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Autore: deba    07/03/2011    7 recensioni
Lina è bella, è giovane, è stronza e si rivela dolce. Alec è bello, è immortale, è stronzo e si rivela dolce. Tra segreti mai svelati, verità nascoste, bugie che fanno male e sorprese inaspettate, nascerà un grande amore?
Storia ambientata circa un anno e mezzo dopo breaking dawn.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Carlisle Cullen, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Volturi | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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rivelazioni

CAPITOLO 16

 

Rivelazioni

 

 

(POV Lina)

 

Un raggio di sole entrò dalla finestra  e mi fece svegliare.

“mmmhh…accidenmmhh…”

Mugugnai nella lingua dei dormiglioni.

Stavo ancora imprecando mentalmente verso il sole, quando una lampadina si accese con un ‘tlin’.

-Alec-

Mi voltai di scatto verso destra dove si era sdraiato questa notte, ma non lo trovai. In compenso vi trovai un biglietto.

 

“Piccola, non preoccuparti. Sono tornato a Palazzo per parlare con i miei Signori, ma tornerò nel pomeriggio. (dovrebbero tornare le nuvole).

Mi manchi già.

Ti amo

Alec”

 

Magramente consolata, quel piccolo pezzo di carta riuscì a bloccare sul nascere quella sensazione di vuoto che si stava facendo largo in me.

Sapevo che l’avrei rivisto fra poche ore e questo mi tranquillizzava.

Guardai l’ora. Le 7.10. E se non sbaglio oggi era lunedì.

Se la matematica non era un opinione avrei dovuto andare a scuola giusto?

Non riuscivo a crederci come in due giorni tutta la mia vita fosse cambiata. Avevo scoperto di vivere in un mondo fantastico e di essere innamorata di una creatura della notte. La stessa creatura che io stessa avevo deciso di diventare.

 

Strano ma vero, il solo pensiero di andare a scuola quella mattina, non mi dispiaceva affatto, anzi. Di sicuro era perché credevo mi avrebbe fatto sentire un po’ più come prima, quando ignara di tutto, svolgevo la mia normale vita da umana di questo mondo. Sapevo che non avrei più provato emozioni umane così e un po’ di nostalgia iniziava a farsi sentire.

Mi alzai quindi piuttosto attiva e dopo un giretto veloce in bagno, mi vestii.

Quella mattina, compii volontariamente tutte le gesta che facevo prima di incontrare Alec. Passeggiatina tranquilla verso scuola. Pausa colazione presso il mio bar preferito e poi dritta verso l’istituto finendo di mangiare la mia brioche.

Una volta in classe salutai la moretta con cui avevo preso sempre più confidenza durante la mia missione ‘mantenimento promessa’.

Serena.

Come un fulmine a ciel sereno, il suo nome mi si materializzò in testa.

Come avrei potuto diventare un vampiro e non vedere mai più la mia carissima amica?

È vero, lei ora si trovava all’estero, però non sarebbe stata via per sempre. E’ vero anche però, che era da un pezzo che non ci sentivamo. Lei mi diceva che era sempre super impegnata con lo studio, e comunque neanche io mi perdevo tanto in chiacchere perché ero sempre presa da Alec.

Alec.

No basta. Avevo deciso. E poi che scelta avrei potuto avere? O quello o la morte. Quindi tanto valeva farci il callo. Forse il fatto che già da un po’ non ci sentivamo era meglio. Forse avrei potuto non farmi più sentire oppure dirle che non la volevo più come amica. Forse odiandomi non avrebbe sofferto, quando tornata, non mi avrebbe trovato ad aspettarla. Forse sarebbe stato più semplice così. Tutti questi forse mi stavano letteralmente annebbiando il cervello.

 

___________________________________________________________________________

Le lezioni in assenza di Alec passarono inesorabilmente  lente. Buffo. Ero venuta a scuola per fingere di far parte ancora di questo mondo che una volta credevo normale e ciò nonostante, non potevo fare a meno di non pensare al mio vampiro e al suo mondo, di cui presto ne avrei fatto parte.

Buttai un occhio fuori dalla finestra e vidi che le nuvole di cui Alec mi aveva accennato erano arrivate e avevano ormai coperto tutto il cielo. Erano le 11.45.

Cominciai a battere furiosamente il piede a terra. No, non riuscivo a resistere. Dovevo andarmene da lui. Non ero in agitazione sapendo che avrei dovuto vedere questo Aro. Io volevo solo vedere lui. Subito.

 

Andai dall’insegnante e sfoggiando le mie doti recitative finsi di stare male. Dovevo essere molto brava, perché mi credette subito, anzi pareva al quanto preoccupato lui stesso.

Hi hi hi. Che perfida.

Mi feci un permesso e mi fiondai subito a casa, dove sapevo Alec non avrebbe tardato ad arrivare non appena le nuvole avessero coperto tutto il cielo. E mancava davvero poco.

Appena entrai mi diressi prima in cucina a bere un po’ d’acqua, poi siccome l’agitazione anche per l’incontro con il vampiro millenario, iniziava a farsi sentire decisi che sarei andata a farmi un bagno nell’enorme vasca con idromassaggio che c’era nella camera dei miei genitori.

Andai nella mia stanza e una volta tolta i vestiti mi infilai in un accappatoio. Mi avviai poi verso la stanza dei miei genitori. Più mi avvicinavo, più mi sembrava di sentire dei strani suoni provenire dalla loro camera da letto. Chi ci poteva essere? I miei genitori avrebbero dovuto essere entrambi fuori casa, come sempre del resto. Spalancai senza indugio la porta e quel che vidi mi fece rivoltare lo stomaco. Mio padre in piena attività, che si scopava una, che non era affatto mia madre. Aprendo la porta avevo fatto volontariamente rumore, non sapendo a quello che sarei andata incontro e mio padre alzò lo sguardo verso di me.

“Lina…” mugugnò con un tono di voce esausto.

Piena di rabbia corsi in camera mia, mi chiusi dentro a chiave e mi rivestii velocemente. La finestra era aperta e stavano entrando folate di vento sempre più gelide, come quelle che provavo nel mio cuore. I nuvoloni nel cielo si erano fatti ancora più grigi, il sole non sarebbe mai riuscito a vincerli.

“Piccola cos’hai?”

Alec era appena entrato dalla finestra e mi guardava con aria preoccupata.

“perché piangi?”

Piangevo? Non me ne ero accorta. Mi fiondai su di lui e lo abbracciai.

Per quanto stronza avessi potuto essere in passato e per quanto potessi detestare i miei genitori. Io avevo sempre creduto che il matrimonio fosse una cosa splendida. E che una volta promesso davanti a Dio il proprio amore, si avrebbe cercato per sempre di tenere salda quella promessa.

Aver scoperto mio padre in quella stanza con quella donna, era stata per me l’ennesima conferma che la mia famiglia non era altro che una gran cazzata e basta.

In lacrime dissi tutto ad Alec.

 

Restai per un po’ tra le braccia del mio amore, poi gli dissi:

“forse è meglio che mi dia una calmata. Il tuo signore ci starà aspettando”

“no Lina. Non mi sembri ancora nelle condizioni di affrontare Aro. È meglio aspettare ancora un po’. Ora chiamerò Heidi e le chiederò di avvisare Aro, che arriveremo stasera . Che potrà pure mandare qualcuno a controllarci, che tanto non stiamo pensando di scappare.”

E così fece. Prese il telefono e chiamò questa Heidi. Non appena riattaccò gli dissi:

“ti prego, andiamo via di qui”

Senza rispondermi, mi prese in braccio e saltò giù dalla finestra atterrando silenzioso in giardino. Era stato fantastico.

Uscimmo mano nella mano dal cancello e ci avviammo tranquillamente a piedi.

“Lina!”

Mi sentii chiamare da una voce familiare proveniente dalle mie spalle. Il mio stomaco si strinse in una morsa.

Mi voltai e la vidi correre verso di me. Quando si fermò, si accorse anche del mio accompagnatore.

“oh, e chi è questo bel giovanotto?”

Tesissima come una corda di violino dissi:

“mamma lui è Alec. Alec mia madre Ginevra.”

“piacere signora” disse lui cortese offrendo la sua mano, che mia madre afferrò sbigottita, forse dalla bellezza del mio amore. Mi erano ora chiare le doti vampiristiche di Alec di attirare tutti, anzi tutte.

Prima però che mia madre contraccambiasse dissi:

“perché sei qui?”

Lei mi guardò timorosa e preoccupata, facendomi provare ancora più dolore dentro, dopo che mi rispose:

“mi ha telefonato tuo padre.”

“come scusa?”

Le dissi gelida ed incredula.

“credo sia giunto il momento di dirti una cosa, piccola.”

Sentirmi chiamare così da mia madre mi fece schifo. Sembrava un insulto a confronto di quando era Alec a  farlo.

“cosa stai dicendo?”

Non capivo più niente. Che sapesse?

“credo tu sia abbastanza grande per capire alcune cose, di cui tu ignori l’esistenza”.

Stavo impazzendo. Non capivo davvero più niente. Il mio cervello non avrebbe retto ancora per molto. Alec parve accorgersene, e passò un braccio attorno alla mia vita per sorreggermi. Sapeva sempre cosa fare.

“credo dovremmo parlare in privato “

Mi disse mia madre.

“io ed Alec non abbiamo segreti. Quindi che ci sia o meno non importa, tanto o prima o dopo verrebbe a saperlo lo stesso.”

Con aria un po’ tesa e un po’ sognante mi disse che andava bene.

Ci avviammo in silenzio verso un parco lì vicino, dato che a casa non ci volevo tornare.

Una volta seduti su un tavolo di legno stile picnic lei parlò.

“Lina è molto difficile per me dirti quello che tra poco sentirai. Ti prego solo di non odiare i tuoi genitori. A modo nostro noi ti vogliamo bene.”

Provai istintivamente un moto di nausea per quelle parole. Cosa voleva dirmi? E poi loro mi volevano bene? A modo loro? Si, ma che gran bel modo del cazzo.

Nel dire quella frase, mia madre era veramente seria. Non credevo di averla mai vista così. Lei in viso di solito aveva sempre una maschera di beata superficialità.

“non ti prometto niente. Vai avanti.” Dissi.

Lei prese un grosso respiro, poi disse:

“se ti chiedi, se io so che tuo padre mi tradisce, ti rispondo subito dicendoti si, lo so. Lo so  e non mi da più fastidio ormai, perché purtroppo non ci amiamo più. Da anni ormai. 12 a dire la verità.”

Ma che diavolo stava dicendo? Non potevo credere alle mie orecchie.

“cosa…” provai a dire.

“non interrompermi ti prego. È già difficile così…”

Allora tacqui.

“Lina… tuo padre ha smesso di amarmi, quando ha scoperto di non essere il tuo padre biologico.”

 

 

 

 

SURPRIIIIISE!!!!

HA HA HA

Chiedo perdono a chi si aspettava l’incontro con Aro, ma dovevo inserire questa parte e ho trovato giusto farlo ora. vedrete come si incasinerà ora la storia, ma almeno in seguito capiremo molte cose inerenti a Lina.

Fatemi sapere l’effetto della bomba che ho appena lanciato!!!

Un bacio

Deba

  
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