Sei
sola Agrippina. Sola, sola, sola. Non ti rimane più niente,
più nessuno.
Anche tua sorella è morta. Tua sorella, l’unica
famiglia che ti era rimasta.
Povera Livilla! Ah, ma Messalina la pagherà! Vi prega, dei,
di darle la morte.
Sdraiata sul sou letto, piange tutte le lacrime che hai, per Livilla.
Drusilla e Gaio, ormai, se ne sono già andati. Povera la tua
sorellina, che
mondo ingiusto: è morta a vent’anni, quando giusto
iniziava a godersi la vita!
E con Gaio imperatore, pensavate che la vita sarebbe andata meglio. Ed
invece,
tuo fratello è impazzito e voi avete tramato alle sue
spalle. Tu e Livilla,
sempre unite, nel bene e nel male, contro vostro fratello, contro il
mondo
intero.
Ma non hai pensato alle conseguenze. Conseguenze terribili: Marco
è morto e il
tuo bambino l’hanno dato a quella carogna di Domizia.
Corrotta ed immorale, a
volte ti chiedi come sia possibile che sia tua parente!
Il tuo bambino te lo hanno portato via per un lunghissimo anno. Ponza
era
troppo lontana da Roma, ma tu lo hai pensato. Sempre, ogni giorno.
L’unica cosa buona che è uscita dal matrimonio con
quel disgraziato lì,
Enobardo. Lo odi talmente tanto che nemmeno riesci a chiamarlo per
nome, quel
viscido. Odiavi le sue mani su di te, odiavi vederlo nel tuo letto,
vederlo in
volto. Lo odi quasi quanto Tiberio.
Tiberio, l’imperatore. Tiberio di qua, Tiberio di
là... Quanto vorresti
condannare quel disgraziato alla peggiore delle condanne: cancellare il
suo
ricordo da questo mondo! Meglio ancora che vederlo putrefarsi, divorato
dei
vermi, gettato in una fossa come il peggiore dei mascalzoni,
l’infame!
S’è preso la tua famiglia, la tua infanzia! Mamma,
papà, i tuoi fratelli, se li
è portati via, come Caronte! La sua stessa famiglia! Sangue
del suo sangue! Voi
eravate solo delle bambine, bambine sole, senza nessuno, potevate
contare solo
su voi stesse. Drusilla era troppo piccina, e Gaio pure, un ragazzino
sprovveduto, senza più il suo papà, il suo punto
di riferimento.
Ma tu non hai mai mollato, Agrippina. Mai, mai nella tua vita mollerai.
Mai.
Tutti vedranno quanto sei forte.
Sei nata per combattere, è il sangue di un condottiero,
quello che ti scorre
nelle vene. Sei nata in un accampamento, nemmeno fosse un segno del
destino, in
un territorio barbaro, hai combattuto, patito, lottato, ma non hai mai
mollato.
Come un lupo, azzanni il tuo nemico senza lasciargli scampo, come il
lupo che,
pur in catene, può sembrare quieto e rassegnato, ma, se
t’avvicini troppo, ti
salterà alla gola.
Sei la Lupa di Roma. Sei forte, ribelle, intelligente. Hai la stessa
bellezza
magnetica e pericolosa della fiere della natia Germania. Sei Giulia
Agrippina,
figlia di Germanico e Agrippina, discendente di Augusto e Marco
Antonio, del
grande Cesare. E non mollerai.
Messalina la pagherà, ma non sarai tu, a punirla. Troppo
sciocca e oca, quella
ragazza, finirà per affondarsi da sola. Non è una
donna di potere, come te.
Cammini per il porticato della tua casa, guardando il sole che splende
in
cielo. Sembra una di quelle giornate in cui tu e le tue sorelle
giocavate,
immaginandovi chissà quali futuri: matrimonio, gioia,
felicità. Eravate bambine,
ingenue e dolci. I ricordi più belli della tua vita.
-Madre! Madre!- il tuo piccino corre tra le tue braccia, ridendo. Un
bambino
bellissimo, il tuo orgoglio più grande.
-Lucio! Bambino mio!-
Lucio, il tuo unico tesoro. La tua unica famiglia. E lo strumento della
tua
vendetta. Costi quel che costi, lui sarà la stella
più brillante del cielo, il
suo nome rimarrà per sempre negli annali.
Surclasserà Tiberio, ristabilirà
l’onore di tuo padre, sarà la tua consolazione.
Sarà il più grande di tutti gli
imperatori.
Giorno, sono tornata. Devo fare un appunto: essendo isolata e senza risorse, tutte le storie sono scritte partendo da articoli di Wikipedia che, come sappiamo tutte, sono esaustivi una volta si e dieci no. Non so se Agrippina fosse affezionata a Livilla e Drusilla come l’ho raffigurata (di sicuro a Tiberio ha detto dietro di peggio), ne che rapporti avesse con un Nerone bambino. Ho cercato di attenermi alla figura storica il più possibile, ma, con una famiglia degna di Dinasty, non è stato facilissimo. Spero di averla resa il più possibile, Agrippina era una donna straordinaria: aveva contro tutto il mondo, era sola, senza più nessuno e guarda fin dove è arrivata! Augusta! Va be, poi il figlio l’ha fatta amazzare, ma qui sarebbe da uccidere Poppea, quello donna l’ha rovinato, per citare Rodopis >.<