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Autore: Iva27    04/03/2011    3 recensioni
Emma e Simon sono due ragazzi quasi
normali che hanno i nostri stessi problemi! problemi con professori
strani che sembrano sempre giocare con noi e farci i dispetti, problemi
di cuore perché il cuore non è mai chiaro nei
sentimenti e se lo è il destino ci mette sempre mille
ostacoli da superare, problemi comuni a tutti gli adolescenti!
ma forse Emma e Simon hanno qualche problema in più...
certamente avere dei poteri magici invece di facilitarli gli crea molti
più problemi!!!
é la mia prima storia originale, spero vi possa piacere!!! =)
dal sesto capitolo: Pov Emma:
"E fui travolta da una tale passione che per mezzo secondo mi lasciai
quasi andare.
Cavolo, era il mio primo bacio. E nonostante tutto era... bello...
sì, aveva un sapore e dava delle sensazioni
così...
Poi focalizzai chi avevo davanti e che quello era proprio il mio primo
bacio. E non lo volevo dato da un idiota cavolo.
Gli morsi la lingua con forza.
Lui si staccò con un gemito.
E io gli tirai un forte pugno sul naso."
Pov Simon:
"Gli poggiai una mano sulla nuca portandola ancora più
vicina e baciandola con più intensità. Non avevo
mai provato così tante sensazioni in un bacio.
Era meraviglioso. Labbra contro labbra, lingua contro lingua, le sua
mani tra i miei capelli, il suo respiro nel mio.
Non c'era niente che mi potesse distogliere da quel momento, niente.
Simon?
Come non detto."
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sesto capitolo


Emma


Ero da poco uscita dalla doccia e mi ero appena vestita quando sentii suonare alla porta.

Era sabato pomeriggio e i miei erano usciti con Chris per vedere una casa mentre Simon era uscito con Tommaso e qualcun altro dei suoi amici per giocare a basket.

Chi poteva essere?

Mi strofinai i capelli con l'asciugamano e aprii la porta curiosa. E mi trovai davanti Lorenzo.

-Ciao Emma. Scusami, ti ho disturbato?- chiese lui preoccupato notando che avevo i capelli bagnati. Probabilmente avevo un'aria abbastanza ridicola con i capelli bagnati e decisamente disordinati. Mi sentii arrossire mentre pensavo anche che ero con una tuta da ginnastica piuttosto striminzita. Ma del resto non era nei miei piani farmi vedere così da qualcuno.

-No, non ti preoccupare Lorenzo. Come mai da queste parti? Simon non c'è. Dovrebbe tornare tra non molto però- dissi facendolo entrare e cercando di togliermi da quell'imbarazzo parlando. Non potei non osservarlo, però. Era vestito davvero bene, con una certa eleganza ma non esagerata. Inoltre portava con se la sua immancabile macchina fotografica e in mano aveva una grande busta bianca. Una di quelle che in genere contengono foto.

-Sì, lo so. Mi avevano chiesto se volevo giocare ma non me la sentivo oggi. Dovevo fare un paio di cose..- disse sedendosi al tavolo del soggiorno. Mi stavo per sedere quando mi ricordai delle buone maniere.

-Vuoi qualcosa da bere o da mangiare? Abbiamo acqua, gazzosa, coca-cola, forse qualche succo..- elencai tutto quello che pensavo ci fosse, o almeno speravo ci fosse, in frigo.

Lui scosse il capo sorridendomi.

-No, grazie. Non ti preoccupare- mi rassicurò.

Io mi sedetti non sapendo cos'altro dire. Il silenzio calò rendendo la situazione abbastanza bizzarra. Notai che la stanza non era per niente in ordine. Anzi, Chris aveva sparso tutti i suoi giocattoli per terra, gettato in aria anche i cuscini e c'era anche qualche giornale, sul pavimento. Mi sentì di nuovo avvampare e non lo trovai affatto giusto. Chissà se si sarebbe reso conto se con la magia rimettevo le cose un po' a posto dietro di lui. Il momento di pensarlo e lui si schiarii la gola richiamando la mia attenzione.

-Scusa..- disse subito anche lui imbarazzato.

-Oggi.. oggi ho sviluppato le foto che ho fatto l'altro pomeriggio. Sono qui, ho portato la copia per te e Simon- disse porgendomi la busta. Con un po' di titubanza la presi e l'aprii. Dentro c'erano davvero tante foto.

Sorrisi vedendo quei momenti rubati in maniera molto bella, apprezzando particolarmente i giochi di luci ed ombre.

Erano davvero fatte bene. E poi arrivai a una foto mia. Io che dipingevo la parete. Con una smorfia andai avanti e ne trovai un'altra. E un'altra ancora. E ancora, e ancora...

-Ehmm... hai intenzione di buttarle tutte queste foto, vero?- chiesi accigliata.

Lui mi lanciò uno sguardo inorridito.

-Tu sei pazza, vero? Come buttarle?! Sono tutte opere d'arte!- disse.

-Non dico tutte naturalmente. A proposito sono davvero belle, complimenti. Dico quelle dove ci sono io. Faccio smorfie assurde!- dissi indicandone un paio.

-Sei venuta benissimo, invece. Ti dirò che sei stata davvero un soggetto affascinante. E inoltre.. ora arriviamo al succo della questione- parve a disagio mentre si dimenava un po' sulla sedia. Fece un piccolo sospiro e poi parlò.

-Vedi, c'è un concorso di fotografia indetto dal comune, molto bello. Non si vince niente naturalmente, ma da la possibilità di inviare delle foto particolarmente artistiche e l'onore di vederle inserite nella collezione che sarà esposta nel nostro corso, tra qualche mese. Ho scattato molte foto da quando mi sono iscritto ma la più bella fino ad ora è stata questa- e prese una foto dal mucchio che ancora non avevo visto.

Ero io, intenta a dipingere. Avevo i capelli legati con uno dei pennelli, il viso accigliato che guardava il lupo che stavo dipingendo sotto la luna, e anche una macchia verde sulla guancia sinistra. Dov'era la bellezza di quella foto?

Poi la guardai pensando che non fossi io. Ero davvero troppo critica nei miei confronti. La foto in realtà era molto bella.

La luce era particolare, la nitidezza perfetta e notai con una certa tensione la luce che brillava nei miei occhi. Era strana quella foto. Più la guardavo più colpivano altri particolari.

Come per esempio la passione che si poteva leggere in quella foto. Sia mia che del fotografo.

Alzai lo sguardo e vidi che Lorenzo mi fissava con uno sguardo totalmente rapito.

Cosa che naturalmente mi fece avvampare di nuovo.

Prima che potessi parlare lui mi fece cenno di cedergli per primo la parola.

-Volevo chiederti il permesso di mandare questa. Ritrae te, quindi la scelta riguarda solo e soltanto te, Emma. Ma sappi che sarebbe davvero una grossa opportunità per me far scoprire la mia arte grazie a quella foto- disse.

Io la guardai accigliata.

-La foto è bellissima ma il soggetto non altrettanto. Non puoi tentare di rifarla, magari con Ilaria? O con qualcun altro. Insomma, ci sono soggetti più belli di me- tentai di spiegargli.

Lui scosse il capo.

-Tu sei perfetta, magnifica. La foto è meravigliosa perché sei proprio tu il soggetto. Non sarebbe per niente la stessa cosa con gli altri, te lo assicuro- esclamò convinto.

Le sue parole mi fecero sentire ancora più imbarazzata.

Tentai di prendere tempo.

-Tra quanto devi spedirla?- chiesi.

-Entro sera. Sono onestamente in ritardo, lo so, ma avevo tutto pronto già da ieri pomeriggio. Ma poi ho rivisto le foto e ho notato la tua. E ho gettato nella spazzatura quella che pensavo di spedire. Emma, se non vuoi non importa naturalmente. Ma alla fine non pensare che sia una foto che andrà a finire chissà dove. I giudici non guarderanno molto il soggetto, ma la qualità della foto- mi supplicò quasi, con il suo sguardo dannatamente dolce. E bello.

-Va bene. Ma che sia l'unica volta che succede una cosa del genere, ok?- mi assicurai lanciandogli un'occhiata minacciosa. Lui ridacchiò annuendo e ridandomi le foto.

-Ti ringrazio davvero Emma. Sappi che qualsiasi problema o bisogno io sarò sempre qui, ok?- sorrisi, per la proposta fatta.

-Sappi allora che ti chiamerò per ogni cosa. Persino per spostare la borsa- scherzai per allentare la tensione che ancora sentivo.

-A tua completa disposizione allora. Dovrei chiederti anche un'ultima cosa purtroppo... potresti non dire niente a nessuno? Sai... per .. per non sentirmi chiedere com'è andata se caso mai non mi scegliessero...- spiegò titubante.

-Certamente!- lo rassicurai.

-Bene- mi fece un gran sorriso.

-Adesso però ti devo lasciare, devo andare subito a mandare la foto- disse ancora lui alzandosi.

-Giusto. Allora ciao Lorenzo- dissi accompagnandolo verso la porta.

Il tempo di aprirla e ci trovammo davanti Simon.

Era tutto sudato e con la palla da basket sotto il braccio, e guardò verso Lorenzo con sguardo truce.

-Cosa ci fai tu qui?- chiese tagliente.

Simon finiscila, non essere scortese. Lo sgridai arrabbiata.

-Sono venuto a portare le foto che ho fatto. Com'è andata la partita?- chiese lui cercando di non essere amichevole.

-Bene. La prossima volta magari vieni, così facciamo due tiri- disse Simon lasciando presagire che probabilmente lo avrebbe spezzato in due.

-Ci penserò. Ora vado. Ciao a tutti e due. Buon week end- ci salutò e se ne andò.

-Cosa avete fatto?- chiese Simon feroce.

-Niente di niente. Mi ha fatto vedere le foto, che tra l'altro sono sul tavolo, e poi se ne é andato. Niente di che! E non usare più quel tono con me. Non sono una bambina!- sbottai seccata.

-Eppure così che ti comporti. Ti sembra il modo di andar ad aprire alla porta?- disse indicando il mio abbigliamento.

-Smettila. Non sei mio padre dannazione- gridai arrabbiata andando verso la mia stanza e sbattendo la porta alle mie spalle.

Non mi piace quel ragazzo Emma. Non mi piace per niente!

Primo: a te non deve piacere per forza

Secondo: è davvero assurdo che tu mi faccia un tale macello per niente. Non è successo niente!!!

Terzo: odio quando fai così. So cavarmela anche da sola e non ho bisogno di una balia!

Però intanto i ragazzi ci provano con te e tu non li cacci.

Ti sbagli. Lo faccio eccome. Ma con quelli che ci provano davvero, non con quelli che osano parlarmi.

Non ti sopporto! Ma perché non mi puoi ascoltare per una volta e darmi ragione?

Perché non hai ragione! E sono io che non ti sopporto.

Bene, il sentimento è reciproco allora. Disse mentre mi sdraiavo sul letto abbracciando il cuscino. Quanto odiavo sentirmi trattare in questo modo. E quanto odiavo lui.

Doveva vedermi con quello sbruffone di Renzi, allora. Si sarebbe reso conto di quanto sapevo difendermi!


*******


Simon


-Allora ragazzi. Dobbiamo parlare- disse mio padre quella sera, a cena. Io ed Emma lo guardammo incuriositi.

Sapevo che ci avrebbe parlato della casa. Ma mi chiedevo se avesse deciso di prenderla oppure no.

-Abbiamo trovato una casa molto bella. Ci sarebbero un paio di cose da sistemare e dovremo arredarla per intero, ma è grande, spaziosa, con un enorme giardino intorno e persino un bosco non poco lontano. Una casa del genere la cercavamo già prima, era il vostro sogno, vero?- ci ricordò lui.

Annuii. In effetti era una richiesta che gli avevamo sempre fatto. Ma qui mi sembrava davvero strano che avessero trovato una casa del genere.

-Purtroppo è a più o meno mezz'ora da qui. Anche poco più.

Anzi, sicuramente di più- ci disse mia madre chiarissima.

-E noi come ci andiamo a scuola?- chiese subito Emma.

-C'è un autobus che passa ogni mattina. Ci sono molti ragazzi che faranno la vostra stessa strada. E poi anche noi dovremmo andare a lavoro, quindi vi possiamo accompagnare noi- rispose mio padre.

-No! Sarebbe un disastro. A meno che non mi compriate una macchina!- proposi sorridendo.

-No, questo è escluso. Ti ricordo che qui la patente si prende a 18 anni- fu la risposta di mio padre.

-Ma io ho già la patente. E ho guidato già un paio di volte la macchina prima. Non riesco a capire perché dovrei aspettare due anni così, anche se ne sono in grado!- sbuffai arrabbiato.

Il fatto che non potessi guidare mi faceva proprio imbestialire, alcune volte.

-Ignorando il problema della patente o no, non penso sia una buona idea. Siamo piuttosto vicini alla scuola, al centro e qualsiasi cosa di importante. L'asilo di Chris è solo a due passi da casa. Non penso converrebbe a nessuno un simile spostamento- disse Emma più diplomatica.

Ecco entrare in scena la sapientona, la presi in giro.

Stai zitto idiota.

Quanti bei insulti.

-è l'unica casa che vorremmo prendere. Abbiamo letteralmente controllato tutte, e dico tutte le case in affitto e in vendita. E nessuna ci convince tranne quella. C'è un altro appartamento interessante, ma non è centrale come questo- ci avvertii mio padre.

-E allora restiamo qui. Potremmo sistemare questa topaia e magari renderla una reggia- dissi un po' ironico ma davvero convinto.

Sì, con una bacchetta magica forse.

-Di certo non una reggia. Ma possiamo pitturarla di nuovo, cambiare i mobili, mettere il parquet a terra e altre cose che possono sicuramente cambiare questo posto. Ma lo dovremmo comprare per per poterlo fare. Ve la sentite di stare qui per un tempo indefinito?- chiese mio padre con serietà.

-Sì- risposi subito io.

-Va bene- rispose Emma con un po' meno entusiasmo mio. La guardai accigliato.

Dai, so che anche tu vuoi rimanere qui ormai, la punzecchiai.

Vai a farti una passeggiata fuori Simon, se non vuoi che ti spedisca io. Buttandoti dalla finestra però.

-Ok. Allora da lunedì inizieremo i lavori- disse mia madre entusiasta, iniziando già a illustrarci le sue idee su come modificarla. Ascoltai solo quel poco per assicurarmi che non modificassero le dimensioni della mia stanza, visto che parlavano di abbattere qualche parete, e poi salutai tutti uscendo. Dovevo vedermi con gli altri per un giro in centro.

Mi piaceva sempre di più quella città. Arrivai in poco tempo al campo di calcio dove trovai già i miei amici. E purtroppo anche Lorenzo. Lo guardai accigliato.

Lo vidi deglutire mentre gli altri mi salutavano.

-Sei venuto anche tu!- notai non smettendo di guardarlo male.

-Già..- rispose lui riluttante.

-Ehi amico, allora, tu sei in squadra con me vero?- chiese Tommy dandomi il cinque. Ricambiai sorridendo.

-Certamente. Stracciamo gli altri!- risposi divertito lanciando un occhiata significativa a Lorenzo.

Che mi guardò decisamente preoccupato.


*****


Emma


-Dai Emma, vieni con me. Non hai proprio voglia di vedere dei ragazzi belli, sportivi, che corrono dietro a una palla in pantaloncini?- mi chiese, forse per la centesima volta, Ilaria al telefono.

-Forse a te sembrerà strano, ma non né ho proprio voglia!- ripetei mentre tornavo a guardare il libro che avrei tanto voluto continuare a leggere. Ero sdraiata sul mio letto nuovo, a una piazza e mezza. Avevo cambiato anche tutta la stanza.

Ora si che potevo davvero chiamarla stanza. Era dipinta di un azzurro chiarissimo con il soffitto azzurro tendente al violetto. E vi avevo personalmente disegnato punto per punto un cielo stellato.

Il mio letto era al centro della stanza, la scrivania era sotto la finestra e tutta una parete era occupata da una bellissima libreria di legno laccato bianco.

Un piccolo armadio con uno specchio centrale occupava il restante spazio.

-Avanti Emma, vieni. Viene anche Noemi. E inoltre giocherà anche Lorenzo- mi punzecchiò lei pensando di aver detto la parola magica. Io rimasi un attimo in silenzio sentendomi in effetti un po' più tentata all'idea di acconsentire.

Mi morsi la lingua, perché lo ero???

Non lo dovevo essere. Lui era solo una ragazzo come tutti gli altri, niente di più. Non provavo niente per lui, chiaro?!?

E sentii Ilaria ridacchiare.

-Ti ho convinta, vero? Sono da te tra dieci minuti. Fatti trovare pronta e bellissima!- mi disse non lasciandomi neanche parlare e chiudendomi il telefono in faccia. Sbuffai, esasperata, lanciando il telefono sul letto e abbandonando la testa sul cuscino.

E ora cosa mettevo?


Dieci minuti dopo, puntuale come un orologio svizzero, Ilaria suonò al citofono. Salutando i miei scesi veloce e trovai lei e Noemi che chiacchieravano tranquillamente.

-Mi dite cosa trovate di entusiasmante ad andare a vedere dei ragazzi sudati che corrono dietro a una palla?- chiesi dopo averle salutate.

-Oh avanti Emma, ti devo proprio spiegare tutto?- scherzò Ilaria dandomi una piccola spinta. E io gliela ricambia subito.

-No cara, io capisco il tuo punto di vista. Ma sono talmente superiore da trovarlo comunque non così entusiasmante!- ribattei, ovviamente scherzando.

-Beh, tu avrai un sedere in meno da osservare, ma noi ce li godremo tutti- si unì subito Noemi.

-No cara, anche tu avrai un sedere in meno da osservare. Quello di Simon è solo mio!- ribatté Ilaria subito.

-Ancora non capisco cosa trovi in mio fratello!- dissi scuotendo il capo ancora sconcertata.

-Fammi pensare...- finse di pensarci su grattandosi il mento con un dito e accigliandosi.

-Forse il fatto che è un ragazzo dolce e simpaticissimo? E forse anche il fatto che è dannatamente bello?- rispose con punti di domanda anche se erano sicuramente affermazioni a cui non mi lasciava protestare.

-Potevi dire semplicemente che è un figo da paura!- disse Noemi tranquillamente. E scoppiò a ridere davanti alle nostre occhiate, le mie sconcertate, quelle di Ilaria inceneritrici.

-Avanti, gli occhi ce li ho anch'io, no? E non ci trovo niente di male nell'apprezzare anche se è solo un amico- si difese lei.

-Certo. È e resterà solo un tuo amico. Giù le mani Noemi, ok?- disse serissima Ilaria.

Le guardai un attimo preoccupata prima che Noemi scoppiasse a ridere seguita da Ilaria.

-Siete pazze- gli feci notare mentre si abbracciavano fingendo di consolarsi ma ridendosela talmente tanto da farsi uscire le lacrime.

-Sì, può darsi cara, ma unisciti subito a noi- disse Ilaria afferrandomi per un braccio. E mi ritrovai mio malgrado abbracciata a loro. E sorprendentemente la cosa mi fece davvero piacere.


*****


Simon


-Ma si può sapere cos'hai contro Lorenzo?- chiese Domenico mentre bevevo. Avevamo fatto una pausa e stavamo approfittando per riposarci un po'.

-Niente di che Dom- dissi soltanto lanciando un occhiata all'altra parte del campo, dove lui stava massaggiandosi il polpaccio che “inavvertitamente” avevo colpito durante una manovra di attacco.

-No, niente. L'hai solo marcato stretto, rubato tutte le volte la palla e gli hai fatto, aspetta, non ricordo. Tre falli?- chiese ironico Tommy.

-Quattro a dire la verità- risposi accigliato notando che erano arrivate le ragazze.

-E per fortuna che è una partita tra amici. Simon cosa ti ha fatto?- insistette Domenico.

-Ieri l'ho trovato solo a casa con Emma. Se ne stava andando appena sono tornato- rivelai ringhiando ancora per l'evento.

-E pensi che...- Tommy non terminò l'insinuazione per lo sguardo che gli lanciai.

-No, non penso abbia osato. Emma non è quel tipo di ragazza. Neanche un po'. Una volta un ragazzo che le piaceva ha tentato di baciarla è finito in ospedale per il naso rotto. Ed è stata lei- raccontai soddisfatto delle loro espressioni stupite.

-Comunque voglio che capisca chi si metterà contro se ci proverà ancora con lei- spiegai soltanto.

-Beh amico, continua così e probabilmente scapperà appena vedrà Emma- mi fece notare Domenico osservando le ragazze che probabilmente, per pura casualità, si erano sedute vicino alle panchine dell'altra squadra. Notai subito che Lorenzo si spostò al centro del campo senza guardare dalla loro parte.

I miei metodi funzionavano sempre.

Tornammo a giocare per un po' tranquillamente, mentre io marcavo sempre Lorenzo.

Quando finimmo la partita, avevamo vinto noi anche se per poco, mi diressi verso le ragazze per salutarle.

Sorrisi subito a Ilaria, che ricambiò ampiamente.

Avrei tanto voluto prenderla e baciarla. Era bellissima in quei suoi pantaloni bianchi stretti e la maglietta nera stretta al seno e larga in vita.

E dal suo sguardo probabilmente avrebbe voluto fare lo stesso. Probabilmente sarei uscito pazzo tra non molto.

-Ciao ragazze. Vi è piaciuta la partita?- chiesi.

-Molto Simon. Sei davvero bravo- mi disse subito Noemi sorridente.

Ilaria gli diede una botta sulla nuca e lei gemette dal dolore mentre Emma rideva. Le guardai incerto.

-Lascia stare. Una cosa tra noi. Comunque sì, hai fatto tre gol spettacolari!- si complimentò Ilaria.

-Grazie!- risposi.

Perché sei stato così duro con Lorenzo? Gli hai fatto male!

Mi rimproverò con rabbia Emma. La guardai e vidi che non guardava me ma Lorenzo. Ciò mi fece arrabbiare ancora di più.

Vuoi che lasci in pace il tuo ragazzo? Chiesi.

Non è il mio ragazzo. È un amico e specialmente un mio compagno di classe. Non voglio non potergli parlare tranquillamente solo perché mio fratello è uno stupido geloso! Mi ringhiò addosso.

Io sono solo protettivo. Sei mia sorella cavolo.

Sì, questo è vero. Ma non devi arrivare di certo a tormentare le persone che mi rivolgono solo la parola. Sei ossessionato Simon e non invidio per niente Ilaria. Non ha idea di con chi si metterà a che fare. Mi sorprese lei.

Cosa.. cosa vuoi dire? Domandai. Ma lei non rispose, incrociando le braccia e mettendo il muso.

Sbuffai e notai che Ilaria mi guardava accigliata.

-Simon, mi stavi ascoltando?- chiese Ilaria mettendo il broncio.

-No, scusami Ile, mi sono distratto un secondo. Cosa mi hai chiesto?- domandai tentando di farle capire che non è che non mi interessasse qualsiasi cosa mi avesse detto, ero solamente davvero distratto.

Lei, ancora accigliata, mi ripeté la frase.


******


Emma


Sbuffai.

-Emma, tutto bene?- chiese Noemi guardandomi preoccupata. Ilaria ormai era lanciata in una conversazione con mio fratello e visto che tutti gli altri erano più o meno andati a cambiarsi lei non aveva più nessuno da guardare.

-Niente di particolare...- dissi semplicemente.

-Non ci sarà qualche problema con Lorenzo, vero? Perché non ti ha salutato?- provò a indovinare.

-Si e no... vedi.. io sono molto sfortunata. Ho una piattola accanto che mi da molto fastidio- le rivelai sorprendendo anche me. Sentivo quasi il bisogno di confidarmi con qualcuno. Qualcuno che possibilmente appena nominavo Simon non si smettesse a sbavare.

-I fratelli possono essere un problema in effetti. Io ho un fratello piccolo e già mi da gatte da pelare! Adesso che mi ci fai pensare ho visto tuo fratello tallonare abbastanza Lorenzo durante la partita.. dici che l'ha strapazzato un po'?- chiese molto perspicacemente.

-Penso proprio di si- risposi.

-La prendi con molta tranquillità però. Fossi stata io mi sarei messa a gridargli addosso- mi sorprese lei.

Ridacchiai.

-Non mi sembra il caso con così tanta gente in giro- cercai di spiegarle ancora divertita. Incredibile come fossimo simili allora.

-Ragazze, di cosa chiacchierate? State facendo apprezzamenti su di me?- chiese Domenico, sbruffone come al solito.

Io scossi il capo mentre Noemi rise divertita.

-Apprezzamenti? Su di te? Proprio no caro, mi dispiace contraddirti. Ma non voglio darti false speranze- gli rispose ancora più divertita fissandolo negli occhi.

Lui si accigliò. Poi sorrise.

-Avanti, lo so che sei pazza di me- la stuzzicò.

-Certo. Se ne sei convinto!- ribatté lei.

Risi vedendoli lanciarsi occhiatacce. Erano davvero troppo divertenti quei due. È proprio vero che Dio li fa e poi li accoppia.


*****


Simon


-Pronta per la serata?- domandai a Ilaria mentre l'accompagnavo a casa. Emma se n'era andata con Noemi, dicendo che prima sarebbero passate a comprare chissà che cosa.

-Sì. È tutto pronto. Ti aspetto per le cinque per mettere tutto a posto, così poi andiamo a vestirci. Porto Emma da me comunque- disse.

-Cosa? E perché?- chiesi curioso.

-Perché mi deve aiutare con il trucco. E io le faccio i capelli. Ci divertiremo molto!!! E sono sicura che mia madre adorerà molto tua sorella!!- rispose lei entusiasta.

-Bene. Allora alle cinque- la salutai.

Lei sorrise, si alzò sulle punte e mi diede un bacio a fior di labbra. Gli misi le mani sui fianchi deciso ad attirarla a me per approfondire finalmente il bacio tanto sperato, ma lei si allontanò subito ridacchiando.

-A dopo!- disse lei. La guardai andare via e mi morsi il labbro inferiore. Ecco, ora la desideravo ancora di più.


******


Emma


A che punto siete?

Manca poco, siamo quasi pronte. Tu dove sei?

Sono già al garage con Tommaso e purtroppo il tuo bel Lorenzo. Lo sentii sbuffare.

La finisci? Non è il mio bel Lorenzo! E trattalo bene. Sono sicura che se lo conoscessi meglio ti piacerebbe.

Sì, come no...

-Emma secondo te conviene che li alzo un po' di più i capelli?- mi chiese Ilaria riportandomi alla realtà.

-No, vanno bene così. Invece tu pensi che capiranno da chi sono travestita?- domandai guardandomi allo specchio preoccupata.

-Non lo so. Ma il violino è davvero un tocco di classe!- si complimentò lei. Io sorrisi tornando a guardarmi allo specchio. Il trucco era a dir poco perfetto, lo stesso il vestito. Ma mi avrebbero scambiato per un fantasma?

Nel momento in cui il ragazzo del negozio mi aveva fatto vedere i vari vestiti mi era sembrata davvero un'idea eccellente. Perfino io oltre oceano avevo sentito parlare della leggenda della ragazza nel faro.

Speravo solo non dover stare tutta la serata e rispondere alla stessa domanda : ma tu da cosa sei vestita?

Quando fu tutto pronto nel minimo particolare, uscimmo salutando la madre di Ilaria e arrivando presto al garage.

Ci trovammo Simon, Domenico, Tommaso e Lorenzo che giocavano a calcio con una lattina di coca-cola tra i tavoli già apparecchiati.

Simon era vestito da pirata. Un cappello da comandante, una maglietta attillata bianca, un gilet e dei pantaloni marroni e una sciabola appoggiata in questo momento sul tavolo.

Per il trucco ci avevo pensato io naturalmente, prima di andare da Ilaria. Avendo usato colori molto resistenti non si era neanche un po' rovinato.

Gli avevo scurito la pelle e gli avevo fatto una gran brutta cicatrice, molto realistica, sulla guancia sinistra.

-Sei proprio sexy Simon- disse Ilaria appena lui si voltò verso di noi notandoci.


*****


Simon


Rimasi a guardare Ilaria come imbambolato. Era bellissima. Aveva un vestito nero, molto particolare, di quelli antichi. Ma con quel qualcosa che le si ad diceva davvero, a Ilaria. Aveva i capelli appuntati verso l'alto con dei ferretti di rose nere che li tenevano fermi. Lasciava scivolare solo il ciuffo, che gli copriva a scatti il viso truccato. Aveva un viso molto bianco e il trucco degli occhi passava al nero vicino alle ciglia, a un blu, poi ad un azzurro, fino a scomparire nel bianco.

Gli dava uno sguardo davvero bello, magnetico.

Mi si avvicinò sorridente, salutando gli altri con un cenno.

Mi pose la mano sul petto e la sentii calda anche attraverso la stoffa.

E mi persi in quei bellissimi occhi.


********


Emma


-Sei davvero bellissima Emma- si complimentò Domenico.

-Grazie, anche il tuo vestito da morte è molto bello! Fai quasi paura!- dissi. Lui sorrise, prendendo la maschera che aveva lasciato anche lui sul tavolo. La mise e sorrisi entusiasta.

-Sì, devo complimentarmi. Davvero bello!- aggiunsi.

Lui rise.

-Spero di far paura a Noemi. Comparirò dal nulla con la mia falce e glielo punterò al collo!!! A proposito, tu sai da cosa si vestirà?- mi domandò.

-No, ma lo vedrai presto. Dovrebbe arrivare tra poco- lo rincuorai.

-Una foto!- ci chiamò Lorenzo. Domenico mi passò un braccio intorno alla vita e sorridemmo all'obiettivo.

Poi osservai Lorenzo.

-E tu da cosa sei vestito?- chiesi curiosa.

Lui allargò le braccia per farsi vedere. Sembrava vestito normalmente, con camicia e pantaloni scuri. Ma aveva la macchina al collo più un marsupio di quelli enormi che si portano dietro i..

-Sei un fotografo?- indovinai.

-Bravissima. Hai vinto un premio!- si complimentò lui sorridendomi.

-E cosa sarebbe?- chiesi divertita.

-ehm... te lo dirò quando mi verrà in mente!- disse lui intercettando lo sguardo di mio fratello. Lui e Ilaria stavano arrivando, mentre anche i primi invitati spuntavano fuori come funghi.


*****


Simon


La serata prometteva bene. Ballai con Ilaria quasi tutto il tempo, approfittandone per stringerla a me. Lei ricambiò tutti gli abbracci ma si allontanava dispettosa ogni volta che tentavo di baciargli quelle belle labbra.

Un occhio, naturalmente, era sempre puntato su Emma, che chiacchierava con alcune ragazze cordialmente, oppure si sedeva vicino al tavolo del cibo.

Ad un certo punto della serata mi si avvicinò Lorenzo.

Lo guardai accigliato.

-Simon posso parlarti?- mi chiese.

Guardai Ilaria che sorrise e si incamminò verso Emma.

-Forse ti ho dato una cattiva impressione, non so. Ma ti assicuro che sono un bravo ragazzo e tua sorella mia piace molto. Ma non per forza come... insomma, come amico. Poi non so se può nascere qualcosa, ma prima voglio solo fare amicizia. E ora vorrei invitarla a ballare. Ma visto il tuo carattere ho pensato fosse meglio chiedertelo prima- Mi diede una strana impressione.

Sembrava si fosse preparato prima il discorso e poi l'avesse detto con fin troppa titubanza.

Lo guardai minaccioso.

-Puoi. Ma guarda che ti tengo d'occhio. Vedi dove mettere le mani- e ridacchiai mentre lo vidi allontanarsi.

Sì, funzionava proprio l'intimidazione. Ora ci avrebbe pensato parecchie volte prima di fare qualche mossa azzardata. Cercai Ilaria con lo sguardo ma mi sentì preso dalla maglietta e mi voltai.

Una ragazza molto carina, vestita da piratessa, mi sorrise ammiccante.

-Ciao Capitano. Balliamo?-


*****


Emma


Guardai Lorenzo stupita.

-Io non so ballare- dissi un po' imbarazzata.

-Neanche io. Ma possiamo fare entrambi il ballo degli impediti- scherzò prendendomi per mano per tirarmi in piedi.

E mio malgrado ballai un po' con lui.

-Hai fatto qualche foto interessante?- domandai per distogliere la sua attenzione dal mio viso. Mi imbarazzava il suo sguardo fisso.

-Sì. Qualcuna. L'atmosfera che hai creato con i dipinti è meravigliosa. E ancora di più le luci- mi spiegò tranquillamente.

-Sembra che stia uscendo bene!- dissi felice.

-Già- disse lui guardandomi negli occhi.

Distolsi lo sguardo dopo un po' notando per caso una coppia appena arrivata.

E con mio orrore riconobbi lui. Era Federico. E con mio dispiacere lui notò il mio sguardo. E mi sorrise accattivante.

Di slancio tornai a guardare Lorenzo, che in quel momento mi stava chiedendo se volevo qualcosa da bere.

-Sì, qualsiasi cosa- dissi un po' troppo di slancio.

Ci avviammo verso il tavolo delle bevande e cercai disperata l'acqua. Non trovandola.

-Cosa vuoi da bere?- mi chiese.

-Acqua. Ma qui non c'è né più. Dovrebbe essercene altra nel frigo però- dissi ricordando Ilaria che la metteva lì insieme alle altre cose.

-Vuoi che ti accompagni?- mi chiese.

-No, non ti preoccupare. Torno subito- dissi non volendo dare di nuovo l'idea sbagliata a Simon. E se ci avesse visto entrare nella stanza adiacente, oppure uscire, si sarebbe fatto sicuramente un'idea precisa dell'accaduto.

Un'idea piuttosto colorita.

Andai nella stanzetta e aprii subito il frigo. Insieme a varie bottiglie di birra, di gassosa e coca-cola e molto altro. Ma non trovavo proprio l'acqua. Tirai fuori un paio di bottiglie, le spostai tutte su un lato e alla fine trovai un'intera valigetta d'acqua.

Decisamente felice aprii veloce la confezione e presi una bottiglia. Mi fermai a pensare se era il caso portarne di più.

E poi qualcuno si appoggiò a me. Sentii un corpo caldo appoggiarsi alla mia schiena e un sospiro sul collo.

Mi voltai di scatto spaventata, trovandomi davanti Federico, fin troppo vicino.

-Ciao Rossa. Lo sai che sei particolarmente bella stasera?- Chiese lui appoggiando le mani sul frigorifero di lato ai miei fianchi.

Gli poggiai le mani sul petto tentando di spingerlo più lontano.

-Chi ti ha dato tutta questa confidenza?- gli chiesi arrabbiata.

-Avanti, dimmi che non mi aspettavi fin dall'inizio- appariva così sicuro che scoppiai a ridergli in faccia.

-Tu sei davvero un pallone gonfiato allora. Credi davvero che tutte le donne ti cadano ai piedi solo con uno sguardo?- lo guardai incredulo. Come poteva davvero pensare una cosa del genere?!?

-Se è così io non ci posso fare niente! E anche tu capitolerai mia cara Rossa- mi disse avvicinandosi di nuovo.

Lo spinsi via con tutta la mia forza ma lui si oppose.

-Mi lasci stare? Torna dalla tua ragazza, si starà chiedendo dove sei finito- provai tentando di allontanarlo con le buone.

-Non ti preoccupare, se la caverà da sola mia vampirella- e mi toccò la spalla nuda. Mi irrigidì totalmente, mentre i brividi mi percorrevano la schiena.

-Lasciami stare. E per tua informazione non sono una vampira- e lo spinsi ancora via, questa volta riuscendo ad allontanarlo quel tanto da spostarmi dal frigo.

-E io che pensavo ti fossi coordinata a me- disse indicando i vestiti. Lo guardai inarcando il sopracciglio.

-E tu saresti vestito da vampiro?- domandai.

-Sì, il più bello. Quello che quando le ragazze lo vedono gridano “mordimi”. Sono Edward Cullen, al tuo servizio- e scherzando fece un inchino elegante.

Risi.

-Non ci assomigli nemmeno lontanamente, mi dispiace. Sembri più un damerino così conciato- lo provocai.

-E tu da cosa sei vestita?- mi domandò, appoggiandosi al frigo con le braccia incrociate e guardando in tono di sfida.

-Sono il fantasma del faro. Il fantasma della ragazza morta nel faro sulla costa durante una tempesta- spiegai.

-Quella che quando ci sono tempeste incute il terrore col suono del suo violino?- domandò.

Annuii.

-E tu sai suonare il violino?- mi chiese.

-Qualcosa. Ho preso qualche lezione quando ero piccola. Comunque ora devo tornare in sala- dissi approfittando che fosse rimasto lontano e andando verso la porta.

Avevo la mano sulla maniglia quando lui mi spinse contro la porta e mi imprigionò con le sue braccia.

-Mi chiedo come sarebbe baciare un fantasma- sussurrò guardandomi le labbra.

-Provaci e ti spacco il naso- lo minacciai.

-Allora devo proprio farlo- e prima di potermi opporre mi prese il viso tra le mani e portò la sua bocca sulla mia. Tentai di scansarlo forte ma non riuscii a smuoverlo.

Mi teneva fermo il viso mentre le sue labbra baciavano le mie con passione, anche se erano sigillate.

Gli tirai un pugno al petto e per tutta risposta lui mi morse il labbro inferiore.

Mi lasciai andare a un'imprecazione che ebbe solo l'effetto ti socchiudere la bocca, dando l'opportunità a lui di approfittare e intensificare il bacio.

E fui travolta da una tale passione che per mezzo secondo mi lasciai quasi andate.

Cavolo, era il mio primo bacio. E nonostante tutto era... bello... sì, aveva un sapore e dava delle sensazioni così...

Poi focalizzai chi avevo davanti e che quello era proprio il mio primo bacio. E non lo volevo dato da un idiota cavolo.

Gli morsi la lingua con forza.

Lui si staccò con un gemito.

E io gli tirai un forte pugno sul naso.

-Ahi. Sei davvero manesca- esclamò lui toccandosi il naso da cui effettivamente uscii un po' di sangue.

Mi sentii soddisfatta, anche se la mano mi faceva decisamente male.

-Non ci provare mai più. Altrimenti te lo spacco davvero- dissi aggressiva.

-Avanti, non fare la difficile. È stato un bacio superlativo e tu hai anche ricambiato- e sfoggiò un sorriso da brigante.

Gli tirai un altro pugno in faccia ma lui lo parò con la mano.

-Ehi, guarda che faresti un reato al mondo sottraendolo alla visione del mio bellissimo viso- ridacchiò lui. Io tentai di tirare via la mano ma lui me la teneva stretta e approfittò per tirarmi di nuovo appiccicata a lui.

-Lasciami immediatamente- mi divincolai con tutte le mie forze ma lui mi bloccò fin troppo facilmente. Quanto odiavo che fosse così grosso.

-Ora mettiamo in chiaro una cosa. Io non provo niente per te ne lo proverò mai. Lasciami stare, non mi interessa niente di te e ti potrei anche far arrestare per..- mentre facevo il mio discorso lui mi inchiodò al muro e avvicinò il viso per riprovare a baciarmi.

-Non sono un tuo giocattolo- dissi arrabbiata voltando il viso. Lo sentii ridacchiare e poi sentii le sue labbra sul mio collo.

-Non fare così Rossa. Sto solo assecondando i tuoi desideri- disse contro la mia pelle.

-Se lo facessi davvero spariresti dalla faccia della terra, in questo secondo- sbottai tentando ancora di liberarmi.

E lui riprese a baciarmi il collo, piano, sensuale, scendendo verso la spalla e poi salendo di nuovo verso l'orecchio.

Era una sensazione strana ma decisamente piacevole.

Mi faceva venire la pelle d'oca e i brividi lungo la schiena.

-Ti piace, vero?- mi soffiò lui nell'orecchio prima di mordermi il lobo. E scattai, dandogli una ginocchiata tra le gambe. Lui imprecò ad alta voce, piegandosi in due dal dolore e io mi allontanai velocemente.

-Non ci provare mai più Renzi! La prossima volta ti farò davvero male- dissi seria e poi scappai via, lasciandolo a contorcersi dal dolore.

Ritornai alla festa sperando di avere tutto a posto. Il tempo di cercare Lorenzo che Simon mi prese per il polso.

-Dove sei sparita tutto questo tempo?- domandò preoccupato.

-Io? Sono stata qua in giro. Ho solo preso un attimo l'acqua e ora cercavo Lorenzo. Come va?- chiesi cercando di suonare totalmente tranquilla.

-Bene. Vieni con me- disse tirandomi via.

Ero ancora un po' sconvolta da tutto quello che era successo prima e non mi opposi. Trovammo Ilaria che parlava insieme a Tommaso e Lorenzo.

Poco più in la vidi Noemi ballare insieme a Domenico e sorrisi contenta per loro.

-Emma, allora sei riuscita a trovare l'acqua?- mi chiese Lorenzo. Annuì sorridendo un po' distaccata.

Ilaria mi lanciò un'occhiata preoccupata e poi sorrise.

-Vieni con me in bagno?- chiese.

Annuii e mi lasciai trascinare via.

Entrati in bagno si voltò verso di me con le braccia incrociate.

-Chi ti ha baciato?- domandò stupendomi.

-Cosa?- chiesi con voce leggermente stridula.

-Hai il rossetto sbavato. Ringrazia che tuo fratello non se n'è accorto altrimenti avrebbe dato i numeri- e mi porse dalla borsa il rossetto che aveva portato. Mi guardai allo specchio. In effetti lo era un po', ma quel poco che un maschio non lo notava proprio per fortuna.

Dopo essermi sistemata notai che Ilaria aspettava una spiegazione e sospirando gliela diedi.


*****


Simon


Fu una delle feste più riuscite a cui avevo partecipato fino ad ora. Anche se non persi più di vista neanche un secondo Emma -non sarebbe scomparsa come aveva fatto prima- riuscii a stare il più possibile con Ilaria.

Anche se mi fece preoccupare perché evitava il mio sguardo.

-Cosa c'è? Qualcosa ti preoccupa?- chiesi facendole alzare il mento con un dito delicatamente, così che potessi incrociare i suoi occhi.

-Cosa ti ha detto quell'oca di Sara Tesser?- domandò arrabbiata.

-Si chiama così? Non lo sapevo neanche- dissi tranquillo. Lei mi guardò accigliata aspettando che gli rispondessi.

-Mi ha chiesto se mi andava di ballare con lei. E io gli ho risposto che ero prenotato tutta la sera con una bellissima cacciatrice di vampiri- gli dissi appoggiando la fronte sulla sua, così come aveva fatto una volta lei.

Che sorrise facendo scomparire tutta la sua preoccupazione.

E mi baciò.

Gli poggiai una mano sulla nuca portandola ancora più vicina e baciandola con più intensità. Non avevo mai provato così tante sensazioni in un bacio.

Era meraviglioso. Labbra contro labbra, lingua contro lingua, le sua mani tra i miei capelli, il suo respiro nel mio.

Non c'era niente che mi potesse distogliere da quel momento, niente.

Simon?

Come non detto.

Cosa c'è? Domandai spazientito.

Vieni. Disse soltanto lei. Mi staccai preoccupato guardandomi intorno e cercando Emma.

-Cosa c'è?- chiese Ilaria accigliata.

-Non hai sentito la voce di Emma?- chiesi cercandola preoccupato.

Dove sei???

Fuori dal garage. Corri. Mi spiegò.

-Vieni con me- dissi prendendola per mano e facendomi spazio verso l'uscita. Dove trovai Emma e Lorenzo di fronte ad un ragazzo più grande. Il tempo di arrivare e lui tirò un pugno allo stomaco a Lorenzo.

-Ehi!- gridai correndo verso di loro.

-Così ci pensi di nuovo prima di dirmi cosa devo o non devo fare- stava dicendo contro Lorenzo.

-Sei un deficiente- gridò Emma.

-Cosa sta succedendo?- chiesi inutilmente lanciando un'occhiata di fuoco a quello sbruffone.

-Oh, arriva la cavalleria. Dai Rossa, lascia l'idiota insieme a loro e vieni con me- osò dire a Emma prendendola per il braccio e tirandola.

Mi prudevano dannatamente le mani ma mi bastò guardare Emma per capire che non c'era bisogno di intervenire subito.

Lei utilizzò la spinta che gli aveva dato per ruotare su se stessa e dargli un calcio in pieno viso, facendogli mollare la presa e crollare a terra.

-Wao!- sentii dire a Ilaria.

-Stai bene amico?- chiesi a Lorenzo che si stava raddrizzando sputando per terra.

-Quel dannato- esclamò risentito guardandolo per terra.

-è ubriaco- disse Emma guardando il tipo per terra.

Chi diavolo è?

Si chiama Federico Renzi, dell'ultimo anno. Ed è un imbecille.

Lui si alzò tenendosi la guancia con la mano e ridacchiando. Ondeggiò pericolosamente, e si incamminò di nuovo verso Emma.

Mi frapposi tra loro e gli diedi una spinta sul petto per allontanarlo.

-Stai lontano da mia sorella, chiaro?- lo guardai minaccioso.

Ero alto quanto lui e anche se sembrava più muscoloso non mi facevo di certo intimidire.

-Tua sorella? Ehi amico, allora perché non gli tieni lontano quel tizio? Ho bevuto un bicchiere ogni volta che lui la stretta e se e come vedi sono tante- sbottò lui indicando Lorenzo.

Guardai un attimo Emma minaccioso ma poi tornai a guardare Federico.

-Perché un conto è ballare, un conto e voler approfittarsi di lei- dissi. Li avevo tenuti d'occhio e sapevo che non avevano fatto niente. Anche se mi dava molto fastidio che mi fossi distratto solo un secondo e loro fossero usciti addirittura fuori.

Ci guardammo quasi ringhiando fino a quando lui non girò i tacchi e se ne andò.

-Cosa ci facevate qua fuori?- chiesi rabbioso a Lorenzo.

-Me ne stavo andando. Mio padre sta per arrivare- rispose lui tenendosi ancora una mano sullo stomaco. E infatti fummo illuminati dai fari di una macchina.

Salutammo il padre di Lorenzo e quando se ne furono andati guardai Emma che sembrava molto pensierosa. E triste.

-Vuoi tornare a casa?- gli chiesi preoccupato.

-Sì... ma non voglio rovinarvi la serata. Vado da sola- disse Emma.

-Certo, così magari incontri ancora quell'idiota. Non ci pensare neanche un secondo. Poi noi torniamo se vuoi- dissi l'ultima frase guardando Ilaria, che annuii.

-Sì Emma. Ti accompagniamo volentieri- disse sorridente.

-Ok- si arrese e scesero a prendere il giubbotto e Emma il anche il violino.

-Alla fine non mi hai fatto sentire se lo sai suonare- si ricordò Ilaria mentre camminavamo.

Emma sorrise e iniziò a suonare. La lenta musica riempii l'aria. Io non mi intendevo di musica mentre Emma era una tuttologa come mio padre. Ma potevo sicuramente affermare che non stava rompendo i vetri. Ilaria parve molto impressionata e quando la salutammo le passai un braccio intorno alla vita e la strinsi a me.

-Ti piace la musica?- domandai.

-Sì. È affascinante. Poi il violino è uno degli strumenti più difficili dicono. Tu sai suonare qualcosa?- mi chiese.

-La chitarra. Ma non è la mia passione. Mi piacciono più gli sport che il suonare- dissi mio malgrado dispiaciuto. Avrei tanto voluto impressionarla un po'.

Lei mi sorrise.

-Bene allora. Avevo paura che tu fossi troppo perfetto Simon, ma ora vedo che sei umano infondo!- ridacchiò lei e mi bacio subito, prima che potessi ribattere. E tutta la preoccupazione sparii, come la luna piena dietro le nuvole nere della notte.


******


Che faticaccia!!!! Un capitolo che non voleva finire proprio.

Che ve ne pare? Spero che le scene non appaiano troppo confuse, ho fatto del mio meglio ma in realtà non so se sono riuscita a spiegarle bene.

Bene, ora purtroppo devo essere sintetica Perché devo scappare e considerato che voglio aggiungere anche le foto dei costumi, perderò molto tempo ancora!!!

Ci ho messo un sacco a pensare a come vestire i protagonisti. Volevo scegliere qualcosa che andasse bene ma la maggior parte dei vestiti che ho trovato erano troppo... troppo minimi per loro. Non andava bene quasi nessuno. Quindi mi scuso per il ritardo, ma in pratica tutto il macello è stato per questo.

Scusatemi per gli eventuali errori ma purtroppo ho un serio problema: se rileggo cambio tutto.

Ho già visto nelle altre storie che ho scritto che è una cosa negativa perché ogni volta riscrivo il capitolo allo sfinimento, riuscendo a detestare talmente tanto la storia poi da non continuarla più. Quindi scusatemi per gli errori che mi sono sicuramente usciti, sono di distrazione!!!!

allora, ora finisco subito la mia filippica e passo a ringraziarvi tutti!

In primis la mia migliore amica che segue e recensisce di persona. Cosa ne pensi???

Poi alle due meravigliose persone che hanno lasciato una recensione! (vi risponderò personalmente via posta)

E infine ma non meno importanti, le tante persone che hanno inserito questa storia tra le preferite, le seguite e le ricordate!!!

Grazie mille, siete meravigliosi!!!!!!!!!!!

Ringrazio anche chi leggerà questo capitolo e vi ricordo che le recensioni sono gradite e le critiche ancora di più. Voglio migliorare e non posso farlo senza il vostro aiuto!!!

Alla prossima!!!!!!!!


Questo è il vestito di Ilaria:



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Questo è come si è vestito Simon:



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La storia di Emma naturalmente era tutta di mia invenzione. E si è vestita in questo modo:



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poi c'è Federico:





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Domenico:




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e se per curiosità lo volete sapere, Noemi si è vestita così:



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ps: capitolo revisionato dalla mia magnifica Beta che ringrazio dal profondo del cuore!!! =)



   
 
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