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Autore: Sarhita    06/03/2011    7 recensioni
Conquistare la meta che mi sono prefissato. Non posso farlo da solo. Anche se lo vorrei, con tutto me stesso.
Il passato mi ha reso ciò che sono, plasmandomi come se fossi stato creta nelle sue mani.
Il presente me lo prendo come viene, senza farmi troppe domande, cercando solo di ricostruire quelle rovine ormai perdute.E il futuro me lo prendo come dico io, perché mi sono fottutamente stufato di stare allo sporco gioco del destino, che sembra non aver ancora deciso cosa farne di me...
Genere: Erotico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Itachi, Suigetsu | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 11, Siamo combattenti sognatori, We’re fighting dreamers

Dolce la solitudine, amaro il dolore. Acida la vita.
Connubio violento di sapori e sentimenti.
La quiete…

- Non posso crederci, prima mi dici di non dire nulla, poi fai un annuncio in una rete nazionale, ma dico ti sei impazzito del tutto!? – sbraitava parecchio, quella ragazza. Irritante, così poteva sembrare.
- E ora agli altri cosa dico? Sasuke mi farà a pezzi… e Neji mi lancerà contro tutte le maledizioni possibili, lui e la sua fissa per il destino! - Ma Orochimaru aveva le orecchie allenate e i timpani di ferro. Capace di riconoscere una nota stonata tra mille ma allo stesso tempo di difendersi da voci come quella della sua futura moglie.
- Non ho detto nulla a nessuno. Deve essere sfuggito a qualcuno… - si, a qualcuno con una coda e un paio di occhiali, pensò Orochimaru. Kabuto diventava quasi geloso se lui dedicava attenzioni a qualcuno come i suoi pupilli, le sue nipoti o, peggio, la sua ragazza. E quello aveva l’aria di essere un “dispetto by-Yakushi”.
La sua ragazza lo guardava ancora dubbiosa. Lei, la sua personalità vivace, sadica, perversa, decisa e vagamente malvagia, lo avevano conquistato. Doveva restare tutto segreto fino al matrimonio, non volevano stampa tra i piedi, almeno così sperava.
Ed ecco che Shiho lo chiama alle cinque di mattina chiedendogli di non uscire dal palazzo dove alloggiava perché agli studi c’era l’invasione di giornalisti. Della serie: le ultime parole famose…
Con quel visino di donna, la sua coda alta, i suoi occhi castani penetranti, la sua espressione arrabbiata e seccata, Anko Mitarashi stava nervosamente battendo il piede a terra, con la precisa intenzione di far irritare colui che tanto diceva di amare, e odiare, a seconda dei momenti.
- Fossi in te farei a fettine questo qualcuno. No, lo voglio fare io. Dammi solo il suo nome… - e quando lei si leccava le labbra ghignando con fare sensuale e sadico, proprio come stava facendo in quel momento, gli veniva voglia di strapparle i vestiti e dare il via a tutti quei pensieri perversi che gli passavano per la mente.
Il fatto che l’avesse fatta venire lì di corsa, ancora in pigiama e pantofole, coprendosi solo con una giacca marrone, lunga, non lo aiutava.
Ma proprio quando i suoi occhi gialli stavano già spogliando con gli occhi la sua viperetta preferita, la voce di Karin lo raggiunse, salvando quindi quel poco di dignità che gli era rimasta, che sarebbe andata tranquillamente nello scarico del water se l’avessero pure beccato a farsi Anko in corridoio.
- Orochimaru.sama, Naruto e Suigetsu sono qui – avvisò la rossa, esitando quasi al nome dell’Hozuki, in quanto lei stessa aveva appena constatato che lui non era decisamente in sé.
Naruto era a dir poco sconvolto. Se negativamente o positivamente non sapeva dirlo. Ma, cavolo, sapere che il tuo affittuario nonché produttore discografico si sposa con la vocal della band di Sasuke alla quale lui contava di unirsi appena si sarebbe sentito pronto… insomma, quante coincidenze del genere capitano a questo mondo? A lui fin troppe…
Suigetsu invece si sentiva stranamente bene. Stava preparandosi per andare da Karin, strano ma vero, nemmeno lui si riconosceva più, ed ecco che Naruto lo chiama e, matrimonio shock a parte, quella giornata stava prendendo una piega divertente. Si era trovato Karin davanti alla porta e, diamine, quella ragazza lo faceva stare bene!
Era troppo divertente punzecchiarla. Ora avrebbe fatto qualsiasi cosa per Orochimaru, se gli avesse dato l’occasione di dare ancora qualche craniata sul muro di insulti di Karin. “Mmmh mi sa che sto diventando un tantinello masochista…” pensò divertito Suigetsu, infinitamente grato al mondo di avergli mandato una tale racchia che gli fungesse da scaccia pensieri.
- Ragazzi vi presento la mia futura sposa. Anko questi sono Suigetsu e Naruto.
Si strinsero la mano. Anko sembrava una tipa strana, ma simpatica e disponibile, almeno a prima vista. Anche se presentarsi in pigiama non la aiutava ad accumulare punti-simpatia…
Suigetsu lanciò una sfuggente occhiata a Karin, che però lei non notò, dato che stava guardando da un'altra parte.
“Sta evitando il mio sguardo?”
- Ragazzi miei, mi fareste un favore? – tagliò corto Orochimaru, calmo ma comunque molto seccato della situazione.
Quando Orochimaru iniziava le frasi con tono mellifluo e quel sorrisetto, perfino i buoni propositi di Suigetsu vacillavano.
- Di-dica pure… - rispose esitante allora l’Hozuki.
Orochimaru lanciò un’occhiata ad Anko che lo guardò come ad esortarlo, o come ad ordinargli di parlare immediatamente.
- Andreste a prendere tre amici della mia ragazza, prima che se li mangi la stampa, e li portereste qui?



- O porca miseria – Yamato non sapeva se buttarsi da una finestra o prendere la pistola e fare una strage. In tutti gli anni passati a lavorare come investigatore privato, non si era mai trovato in una situazione così surreale.
Anni passati a cercare scappatoie, a proteggere Itachi alla quale sia lui che Genma si erano affezionati molto, ad insabbiare la vicenda, ed ecco che boom! Per colpa di uno stupido matrimonio tra una sconosciuta e un discografico, la vita di Sasuke, e di conseguenza il suo passato veniva spiattellato in televisione! Certo non era l’argomento principale, ma comunque qualcuno avrebbe ricominciato a parlarne…
Se quella ragazza, Anko, non aveva niente di interessante, allora lo scoop andava cercato nelle persone che frequentava…
Se avesse avuto un giornalista per le mani si sarebbe sfogato per bene!
Oh, non che odiasse i giornalisti. I giornalisti veri denunciavano verità, informavano, argomentavano, protestavano contro le ingiustizie…
Ma i giornalisti di gossip proprio non li sopportava, pronti a distruggere chiunque pur di fare carriera…
Il suo telefono squillò. Ecco. Shizune avrà sicuramente visto la televisione, in fondo è una donna senza lavoro, come biasimarla?
E di sicuro anche Itachi, povero ragazzo, chissà come starà.
Era quello che lo preoccupava maggiormente… Che Shizune scoprisse la verità non lo preoccupava più di tanto, in fondo era una donna buona e si era affezionata a Shu, quindi non c’era pericolo che lo abbandonasse in un momento del genere, ma poteva sempre fare una pazzia… Per esempio contattare Sasuke per fargli incontrare Itachi!
La cosa preoccupante restava comunque il ragazzo. Rivedere il suo passato, anche se in poche scene marginali di un servizio dedicato a tutt’altro, poteva riaccendere i ricordi. Non voleva nemmeno pensare se in un servizio un giornalista avesse modificato leggermente la notizia asserendo, per esempio, che l’assassino dei suoi genitori fosse Itachi. Affermazione vera solo per metà.
Col groppo in gola andò a rispondere sapendo già che la voce che avrebbe sentito dall’altra parte sarebbe stata quella di Shizune.
E infatti il numero che apparve sul display era proprio quello di casa Shiranui.
Invece di rispondere, però, alla fine preferì uscire e dirigersi lì, e alla svelta. Si prospettava una giornata dura. Molto dura…




- Andreste a prendere tre amici della mia ragazza, prima che se li mangi la stampa, e li portereste qui? – ovviamente era più che altro un ordine, non un favore.
Anko temeva che la notizia potesse creare qualche problema ai suoi ex compagni.
Doveva essere un matrimonio tranquillo e lontano da sguardi indiscreti… tant’è che per sposarsi avevano deciso una città Europea... Parigi, con tanto di luna di miele a Roma, e magari una capatina in Grecia…
Nel frattempo Naruto aveva compreso che tra quei tre amici c’era un moro con gli occhi d’onice che lui avrebbe dovuto sorvegliare, anche se non l’aveva nemmeno visto di striscio…
Che l’avesse incontrato una volta arrivato lì era una cosa, ma andargli incontro…
Suigetsu interruppe i suoi arzigogolati pensieri con la sua, stranamente allegra, voce.
- Beh, se mi presta la sua auto potremo andare io e sta racchia qui! – esordì indicando Karin.
Karin ebbe un sussulto sorpreso e indignato per il soprannome poco carino affibbiatole davanti a Orochimaru, e si chiese da cosa mai potesse derivare tanto entusiasmo.
- Prendete l’auto di Kabuto.
- Ehi, occhio giallo, non sanno dove sono, e non mi hai fatto prendere il cellulare per la fretta! – protestò Anko. – Mi spieghi come faranno?
Il suo futuro marito rispose a denti stretti – Sei tu che hai voluto che gli chiedessi di portarteli qui, potevi pensarci prima no? Se vai a prenderli tu e un giornalista ti riconosce come farai?
- I-io ho il numero di uno dei due – iniziò a dire Naruto, sotto gli sguardi sorpresi degli altri, soprattutto quello di Karin, che non sapeva nulla dell’incontro tra Sasuke e Naruto.
Il ragazzo porse il suo cellulare ad Anko, che lo guardò scettica, ma sorpresa quando riconobbe il numero di Sasuke, di certo non il tipo di ragazzo famoso per i suoi rapporti sociali. Comunque fu discreta e in silenzio compose il numero.
Orochimaru stava forse per fare una domanda ovvia, del tipo “come fai ad avere il numero di una persona di cui non dovresti aver mai nemmeno sentito parlare?” ma, non ne ebbe il tempo perché Anko iniziò a sbraitare al telefono…
- Sasuke! Sono Anko! Se se… Lascia perdere il mio matrimonio, è una lunga storia. Ora, dimmi dove sei e fai esattamente quello che ti dico, chiaro?



Ancora non poteva crederci. Era da sola, in macchina con Suigetsu. E lui se ne stava in silenzio a guidare. Un religioso silenzio. Decise di spezzarlo sbuffando sonoramente.
Concentrato sulla strada il ragazzo la ignorò bellamente, così fece un sospiro ancora più forte, dato che la strana quiete creatasi la metteva alquanto a disagio.
- Che c’è? – ghignò lui in risposta all’ennesimo sospiro della ragazza - Avresti preferito restare lì a vedere Orochimaru e quella tipa lasciarsi andare a tutte quelle smancerie? – chiese lui, divertito.
Lei inorridì al solo pensiero, e, per una volta si ritrovò quasi d’accordo con l’altro.
- Allora dov’è che ha detto di andare Anko? – fece allora lui, grattandosi distrattamente la testa.
In quel momento tutti gli strani pensieri di Karin lasciarono il posto alla sola speranza: con tutto il cuore sperò che quell’idiota non si fosse già perso…




- Dai Sasuke, Anko non vuole che la stampa indaghi su di te e faccia riaffiorare troppo del
tuo passato…
Non poteva sopportarlo. Essere tirato in mezzo alle chiacchere a causa di Anko e del suo stupido matrimonio. E per giunta aveva fatto la santa e generosa, al telefono, anche se in modo arrogante e con tono imperativo, e aveva perfino costretto Orochimaru a mandare due dei suoi a prenderli.
E per giunta uno dei due era Suigetsu Hozuki. La tentazione di ucciderlo e farlo a pezzi era molto alta. E se lo trovava davanti. L’unica cosa che lo frenava era il fatto che strangolando chi guidava avrebbero rischiato di andare a sbattere da qualche parte. Di sicuro!
Lui e Kakashi erano seduti dietro, mentre davanti, tra l’Hozuki e la ragazza con gli occhiali, c’era uno strano silenzio, rotto solo quando lui le chiedeva dove andare e lei le leggeva le indicazioni scritte da Anko…
- Ecco, casa Inuzuka è quella laggiù…
- Bel giardino, è enorme! – commentò Suigetsu prima di scendere, seguito da Kakashi.
- Vado io, che sono un viso amico. – disse sorridendo Kakashi, sotto lo sguardo dell’Hozuki.
“Occhio amico, forse Perché parlare di –viso- quando ciò che mostri è solo quell’occhio tonto mi pare eccessivo” pensò Suigetsu guardando la schiena dell’Hatake allontanarsi verso il cancello.
Non risalì in macchina, ma si appoggiò con la schiena al fianco di essa, dalla parte di Karin che aveva il finestrino abbassato.
- Si può sapere cos’hai? – chiese piano lei, ignorando completamente il silenzioso Uchiha seduto dietro, a cui, comunque, non importava nulla.
Suigetsu si ritrovò impreparato alla domanda, posta senza arroganza e con tono sinceramente interessato. Così stette in silenzio, abbassando impercettibilmente lo sguardo come a voler trovare le parole incise sull’asfalto.
Karin scrutava la schiena di Suigetsu, appoggiata allo sportello, cercando di trovare un motivo al suo comportamento, inutilmente.
Non potè chiedere di più perché Kakashi, con grande sollievo da parte di Suigetsu, era tornato con un ragazzo dall’aspetto selvaggio, vestito con una tuta dall’apparenza costosa, e due segni rossi sulle guance.
- Yo! Sas’kestardo!
Sembrava più loquace dell’Uchiha almeno…



Itachi ora non sapeva cosa fare. Sua “zia” aveva dapprima spalancato gli occhi davanti allo schermo, e poi si era agitata all’inverosimile, e aveva cercato di nascondergli il servizio del telegiornale.
Ma ormai lo aveva ascoltato. Certo era scombussolato, e spaventato dalla reazione di Shizune, ma dopo anni di cura, sentiva che era più forte. Così aveva calmato Shizune e lei lo aveva abbracciato piangendo, dicendo che era fiera di lui per aver superato i suoi traumi, e si era addirittura offerta come confidente per parlare, così lui le aveva raccontato tutto. Si era sfogato. Sentiva ancora gli occhi pizzicare, ma non aveva pianto. Anche perché non era sicuro di avere alte lacrime da sprecare.
La donna aveva ancora una volta dimostrato grandi forza e bontà d’animo, promettendogli che non lo avrebbe lasciato da solo, nonostante tutto.
Aveva quasi sorriso quando lei timidamente gli aveva chiesto con quale nome preferiva essere chiamato, e se gli mancava essere chiamato Itachi…
Mentre aspettava che lei avvisasse Yamato, se ne stava seduto sul suo letto in quella che da anni era diventata la sua stanza, aspettando una chiamata da un certo idiota che non si era fatto più vivo dopo la promessa che gli aveva fatto.






Avrebbe rivisto Sasuke Uchiha. Da quando l’aveva saputo e Suigetsu e Karin erano usciti, si era chiuso nella saletta del terzo piano.
Con la sua chitarra.
Solo.
Si schiarì la voce, tossendo leggermente e prendendo tutto il coraggio che aveva.
Si scrocchiò le dita, per prendere tempo.
Prese un respiro profondo…
Rammentò le parole di Sai, “suona con lui, non temerlo”. La batteria di Juugo…
Parole in contrasto con la praticità di Gaara. Coprire la parte ritmica con la voce…
Si era scervellato su una possibile soluzione, ma l’unica cosa che aveva ottenuto era un mal di testa tremendo. Suonare con Juugo, la voce…
Juugo…
Si illuminò.
Un ampio sorriso comparve sul suo viso.
Ora sapeva cosa fare…
…doveva solo…
soltanto…
provarci…

Dolci i sorrisi, amara la solitudine, acido il dolore.
Sapori distinti, unico assaggio.
…la tempesta













*sbuca da un'angolino*
Ritardo. Grosso, spaventoso ritardo.
Piano piano risponderò alle recensioni, intanto vi chiedo in ginocchio: GOMENASAI!
Non era assolutamente mia intenzione abbandonare la fic per così tanto tempo, ma sapete, ci sono cose che capitano nella vita che stravolgono le tue priorità.
Poi ritrovare l'ispirazione dopo molto tempo è dura...
E qusto undicesimo capitolo non vale nemmeno la vostra attesa. Forzato, ecco com'è. ma dovevo dare una svolta. Evidentemente non sono stata in grado di andare per gradi, e il matrimonio era la scossa per arrivare all'incontro...
Beh, alla prossima....!
   
 
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