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Autore: blondebouncingferret    04/03/2011    7 recensioni
Ron e Harry devono andare in America per completare la loro formazione da Auror. Ron trascorre la sua ultima notte in Inghilterra con Hermione e quando torna, due anni dopo, ritrova la ragazza con un bambino di quindici mesi...
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred Weasley, George e Fred Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Nota della traduttrice: Eccomi con il nuovo capitolo. Non ho molto da dire se non che ringrazio le meravigliose quattro persone che hanno recensito il capitolo precedente e quelle che hanno aggiunto la storia tra le preferite/ricordate/seguite. Grazie davvero, sia dall’autrice che dalla traduttrice! =)

Be’, spero che questo capitolo vi piaccia e mi raccomando: recensite! ;)

 

 


Capitolo Tre

Hello, Daddy

Ra-Ragazza?” balbettò Hermione, sentendosi quasi svenire. Questo non sarebbe dovuto succedere. Da quando Ron aveva una ragazza? Dalle facce interrogative delle altre persone presenti nella stanza, sembrava che tutti si stessero chiedendo la stessa cosa. Hermione notò il disagio di Harry, facendo particolare attenzione alle sue guance rosso incandescente.

‘Come farò a dire a Ron di Hannah, se lei è qui?’ si chiese la ragazza. ‘E’ impossibile.’

“Sì, sono più o meno tre mesi che usciamo insieme” rispose Ron, cingendo la vita di Miranda con un braccio. Lanciò uno sguardo fugace ad Hermione, prima di continuare a parlare. “Mi dispiace di non avervelo detto prima, ma volevo soltanto farvela conoscere e dirvi che credo che questa sia più di una semplice avventura” aggiunse.

‘Più di una semplice avventura? Gliela do io a lei una vera avventura; sì, farla volare da qui fino ad Hogwarts’ pensò Hermione, lasciando che le sue labbra si piegassero in un sorriso falso.

“Be’, è un piacere conoscerti, Miranda” disse Molly, ricambiando il sorriso di Hermione. “Che ne dici se ci sediamo? Devi essere stanca.”

Tutti presero posto attorno al tavolo.

“Allora... questa è Miranda Connolly” iniziò Ron, girandosi intorno, con un sorrisetto orgoglioso che gli incorniciava il volto lentigginoso. Si voltò verso sua madre. “Miranda, questa è mia madre.”

“Molly Weasley” la donna sorrise debolmente.

“E questo è mio padre, Arthur” continuò il giovane Weasley, indicando l’uomo.

“Ora riesco finalmente a capire da chi Ronald abbia ereditato il proprio fascino, signor Weasley” disse Miranda, mostrando i denti bianchi scintillanti, che Hermione notò quasi più puliti dei suoi - e lei era la figlia di due dentisti!

“Grazie” rispose Arthur. L’uomo fece una pausa, osservando attentamente Miranda. “Connolly? Sono sicuro di aver già sentito questo nome da qualche parte...”

“Be’, mio padre gioca nella squadra nazionale di Quidditch dell’Irlanda” rispose lei, sorridendo dolcemente.

“Davvero? Quel Connolly è davvero tuo padre?” chiese Arthur, completamente esaltato. Miranda annuì. “Ho portato i miei figli, Harry ed Hermione in Irlanda per la Coppa del Mondo, qualche anno fa!”

“E’ fantastico! Forse vi ho visti!” continuò la ragazza. “L’unica cosa negativa è stato il dopopartita...” improvvisamente, Miranda sembrò a disagio.

“Questa è mia sorella, Ginny” disse Ron, presentando alla sua fidanzata la strega più giovane della stanza.

“Piacere” disse Miranda. Ginny si limitò ad annuire con la testa.

Ron si voltò verso Hermione, sorridendole debolmente. Il ragazzo si sentiva completamente a disagio, ma stava riuscendo a nasconderlo abbastanza bene. E quello che stava per fare sarebbe stato l’evento più imbarazzante di tutta la giornata: presentare Hermione a Miranda. Aveva raccontato alla sua ragazza, praticamente tutto su Herm.

“Questa... questa è Hermione Granger” disse Ron, con le guance che sembrava volessero prendergli fuoco. Tuttavia, la reazione di Miranda non fu quella che si aspettava.

“Oh, ciao! Ronald mi ha parlato molto di te!” Miranda saltò subito in piedi, parlando con tono di persona entusiasta. La ragazza si avvicinò ad Hermione e l’abbracciò, prima di tornare a sedersi intorno al vecchio tavolo di legno, al suo posto accanto ad Harry.

“Davvero?” chiese Hermione, scuotendosi la maglia, come se Miranda ci avesse lasciato dei germi sopra.

“Oh, sì. Io, Harry e Ron eravamo nella stessa unità, quando abbiamo iniziato nel Wisconsin” rispose la ragazza, accentando ogni parola con un gesto del capo. “Tempi di divertimento” aveva una strana espressione sul volto, come se si stesse ricordando qualcosa.

“Lo so cosa vuoi dire” disse Hermione, vivacemente, “ho passato dei momenti fantastici con questi due, durante i nostri sette anni ad Hogwarts!” Ignorando gli sguardi di smarrimento di Harry e Ron e la risata di Ginny che si trasformò in un colpo di tosse, la ragazza continuò a parlare. “Ehi, Harry, ti ricordi quella volta con il troll? Assolutamente divertente” Hermione sospirò pensierosa.

“Ehm... sei quasi morta” le ricordò Harry, inarcando le sopracciglia e spostando lo sguardo su Ron, non capendo quello che stesse succedendo.

“Quasi” ripeté la ragazza, “fino a quando Ron mi ha salvato la vita, ovviamente!” Sorridendo a Miranda, che ricambiò il sorriso, Hermione si decise a cambiare discorso. “Com’è stato il viaggio, Harry?” chiese, dando le spalle a Ron.

“Eh?” Non capendo bene a cosa fosse dovuto tutto quel cambiamento di discorsi da parte della sua migliore amica, Harry cercò di rispondere qualcosa di sensato. “Interessante, questa è la parola perfetta per descriverlo.”

“Davvero? Racconta” lo incitò Hermione, appoggiando il mento sul palmo della mano destra e sentendo lo sguardo bruciante di Ron sulla testa.

Harry si inumidì le labbra. “Be’, sull’aereo, l’uomo seduto accanto a me non faceva altro che annusarmi i capelli e, durante l’orario di cena, mi ha rubato il pesce, mentre ero in bagno.” Raccontò il ragazzo, sorridendo imbarazzato.

Hermione si portò una mano sul cuore. “Oh... che cosa terribile”, disse con sincerità.

“Ehm... sì. Stai bene?” Chiese Harry, guardando la strega con uno sguardo puramente interrogativo.

“Certo che sto bene! Non potrebbe andare meglio!” rispose Hermione, sorridendo a disagio. Il suo orologio fece due bip e il suo volto, come quelli di Molly e Ginny, impallidì. Quel rumore acustico non era altro che l’avviso che le ricordava di dover dare la merenda ad Hannah. Hermione guardò Molly disperata, prima che un’idea le passasse per la mente.

“Devi essere molto stanca, vero Miranda? Ginny, perché non le mostri la stanza?” disse velocemente, guardando la porta, come terrorizzata.

Ginny imprecò mentalmente tra sé. “Da questa parte” disse, aiutando Miranda con i bagagli ed avviandosi verso il piano superiore.

“Io vado in salotto” disse Hermione uscendo dalla cucina, non appena il rumore dei passi sulle scale non scomparve. Harry la seguì, alla ricerca di risposte.

Molly sospirò, aprendo il frigorifero per prendere il latte di Hannah. Si bloccò non appena vide il figlio avvicinarsi a lei. “Cosa c’è, caro?”

Ron le si avvicinò e l’abbracciò.

“Mi sei mancata” le confessò.

“Anche tu mi sei mancato” gli rispose. “Perché non vai in salotto a parlare con Hermione, mentre io metto a fare un po’ di tè?”

“D’accordo” acconsentì Ron, baciando la madre su una guancia, prima di raggiungere Hermione e Harry in salotto. Il suo migliore amico guardava la ragazza con uno sguardo interrogativo.

“Tutto bene, Harry?” gli chiese Ron, sedendosi accanto a lui sul divano.

“Bene” rispose il ragazzo, non distogliendo lo sguardo dalla ragazza seduta accanto a sé. “Quello che voglio sapere è se stai bene, Hermione.”

Lei rise brevemente. “Certo che sto bene. Cosa ti fa pensare il contrario?” disse nervosamente, riprendendo ad osservare, preoccupata, la porta dalla quale sarebbe potuta entrare Hannah.

“Allora, è successo qualcosa di nuovo da quando siamo partiti? Niente di interessante?” chiese Ron, guardandola.

“Beh, effettivamente...” iniziò Hermione.

“Harry!”

Ginny corse giù dalle scale. Il suo obbiettivo principale, della giornata, era lasciare soli Ron e Hermione, così che lei potesse raccontargli della bambina. “Mi sembra di aver sentito mamma chiamarci” disse, correndo incontro ad Harry.

“Io non ho sentito niente” ammise il ragazzo.

“A me invece è sembrato che...”

“Ginny, non importa, lui può restare” disse Hermione a bassa voce. L’ultimogenita Weasley sospirò e si sedette, anche lei, sul divano.

“Cosa sta succedendo?” chiese Ron, guardando le due ragazze, che gli stavano nascondendo qualcosa. Le due si guardarono disperate, sentendosi in colpa. Perché diavolo non glielo avevano detto prima, attraverso una lettera?

“Ho qualcosa da dirti, Ron... quello che intendo è che... devi sapere...” borbottò Hermione. Si era praticamente preparata questo discorso per settimane, perché, in quel momento, non riusciva a dire niente di sensato, allora?

“Dillo e basta” disse Ron, con il viso rosso come un peperone.

Mama?”

Tutti si fermarono, come se il tempo avesse smesso di scorrere.

Dalla porta aperta, era entrata un’Hannah traballante, con in braccio la sua mucca giocattolo, Ranuncolo. “Papa! Mama! Papa!” urlò, massaggiandosi il pancino.

“Oh, Orsacchiotta” sussurrò dolcemente Hermione. Oh no, no, no, no. Non sarebbe dovuto succedere in questo modo! “La nonna ti sta facendo del latte buono buono” disse Hermione, con le guance arrossate per l’imbarazzo.

La bambina sorrise e si sedette sul tappeto, guardando i due uomini sconosciuti.

“Questa può essere considerata una cosa interessante” disse Harry, togliendosi gli occhiali per pulirli. Quando se li rimise, si accorse che la bambina - figlia di Hermione - aveva una folta zazzera di capelli rossi e il naso pieno di lentiggini.

Ron sembrò esserci rimasto male, profondamente ferito dal fatto che Hermione fosse diventata una mamma. Quanto tempo era passato prima che lei trovasse qualcun altro e rimanesse incinta? “Tu... hai avuto un bambino.”

La stanza era sprofondata nel silenzio più assoluto. Improvvisamente, Harry balzò in piedi e si voltò verso Ginny. “Hai ragione! Credo che tua madre ci stia chiamando.”

La giovane strega, sollevata dal fatto che aveva l’occasione di abbandonare la stanza, si alzò in piedi a sua volta.

Una volta rimasti soli, Hermione guardò Ron con gli occhi pieni di lacrime. “A quanto sembra” confermò l’affermazione che il ragazzo aveva fatto poco prima. Lo sguardo della strega cadde sulla figlia e la sua mano si posò ad accarezzare i riccioli sottili della piccola Hannah.

“Quando è... perché hai... voglio dire... dov’è il padre?” chiese Ron, non sicuro di quale, tra le migliaia di domande che gli ronzavano in testa, chiederle prima. Tuttavia, guardando la bambina, aveva una buona opinione di cosa avrebbe ottenuto come risposta.

“Davanti a me” rispose Hermione, guardandolo negli occhi e sforzandosi di non sbattere le palpebre.

 

  
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