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Autore: Jay Boulders    03/03/2011    2 recensioni
Missing moments di DH.
La storia inizia quando i tre arrivano a Grimmauld Place, per poi snodarsi sulle tappe che porteranno all'evoluzione della storia di Hermione e Ron. Contiene Spoiler dell'ultimo libro.
«Ti interessa veramente che io resti? Tanto da far qualcosa per convincermi a rimanere?»
«Se sapessi che non è una battaglia persa lo farei. Ma come ti ho detto ti conosco, e so che quando ti fissi su qualc-»
«Allora baciami.» lo interruppe lei. Lasciandolo sbigottito ad addentare l’aria.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Harry di fronte al dispiacere e alla sofferenza della sua amica, abbandonò ogni sentimento ostile che fino a poco prima si era impossessato di lui, e si avvicinò a lei abbracciandola nel tentativo di confortarla e rassicurarla.

In quello stesso momento, fuori dalla baita, un ragazzo fissava quella scena dalla finestra, convinto ormai, che il suo migliore amico e la sua… migliore amica, gli avessero mentito per tutto quel tempo tenendogli nascosto la loro storia.

Harry ed Hermione si sciolsero dall’abbraccio, l’uno con lo sguardo comprensivo, l’altro con il dispiacere negli occhi.
Un rumore poco fuori al di fuori della finestra catturò la loro attenzione facendoli voltare all’unisonò. L’unica cosa che riuscirono a vedere fu l’ombra di qualcuno che si allontanò velocemente dal loro raggio visivo.

Ron Wesley camminava senza meta, con lo sguardo fisso nel vuoto. Non riusciva a capacitarsi di come in un solo momento aveva potuto perdere il suo migliore amico e… e Lei.
Si sentiva tradito, arrabbiato, deluso ma soprattutto ferito.

Nel frattempo ancora nella baita, i due ragazzi si interrogavano su di chi fosse stata l’ombra che avevano visto.

«Harry non può essere stato un mangiamorte…» ripetè Hermione più a se stessa che ad Harry. mentre percorreva avanti e indietro la piccola cucina. «Era lui. Sono sicura fosse lui. E Dio solo sa ora cosa penserà di aver visto quello stupido!»

«Hermione vuoi calmarti un attimo?»

«Calmarmi Harry?! Calmarmi?! Adesso è lì fuori da solo e anche senza bacchetta!» urlò sventolando la bacchetta del ragazzo, che aveva lasciato incustodita sul tavolo.

«Agitarsi in questo modo non serve a nulla, quando capirà di non averla tornerà qui a prenderla.»

«Oh no. Lo conosci bene sai quanto è orgoglioso! Preferirebbe essere catturato dai Ghermidori piuttosto che tornare qui! Basta, io vado a cercarlo.» concluse risoluta dirigendosi verso l’uscita.

«Hermione ragiona! Non ti lascerò andare lì fuori da sola.»

«Devi restare qui, c’è tutta la vostra roba e non c’è tempo di riprendere tutto se non vogliamo farlo allontanare troppo. Ci sono le protezioni qui intorno devi restare qui e poi… ho bisogno di risolvere con lui da sola.»

Il ragazzo la guardò impotente, annuendo «Rimettiti almeno il mantello dell’invisibilità.»

-

Ron stanco di camminare, si fermò a foresta inoltrata andandosi a sedere a terra con la schiena stancamente appoggiata al tronco di un vecchio albero.

Non riusciva a pensare. Non voleva pensare, solo dimenticare. Ma sapeva bene che era impossibile.
Non sapeva quanto tempo era trascorso, fatto sta che si addormentò sfiancato tra tutti quei sentimenti così forti e stancanti.

Hermione tentò con diversi incantesimi di capire dove fosse finito, ma tutti non diedero l’effetto sperato. Un mago era più facilmente rintracciabile se aveva dietro la propria bacchetta, e quello stupido involontariamente si era reso introvabile!

Ciò la condusse ugualmente a portare avanti la ricerca, andando però completamente alla cieca.
Erano passate due ore, forse tre. La stanchezza si stava facendo sentire ma la voglia di trovarlo era di gran lunga maggiore.

La sua testardaggine venne infine premiata. Lo vide lì, a pochi metri di distanza, adagiato contro un albero apparentemente dormire profondamente.
Lei l’aveva cercato per ore e lui… stava facendo un riposino!

Si avvicinò, carica come non mai per dirgliene di tutti i colori. Man mano che la distanza si accorciava però, sentiva il suo spirito aggressivo affievolirsi sempre di più, fin quando si ritrovò a pochi passi da lui completamente vuota ed esausta.

Lo fissò per alcuni istanti, per poi inginocchiarsi davanti a lui cercando di non fare rumore.

Si, dormiva decisamente. Ma il suo volto non era disteso e rilassato, tutt’altro. La sua espressione tradiva un’angoscia che consoceva bene.

Avvicino la sua mano al volto di lui, quasi come un automa, ma rendendosi conto di ciò che stava facendo la ritrasse bruscamente poco prima di arrivare a sfiorarlo.
Spesso si era ritrovata intenta ad osservarlo, cercando di non essere vista. Occhiate rubate e sfuggevoli.

«Che ci fai qui?» chiese ancora assonato, interrompendo il flusso di pensieri di lei.

«La tua bacchetta.» sussurrò mostrandogliela. Il rosso tentò di prenderla ma prima che potesse farlo, vide la mano di lei ritratta improvvisamente.

«Hai intenzione di tornare?» chiese lei, quasi in tono di sfida.

«Perché dovrei? Faccio un favore ad entrambi tendendomi fuori dai piedi.»

«Non pensi veramente quelle cose su Harry, lui capirà e-»

«E cosa? Mi riaccoglierete a braccia aperte? Mi spiace deluderti ma ho preso la mia decisione.» concluse tentando di riprendersi la bacchetta ma trovando di nuovo l’opposizione di lei che di tutta risposta la infilò insieme alla propria nella tasca posteriore dei jeans.

«Ok, Harry non ti ha detto di me. Ma non mi pare un motivo plausibile. Dopotutto devo ricordarti che anche tu hai le tue colpe? O hai scordato il motivo per cui me ne sono andata?»

«Non ti pare un motivo plausibile?!» chiese sconvolto lui alzandosi di scatto in piedi, seguito a ruota da lei. «Dammi la mia bacchetta e lasciatemi in pace tutti e due.»

Incontrò lo sguardo duro ma ferito di lei «E’ iniziato tutto per colpa tua! Harry non centra nulla se è stato zitto lo ha fatto perché gliel’ho chiesto io!»

«Oh bene! Allora la falsa e bugiarda sei tu non lui. Ora che lo so non gli serverò rancore, grazie mille! E di certo non è colpa mia se me lo avete voluto tenere nascosto! Merlino hai idea di quanto io mi senta preso in giro e tradito dai miei migliori amici?! Ne hai una vaga impressione Hermione?!»

Quel nome, pronunciato dalle sue labbra. Era da così tanto che non lo sentiva che le provocò un tuffo al cuore che la fece distrarre un attimo. Attimo in cui il rosso tentò inutilmente di riappropriarsi della propria bacchetta.

«Te lo ripeto, mi dispiace se ti senti preso in giro ma certamente non era questo il nostro scopo. Se tu non ti fossi comportato in quel modo adesso sarei stata ancora lì con voi, e certamente di determinate cose avremmo potuto parlare alla luce del sole io e te…»

«Ah certo, vuoi dire che se non mi fossi comportato da idiota con te, mi avresti avuto il coraggio di dirmi tutto faccia a faccia, no? Spiacente, ormai è tardi per i “se” e per i “ma”. Dammi quella dannata bacchetta!»

Dire che Hermione sentiva un muro invalicabile tra loro, era un eufenismo. Si aveva sbagliato, ma anche lui. E di certo non si meritava di essere trattata nuovamente in quel modo. Anche se non ricambiava i suoi sentimenti non aveva il diritto di parlarle così.

«Ron… voglio almeno che le cose tornino come prima tra noi, almeno tra te ed Harry.»

«Non credo sia possibile.» rispose piatto lui.

Sul volto di lei comparve una lacrima che scendeva lentamente in solitudine.
Il rosso sembrò rimanere impassibile tanta era la rabbia che covava dentro.

«Vieni qua,» disse lui, spalancando le braccia pur mantenendo il tono freddo e impersonale.

La ragazza esitando all’inizio si lasciò abbracciare. Ma non ebbe nemmeno il tempo di formulare una frase che senti una delle due bacchette venirle sfilata dalla tasca dei jeans.

Si staccò bruscamente guardandolo tra l’inorridito e lo sconvolto. Si era approfittato di un suo momento di chiara difficoltà e debolezza per…

«Ron… che diavolo ti è successo?» la sua voce fu quasi un sussurro, ma che venne raggiunto dal ragazzo intento a sistemarsi la bacchetta sotto la maglia.

«Che mi è successo? Si reagisce così quando il proprio migliore amico si mette con… una tua amica e te lo tiene nascosto.»

Gli occhi di lei si colmarono di stupore e incredulità di fronte a quell’affermazione mentre lo guardava intento a smaterializzarsi.

   
 
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