Nota della traduttrice:
Eccomi con il nuovo capitolo. Non ho molto da dire se non che ringrazio le
meravigliose quattro persone che hanno recensito il capitolo precedente e
quelle che hanno aggiunto la storia tra le preferite/ricordate/seguite. Grazie
davvero, sia dall’autrice che dalla traduttrice! =)
Be’, spero che questo capitolo vi
piaccia e mi raccomando: recensite! ;)
Capitolo Tre
Hello, Daddy
“Ra-Ragazza?” balbettò Hermione,
sentendosi quasi svenire. Questo non sarebbe dovuto succedere. Da quando Ron
aveva una ragazza? Dalle facce interrogative delle altre persone presenti nella
stanza, sembrava che tutti si stessero chiedendo la stessa cosa. Hermione notò
il disagio di Harry, facendo particolare attenzione alle sue guance rosso
incandescente.
‘Come farò a dire a Ron di Hannah,
se lei è qui?’ si chiese la ragazza.
‘E’ impossibile.’
“Sì, sono più o meno tre mesi che usciamo insieme” rispose
Ron, cingendo la vita di Miranda con un braccio. Lanciò uno sguardo fugace ad
Hermione, prima di continuare a parlare. “Mi dispiace di non avervelo detto
prima, ma volevo soltanto farvela conoscere e dirvi che credo che questa
sia più di una semplice avventura” aggiunse.
‘Più di una semplice avventura? Gliela do io a lei una vera
avventura; sì, farla volare da qui fino ad Hogwarts’ pensò Hermione, lasciando
che le sue labbra si piegassero in un sorriso falso.
“Be’, è un piacere conoscerti, Miranda” disse Molly,
ricambiando il sorriso di Hermione. “Che ne dici se ci sediamo? Devi essere
stanca.”
Tutti presero posto attorno al tavolo.
“Allora... questa è Miranda Connolly”
iniziò Ron, girandosi intorno, con un sorrisetto orgoglioso che gli
incorniciava il volto lentigginoso. Si voltò verso sua madre. “Miranda, questa
è mia madre.”
“Molly Weasley” la donna sorrise debolmente.
“E questo è mio padre, Arthur” continuò il giovane Weasley,
indicando l’uomo.
“Ora riesco finalmente a capire da chi Ronald abbia ereditato
il proprio fascino, signor Weasley” disse Miranda, mostrando i denti bianchi
scintillanti, che Hermione notò quasi più puliti dei suoi - e lei era la figlia
di due dentisti!
“Grazie” rispose Arthur. L’uomo fece una pausa, osservando
attentamente Miranda. “Connolly? Sono sicuro di aver già
sentito questo nome da qualche parte...”
“Be’, mio padre gioca nella squadra nazionale di Quidditch
dell’Irlanda” rispose lei, sorridendo dolcemente.
“Davvero? Quel Connolly è davvero
tuo padre?” chiese Arthur, completamente esaltato. Miranda annuì. “Ho portato i
miei figli, Harry ed Hermione in Irlanda per la Coppa del Mondo, qualche anno
fa!”
“E’ fantastico! Forse vi ho visti!” continuò la ragazza. “L’unica
cosa negativa è stato il dopopartita...” improvvisamente, Miranda sembrò a
disagio.
“Questa è mia sorella, Ginny” disse Ron, presentando alla
sua fidanzata la strega più giovane della stanza.
“Piacere” disse Miranda. Ginny si limitò ad annuire con la
testa.
Ron si voltò verso Hermione, sorridendole debolmente. Il
ragazzo si sentiva completamente a disagio, ma stava riuscendo a nasconderlo
abbastanza bene. E quello che stava per fare sarebbe stato l’evento più imbarazzante
di tutta la giornata: presentare Hermione a Miranda. Aveva raccontato alla sua
ragazza, praticamente tutto su Herm.
“Questa... questa è Hermione Granger” disse Ron, con le
guance che sembrava volessero prendergli fuoco. Tuttavia, la reazione di
Miranda non fu quella che si aspettava.
“Oh, ciao! Ronald mi ha parlato molto di te!” Miranda saltò
subito in piedi, parlando con tono di persona entusiasta. La ragazza si
avvicinò ad Hermione e l’abbracciò, prima di tornare a sedersi intorno al
vecchio tavolo di legno, al suo posto accanto ad Harry.
“Davvero?” chiese Hermione, scuotendosi la maglia, come se
Miranda ci avesse lasciato dei germi sopra.
“Oh, sì. Io, Harry e Ron eravamo nella stessa unità, quando
abbiamo iniziato nel Wisconsin” rispose la ragazza, accentando ogni parola con
un gesto del capo. “Tempi di divertimento” aveva una strana espressione sul
volto, come se si stesse ricordando qualcosa.
“Lo so cosa vuoi dire” disse Hermione, vivacemente, “ho
passato dei momenti fantastici con questi due, durante i nostri sette anni ad
Hogwarts!” Ignorando gli sguardi di smarrimento di Harry e Ron e la risata di
Ginny che si trasformò in un colpo di tosse, la ragazza continuò a parlare. “Ehi,
Harry, ti ricordi quella volta con il troll? Assolutamente divertente” Hermione
sospirò pensierosa.
“Ehm... sei quasi morta” le ricordò Harry, inarcando le
sopracciglia e spostando lo sguardo su Ron, non capendo quello che stesse
succedendo.
“Quasi” ripeté la ragazza, “fino a quando Ron mi ha salvato
la vita, ovviamente!” Sorridendo a Miranda, che ricambiò il sorriso, Hermione
si decise a cambiare discorso. “Com’è stato il viaggio, Harry?” chiese, dando
le spalle a Ron.
“Eh?” Non capendo bene a cosa fosse dovuto tutto quel
cambiamento di discorsi da parte della sua migliore amica, Harry cercò di
rispondere qualcosa di sensato. “Interessante, questa è la parola perfetta per
descriverlo.”
“Davvero? Racconta” lo incitò Hermione, appoggiando il mento
sul palmo della mano destra e sentendo lo sguardo bruciante di Ron sulla testa.
Harry si inumidì le labbra. “Be’, sull’aereo, l’uomo seduto
accanto a me non faceva altro che annusarmi i capelli e, durante l’orario di
cena, mi ha rubato il pesce, mentre ero in bagno.” Raccontò il ragazzo,
sorridendo imbarazzato.
Hermione si portò una mano sul cuore. “Oh... che cosa
terribile”, disse con sincerità.
“Ehm... sì. Stai bene?” Chiese Harry, guardando la strega
con uno sguardo puramente interrogativo.
“Certo che sto bene! Non potrebbe andare meglio!” rispose Hermione,
sorridendo a disagio. Il suo orologio fece due bip e
il suo volto, come quelli di Molly e Ginny, impallidì. Quel rumore acustico non
era altro che l’avviso che le ricordava di dover dare la merenda ad Hannah. Hermione guardò Molly disperata, prima che un’idea
le passasse per la mente.
“Devi essere molto stanca, vero Miranda? Ginny, perché non
le mostri la stanza?” disse velocemente, guardando la porta, come terrorizzata.
Ginny imprecò mentalmente tra sé. “Da questa parte” disse,
aiutando Miranda con i bagagli ed avviandosi verso il piano superiore.
“Io vado in salotto” disse Hermione uscendo dalla cucina,
non appena il rumore dei passi sulle scale non scomparve. Harry la seguì, alla
ricerca di risposte.
Molly sospirò, aprendo il frigorifero per prendere il latte
di Hannah. Si bloccò non appena vide il figlio
avvicinarsi a lei. “Cosa c’è, caro?”
Ron le si avvicinò e l’abbracciò.
“Mi sei mancata” le confessò.
“Anche tu mi sei mancato” gli rispose. “Perché non vai in
salotto a parlare con Hermione, mentre io metto a fare un po’ di tè?”
“D’accordo” acconsentì Ron, baciando la madre su una
guancia, prima di raggiungere Hermione e Harry in salotto. Il suo migliore
amico guardava la ragazza con uno sguardo interrogativo.
“Tutto bene, Harry?” gli chiese Ron, sedendosi accanto a lui
sul divano.
“Bene” rispose il ragazzo, non distogliendo lo sguardo dalla
ragazza seduta accanto a sé. “Quello che voglio sapere è se stai bene, Hermione.”
Lei rise brevemente. “Certo che sto bene. Cosa ti fa pensare
il contrario?” disse nervosamente, riprendendo ad osservare, preoccupata, la
porta dalla quale sarebbe potuta entrare Hannah.
“Allora, è successo qualcosa di nuovo da quando siamo
partiti? Niente di interessante?” chiese Ron, guardandola.
“Beh, effettivamente...” iniziò Hermione.
“Harry!”
Ginny corse giù dalle scale. Il suo obbiettivo principale,
della giornata, era lasciare soli Ron e Hermione, così che lei potesse
raccontargli della bambina. “Mi sembra di aver sentito mamma chiamarci” disse,
correndo incontro ad Harry.
“Io non ho sentito niente” ammise il ragazzo.
“A me invece è sembrato che...”
“Ginny, non importa, lui può restare” disse Hermione a bassa
voce. L’ultimogenita Weasley sospirò e si sedette, anche lei, sul divano.
“Cosa sta succedendo?” chiese Ron, guardando le due ragazze,
che gli stavano nascondendo qualcosa. Le due si guardarono disperate,
sentendosi in colpa. Perché diavolo non glielo avevano detto prima, attraverso
una lettera?
“Ho qualcosa da dirti, Ron... quello che intendo è che... devi
sapere...” borbottò Hermione. Si era praticamente preparata questo discorso per
settimane, perché, in quel momento, non riusciva a dire niente di sensato,
allora?
“Dillo e basta” disse Ron, con il viso rosso come un peperone.
“Mama?”
Tutti si fermarono, come se il tempo avesse smesso di
scorrere.
Dalla porta aperta, era entrata un’Hannah
traballante, con in braccio la sua mucca giocattolo, Ranuncolo. “Papa! Mama! Papa!” urlò, massaggiandosi il pancino.
“Oh, Orsacchiotta” sussurrò
dolcemente Hermione. Oh no, no, no, no. Non sarebbe dovuto succedere in questo
modo! “La nonna ti sta facendo del latte buono buono”
disse Hermione, con le guance arrossate per l’imbarazzo.
La bambina sorrise e si sedette sul tappeto, guardando i due
uomini sconosciuti.
“Questa può essere considerata una cosa interessante” disse
Harry, togliendosi gli occhiali per pulirli. Quando se li rimise, si accorse
che la bambina - figlia di Hermione - aveva una folta zazzera di capelli rossi
e il naso pieno di lentiggini.
Ron sembrò esserci rimasto male, profondamente ferito dal
fatto che Hermione fosse diventata una mamma. Quanto tempo era passato prima
che lei trovasse qualcun altro e rimanesse incinta? “Tu... hai avuto un
bambino.”
La stanza era sprofondata nel silenzio più assoluto.
Improvvisamente, Harry balzò in piedi e si voltò verso Ginny. “Hai ragione!
Credo che tua madre ci stia chiamando.”
La giovane strega, sollevata dal fatto che aveva l’occasione
di abbandonare la stanza, si alzò in piedi a sua volta.
Una volta rimasti soli, Hermione guardò Ron con gli occhi
pieni di lacrime. “A quanto sembra” confermò l’affermazione che il ragazzo
aveva fatto poco prima. Lo sguardo della strega cadde sulla figlia e la sua
mano si posò ad accarezzare i riccioli sottili della piccola Hannah.
“Quando è... perché hai... voglio dire... dov’è il padre?”
chiese Ron, non sicuro di quale, tra le migliaia di domande che gli ronzavano
in testa, chiederle prima. Tuttavia, guardando la bambina, aveva una buona
opinione di cosa avrebbe ottenuto come risposta.
“Davanti a me” rispose Hermione, guardandolo negli occhi e
sforzandosi di non sbattere le palpebre.