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Autore: herms    08/03/2011    9 recensioni
Tratto dal capitolo 3:
Allora, dovete sapere che questa è la terza volta nella storia di Hogwarts che il Ballo di Eris e Eirene ha luogo. Avvenne per la prima volta tre secoli dopo che la Scuola fu fondata. Ci fu un periodo di grande discordia tra le Case, gli scherzi si fecero pesanti e alcuni ragazzi rimasero feriti. Così la Preside di quel tempo, Katherine Graam, inventò un evento che avrebbe portato gli alunni a collaborare assieme.
Il nome dell'evento, come alcuni di voi avranno già realizzato – aggiunse, soffermandosi con lo sguardo su Hermione – deriva dal greco antico Ἐρις , la Discordia, e Ειρήνη, la Pace. Entrambe dee figlie di Zeus, Re degli Dei, ma di madri diverse, furono sempre in conflitto tra loro, e Katherine decise di dare questo nome al Ballo per ricordare quanto i due elementi debbano compensarsi tra loro in modo da non creare squilibri.
Così otto giovani meritevoli, due per ogni Casa, si prestarono per la realizzazione dell'evento. Vissero assieme per dei mesi e poco alla volta impararono a rispettarsi.
dal capitolo 23:
Era la prima volta che non si interessava a una ragazza solo per il suo aspetto fisico. Certo, lui la trovava bella, ma quale ragazzo innamorato non crede che l'oggetto del suo interesse sia la più bella ragazza che ha mai visto? Ma quella sua intelligenza e capacità di saper individuare l'unico dettaglio che avrebbe voluto omettere durante le loro conversazioni, la facevano apparire terribilmente intrigante ai suoi occhi, e anche un po' Serpeverde. Ma questo non gliel'avrebbe detto mai, non voleva restare secco, per quello che lui riteneva un complimento.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'L'errore più grande'
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Ecco il nuovo capitolo. Odiatemi pure :)

Senza rompervi con scuse di cui non ve ne frega niente, vi lascio al capitolo.

Herms,

<3

ps: andate a vedere i due contest che ho indetto:


1) Random Pairing Contest Second Edition: http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9659903


2) 'Cause threesome is better: http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9648106


NOTA: Mi è stato scritto che il punto attorno al quale verteva lo scorso capitolo, ovvero che essere innamorati non è uguale ad amare, è scorretto, ma io vorrei chiarire il mio punto di vista. Secondo me E' diverso. Quando sei innamorata, all'inizio di una relazione, lui è il primo pensiero quando ti svegli la mattina, la persona che vorresti vedere durante tutto il giorno, l'unica che vorresti che ti chiamasse. L'amore è diverso, è un evoluzione, è un sentimento più profondo. Dopo anni e anni di relazione, una persona non è più innamorata, ma ama il suo compagno. La differenza è sottile, ma secondo me c'è, ed è importante.

Scusate il disturbo.

Herms





CAPITOLO VENTITRESIMO: Sogno d'una notte di mezza Primavera.



Le settimane erano passate, lentamente, una dopo l'altra. Ormai era febbraio e ad Hogwarts il sole pareva fare i primi deboli tentativi per riapparire nel cielo.

I primi coraggiosi iniziavano a uscire con più frequenza in cortile, sperando che quella neve, bella sì, ma terribilmente fastidiosa a volte, si sciogliesse poco alla volta.

Quell'anno stava passando in fretta, fin troppo, e il Comitato faticava a stargli dietro. Non mancava più così tanto tempo a quel fatidico 21 Marzo, e i ragazzi ce la stavano mettendo tutta per tenere il passo con tutto quello che dovevano ancora organizzare. Erano stati scelte le divinità simbolo per quasi tutti, mancavano solo Harry, Draco e Roger. Gli altri componenti del gruppo erano riusciti a trovare una divinità con cui si identificassero almeno un po'.

Il Corvonero Terry Steeval, amico di Roger – che inizialmente avrebbe voluto con sé Michael Corner, a cui aveva rinunciato alla luce della sua passata relazione con Ginny – aveva deciso di rappresentare Dioniso, dio del vino, mentre Ernie e il suo amico Justin Fletcher erano Efesto, il fabbro dio dei vulcani e Eolo, dio del vento. Hannah, e con lei Susan Bones, avevano timidamente chiesto di rappresentare rispettivamente Estia, dea del focolare domestico, e Iris, messaggera degli dei e dea dell'arcobaleno. L'ultima ad aver parlato era stata l'amica di Luna, che aveva da poco cominciato a seguire il progetto, Natalie McDonald, una Grifondoro dell'anno di Ginny, che era diventata molto amica della bionda, ed aveva optato per Persefone, cosicchè loro due assieme formassero la coppia delle divinità Ctonie.

Hermione aveva dunque compilato un elenco di tutti i suoi compagni, e lo stava appunto rileggendo dirigendosi alla riunione settimanale.


DIVINITA'

Harry: ?

Hermione: Atena

Ginny: Artemide

Ron: Apollo

Draco: ?

Blaise: Ares

Daphne: Afrodite

Astoria: Ebe

Luna: Demetra

Roger: ?

Terry: Dioniso

Natalie: Persefone

Ernie: Efesto

Justin: Eolo

Hannah: Estia

Susan: Iris


Entrando nella Stanza scarabocchiò frettolosa una nota a fondo pagina, e alzò lo sguardo per vedere chi per una volta era stato puntuale, dopo che lei li aveva tormentati per una settimana. Con sua grande sorpresa tutti i suoi compagni erano già pronti, seduti al grande tavolo di mogano, e la guardavano sorridendo. Persino Malfoy era già seduto molto compostamente alla suo posto, giusto accanto a quello di lei.

Il primo pensiero della ragazza fu – Miracolo – mentre il secondo suonò qualcosa come – Già perso abbastanza tempo, è ora di mettersi al lavoro. -

Salutando raggiunse la sua sedia, e accomodandosi potè finalmente appoggiare la massa di libri e fogli che aveva in braccio.

- Abbiamo un sacco di cose di cui parlare oggi, e dobbiamo anche darci una mossa, perchè mancano solo poche settimane al Ballo, e tutto deve essere perfetto. Direi di cominciare dalle divinità, poi passiamo al resto – fece una breve pausa per accertarsi che tutti le stessero dietro. - Mancano solo tre di noi a questo punto: Harry, Draco e Roger – dichiarò fissando chiunque tranne il suo “ragazzo” (se così lo si poteva definire) e il suo ex. - Cominciamo da te Harry? -

- D'accordo. Io non ho assolutamente idea di una divinità interessante. Fate voi. - disse il moro.

- Allora per me devi essere Zeus, sono settimane che lo dico. E no, non credo che si monterà la testa. - continuò anticipando le obiezioni di Malfoy. - Harry ha il carattere del leader, è capace di motivare tutti coloro che lo circondano, ed è quello che ha combattuto di più per trovarsi dov'è ora. - concluse la sua breve arringa guardando con aria di sfida gli altri come a chieder loro se avessero il coraggio di contraddirla. Per quanto in molti apparissero perplessi, nessuno volle intavolare una discussione con lei, che trionfante segnò la nuova divinità.

- Continuiamo. Draco? - chiese facendo un respiro profondo.

- Come ti ho già detto, io scelgo Poseidone, Dio del Mare – le disse il biondo.

- Non credo proprio. - protestò una voce dal fondo del tavolo.

Oh no, non è possibile – pensò Hermione.

- Come scusa? - reagì Draco resistendo alla tentazione di maledire quel pagliaccio, solo perchè Hermione aveva preso la sua mano da sotto il tavolo.

- Io voglio rappresentare Poseidone – dichiarò Roger con aria di sfida.

Draco scattò in piedi sfoderando la bacchetta, e subito il Corvonero fece lo stesso.

Blaise affiancò il suo amico assieme a Daphne, mentre Terry e Ernie si schierarono con Roger.

Per la prima volta non erano i Grifondoro ad affrontare i Serpeverde.

Chissà perchè ogni volta che c'è una lite, le Serpi c'entrano sempre qualcosa – pensò Hermione sconsolata, prima di estrarre la bacchetta e urlare – Incarceramus! -.Tutti coloro che si erano alzati si ritrovarono legati da capo a piedi e cominciarono a protestare urlando.

- Mezzosangue liberami. Adesso.- ringhiò Draco.

- Altrimenti? - lo provocò lei ridacchiando assieme a Ginny.

- Te la farò pagare, vedrai -

Le proteste aumentarono di volume, finchè Harry stesso, stanco di tutta quella confusione, decise di intervenire.

- Silencio! - gridò, e con un colpo di bacchetta la stanza tornò ad essere tranquilla, anche se i ragazzi continuavano a protestare in silenzio, dimenandosi sulle sedie.

- Herm per favore, tu sei quella che ne sa di più sull'argomento, decidi tu chi è più adatto per il ruolo – le chiese Harry, dandole un'occhiata di ammonimento.

Ci pensò per qualche attimo, riflettè sui vari punti, mentre a Draco veniva in mente quella conversazione che aveva avuto qualche settimana prima con Luna.




- Poseidone è un dio interessante, sai? - cominciò, mentre Draco alzava gli occhi al cielo, domandandosi quanto ci sarebbe voluto per ottenere una risposta decente. - Ha avuto la possibilità di combattere per ottenere il potere, ma non l'ha fatto. Come te -

- Me? Hai per caso ingoiato una pozione allucinogena? Io ho combattuto, lo sai vero? O hai perso la memoria per colpa di uno dei tuoi ridicoli esperimenti? - esclamò quello guardandola in malo modo.

- Ho ragione io. - sentenziò la ragazza – E sai perchè? Perchè tu ti sei rifiutato di combattere. Non hai accettato di uccidere per una causa che non ti interessava -

- Io mi sono rifiutato, io ho tradito – cominciò sprezzante – perchè avevo paura. Lo dicono tutti, non hai sentito? Draco Malfoy è stato un codardo. -

- E' solo una scusa. Tu cerchi di convincerti di questa storia, in modo da non dover riflettere sui veri motivi della tua scelta -

- E quali sarebbero? Illuminami Lovegood – commentò lui acido.

- Tu hai “tradito” come dici tu, perchè non credevi in quello per cui ti volevano far combattere. E se fosse stato solo per paura, perchè avresti combattuto dall'altra parte? Ti sei scontrato con quelli che erano una volta tuoi compagni, fianco a fianco con Harry, e non hai avuto un momento di esitazione. E questo perchè credevi in quello per cui abbiamo combattuto tutti, un mondo migliore. -



Draco si voltò verso Luna, che lo guardò negli occhi, sorrise, e saltellandosi portò alle spalle di Hermione, e le bisbigliò qualcosa nell'orecchio. Lei si girò, annuì e puntò la bacchetta contro di lei.

Una serie di immagini, di frasi, di sensazioni si susseguì nella mente di Hermione, mentre i compagni la guardavano perplessi.

Poco dopo aprì gli occhi, sillabò un silenzioso “grazie” a Luna, e si girò, sorridendo fugacemente verso Draco.

- Allora? - chiese Harry, facendosi sempre più impaziente.

- Secondo me – cominciò la ragazza sempre più convinta della sua decisione – è il dio adatto per Malfoy, mentre per Roger proporrei piuttosto Crono. -

- Crono? - chiese Hannah – ma non c'è nell'elenco.-

- Lo so, però secondo me andrebbe bene per Roger, e lui lo conosce – rispose la ragazza, prima di sfoderare nuovamente la bacchetta, e sciogliere gli incantesimi che avevano fatto lei e Harry.

Subito tutti i ragazzi cominciarono a protestare gridando, ed Hermione si lasciò cadere stancamente sulla sedia, prendendosi la testa tra le mani.

Quando alzò lo sguardo vide Roger che usciva dalla stanza, e Luna che lo seguiva.



***


Lo trovò in fondo al corridoio, appoggiato con i gomiti al balconcino della finestra, lo sguardo perso tra le ombre del parco.

Si portò accanto a lui, e stette così, in silenzio, aspettando che parlasse lui per primo.

- Perchè lui? - chiese con voce stanca, dopo qualche minuto.

- Lo ha scelto perchè rispecchiava veramente il dio, non per la loro storia. Lo sai, Hermione non farebbe favoritismi di quel tipo, per un evento così importante.-

- Lo so. È solo che ...-

- A volte punge ancora? - azzardò sorridendo radiosa.

A Roger venne automatico rispondere a quel sorriso, per quanto non c'entrasse nulla in quel contesto.

- Già – finì riportando lo sguardo fuori dalla finestra.

- Non ho voglia di tornare dentro – dichiarò Luna convinta dopo un altro breve silenzio.

- Cosa vorresti fare? -

- Ho fame. Io vado a trovare Dobby, ho voglia di crepes. Vuoi venire? - chiese, un sorriso angelico stampato sul viso.

Il ragazzo ci pensò un attimo, per poi sorridere a sua volta e prenderla per mano.

- Andiamo – disse correndo lungo il corridoio.



***


Era sera inoltrata ormai, la riunione era finita da poco, ma in quel dormitorio Grifondoro, solo una delle proprietarie della stanza era tornata, e no, non era da sola.

Ginny era seduta a gambe incrociate sul suo letto esattamente difronte a un Harry Potter decisamente contrariato. Il ragazzo fissava la Mappa del Malandrino con aria corrucciata, e sondava ogni singola stanza del Castello in una frenetica ricerca.

- Harry smettila. È la quinta volta che controlli, ed è la quinta volta che non ci sono. Sai benissimo dove si trovano, quindi piantala. - esclamò la rossa con tono sfinito, guardando male il suo fidanzato.

- Ginny tu non capisci la situazione! Il punto è che...- provò ad argomentare il bruno.

- No, sei tu che non capisci. Non sono affari tuoi come devo dirtelo? - lo interruppe scocciata.

- Va bene, ho capito come la pensi. Ma per me non è così facile lasciar stare, d'accordo? -

- E perchè di grazia? -

- Perchè lui è Malfoy, e ...-

Ma Ginny lo interruppe ancora una volta – e l'ha sempre trattata male, è figlio di un Mangiamorte e bla, bla, bla. Senti Harry, lo so che voi due vi odiate, anche se si sperava che dopo aver combattuto insieme e collaborato a questo evento sarebbe andata un po' meglio, ma non sei tu il punto della questione. Nemmeno io, ad essere sincera, mi fido molto di Malfoy, ma solo per il fatto che è una Serpe. Però mi fido di Hermione, tu no? -

- Beh, certo che mi fido di lei, però.. -

- Però niente. È la tua migliore amica e tu devi aver fiducia in lei, in più Hermione è tutt'altro che stupida, e sa prendersi cura di sé. E se anche questo non ti bastasse – continuò imperterrita ignorando il ragazzo che voleva rispondere – dimmi se non hai visto come lui la tratta. -

- E' gentile con lei, lo ammetto, ma potrebbe essere una finta, non credi? -

- No. Tu saresti in grado di fingere quello che provi per me? -

- Che domande, certo che no! -

- E nemmeno Malfoy è così bravo da fingere quello che sente per Hermione, fidati di me – dichiarò convinta.

Harry tacque, riflettendo sulle parole della ragazza. Doveva ammettere che il furetto gli era sembrato diverso negli ultimi tempi, già da prima che scoprisse di lui ed Hermione, ma non ci aveva mai prestato molta attenzione.

Sbuffò rassegnato, lasciando cadere la mappa accanto a sé.

- Va bene, prometto che eviterò di controllarli così spesso -

- Così spesso? - chiese la rossa con un tono a metà tra lo scettico e il divertito.

- Dai non puoi chiedermi di non assicurarmi che la mia migliore amica stia bene! - protestò veemente Harry.

- Va bene, ma solo quando ci sono anche io, e giura di non seguirli. Mai. -

- Lo giuro. Felice ora? - bofonchiò il ragazzo.

- Sì. E mi è anche venuta un'idea su come passare il tempo invece di pedinare quei due – dichiarò con un sorriso malizioso.

- Ma davvero? -

- Oh sì – ribadì lei, attirandolo a sé per la maglietta e baciandolo con trasporto.

- Non male come idea – commentò Harry bisbigliando, con un sorriso a quarantadue denti che gli illuminava il viso.




***




Nello stesso momento, dall'altra parte della scuola una coppia di ragazzi sedeva l'uno accanto all'altra su un divano di pelle nera davanti al fuoco del camino della Stanza delle Necessità.

- Sono stravolta. E devo ancora controllare l'elenco delle risposte agli inviti che mi ha consegnato Daphne. E la musica? Non ho chiesto ai ragazzi a che punto sono! Cavolo, me l'ero segnata. E l'arredamento? -

- Frena, frena mezzosangue. Fammi dare un'occhiata a quel blocco. - cercò di calmarla Draco. Lei le allungò i fogli, lui li prese, e poi li lanciò dietro al divano.

- Ehi! Cosa stai facendo? - quasi gridò la ragazza scattando in piedi, per essere però trattenuta per un braccio da lui, che la attirò più vicino a sé.

- Per una volta, una sola, ti dispiacerebbe molto rilassarti un po'? -

- D'accordo. Ma domani devi darmi una mano. Promesso? -

- Che stress che sei ragazza. Va bene, domani ti aiuterò. Contenta? - acconsentì un po' a malincuore, pensando a quanto lo avrebbe fatto faticare.

- Più tranquilla. - dichiarò Hermione, appoggiando la testa indietro sul divano e chiudendo per un po' gli occhi.

Il calore delle fiamme del camino le aveva fatto arrossare le guance, e a Draco la sua espressione tranquilla ricordò quel disegno che tempo prima Ginevra gli aveva regalato.

- Posso farti una domanda? - chiese lei bisbigliando dopo un lasso di tempo indefinito.

- Cosa vuoi sapere? - rispose il biondo un po' guardingo.

- Tua madre.. Narcissa.. -

- Sì? - la incalzò lui dopo un po', lo sguardo fisso nei suoi occhi, mentre immaginava tutte le domande che lei avrebbe potuto rivolgerli.

- Come sta ora? - chiese un po' titubante – Andromeda l'ha trovata abbastanza tranquilla, ma deve essere difficile questo periodo... -

- Conosci mia zia? - domandò di rimando il biondo.

- Beh, sì. L'ho vista un po' di volte con Tonks e Teddy, e Remus mi ha detto che vi siete visti durante le vacanze... -

A Draco parve così innaturale quella confidenza verso di loro. Lei era più legata con nessuno di queste cose, se non in rare occasioni con Blaise.

- Capisco come si sente – bisbigliò quasi parlando a sé stessa.

Lui la guardò interrogativamente, alzando un sopracciglio.

- Ci si sente... abbandonati. All'inizio arrabbiati, molto. Come hanno potuto lasciarti, proprio loro che ti erano accanto da tutta la vita, e che avrebbero dovuto continuare a farlo per lungo tempo. -

Draco non seppe mai bene cosa provò in quel momento. Forse senso di colpa, perchè lui non aveva mai provato ciò di cui stava parlando la mezzosangue, dopo la morte di suo padre, aveva sì sentito del dolore, forse un po' di nostalgia, ma mai abbandono, e ovviamente nemmeno rabbia dato che Lucius era morto per difenderlo.

- Per te è stato diverso, lo sai – disse Hermione, leggendo le emozioni che gli avevano attraversato gli occhi e cogliendolo stranamente impreparato.

- Lucius... lui è morto per salvarti, l'ha fatto per te, non avresti potuto provare rabbia, lo sai. -

Un attimo di silenzio, e poi una domanda attraversò la mente di Draco.

- Come fai a sapere come è morto mio padre? Ne ho parlato solo con Blaise -

- L'ho visto. Io e Ginny... stavamo combattendo assieme contro Bellatrix, Harry e Ron contro Mc Nair e Greyback, poi...quando Lui è arrivato, Bellatrix ha schiantato Ginny e io l'ho scagliata contro la parete in fondo alla stanza e una vetrata le è caduta addosso uccidendola. Voldemort si è girato, l'ha vista, ha urlato di rabbia e poi ha visto te. Prima che Harry lo raggiungesse, lui ha tentato di ucciderti, ma Lucius si è messo in mezzo. -

Ci fu una pausa lunga, finchè Hermione non parlò di nuovo.

- Non sono stata abbastanza veloce. - dagli occhi umidi, scese una lacrima solitaria che le rigò il volto. - Forse avrei potuto lanciare un Sortilegio Scudo... magari sarebbe ancora vivo -

Abbassò lo sguardo, temendo che lui la ritenesse in parte colpevole per la morte di suo padre.

- Non dire stronzate, mezzosangue. Io stesso se fossi stato più veloce avrei potuto proteggerlo. Evita di cercare di farti carico di tutti i problemi del mondo, in particolare dei miei. Chiaro? - la voce era dura, ma Hermione lo capiva.

- D'accordo – assentì sorridendo debolmente – è solo che questa maledetta guerra ha lasciato così tanti vuoti, e a volte penso che avrei potuto fare qualcosa per evitare delle tragedie... è così... irritante non avere le cose sotto il proprio controllo, non sono in grado di accettarlo. -

Parlarono molto quella sera. A lungo, di molte cose.

Si addormentarono su quel divano che aveva sentito le loro confessioni di quella sera.


***


Camminava, lentamente lungo un corridoio poco illuminato. Non sapeva cosa ci facesse lì, ne come ci fosse arrivata.

Sfiorò con la punta delle dita il muro di mattoni rosso, percorrendo i solchi della pietra. Continuò a camminare, senza una direzione, per un lasso di tempo che non sapeva definire.

A un certo punto le parve di scorgere qualcosa alla fine del corridoio. Si diresse in quella direzione, ed arrivò a trovarsi davanti a una porta accostata, da cui usciva una luce soffusa.

Guardò dentro la stanza e vide due donne. Erano sedute su due poltrone, una di fronte all'altra, divise da una scacchiera.

A sinistra era seduta una donna dai profili duri, gli occhi neri e i capelli mori e ricci che le scendevano attorno alla vita. Ai suoi piedi si aggirava un grosso gatto grigio dall'aria aggressiva. A destra invece una donna bionda, i lineamenti dolci, e uno sguardo benevolo negli occhi azzurri. Accarezzava una colomba bianca appollaiata sul bracciolo della sua sedia.

Le due giocavano a scacchi, e la partita era incredibile. Le loro forze erano perfettamente equilibrate, e ogni volta che una delle due passava in vantaggio, l'altra riequilibrava immediatamente le posizioni.

- E' così che deve essere – dissero due voci all'unisono nella testa di Hermione.

E in quel momento un lampo di comprensione le fece comprendere la situazione.

Voleva far loro moltissime domande, su di loro, sulla loro storia, sul loro rapporto.

Ma non ebbe il tempo. Sentì una voce che la chiamava, e piano piano l'immagine cominciò a sfocare, e proprio mentre stava per svanire completamente , le due si girarono verso di lei, fissandola negli occhi, e fondendosi in un unica immagine sfuocata, circondata da un alone rosa.

Al sua risveglio, Hermione non ricordava le due donne, ma era avvolta da un senso di comprensione che non riusciva a ricollegare a nulla.

***


Finito anche questo :D

Piano piano, stiamo arrivando dove dobbiamo arrivare.

So che mi odiate per il ritardo, lo capisco, mi odio anche io :)

Cooomunque.... Che ne pensate di Luna e Roger? E' stata un'illuminazione da ora di epica con una prof che non sa nemmeno di cosa parla, lasciamo stare.

Ora scappo che devo studiare greco e finire una storia per un contest ;D

Un bacio grande a tutti quanti :)

Ricordatevi di seguirmi su facebook :)

( http://www.facebook.com/home.php?sk=lf#!/pages/Herms-efp/168279513203631 )


Herms,

<3

   
 
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