32.
Arcobaleno.
Non
c’era mai stato Natale più triste da festeggiare a Malfoy Manor.
Erano talmente lontane quelle sere di gala e di luci, così tanto che Draco
faticava persino a credere che ci fossero mai state. Era successo solo l’anno
scorso, d'altronde, che sua madre organizzasse la solita festa di Natale con
parenti e amici, eppure, dato il cambio tanto radicale della situazione in così
poco tempo, il passato sembrava molto più lontano di quanto fosse realmente.
Draco
ricordò i suoi natali da bambino, quando sua madre iniziò a ritenerlo
abbastanza grande per restare in giro per casa anche dopo il banchetto. Era
piccolo ma si divertiva a comminare a testa alta già a quell’età, vedendo i
suoi genitori che lo presentavano con orgoglio agli amici. Tutte le luci di
casa accese, tutta quella gente che chiacchierava, da grande si era spesso
annoiato, ma alla fine trovava sempre qualcosa da fare. Come ad esempio intonare
i canti di mezza notte con i parenti, quando qualche calice di buon vino in più
aveva reso tutti più allegri e rilassati. Perfino suo padre sorrideva, i suoi amici
e colleghi facevano battute incoraggiando brindisi e i parenti non vedevano
l’ora di fare gli auguri al piccolo di casa, sentendosi in dovere di baciarlo
sulle guance.
E
pensare che quando c’erano li aveva detestati. Odiava essere trattato da
bambino, odiava vedere suo padre ridere come se si comportasse sempre in quel
modo anche dopo la festa. Ma finita la festa Lucius tornava lo stesso gelido
padre di sempre.
Cielo,
quanto gli mancavano adesso quei Natali! Il passaggio così drastico fra quelli passati
e quello attuale, faceva così male da essere insopportabile. Ma nonostante
Draco dovesse ammettere di preferire quelle feste, di divertirsi in famiglia
giocando ad essere al centro dell’attenzione, confrontando il numero di regali
ricevuti rispetto all’anno prima, il ragazzo si sarebbe accontentato anche di
qualcosa di meno.
Di
molto meno.
Avrebbe
voluto suo padre lì con loro, quella sera di Natale. Gli sarebbe bastato vedere
sua madre sorridere di felicità, gli sarebbe bastata una mano di suo padre
sulla testa e un suo sorriso d’approvazione.
Ricordò
il Natale di quando aveva sette anni, proprio quella mattina aveva litigato
bruscamente con suo padre. Il piccolo ne aveva combinata una delle sue, una
grossa, ed il padre lo aveva punito. Ma Draco si era ribellato urlandogli
contro e iniziando a piagnucolare e a strillare come un poppante. Inutile dire
che il padre era andato su tutte le furie per l’insolenza del bambino e per
quel suo comportamento infantile. Gli aveva dato un sonoro schiaffo, Draco era
corso in camera sua in lacrime e Narcissa si era arrabbiata a morte. I due
coniugi avevano iniziato a litigare poiché la madre insisteva dicendo che Draco
era ancora un bambino, ma Lucius ribatteva che era un Malfoy e che sin da
subito doveva imparare come ci si comporta.
Draco
aveva passato tutta la giornata chiuso in camera sua a piagnucolare. Lucius era
talmente tanto arrabbiato con lui per averlo fatto litigare con la moglie e per
come si era comportato, che Draco temeva che non lo avrebbe accettato a tavola
quella sera e che non gli avrebbe fatto neppure un regalo.
Al
diavolo i regali! Pensò Draco. Dio quanto avrebbe voluto tornare a quel
burrascoso Natale, il peggiore della sua vita fino all’anno prima. Avrebbe
chiesto scusa a suo padre, in ginocchio se era il caso e, se il padre non fosse
stato disposto a perdonarlo, avrebbe accettato qualsiasi punizione. Qualsiasi,
purché fosse lì con loro per la cena di Natale.
Chissà se permettono di
festeggiare il Natale ai prigionieri di Azkaban, forse come regalo li tengono
lontani dai Dissennatori almeno per quel giorno…
Draco
si diede un colpo deciso in testa con la parte metallica del bastone, per aver
pensato a ciò che non doveva pensare.
Era
seduto da solo, nello studio di suo padre, sulla sua poltrona preferita su cui
non faceva sedere nessun’altro. Si rigirava fra le mani il bastone nero da
passeggio del padre, accarezzandone la vernice nera e la testa di serpente
d’argento.
Non
c’era mai stato un Natale peggiore in vita sua. Decisamente no. Gli mancava
troppo suo padre, avrebbe voluto averlo lì per aiutarlo a trovare un modo per
impedire a Lui di uccidere sua madre
qualora avesse fallito nella sua missione. Ma invece suo padre non c’era, era
in un posto orribile e a lui non rimaneva altro che diventare un assassino.
Molto presto, alla fine
dell’anno.
Era
l’unico molto per far uscire suo padre da Azkaban, salvare la vita a sua madre,
salvare se stesso e ridare gloria al nome Malfoy. Si, doveva farlo, era la sua
occasione. Il signore Oscuro lo avrebbe ricordato per sempre e non li avrebbe
uccisi. Basta rimanere fermo a lagnarsi e ad avere paura! Bastava uccidere una
sola persona e la sua vita sarebbe ritornata bella come prima.
Per
ora, a parte sua madre, c’era una sola cosa bella nella sua vita. Ma aveva
dovuto dire addio anche a quella pur di non distruggerla come tutte le cose che
aveva toccato.
In
quel momento la porta si aprì piano.
–Draco,
amore, è pronto a tavola- Disse gentilmente sua madre, facendo capolino dalla
porta con un sorriso.
Draco
lasciò che gli angoli della sua bocca si curvassero per un istante all’insù.
Sua zia Bellatrix si era offerta di passare con loro
il Natale, ma sua madre aveva detto di no. Se Lucius non era con loro non
avrebbero festeggiato in alcun modo, avrebbero passato il Natale fra madre e
figlio. Draco era pronto a scommettere che nonostante la loro situazione
economica fosse decisamente peggiorata, sua madre avesse fatto preparare un banchetto
con i fiocchi, ricco di pietanze dal primo al dolce e che sotto l’albero ci
fosse un vistoso regalo per lui.
Un regalo.
–Dammi
solo un minuto madre, tu vai pure a tavola-
Era
un giorno molto assolato e la luce del sole si rifletteva sulla neve candida
rendendo praticamente accecante guardare fori dalla finestra. Ma Areal la
teneva ostinatamente aperta quella finestra mentre, distesa sul suo letto, sola
in camera sua, leggeva per l’ennesima volta uno dei suoi libri preferiti. A
dire il vero non era sola, c’era la sua civetta Nira
appollaiata sul rametto del finto alberello all’angolo, dove ai piedi c’era la
sua ciotola con i semi di girasole e accanto quella dell’acqua.
Aveva
trascorso la sera di Natale a casa dei parenti dello zio Phil, mangiando torta
deliziosa e scartando regali.
Tuttavia,
non poteva certo aspettarsi ciò che sarebbe successo quella mattina del giorno
dopo di Natale.
Era
presto, appena le dieci del mattino, e qualcosa di piccolo e nero si vide
sfrecciare nel cielo verso la sua finestra e, più si avvicinava più si
ingrandiva. Areal se ne accorse a causa del verso rapace e acuto che emetteva
la cosa stessa, ma anche per l’improvvisa inquietudine di Nira.
La
ragazza si alzò dal letto lasciandovi sopra il libro che aveva in mano e si
avvicinò alla finestra, rimanendo in piedi con le mani appoggiate sulla
scrivania proprio sotto il davanzale. Un gufo grosso e tondo, dal piumaggio
tutto grigio a sfumature più chiare e più scure, si fermò sul davanzale esterno
della finestra, con un’aria severa ed altezzosa.
Strano,
di solito i gufi non sono né severi né altezzosi. Areal lo etichettò come uno
di quei gufacci che appartengono a gente solitaria e
sgarbata. Tuttavia il gufo era molto strano, considerato che aveva una specie
di borsetta in pelle, da postino babbano, sistemata a
tracolla, di misure adatte a lui ovviamente.
Areal
strabuzzò gli occhi.
Si
avvicinò al gufo, mettendosi in punta di piedi a causa della scrivania davanti
a lei, ma in bocca l’animale non aveva nessuna lettera, e neppure legata alla
zampetta. Areal, sempre più incuriosita, aprì la borsetta che aveva addosso il
gufo grigio ed infilò la mano sentendo un foglio piccolo e quadrato e qualcosa
d’irregolare protetto da una carta liscia. Prese entrambe le cose e, poggiando
il pacchetto sulla scrivania, iniziò ad osservare il bigliettino. Girò la busta
e lesse ciò che c’era scritto sul retro.
Per Areal
Da Malfoy
La
ragazza trattenne bruscamente il respiro ed il cuore le mancò di un battito. Posò
il bigliettino vicino al pacchetto e si affrettò a raggiungere le ciotole della
sua civetta, che offrì al gufo depositandogliele sul davanzale proprio sotto al
suo naso. L’animale masticò sputacchiando qualche seme di girasole e bevve
tutta l’acqua della ciotola.
Areal
si risistemò i capelli dietro le orecchie e, prendendo un profondo respiro,
lesse il bigliettino dentro la busta.
Rimase
leggermente delusa leggendo solamente: Appendilo
davanti la finestra. Buon Natale.
Senza
perdersi d’animo scartò il pacchetto e all’inizio non capì cosa fosse, erano
dei piccoli cristalli tondi e a punta legati da del filo trasparente. Con
maggiore attenzione vide il cappio che li teneva tutti uniti e, alzandolo da
quel filo, vide che i cristalli tondeggianti erano sistemati a cerchio e che al
centro pendevano lunghi fili a cui erano legati i cristalli a punta. Sembrava
uno di quei giochini che si mettono nella culla dei
bambini per farli divertire.
La
ragazza capì, si arrampicò sulla sedia e appese la struttura di cristalli al
tetto, proprio davanti la finestra. Quando scese fece un sorriso grandissimo e
rimase estasiata a guardare la sua stanza.
Il
sole che colpiva i cristalli creava scaglie di arcobaleno sparse per tutta la
camera. Sulle pereti candide, sulla trapunta azzurrina, sui mobili, sul pavimento,
ovunque c’erano pezzi di arcobaleno. Era a dir poco magnifico. Come se ciò non
bastasse, quando i cristalli sbattevano tra si loro a causa del vento, facevano
un delizioso tin, tin, tin.
Areal
continuava a sorridere con il cuore pieno di gioia, una gioia riflessa nei suoi
occhi. Prese subito un piccola busta sulla scrivania, scrisse brevemente nel
foglietto interno ed infilò la busta nell’insolita borsetta del gufo,
augurandogli buon viaggio.
Qualche
ora dopo, verso sera, qualche miglia più lontano, un ragazzo biondo era in
giardino e, vedendo il suo gufo arrivare, rimase fermo dov’era. L’animale gli
si fermò sulla spalla e il giovane frugò dentro la borsetta che gli aveva
attaccato estraendo il bigliettino. A quel punto il gufo volò via e Draco Malfoy
poté leggere la parola scritta con un sorriso che gli incurvò le labbra.
Grazie…
Continua…
Solo
due cose:
1) Grazie a tutti i lettori.
2) Per chi apprezza la coppia protagonista, non
perdetevi il prossimo capitolo perché succeda qualcosa di moltooo
importante.
Non
dico altro ^^
Un
bacio e un grazie speciale a:
BumBj
Nocticula_Nott