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Autore: bloodingeyes    09/03/2011    2 recensioni
C’era una volta in un regno molto lontano un giovane principe di nome Caleb per cui era arrivato il tempo di trovarsi una moglie ma che finì per cadere in disgrazia dopo pochissimo tempo. In suo aiuto però arrivò Volpe, un'uomo maledetto da un orrido sortilegio. Il principe desidera davvero ricompensare l'uomo per averlo aiutato ma non è l'oro che l'altro vuole...
Storia partecipante al concorso "Piccola Fiaba Slash" di Lal_Rouche
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caleb si svegliò sbattendo velocemente le palpebre. Non si sentiva molto bene ma costrinse il suo corpo a muoversi anche se faceva male. Era dentro una specie di bassa casupola fatta di frasche intrecciate, abbastanza grande per contenere tre persone e un fuoco, che già scoppiettava poco lontano da lui. Il principe era disteso su un letto di foglie e coperto, oltre che da bende, da un pesante mantello. Era al caldo, comodo e al riparo ma era solo. Di Volpe non c’era traccia. Si strinse il mantello addosso e uscì da quella specie di casupola ritrovandosi così nel bel mezzo di un bosco luminoso, poco lontano sentiva il rumore dell’acqua che scorreva e gli uccellini cantavano contenti l’inizio di un nuovo giorno, tutto era immerso nella pace e nella tranquillità… o per lo meno lo fu finché Volpe non iniziò ad imprecare

-Che diavolo ci fate in piedi?- ringhiò l’uomo verso Caleb che lo guardò sorpreso -tornate subito dentro! Spicciatevi, dannazione! Avete ancora la febbre e siete mezzo nudo, muovetevi!- il principe sorrise e ubbidì tornado dentro al rifugio e stendendosi di nuovo mentre Volpe continuava a borbottare irritato

-Neppure i nani brontolano così- rise Caleb stringendosi il mantello addosso

-State attento che vi avveleno se ripetere una cosa del genere un’altra volta!- gli rispose Volpe duramente, senza però riuscire a trattenere un piccolo sorriso. Rimasero in silenzio mentre l’uomo trafficava con il fuoco e con delle piante che si era portato dietro, ad un certo punto però Volpe gli chiese -Adesso me lo spiegate cosa significava quel bacio di ieri sera?-

-Soltanto che ti amo- gli rispose Caleb con una sincerità che lo sconvolse al punto da fargli cadere per terra il tegame d’acqua che teneva in mano. Con un mezzo urlo di sorpresa e un altro paio di imprecazioni Volpe si spostò dal fuoco per non rischiare di combinare altri guai e andò a sedersi vicino al principe

-Mi state prendendo in giro?- gli chiese duramente mentre si asciugava le braghe e la camicia, gettando stizzito da un lato gli stivali pieni d’acqua

-No, ti amo davvero- gli rispose Caleb mettendosi a sedere

-Ma come?- chiese l’uomo sempre più confuso

-Non lo so come, è successo e basta- Volpe si passò una mano fra i capelli scompigliandoli ulteriormente

-Ma voi... non… - cercò di dire l’uomo per poi incazzarsi di colpo -Dannazione! Voi stavate andando in cerca di una principessa come cavolo vi dovreste essere innamorato di me?-

-Non lo so è successo e basta-

-No, queste non sono cose “che succedono e basta” ci deve essere un motivo, forse avete solo battuto forte la testa e vi siete rincoglionito, oppure è la febbre!-

-No, io ti amo- ribadì

-E basta ripeterlo! Ho capito!- sbottò Volpe distogliendo lo sguardo e mordendosi l’unghia del pollice, nervoso. Caleb si mise a sedere e gli appoggiò una mano sulla spalla

-Cosa c’è che non va? Perché non mi credi?- gli chiese e Volpe sospirò stancamente prima di rispondergli, sembrava molto stanco

-È solo che non ci si può innamorare così di una persona, come capita, non è normale!-

-Ma io ti amo- ribadì il ragazzo e aggiunse –per me non ha importanza se sei un uomo, un nobile o un semplice girovago, non mi importa di quello che sei stato o di quello che hai fatto, per me l’importante è quello che fai ora, come ti sei dimostrato caritatevole e gentile, come mi hai aiutato, non mi importa se non posso vederti in volto o se Volpe non è il tuo vero nome, per me quello che importa sei tu, ti amo e basta e sono sincero fin nel profondo quando lo dico-

-Ma… - cercò ancora di ribattere Volpe

-Ti amo- ripeté Caleb, sicuro. L’altro sospirò e sorrise, ritrovando la calma

-Siete troppo sincero, ve l’ho già detto un mucchio di volte- lo sgridò bonariamente per poi baciarlo dolcemente sulle labbra

-Tu mi ami?- gli chiese Caleb più rosso di un peperone, rimanendo però abbracciato a Volpe

-Si- gli rispose l’uomo sorridendo –Ma non speravo di essere ricambiato- gli baciò la spalla e risalì dal collo fin dietro all’orecchio

-Ma… come si fa per… gli eredi- chiese Caleb tentennante, Volpe gli sorrise malizioso

-Niente bambini, mi dispiace, dovremo adottare, ma posso insegnarvi qualcosa di piacevole… volete?-

-Si-

-Il mio ingenuo principino- lo vezzeggiò Volpe ridendo.

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

  • Forse non era apparso abbastanza chiaramente fin qui ma Volpe impreca spesso e coloritamente, molto peggio di uno scaricatore di porto, ben poco regale da parte sua...
  • Odio il fatto di dover rimanere nel rating arancione... qui c'era tutto il posto per un fantastico avvertimento rosso T^T
  • Aggiungo anche che le mani e le labbra mentre parlavano non se ne stavano ferme ma rischiavo di "sforare" il rating e ho dovuto lasciare alla vostra immaginazione dove sono andate a finire
continua....
   
 
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