
“Ditemi dov’è vostro fratello, desidero parlargli e lui non può rifiutarsi. Anche il vecchio Darcy avrebbe voluto così, e voi lo sapete bene.” disse il giovane appellandosi alla benevolenza della giovane Darcy e prendendola per le esili spalle.
“Vi prego... Mr. Wickham, lo vado a chiamare subito... Ma mi lasci stare.”
Il giovane la lasciò e si mise seduto in poltrona con la testa fra le mani senza badare ai Bennet, i quali a parte Lizzy che lo guardava con un certo interesse, lo lasciarono stare.

Quando entrò Darcy l’atmosfera risultò raffreddarsi notevolmente. Il giovane Wickham alzò gli occhi e gli andò incontro, mentre Darcy avanzava verso di lui con al seguito Charlie Weasley e la sorella ... sembrava un duello.
“Wickham, ma che piacevole sorpresa.” disse con voce fredda il nuovo signor Darcy osservando mister Wickham come se avesse potuto ucciderlo.
“Sapete anche voi il perché sono qui fratellino. Voglio solo vedere mio padre un’ultima volta.”
“Oh certo... E ti sei presentato proprio al suo funerale! Ma che bravo Wickham, complimenti proprio un bel coraggio. Mio padre ti voleva pure bene, e allora ti sei presentato al funerale nella speranza di avere un po’ della nostra eredità, ma invece non ti ha lasciato nulla! Vattene Wickham.”
Wickham lo guardò con tutto il disprezzo del mondo. “Io non me ne vado, resterò perché voglio vedere mio padre... E tu non puoi fare nulla per impedirmelo visto che hai ospiti.”
Solo in quel momento Darcy sembrò accorgersi della presenza dei Bennet e tutta la sua rabbia sembrò svanire come neve al sole... Sembrò solo un ragazzino di diciassette anni troppo stanco per poter lottare ancora contro un ragazzo di vent’anni. Se Lizzy non l’avesse odiato, se per gli anni passati egli non le avesse fatto ogni genere di dispetto, avrebbe provato un po’ di pena per quel giovane e probabilmente si sarebbe innamorata di lui. Ma era troppo orgogliosa per poter permettere a quel tipo di sentimento di passare anche solamente come pensiero e pensò, anzi che era ora che si accorgesse di loro, quando aveva dovuto sopportare di veder maltrattato Wickham davanti ai suoi occhi.
“Scusate signori, voi avete onorato mio padre con la vostra presenza, e io non vi ho accolti a dovere.”
I Bennet erano sorpresi dal sentirsi rivolgere così da Darcy. “Vogliate accomodarvi in salotto.” riprese il neo-proprietario, con modi alquanto umani.
I sei Bennet si accomodarono nel gran salone di Pemberley e la signora Bennet si rivolse così al signor Darcy: “Che bella magione che è Pemberley signor Darcy, come mai non avete dato nessun ballo?”
La madre di Elizabeth adorava i balli, poiché era l’unico momento in cui una femmina (possibilmente una delle sue adorate figlie) potesse conversare con i gentiluomini. Certo vi era Hogwarts, ma a Hogwarts lei non c’era lei a controllare e a plasmare gli eventi.
“Il mio vecchio padre non amava molto il ballo signora Bennet, e io men che mai. Trovo più fruttuosa una conversazione.”
“Ma quando si balla si può fare conversazione.” interruppe Lizzy.
A lei i balli piacevano, li trovava un passatempo interessante e, soprattutto, c’erano così bei giovanotti da poter conoscere.
“Ma una conversazione, fatta ad arte, non è una conversazione fatta a un ballo, e per me per conoscere veramente qualcuno non bastono poche ore.”  
“Non intendevo dire questo, signor Darcy.” era ufficiale: Elizabeth era veramente arrabbiata. “Non sono così superficiale! Il ballo è una bella moda, divertente e piacevole e se una donna vuole ballare con un uomo anche solo per un po’, lo può fare!”
“Non la volevo offendere, signorina Bennet, comunque signora, ecco il motivo per cui non abbiamo mai dato un ballo.”
Mr Darcy aveva definitivamente finito di parlare con Miss Bennet e con la signora e si voltò verso la sorella incominciando a parlare fra di loro.

Charlie si avvicinò a Lizzy e sorridendo in un modo un po’ teso, incominciò a parlare: “Volevo scusare il mio amico, se mi permetti Lizzy. Lui è fatto così quando ha ansia aggredisce la gente... E il signor Wickham gliela deve aver fatta venire. Poi oggi è anche il funerale dei suoi. Perdonatelo se puoi.”
Lizzy sospirò, con Charlie si era un po’ allontanata ultimamente... In realtà la giovane Corvonero, aveva sperato inizialmente che l’amicizia col Serpeverde finisse e invece... Era continuata in modo profondo e sincero. Almeno da parte di Charlie, da parte di Darcy, non lo sapeva ovviamente, anche se in quel caso non poteva dire che non fosse sincera. Lo sperava anche.
“Io trovo che siete stata bravissima signorina?!” una voce profonda fece capolino fra i due conversatori: Mr Wickham si era fatto strada fra i due e stava sorridendo con un sorriso
simpatico che si adattava al suo viso.
“Elizabeth Bennet. Ma voi che parentela avete con Mr. Darcy? Portate un altro cognome eppure vi fate chiamare fratello.”
Wickham sospirò chiudendo per un attimo gli occhi prima di rispondere: “Mio padre e la madre di Mr. Darcy si conoscevano fin dalla più tenera età... Erano amici, quasi fratelli. Ma quando avevamo, io dieci e lui nove anni successe la tragedia: i miei vennero uccisi. Allora suo padre e sua madre si presero cura di me... Erano così buoni con me, così gentili. All’età di dieci anni ho dovuto fare i bagagli, i miei genitori volevano che mi iscrivessi a Durmstrang, così per onorare la loro memoria sono andato nella scuola bulgara, anche se avrei preferito andare Hogwarts. Quando sono tornato quell’estate trovai, quello che consideravo mio fratello, profondamente cambiato: con i Darcy c’era stata una loro parente, sorella della mamma di Fitzwilliam, fu lei, a far sorgere il seme dell’odio che, a torto, Fitzwilliam prova ancora per me.”
Elizabeth chiuse gli occhi posando la mano sul braccio di Wickham. “Mi dispiace signor Wickham, di avervi fatto tornare in mente ricordi dolorosi. Mi dispiace davvero.”
“A me non aveva mai parlato di questa storia.” intervenne Charlie, sorpreso dall‘inventiva di quel gentiluomo.
Wickham guardò Charlie con sguardo d’odio. “Siete suo amico immagino. Ebbene qualunque storia vi abbia raccontato, anche se immagino quale sia, non gli credete.”

Lizzy guardava dall’uno all’altro... Aveva paura che si scagliassero contro e forse l’avrebbero fatto se non fosse stato che incominciarono a entrare degli ospiti: la prima fu Caroline Bingley che si andò a gettare fra le braccia di Darcy poi entrarono tre persone: una giovane, un ragazzo e una vecchia.
“Quella è Lady de Bourgh, la zia di cui vi parlavo prima... È malefica, dovete far attenzione a lei. La ragazzina è sua figlia. Poverina è promessa sposa di mio fratello. Loro provengo dalla Francia, ma vivono qui. La ragazza fa lezione private, ecco perché non l’avete mai vista. Il ragazzo non so chi sia, ma credo che non abbia nulla a che fare con la famiglia. Sarà un protetto della signora de Bourgh.” spiegò Wichkam a Lizzy parlando a bassa voce, visto che la signora De Buorghe si stava avvicinando e Elizabeth la potè vedere meglio: era una donna tozza e molto anziana con un volto, che un tempo, doveva esser stato bello; la figlia era una ragazza pallida e bruttina e parlava con il ragazzo che le accompagnava, per Elizabeth fu una sorpresa accorgersi che il ragazzo era suo cugino, Collins.

Non ci fu bisogno di dire nulla, visto che il giovane si fu avvicinato a loro.
“Cugina, cara cugina! Come state?” domandò il 21enne con un gran sorriso.
“Ehm scorre tutto a meraviglia, posso chiedervi come mai state con Lady De Bourgh?”
Gli occhi di suo cugino luccicarono e sorrise rispondendo con gran felicità: “Conoscete la signora De Bourgh? Sto con lei perché è la mia protettrice: in realtà mio padre mi voleva far sposare sua figlia, solo che Anne è promessa sposa al signor Darcy, così lei, visto che mio padre le era simpatico ha promesso di farmi entrare al ministero. Ma chi è il bel giovane che vi accompagna?”
Chiese suo cugino, Wickham rispose subito e come si conviene a un vero gentiluomo fece un piccolo inchino:  “Mi chiamo George Wickham, e voi come vi chiamate?”
“William Collins.” salutò Collins ricambiando l’inchino.
“Ma tu, cugina se mi posso permettermi, come mai sei qui?” chiese suo cugino.
Elizabeth rispose sinceramente: “Credo solo per merito di mio padre: lui e il signor Darcy, per un periodo hanno svolto un’indagine insieme. Per questo motivo, credo, il figlio ha ritenuto opportuno invitarci.”
Nel frattempo, notò Elizabeth, Charlie se n’era andato richiamato dall’arrivo della sua numerosa famiglia, e la ragazza si concentrò nell’ammirare il perfetto chiacchiericcio di mister Wickham sentendo appena le parole di Collins non stupendosi affatto che suo cugino non fosse cambiato: sempre gentile, eppure c’era qualcosa che lo rendeva veramente insopportabile, tipo il fatto che parlava sempre della famiglia De Buorghe e di quella dei Darcy, comunque Wickham si dimostrò un ascoltatore e un parlatore raro.

***

Quando fu il tempo di andare nella cappella era ormai primo pomeriggio, gli ospiti erano venuti tutti e si trattò solo di trasferirli dal salotto alla cappella.
Il tempo era bruttissimo e minacciava un gran temporale, per mister Darcy non fu difficile, aiutato dalla sorella e dagli elfi, riunirli tutti nella piccola cappella della casa.
Era una piccola e ben tenuta cappella dove venivano sepolti i Darcy da quando avevano acquistato la tenuta.
Il prete, un uomo di colore amico di famiglia, sorrise a tutti e incominciò a dire l’omelia, poi toccò a Mr Darcy fare un discorso.
Il ragazzo si avvicinò al palco con un senso di vuoto e incominciò a parlare: “Io, mia sorella e i miei genitori non siamo stati molto uniti. Nonostante ciò quando sono morti per difenderci, ho capito che ci volevamo bene ed è stato proprio allora che ho deciso che io e mia sorella saremmo stati uniti per sempre. Ci vuole amore, e decisione per guidare una famiglia, spero di averla. Ti voglio bene Georgiana e voglio bene anche a voi, mamma e papà.”

“Non vedo l’ora che finisca questo funerale, fa male ai i miei poveri nervi! sono stanca signor Bennet.”
Il marito fissò la moglie, era stanco anche lui, e la sua cara compagna non poteva sapere quanto: per lei c’erano solo feste e balli, il negozio e le figlie; per lui c’erano tanti pensieri e tanti guai. Ora che era morto il signor Darcy, aveva paura! Secondo quello che diceva La Gazzetta del Profeta e gli auror a loro malincuore confermavano, dei nuovi gruppi di mangiamorte si sarebbero riuniti e avrebbero incominciato ad attaccare chi non si univa alì loro, così era capitato anche ai Darcy: erano morti, secondo gli auror perché nonostante Serpeverdi e purosangue da generazione non si erano uniti al loro nuovo ordine. Nonostante la Gazzetta scrivesse che i Darcy avevano combattuto perché erano fedeli solo ed esclusivamente a Tu-sai-chi, il signor Bennet che aveva avuto il piacere di lavorare con il signor Darcy, tentava di dissentire: i Darcy, erano quella specie di purosangue che a lui piaceva molto: non si sarebbero mai sottomessi a qualcuno, che non fossero loro stessi e il bene, quindi di sicuro non si sarebbero mai sottomessi a Lord Voldermort nemmeno in passato. Comunque secondo la Gazzetta e gli auror, c’era da aver paura e lui ne aveva tanta: erano tutti purosangue i Bennet e temeva che avrebbe messo in pericolo se e la sua adorata famiglia. Eppure non poteva non guardare con un briciolo di gelosia, al coraggio dei Darcy.
Rivolse uno tenero sorriso alla moglie e le dette un bacio in fronte.
Aveva scelto: il suo futuro sarebbe stato da combattente.

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Eccomi qui, finalmente ad aggiornare!
Questo capitolo è stato il più difficile da scrivere fin ora ed è anche quello più lungo lo so, ma non mi andava di spezzarlo a metà.
Passiamo al capitolo: come avete capito son passati  sette anni e la mia fanfic sarà ambientata nel settimo anno dei nostri protagonisti.
Il capitolo è un capitolone di transizione per farvi capire gli eventi e farvi conoscere i diversi personaggi che succederanno nei prossimi capitoli.
Spero vi piaccia nonostante sia troppo lungo e di ricevere commenti e critiche negative.
Un grazie a chi ha commentato, ma anche a chi ha messo la mia fanfic fra le preferite e ricordate, spero di ricevere anche da voi dei commenti.
   
 
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