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Autore: heyitsgeorgia13    03/03/2011    3 recensioni
If I could take it all back I would now, I never meant to let you all down and now I've got to try to turn it all around.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sbattei il giornale, appena comprato, sul tavolo.
Si girò e mi guardo male.
Sorrisi e le stampai un bacio sulla guancia per poi andare a sedermi sulla sedia davanti a lei.
Mi sorrise – Buongiorno anche a te Caroline – le feci la linguaccia – Buongiorno Anne – la presi in giro.
Scoppiammo a ridere, sembravamo due bambine.
Poi si mise a sfogliare il giornale mentre io sorseggiavo il mio caffè.
Ad un tratto alzò gli occhi dall’articolo che stava leggendo e, richiudendo il giornale, me lo rilanciò.
Sbuffò – Ancora? – disse scocciata, io annuii senza dire una parola.
Scosse la testa – Sai io mi chiedo perché tu continui a comprare questi giornali – disse guardandomi negli occhi seria.
Alzai le spalle – Non chiedermelo perché non saprei che risponderti. So solo che non ce la faccio a non farlo. Posso provarci se vuoi? – dissi facendola ridere.
Era la mia migliore amica, la mia sola amica, e per me era tutto.
- Allora come va? Pronta per l’esame? – mi chiese poi.
La fulminai con lo sguardo, poi scossi la testa – No, non sono pronta, me la sto facendo addosso dalla paura. Ma devo farcela, anche se con un anno di ritardo – mi lamentai.
Ebbene si dovevo ancora dare l’aseme per il diploma di scuola superiore.
Negli ultimi anni le cose erano state piuttosto difficili ed ero stata constretta ad abbandonare la scuola per un anno.
Rise – Dai Caroline ce la farai, sono con te – disse sorridendo e io annuii decisa.
E tornammo tutte due a bere il nostro caffè.
Poi mi fece prendere un colpo – Ah ti ho comprato quello che mi avevi chiesto – quasi urlò.
Tirò sul tavolo una borsa enorme della quale non mi ero neanche accorta quando ero arrivata.
Da esse estrasse una scatola e me la porse.
La aprii con cautela – Allora sono quelle che volevi? – chiese.
Risi – Si, grazie mille Anne – dissi rigirando le mie scarpe nuove tra le mani.
Mi guardo soddisfatta – Ora voglio solo vedere com’è il vestito – disse tutta eccitata.
Sospirai – Niente di che, è normale – ed era veramente così.
Scosse testa – Non ti credo okay? – sembrava offesa dalla mia affermazione.
Sbuffai – Credimi, è semplicissimo. Poi lo sai che io a questo matrimonio non ci voglio venire – ammisi finalmente.
Non sembrava sorpresa – Lo so Caroline, lo so. È proprio per questo che non capisco perché tu abbia accettato – disse piano.
Ci pensai su per qualche secondo – Non lo so sai. Forse per Danielle. Alla fine siamo anora amiche e mi sembra giusto andare al suo matrimonio. È l’unica, insieme a te ovviamente, che mi è stata vicina nell’ultimo periodo, anche se era lontana chilometri – le spiegai.
Annuì facendomi capire che era d’accordo con me.
Sapeva quanto ero stata male negli ultimi tre anni e ora che le cose si stavano sistemando c’era questo matrimonio.
Ma l’avrei affrontato, come facevo sempre, con il sorriso sulle labbra.
Poi accanto a me c’era Anne e per forza le cose sarebbero andate bene.
Eravano una coppia inseparabile anche se eravamo completamente l’opposto.
Io ero alquanto bassa, con i capelli lunghi e di color rosso scuro, con gli occhi che sfumavano dal verde all’azzurro.
Caratterialmente ero un vulcano: non ero capace di tenere la lingua a freno, parlavo molto e non le mandavo a dire a nessuno.
Amavo le feste, anche se ultimamente non ne frequentavo più nemmeno una, e lo sport e la musica erano la mia vita.
Anne era alta, il doppio di me, aveva i capelli lunghi e neri, e gli occhi color nocciola.
Quando dico che eravamo l’opposto, lo eravamo davvero.
Lei era la ragazza più tranquilla che io avessi mai visto, odiava il casino, ed era pigrissima.
Amava starsene per ore seduta sotto un albero e leggere un mattone che lei chiamava libro.
Nell’ultimo periodo si era fissata con la musica classica e questo voleva dire che non ascoltava neanche della musica che si potesse chiamare ‘decente’.
La conosceva da quando eravamo nate, era sempre stata la mia migliore amica.
Spesso mi ha rimproverata di essere una persona con la testa tra le nuvole, che agisce senza pensare alle conseguenze.
E purtroppo ero davvero così un tempo.
Non studiavo mai e pensavo solo a divertirmi e ai ragazzi.
Ma da tre anni a questa parte le cose sono cambiate radicalmente, io sono cambiata.
E devo ammetterlo, questo lo devo soprattutto a lei.
Guradai l’orologio, faceva le dieci – Oddio è tardissimo, devo andare e non arriverò mai in tempo per l’esame – esclamai.
Ero agitatissima – Okay calmati che andrai bene – mi disse sorridendo.
Annuii e ci abbracciammo – Buona fortuna Caroline – mi disse all’orecchio – Grazie mille Anne – dissi io staccandomi.
Poi ci salutammo e io corsi verso scuola, l’esame mi attendeva.
Avevo l’ansia, il mal di stomaco dal nervoso, ma ero sicuro che ce l’avrei fatta, dovevo farcela.
  
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