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Autore: deba    06/03/2011    7 recensioni
Lina è bella, è giovane, è stronza e si rivela dolce. Alec è bello, è immortale, è stronzo e si rivela dolce. Tra segreti mai svelati, verità nascoste, bugie che fanno male e sorprese inaspettate, nascerà un grande amore?
Storia ambientata circa un anno e mezzo dopo breaking dawn.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Carlisle Cullen, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Volturi | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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al tuo fianco

CAPITOLO 15

 

Al tuo fianco

 

 

(POV Lina)

 

Alec mi aveva appena raccontato ogni particolare inerente la sua vita. Chi fosse, anzi cosa fosse, chi fossero i Volturi ed un pensiero subito mi balenò per la mente, quando mi riferì il loro compito.

Dovevano proteggere il loro segreto a tutti i costi. Io ero un ‘costo’. L’avevo intuito subito. Forse era questo il motivo per cui il suo viso e le sue spalle continuavano a rimanere tese.

Per avere conferma delle mie tesi gli posi la domanda:

“io so troppo, non è vero?”

E come i suoi sgranarono, intuii che avevo ragione.

Da come mi aveva parlato dei Volturi avevo anche già capito cosa mi sarebbe successo, non ci voleva un genio.

Gli avevo fatto capire che forse avevo intuito anche quello che mi sarebbe successo e ancora una volta lasciò che fossi io a parlare:

“o divento come te o muoio, giusto?”

Dopo un tempo che per me parve infinito, con la paura che gli si leggeva negli occhi, disse semplicemente:

“Si”.

 

Fu solo allora, che mi resi conto delle mie stesse parole e dei miei stessi pensieri. Sembrava stessimo parlando se andare al cinema o se guardare un film in TV.

Cavoli no.

Qui si parlava di me, della mia vita. Dovevo decidere se passare la mia vita, anzi no, l’eternità, trasformata in un mostro che per vivere avrebbe dovuto succhiare via la vita agli altri oppure semplicemente morire, e farla finita così.

Wow. Due scelte molto ambite direi.

Ovviamente io non volevo morire, insomma dovevo ancora compiere diciotto anni, per Dio. Però il solo pensiero di dovermi cibare di… sangue. Oddio che orrore. Dover vivere poi, sempre nell’ombra, per non destare sospetti e che avrebbero detto i miei genitori? Bè niente ovvio, non m’importava, però non potevo di certo sparire così all’improvviso. Non sapevo cosa pensare. Poi un richiamo nella mia testa mi disse di alzare lo sguardo. Quando incontrai gli occhi rossi e timorosi di Alec, un brivido mi percorse e tutto mi fu chiaro.

Quel brivido non era paura, era un segno che mi portò alla realtà dei fatti.

Non m’importava se avrei dovuto bere litri e litri di sangue.

Non m’importava se non avrei più potuto camminare tranquilla di giorno, in mezzo la gente.

Non m’importava se avrei dovuto lasciare tutto ciò che conoscevo di questo mondo.

Non m’importava se avrei dovuto vivere un’eterna dannazione, perché se Alec fosse stato al mio fianco, sarebbe stato il paradiso. Sempre.

 

Mi alzai decisa dalla posizione in cui mi trovavo prima. Ovvero inginocchiata di fronte al mio Adone.

Mi avviai verso la finestra e guardai fuori il cielo stellato, così bello non l’avevo visto mai.

Presi un lungo respiro e poi girai per guardare Alec.

Era in piedi, le braccia distese lungo il corpo erano tese, come le sue mani strette a pugno. Sembrava stesse aspettando che qualcuno gli desse un così dire, colpo di grazia. Mi guardava con quella paura negli occhi, che aveva da quando era arrivato.

Sperai che le mie parole gli facessero tornare il sorriso.

“non so tra le due proposte quale possa essere la migliore o la peggiore. Però solo scegliendo una di esse potrò forse essere felice…”

Alec stava trattenendo il fiato. Buffo, se fosse stato umano, sarebbe sicuramente morto di asfissia.

“Alec… voglio che tu mi trasformi… perché quello che a me importa di più… è stare per sempre al tuo fianco!”

 

Solo qualche secondo dopo parve capire veramente il senso delle mie parole.

Fulmineo si materializzò tra le mie braccia e mi baciò in un modo che sfiorava la disperazione.

“Lina, se sapessi piangere, ora lo farei dalla gioia!”

Quelle parole mi scaldarono il cuore.

“sei felice della mia scelta?”

Io stessa ero felice, perché avevo fatto tornare il sorriso sul suo bel volto.

“qualsiasi fosse stata la tua scelta… io ti avrei seguito senza indugio..”

Come scusa?

“cosa vuoi dire con questo?” gli chiesi preoccupata per il senso di quelle parole.

“si Lina, se anche tu mi avessi detto che avresti preferito morire, noi due saremmo stati assieme. Perché anch’io mi sarei fatto uccidere con te!”

“o Alec…”

Lo abbracciai con il vuoto nel cuore, al solo pensiero della sua scomparsa dalla faccia della terra.

“ti amo”

“ti amo anch’io”

E restammo così, a guardarci negli occhi.

 

Dopo quelle che per me furono ore, parlai. C’era ancora una cosa che volevo dirgli, anzi chiedergli.

“Alec?”

“dimmi piccola…”

“devo essere trasformata subito, o si può aspettare un po’? cioè insomma, almeno il tempo per sistemare tutte le cose e che nessuno si insospettisca, dato che presumo non dovrò più farmi vedere dalla gente che mi conosce…”

“credo non ci sia problema… però dovrò parlarne prima con Aro. Anche perché credo ti vorrà conoscere.”

A quella frase lo sentii irrigidirsi.

“cosa c’è?”

“non mi fido di Aro. Ha sicuramente in mente qualcosa”.

Io non conoscevo questo Aro. Perché questa cosa turbava così il mio amore?

“ed è una cosa preoccupante?”

“si! E non puoi immaginare quanto!”

Lasciai in sospeso il discorso. Non volevo rovinare questo momento con altri problemi. La ‘questione Aro’ l’avremmo affrontata un’altra volta. Ora volevo solo bearmi di questo momento, come se il mondo fosse normale, così come per me è sempre stato. Volevo per un secondo fingere, che il mio Alec fosse solo Alec e che stessimo qui, su questo letto, accoccolati come fanno due fidanzatini normali. Vivendo appieno ogni singolo secondo passato assieme.

 

 

(POV Alec)

 

Non credevo sarei mai riuscito a raggiungere un apice di felicità come questo.

Lei mi aveva detto che volevo stare al mio fianco, per sempre.

Non avrebbe mai potuto dirmi parole più belle.

Ero stato in tensione per tutto il tempo dal mio arrivo da lei. Anche dopo che diceva di accettarmi per quello che ero. Ero in tensione perché ancora dovevo porre il dilemma più mostruoso: o la dannazione eterna o la morte. Ma lei mi aveva ancora una volta salvato dal mio baratro infernale. Aveva detto che si sarebbe trasformata solo per me. Perché la cosa che le importava di più era stare con me, per l’eternità. Ed io non potevo desiderare nulla di più.

 

Ovviamente poi il ricordo della realtà mi era tornato in mente. Quella realtà che portava il nome di Aro.

Aro aveva in mente qualcosa, ma ancora non capivo cosa. E ciò mi irritava a morte.

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Mezz’ora prima dell’alba dovetti sottrarmi dalle braccia di Lina. Lei aveva da poco preso sonno e per questo non la volevo svegliare. Ma dovevo andarmene. Dove tornare a palazzo e riferire poi ad Aro la richiesta di Lina. Le scrissi un biglietto, non volevo che una volta svegliata si spaventasse non trovandomi lì accanto a lei.

 

“Piccola, non preoccuparti. Sono tornato a Palazzo per parlare con i miei Signori, ma tornerò nel pomeriggio. (dovrebbero tornare le nuvole).

Mi manchi già.

Ti amo

Alec”

 

Lo appoggiai sul cuscino al mio posto e dopo averla guardata per un’ultima volta, me ne andai.

 

Una volta arrivato a palazzo chiesi udienza con Aro. Poco dopo avuto la conferma, mi avviai verso la sala dei troni.

C’era solo lui nella sala, oltre a Renata alle sue spalle e Santiago vicino alla porta.

Il fatto che ogni volta che parlasse con me ci fosse anche Renata, mi puzzava alla grande. Di cosa aveva paura?

“Alec mio caro”.

La sua voce pacata mi arrivò con irritazione alle orecchie.

“avvicinati ti prego. Fammi vedere com’è andata la tua missione” disse, ironizzando sull’ultima parola.

A malincuore mi avvicinai a lui.

Allungai un braccio e lui lo afferrò saldamente.

Passarono cinque minuti e nel suo volto vidi passare, meraviglia, felicità, sorpresa e forse per un secondo anche timore. Ma di quest’ultimo non ne ero veramente sicuro.

 

Dopo che sciolse la presa, mi sentii irrimediabilmente meglio.

“non sai quanto sia felice, Alec, che lei abbia accettato di diventare una di noi!”

“Lo sono anch’io.”

Dissi incolore. Non mi fidavo di lui.

Lui non era solito regalare l’immortalità così gratuitamente, a meno che

“sia chiaro che approvo le richieste della tua compagna!”

Come? Mi ero perso in quella nuova probabilità…

“richieste?”

“le concederò un po’ di tempo per far si che la gente non si insospettisca della sua assenza.”

Ah si. Ma certo. Non avevo dubbi che glielo avrebbe concesso. Insomma dovevamo tutti collaborare per restare più anonimi possibili.

“e sarei felice, che una volta coperto il sole, andassi a prendere la tua cantante e la portassi al mio cospetto. Sono veramente euforico, voglio conoscerla.”

Disse divertito, così tanto da mettere i brividi.

Un secondo … cosa?

“la mia cantante?”

“Alec dici davvero? Non ti sei mai reso conto che era la tua cantante? All’inizio ti sei trattenuto davvero molto senza accorgertene, ma l’amore incondizionato che hai provato subito per lei, ti ha fatto dimenticare il richiamo del suo sangue. L’amore a volte è davvero straordinario. Eccellente.”

Disse unendo le mani. Sembrava stesse parlando della buona riuscita di un qualche esperimento scientifico.

Tuttavia non badai a lui più di tanto. Ero ancora scioccato dal fatto di non essermi reso conto che Lina fosse la mia cantante. Questo forse poteva spiegare la mia infatuazione fin da subito nei suoi confronti.

 Volevo riflettere ancora un po’ su questo fatto, così mi congedai dal mio signore e mi avviai verso il mio alloggio. Il sole sarebbe stato coperto tra 6 ore. Avevo tutto il tempo per pensare sugli ultimi avvenimenti della mia vita.

 

 

 

 

Saaalve!!

Sono riuscita a postare anche oggi.. siiii!!

Spero ne siate contente… così come spero vi sia piaciuto la risposta di Lina!!!!

Ditemi ditemi ditemi!!!

Buona domenica

Un bacione

  
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