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Autore: _rainbow_    03/03/2011    45 recensioni
Edward Cullen è il tutore legale di Isabella Swan da quando lei aveva l'età di undici anni.
Il loro rapporto è sempre stato molto rigido e formale.
Ma adesso che gli studi di Isabella sono terminati, e lei sta per compiere la maggiore età, Edward si presenta con un programma del tutto inaspettato: una lunga vacanza in giro per il mondo, in barca a vela, solo loro due.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Ciao!
Ragazze, oggi mi avvalgo della facoltà di non rispondere! A cosa? Bè... ai vostri eventuali improperi per questo capitolo! XD!
Sì, lo ammetto ho l'ansia da capitolo. Mi era venuto da dire " ansia da prestazione", ma lo riservo per quando sarò alle prese con Edward, Bella e "fatti" che si spiegano con api e fiori. O con cavoli e cicogne... insomma, credo abbiate capito! Eh!eh!
Avevo lasciato Edward e Bella che si dovevano incontrare dopo quel bacio, così ho infilato i miei occhiali speciali e ho scritto, cancellato, riscritto, cancellato, riscritto, sino a che le emozioni  hanno preso la forma che volevo dargli (e che sentivo, soprattutto...).
Non a tutte potrà piacere questa forma, ma lo sapete, io sono aperta a tutte le critiche possibili ed immaginabili, se fatte con moderazione... insomma niente forconi! XD!
Se invece la forma vi piace... bè, allora la geometria dei prossimi capitoli vi piacerà sempre di più! XD!
Ma adesso vi lascio alla lettura!
Un bacio.
R.


No, non è vero, rieccomi per due parole ancora: ragazze, siete diventate davvero numerose. Mi seguite, mi ricordate, mi preferite. Grazie, grazie, grazie.
E ancora: molte di voi chiacchierano con me, ridono con me, sospirano con me, imprecano contro di me (specie quando compare Jake! XD), insomma, condividono con me.
E' sempre un bellissimo regalo, non lo do mai per scontato, sappiatelo.
E adesso, sparisco veramente...
R.

 






Tutto quello che aveva potuto congiurare contro il suo bisogno urgente di vedere Edward, era accaduto.
Quando lei e Jake avevano raggiunto il piccolo negozio dove noleggiavano biciclette, ad attenderli c'era stato solo Sam. Bella aveva sentito un primo macigno piombarle sul cuore.
Li aveva informati che Edward aveva ricevuto una telefonata dalla sua segreteria e che si era reso necessario un suo contatto diretto con l'ufficio per una questione urgente.
Così, era andato alla ricerca di un collegamente internet, possibilmente con tanto di webcam, per una conferenza di lavoro improvvisata. Aveva promesso, però, di raggiungerli non appena si fosse liberato.
Il secondo macigno si era posato dopo questa notizia: le suonava falsa più che mai ed aveva subito pensato che fosse una scusa per non doverla affrontare. Era convinta si stesse prendendo ancora del tempo.
Per Bella, non poteva esserci stato presagio più funesto di quell'assenza.
Era stata quasi tentata di chiedere a Sam se fosse stato vero, ma c'era anche Jake, ed era impaziente di iniziare la loro gita. Forse, perchè era anche impaziente di poter stare con lei.
Si era sforzata di contenere tutto il malessere che provava dietro il nascondiglio sicuro che le offrivano le lenti scure degli occhiali da sole.
Il suo silenzio, lo aveva giustificato con il risparmiare fiato per pedalare. La strada che si snodava sino al faro, saliva dolcemente con ampie curve, offrendo uno spettacolo stupendo.
Peccato che lei non ne avesse colto molto, la mente occupata da mille pensieri e tutti negativi.
Quando finalmente erano arrivati in cima, dopo aver ammirato lo stupendo panorama che si apriva davanti a loro, Sam e Jake avevano avuto l'idea di tuffarsi da quell'altezza.
Bella era stata abbastanza titubante, ma loro le avevano assicurato che erano in grado di farlo.
Per un attimo, quando li aveva visti in procinto di saltare, concentrati e seri,  le erano sembrati guerrieri pronti ad affrontare una battaglia. Avevano avuto in se una fierezza ed un portamento che aveva calamitato il suo sguardo sino a che non li aveva visti gettarsi nel vuoto.
Aveva seguito la parabola perfetta tracciata dai loro corpi, poi li aveva visti sparire in mare. Poco dopo erano riemersi, entrambi emettendo grida soddisfatte per essere riusciti nell'impresa.
Era rimasta sola per non più di un quarto d'ora, il tempo che avevano impiegato a risalire la parete rocciosa del promontorio, arrampicandosi come ragni. Entrambi avevano dato prova del perchè i loro fisici fossero così massicci.
Avevano trascorso le due ore successive a godersi il panorama, il sole, il vento piacevole che spazzava via la calura. Jake, aveva tenuto banco con il suo chiacchierare a ruota libera, e se aveva notato che Bella era stata più taciturna, non lo aveva dato a vedere.
Edward, ovviamente, non li aveva raggiunti.
Quando ormai si era fatta ora di pranzo, erano rientrati. A quel punto, i due cugini avevano invitato Bella a pranzo da loro. Lei sarebbe rimasta volentieri da sola, ma sapeva che Jake non glielo avrebbe permesso: avrebbe insistito sino a strapparle un sì. Forse anche Sam, dato che aveva sentito più volte il suo sguardo sondarla attentamente, probabilmente intuendo anche il suo stato d'animo combattuto.
Era riuscita a mandare giù qualcosa con grande fatica, e alla fine, quando aveva ritenuto che non potesse davvero più sostenere la fatica di fingersi tranquilla, aveva tirato fuori la scusa di sentirsi stanca.
Si era congedata con l'intenzione di andare a riposarsi e di tornare da loro se al suo risveglio Edward non fosse ancora tornato.
Non appena aveva messo piede sulla Deep Blue, era scesa sottocoperta con la speranza - già forse sapendola vana - di trovarlo a bordo.
Ma lui non c'era.
Allora era scoppiata a piangere, dando sfogo a tutte quelle emozioni che si era tenuta dentro per tutto il tempo. Sdraiata sul suo letto, aveva pianto sino ad addormentarsi.




XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX


A un passo dal possibile
A un passo da te
Paura di decidere
Paura di me
Di tutto quello che non so
Di tutto quello che non ho
Eppure sentire
Nei fiori tra l'asfalto
Nei cieli di cobalto - c'è
Eppure sentire
Nei sogni in fondo a un pianto
Nei giorni di silenzio - c'è
Un senso di te

"Eppure sentire - Elisa"





Quando si era svegliata, era stata parecchio confusa..
Forse era stata la causa per cui non si era accorta subito che la barca ondeggiava in maniera più accentuata. Solo dopo essersi schiarita un attimo le idee, lo aveva capito: stavano navigando!
A quel punto, si era precipitata fuori dalla cabina ed era corsa su per i gradini, immergendosi nella luce del tardo pomeriggio.
Edward.
Il cuore aveva perso prima dei battiti, poi aveva iniziato a galoppare furiosamente.
Era seduto dando le spalle alla costa, che appariva lontana, lo sguardo puntato sul mare aperto. La barca - ne era quasi certa - era libera di andare alla deriva, trasportata dalle correnti.
Quando doveva aver percepito la sua presenza, aveva visto le spalle di Edward irrigidirsi, come se si fosse preparato ad affrontarla. Bella era rimasta immobile, incapace quasi di respirare.
Cosa avrebbe trovato nei suoi occhi?
Ma non le era stato possibile scoprirlo, perchè quando si era voltato verso di lei, i suoi occhi erano celati dagli occhiali da sole.




- Sei tornato...
Le era parsa la più grande -ed anche la più ovvia - sciocchezza che potesse dire. Era lì, davanti a lei.
- Sì. Ma tu dormivi profondamente. Ho pensato di fare un giro nel frattempo... così, quando ti saresti svegliata, saremmo stati... soli.
Soli.
Le gambe di Bella si erano fatte molli, e aveva dovuto reagirea quella debolezza per non finire lunga distesa.
Soli.
- Soli?
Lo aveva ripetuto, sempre perchè sembrava diventata incapace di dire qualcosa che non fosse stupido ed ovvio. A quel punto, Edward si era alzato, girandosi completamente verso di lei, rimanendo però fermo dov'era.
Avrebbe voluto vedere il verde dei suoi occhi, ne sentiva un disperato bisogno.
- Sì, soli. Non volevo che... qualcuno potesse piombare all'improvviso.
Qualcuno... Jake?
Bella sentiva il cuore battere come un tamburo, tanto che si chiedeva se potesse sentirlo anche Edward.
Ma lui, in quel momento, aveva infilato le mani nelle tasche dei pantaloncini, ed aveva guardato di nuovo verso l'orizzonte. Il vento rendeva ancora più ribelli i suoi capelli, accentuando l'aria inquieta che aveva ora.
- Sai... il primo ricordo che ho di te, è quello di una bambina che mi seguiva come un'ombra per tutta casa, cercando di farmi giocare con lei e la sua bambola.
Sorpresa, per quelle parole inaspettate.
Le sembrava di essersi trasformata in pietra, tanta era l'immobilità che la bloccava lì dov'era.
- Non riuscivi nemmeno a pronunciare il mio nome, lo storpiavi in maniera buffa e sempre in modi diversi. Mia madre e la tua se la ridevano, io un pò meno. Avevo quindici anni e non trovavo divertente avere una bambina così piccola tra i piedi.
Bella non aveva potuto fare a meno di pensare che anche dopo, quando non era stata più una bambina, lui sembrava aver mantenuto quell'atteggiamento di non volerla "tra i piedi".
- Sei stata lì, a casa nostra, per tre giorni. E tutte e due le sere, hai preteso che anch'io ti venissi a dare la buonanotte. Mia madre mi aveva spiegato che i bambini piccoli potevano sviluppare una simpatia istantanea verso una persona nuova, tanto da voler essere sempre al centro della loro attenzione. Così alla fine, per accontentare lei più che altro, ero venuto a salutarti.
Continuava a tenere lo sguardo rivolto verso l'orizzonte, come se fosse stato in attesa di vedervi comparire qualcosa.
- Ma quando ti ho vista, in quel letto così grande in cui sembravi perderti, mi sei apparsa così fragile, così...
Si era interrotto, come se andare avanti fosse stato davvero troppo difficile.
Ma era difficile anche per lei. C'era quel suo passato così sconosiuto e lontano, vissuto solo ora attraverso i ricordi di Edward .
- ... eri così innocente.
Si era passato le mani nei capelli, fermandole lì, in un gesto che esprimeva quell'inquietudine che doveva avere dentro.
- Dio Santo, Isabella, è tutto così complicato.
Lo era, per lei anche di più, perchè non riusciva a capire se si dovesse sentire male o bene, se quello fosse un discorso d'addio o meno.
- Spiegamelo, ti prego, Edward. Perchè io mi sento anche peggio di te in questo momento.
Le era uscita di getto quella preghiera, senza pensare che forse la risposta l'avrebbe potuta spezzare per sempre.
- Se lo faccio, le cose tra noi potrebbero cambiare in maniera irrimediabile. E questa cosa, ora, mina così profondamente tutto il mio mondo, che io mi sento come paralizzato, incapace di pensare o di agire.
Si sentiva anche lei incapace di pensare o agire, poteva solo sperare.
- Stamattina, quando Jennifer mi ha chiamato... non ti nascondo che c'è stata una parte di me che era sollevata all'idea di avere un motivo valido per non incontrarti subito.
Sentirglielo dire, era stato come ricevere un colpo fisico.
Non la voleva vedere, allora...
- Ma nello stesso tempo c'era una parte di me che si ribellava all'idea di non esserti accanto, di non poterti parlare, spiegare, rassicurare...
Rassicurare.
Bella si sentiva come se fosse stata su una giostra impazzita, solo che a farla stare così erano le sue emozioni. Un su e giù continuo tra disperazione e speranza.
- Pensavo avessi mentito riguardo a Jennifer e alla sua chiamata...
L'aveva fissata intensamente, lo aveva percepito anche senza vedere il suo sguardo.
- Immaginavo che lo avresti pensato. E ci sono stato male, ma non ho potuto evitarlo. C'era davvero bisogno di me urgentemente... ma non appena mi sono liberato, sono tornato.
- Non volevi, ma sei tornato.
C'era stata una nota amara nella voce di Bella, come se il passato fosse venuto a farle di nuovo visita.
Doveva averlo pensato anche Edward, perchè le aveva risposto con un'intensità ed una sicurezza che l'avevano colpita dritta al cuore.
- No, Isabella, il problema è che lo volevo. Nonostante fossi consapevole che non sarebbe stato facile, l'unica cosa che volevo era tornare da te.
Bella sentiva che la lotta in Edward stava per trovare fine, e anche lei lo voleva, perchè voleva scendere da quella giostra impazzita.
- Non sarebbe stato facile cosa? Dimmelo, Edward, perchè credo di non poter sopportare oltre...
Ma lui si era sfilato gli occhiali, e le parole le erano rimaste incastrate in gola.
Dio, quegli occhi!
- Dirti la verità, senza nascondermi, senza rifugiarmi in assurde giustificazioni per quel bacio di stanotte. Dirti solo la pura e semplice verità, anche se so che sarà una follia farlo.
Era stata lei a fare un passo verso di lui, perchè le sembrava di non poter resistere alla forza del suo sguardo, alla corrente elettrica che sembrava emanare la sua figura.
- Che verità, Edward?
Lo aveva sentito anche sulla sua pelle, lo stesso brivido che doveva aver attraversato Edward prima che le parlasse di nuovo.
- Sono innamorato. Di te. Forse è successo solo ieri, o forse è successo tanti anni fa... non lo so con certezza, e non mi importa nemmeno saperlo. L'unica cosa che so con certezza, è che non voglio fingere che non sia così.
Le sembrava che tutto l'universo si fosse ridotto a loro due, ai loro occhi incatenati, a quella corrente elettrica che sembrava attrarli inesorabilmente l'uno verso l'altro.
- Voglio che tu lo sappia... che sono decisamente e irrimediabilmente innamorato di te. Ma voglio anche dirti che non farò nulla, nè adesso, nè mai, che possa influenzare i tuoi sentimenti verso di me.
Era corsa con la mente a quel bacio perfetto. E non solo a quello. Anche a quei giorni appena trascorsi con lui. E prima ancora, a quegli anni passati ad inseguire... che cosa? Chi? Perchè?
Ogni risposta sembrava ricondurla a lui.
- Avrai la vita che vorrai, Isabella. Accanto alla persona che vorrai. E solo se lo desidererai, ne farò parte nella maniera che mi chiederai: amico, fratello, confidente... qualsiasi cosa tu vorrai che io sia, io lo diventerò.
Cosa voleva da lui? Cosa sentiva per lui?
- Ma se me lo chiederai, Isabella, io sono pronto anche a scomparire per sempre. E sarà come se non fossi mai esistito per te.



XXXXXXXXXXXXXXXXX



- Allora, è arrivato il momento... ci dobbiamo proprio salutare.
Jake era un figura appena più scura che si delineava sullo sfondo della notte.



Erano seduti su uno degli ultimi pontili, le gambe a penzoloni nel vuoto. L'aveva portata lì, forse proprio in cerca di un pò di tranquillità.

- Sì.
Salutarlo le stava costando più fatica di quanto aveva immaginato. Si erano appena conosciuti, ma sentiva che tra loro qualcosa di importante era nato.
- Bè, dopotutto, non  dovrei lamentarmi dal momento che questa serata è già stata un extra...
Si era ritrovata a sorridere del fatto che Jake sapesse sempre essere così positivo, era una qualità da apprezzare.
- Devi ringraziare Edward e la sua dedizione al lavoro.
"Sarà come se non fossi mai esistito per te."
Ma da qualche parte, dentro di lei, lui esisteva da sempre.
- Giusto. Magari mando un biglietto di ringraziamento anche alla sua segreteria! In fondo, una parte di merito ce l'ha anche lei. Poi magari è anche carina...
Le aveva sorriso, anche se Bella questa volta aveva avvertito un'ombra di malinconia nella sua voce.
Scherzosamente, lo aveva spintonato con la spalla.
- Ma sei tremendo! Comunque... ti va male: Jennifer è una signora di una certa età e già felicemente sposata...
Jake aveva ricambiato lo spintone, facendo però molta attenzione nel dosare la sua forza.
- Sei gelosa, per caso?
"Sarà come se non fossi mai esistito per te."
Ma da qualche parte, dentro di lei, lui esisteva da sempre.
- Più che altro, pensavo di risparmiare una figuraccia ad un amico.
Lo aveva sentito ridacchiare.
- Okay, messaggio ricevuto. Corro sempre troppo... è che un pò mi hai visto, non sono proprio capace di stare fermo.
Era un gioco sottile, il loro, in cui però stavano già entrambi tracciando un confine ben preciso.
- Però, posso almeno strapparti la promessa di rivederci non appena tornerai a casa?
"Sarà come se non fossi mai esistito per te."
Ma da qualche parte, dentro di lei, lui esisteva da sempre.
- Direi che si può fare. Ci racconteremo come sono proseguite le nostre vacanze...
- Uhm... ho l'impressione che le mie proseguiranno in maniera alquanto noiosa. Mi ritroverò di nuovo solo con Sam! Che per quanto sia simpatico... bè, non sarà di certo una compagnia piacevole come la tua.
Aveva preferito lasciare cadere in un silenzio significativo quell'ultimo chiaro riferimento al suo interesse per lei.
Per quanto ne fosse un pò imbarazzata, non si sentiva del tutto in colpa però: era stata chiara con lui, non lo aveva affatto incoraggiato a sperare in qualche cosa di diverso da una bella amicizia tra loro.
- Mi sa che si è fatto tardi, Jake. Dovrei raggiungere Edward... sai, domattina partiamo presto
"Sarà come se non fossi mai esistito per te."
Ma da qualche parte, dentro di lei, lui esisteva da sempre.
Lo aveva sentito sospirare in maniera esagerata. Sicuramente era stato un gesto scherzoso, dietro al quale si nascondeva però una piccola parte di verità.
- Odio il momento dei saluti.
Ma si era alzato con uno scatto veloce, tendendole una mano.
Bella l'aveva afferrata e dopo averla aiutata ad alzarsi, Jake non l'aveva lasciata andare.
- Sono stato bene con te, Bella. Spero davvero di poterti rivedere. Per approfondire una bella amicizia... o chissà...
La mano che stringeva la sua era calda, forte, ma nello stesso tempo delicata.
"Sarà come se non fossi mai esistito per te."
Ma da qualche parte, dentro di lei, lui esisteva da sempre.
- Sono stata bene anch'io con te, Jake. Sei un ragazzo davvero molto simpatico...
Si era messo di nuovo a ridacchiare.
- Non mi concedi proprio neanche un punto, eh?
Aveva sorriso anche lei.
- Preferisco essere sincera. Te l'ho detto, ci tengo a te ma...
Ma lui l'aveva interrotta di nuovo.
- Okay, okay... non continuare, sento già puzza di fregatura. Lasciami almeno nell'illusione di poter avere qualche chance, invece. Almeno così, questa vacanza con il cuginastro mi sembrerà meno lunga! 
Quel confine tra loro due non era poi così sottile, anzi, si era andato rafforzando ogni minuto trascorso insieme.
- Comunque... posso almeno salutarti da "amico"?
Ma lo aveva fatto prima lei: lo aveva baciato su una guancia. Jake non ne aveva approfittato, le aveva solo preso anche l'altra mano ed aveva ricambiato, baciandola su una guancia.
- Ciao, Bella.
- Ciao, Jake.
L'aveva lasciata andare, lei era ritornata verso la banchina. Si era voltata solo un'ultima volta, per salutarlo ancora. Senza saperlo, Jake l'aveva aiutata a superare un momento difficile, dove c'era stato un accavallarsi furioso di nuove emozioni, nuove sensazioni, ma anche nuove paure ed incertezze.
Perchè proprio solo qualche ora prima, Edward le aveva confessato di amarla.
E lei, finalmente, aveva capito dove lui fosse sempre stato: dentro di lei, in quel posto misterioso e ricco di segreti, che altro non era, se non il suo cuore.



XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX


Edward aveva ricominciato a leggere per l'ennesima volta quell'articolo.
Ma anche questa volta si era reso conto di quanto fosse stato stupido sperare di  cancellare così il ricordo delle ultime ore appena trascorse.
Aveva confessato ad Isabella di essere innamorato di lei.
Al solo pensiero, lo stomaco si era ribellato, stringendosi in una morsa dolorosa.
Come aveva potuto fare una simile pazzia? Perchè non era stato capace di reprimere quel sentimento, come sarebbe stato giusto fare?
Avrebbe dovuto continuare ad essere per lei, il suo punto di riferimento. Sarebbe dovuto essere il porto sicuro in cui lei avrebbe potuto trovare rifugio, e non trasformarsi nella tempesta in grado di spazzarla via.
Perchè proprio come davanti ad una tempesta, era fuggita. Prima nella sua cabina, una volta tornati in porto, da Jake.
Non era stato capace di fare nulla, se non lasciarla andare.
Era stato Sam a rassicurarlo sul fatto che fosse andata da loro. Sempre lui a dirgli che lei e Jake erano usciti per trascorrere qualche ora ancora insieme.
Solo Sam aveva potuto capire e comprendere il suo malessere, rassicurandolo sul fatto che tutto si sarebbe sistemato.
Ma niente avrebbe potuto sistemare le cose tra lui e Isabella.
Come poteva aver pensato che la cosa non la sconvolgesse? Cosa aveva immaginato che sarebbe successo di diverso dalla sua fuga?
Non lo sapeva.
Per la prima volta nella sua vita era in balia di qualcosa che non poteva dominare, imbrigliare, controllare.
Era in balia di se stesso e di sentimenti che sembravano appartenergli con una forza sconosciuta.
Non riusciva ad immaginare una vita senza di lei, senza il suo sorriso, il suo profumo, il suo corpo.
Perchè solo Dio sapeva quanto la desiderasse in tutti i modi con cui un uomo poteva desiderare una donna.
Voleva essere tutto per lei: cibo, aria, acqua. Tutto quello che le occorreva per vivere e forse anche di più.
Voleva essere tutto il suo mondo.
Avrebbe voluto che lei esistesse solo dentro di lui, per poterla amare e proteggere per sempre.
Lei era innocenza e tentazione. Purezza e peccato. Salvezza e dannazione.
Si sentiva spaccato a metà, nel sapere quanto fosse sbagliato amarla e nel perseverare nel volerlo fare invece.
Era l'Inferno ed il Paradiso insieme.
Era la chiave che aveva aperto il suo cuore, facendolo suo per sempre.



XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX




I passi erano stati leggeri, ma lui li aveva percepiti immediatamente.
I battiti furiosi del suo cuore, avevano accompagnato la discesa di ogni singolo gradino, sino a quando lei non era apparsa del tutto.
Non era stato capace di rimanere seduto, si era dovuto alzare in piedi, per spezzare quell'inquietudine che lo aveva assalito.
- Ciao...
- Ciao...
Gli era sembrato di assistere alla replica di un film, in cui però alcuni particolari risultavano sfocati, gettando una luce diversa su tutta la scena.
Non aveva trovato la stessa espressione serena in quegli occhi nocciola, nè quel sorriso capace di addolcire ancora di più i suoi lineamenti.
- Stai bene?
Non aveva potuto fare a meno di chiederglielo, per quanto fosse evidente che non poteva essere così.Ma  era stato qualcosa di istintivo, che gli era nato dentro, ancor prima di realizzare che lo stesse dicendo.
L'aveva vista incerta, combattuta davanti a quella domanda, e aveva dovuto combattere a sua volta la sensazione di gelo che l'aveva invaso.
- E' difficile rispondere...
- Isabella...
- No, aspetta.
Aveva sottolineato quel no con decisione, sollevando anche una mano.
- Ho detto che è difficile, non che non voglio rispondere.
Non era riuscito a capire cosa aveva provocato in lui quella risposta: se più paura o incertezza.
Perchè la ragazza di fronte a lui, appariva concentrata su qualcosa che sembrava assorbire tutte le sue forze. Come se si trovasse davanti a qualcosa di molto più grande di lei, ma fosse decisa ad affrontarlo.
- Sono stata male per tanti anni, lo sai.
Si era sentito inchiodato da quella verità ineccepibile. Lo aveva sempre saputo che lei aveva sofferto, e anche per causa sua.
- Era come se portassi dentro di me una malattia sconosciuta. Ne soffrivo i sintomi, ma non riuscivo a spiegarmi del tutto l'origine, la causa.
Anche lui era stato malato per molto tempo.. Ma a differenza di Bella, ne aveva sempre conosciuto la causa. E aveva cercato di combatterla con dei pagliativi, anzichè ricercare la vera e propria cura.
- Mi affannavo tanto a capire perchè fossi malata, che non ho mai pensato di cercare una cura. Era come se avessi accettato la malattia come parte della mia vita.
Isabella era sempre stata speciale, e ancora una volta gliene stava dando dimostrazione.
- Ma poi, all'improvviso, i sintomi hanno iniziato a regredire. Ogni giorno mi sentivo sempre meglio. E allora, mi sono accorta che non aveva più molta importanza il perchè mi fossi ammalata, contava solo che stavo guarendo.
E lui? Sarebbe guarito del tutto anche lui?
- Contava solo guarire, Edward, stare bene... del tutto.
Si era sentito schizzare il cuore in gola. Mai, nemmeno davanti ai momenti più importanti della sua vita o della sua carriera, aveva provato una tale emozione.
- In realtà sono ancora spaventata dall'idea di poter avere una ricaduta, ma la risposta alla tua domanda è... sì, qui e adesso, sto bene.
Sorrideva, ora, mentre lo guardava. Sicura, ma nello stesso tempo spaventata. Donna, ma nello stesso tempo bambina.
- E penso che starò ancora meglio dopo che avrò avuto il coraggio di fare questo.
Era stata lei a colmare lo spazio tra di loro. Lei a sollevarsi sulle punte, appogiando i palmi aperti sul suo torace in cerca di equilibrio, o forse di coraggio.
Sempre lei a posare le sue labbra sulle sue.
Morbide, leggere, dolcemente timide.
- Sono innamorata anch'io. Di te. Sei tutto ciò di cui ho bisogno per essere felice .
Glielo aveva sussurrato sulle labbra, gli occhi chiusi.
- Scusami se sono scappata, ma ho avuto paura... e un pò, credo di averne ancora. 
Ora Edward lo sapeva, non sarebbe stato facile superare le difficoltà di un amore così improvviso, sconvolgente.
Ma di una cosa era certo: lo avrebbe custodito e alimentato ogni giorno, per farlo crescere sino a diventare così forte da essere per sempre.














Edward ama Bella.
Bella ama Edward.
Ma non è che sia proprio tutto così semplice...
Sì, è vero che porto i miei occhiali speciali, ma ogni tanto me li dimentico in giro!
Ma non cadete subito preda della disperazione (o non pensate subito che c'entri per forza il povero Jake! XD), perchè poi li ritrovo quasi subito!
Tenetelo a mente!
A lunedì, buon week-end!






 




  
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