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Autore: MaTiSsE    09/03/2011    4 recensioni
Bella Swan era una giovane, felice e normalissima adolescente. Edward Masen il suo dolcissimo, splendido ragazzo.
Fin quando qualcosa di oscuro non viene a separarli, distruggendo il loro sogno d'amore.
Edward scompare il giorno del diciassettesimo compleanno di Bella da Forks, piccola cittadina in provincia di Washington.
Dov'è finito Edward?
Come vivrà Bella la sua esistenza senza di lui?
Riusciranno mai a ritrovarsi?
E se questo accadesse, come andranno le cose tra i due?
Leggete per scoprirlo! :)
Genere: Drammatico, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Più libri/film, Contesto generale/vago
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nuovissima 18
CAPITOLO 17

Amori Eterni, Amori a Prima Vista - Parte I -
(POV BELLA)











"Charlie! Amico mio!"

Billy ci raggiunse rapidamente sulla porta d'ingresso; il cigolare della carrozzella era decisamente pronunciato, vista la velocità con la quale si era mosso per venirci incontro. Sembrava davvero felice di accoglierci in casa sua: persino Charlie non vi si recava troppo spesso e per Billy, probabilmente, la nostra presenza alla riserva doveva rappresentare un vero e proprio evento.

"Bella! Benvenuta!"
"Grazie Billy..." - Risposi sorridendo, porgendogli la mano. - "Conosci la mia amica Allison?"
"Non di persona, ovviamente...Ma Charlie mi ha parlato molto bene di te!"

Anche Allison sorrise, dandogli la mano a sua volta.

"Ti ha parlato bene di Ally o dei suoi pranzetti?"

Billy irruppe in una risata fragorosa.

"Di entrambi, ovviamente!"

Mio padre grugnì, poco distante, ed io scoppiai a ridere a mia volta.

"Se mangiassi davvero per quanto mi accusate voi dovrei essere obeso! Invece sono in perfetta forma..."

Io e Billy inarcammo contemporaneamente un sopracciglio, visibilmente sorpresi: era buffo ascoltare mio padre darsi delle arie da superuomo, soprattutto in presenza di quell' evidente pancetta che smentiva palesemente la sua affermazione. Ci guardammo con la coda dell' occhio; io riuscii a trattenermi ma Billy non fu altrettanto pronto. Lo sentii sghignazzare senza ritegno mentre mio padre, di rimando, imprecava amichevolmente al suo indirizzo.

"Ma è sempre così tra tutti e due?" - Domandò Allison sbigottita.
"Oh...certe volte è anche peggio!" - Ammisi sospirando divertita. - "Vieni, andiamo...Si stanno incamminando verso casa di Sue!"

Difatti, continuando a battibeccare piuttosto comicamente, mio padre e Billy si erano approssimati in direzione della casa dei Clearwater dimenticandosi completamente della nostra presenza. Li seguimmo tenendoci dietro di pochi passi e camminando lentamente. Charlie spingeva la carrozzella borbottando commenti scherzosi all'indirizzo di Billy che rispondeva di rimando, divertito, ed io ed Allison li osservammo con infinita tenerezza. Per quanto potessero essere diretti e piuttosto prosaici nel modo di relazionarsi era innegabile ed assolutamente evidente l'intenso legame di amicizia che li univa. Avevo sempre considerato Billy come l'ancora di salvezza cui mio padre si era aggrappato nei bui mesi successivi alla separazione con Renèe ed, in generale, in tutti quei giorni tristi vissuti da solo, a Forks, prima che l' unica figlia decidesse di approdare nella sua casa spoglia e solitaria. Non mi ero sbagliata. Benché non lo confessasse mai apertamente Charlie mostrava, per il suo amico, gratitudine ed immenso affetto; io stessa non potevo far altro, dentro di me, che ringraziarlo per tutto quanto si fosse prodigato per mio padre nei momenti più difficili della sua esistenza.

"Magari un giorno anche io e te saremo così, Swan..." - Esordì Allison guardandoli - "Saremo vecchie e conciate  da sbattere e tu mi accompagnerai. Sarai il bastone della mia vecchiaia!"
"Ma smettila!" - Le risposi dandole un buffetto sulla spalla e ridendo di cuore: immaginando la scena non si poteva fare altrimenti, era sufficientemente comica.
"Sei felice Swan? E' da stamattina che ti sento canticchiare con un sorrisino ebete stampato in faccia. Se pensavi di sfuggire al mio occhio indagatore ti sbagli di grosso!"

"Oh!"

Mi aveva decisamente colta di sorpresa ed arrossii vistosamente.
Non pensavo che il mio cambiamento di umore potesse risultare tanto esplicito e mi augurai che l'avesse colto soltanto Allison. In effetti mio padre non mi aveva nè osservato in modo particolarmente perplesso o sorpreso, nè mi aveva rivolto domandine imbarazzanti per cui trassi un sospiro, presupponendo che l'unica ad essersene resa conto fosse stata proprio la mia amica. Del resto, mi conosceva piuttosto bene e se a  tale, importante particolare, si sommava una smodata curiosità ed una notevole capacità indagativa era facile comprendere come fosse arrivata tanto rapidamente alla sua conclusione.

In effetti, dalla notte precedente, molte cose erano mutate fuori e dentro di me, in maniera così rapida che stentavo tutt'ora a capacitarmene.
Ad onor del vero, si trattava del  primo cambiamento - in termini esistenziali - che accettassi con gioia da due anni a questa parte.

Io ed Edward ci eravamo riavvicinati. Inaspettatamente, senza alcun preavviso.
Eppure era accaduto.
I dubbi, le complicazioni, le incertezze, i timori, i perchè: nulla era stato più forte di quel sentimento che ci legava ancora indissolubilmente, nonostante il tempo che ci aveva tenuti separati. Come io stessa non avevo mai smesso di credere.

Come in un sogno percepivo ancora sulla pelle il tocco gelido e delicato, al contempo, del suo dito indice mentre percorreva lento la curva della mia guancia sinistra e del collo, sino a raggiungere il solco appena sopra la clavicola.
Rivedevo le sue belle labbra, le stesse che avevo ammirato soltanto qualche ora prima, e le agognavo molto più di quanto fosse lecito.
E risentivo, infine, il suo respiro dolce e delicato sul mio viso.

Se non fosse stato per il piccolo cuore in cristallo che continuava a sussultare, scintillando, sul mio polso destro avrei certamente creduto che tutti gli avvenimenti della notte precedente non fossero stati altro che un sogno. Un meraviglioso sogno.

Pensavo che il mio cuore non sarebbe mai riuscito a contenere tutta quella gioia: era troppo piccolo e fragile per far fronte ad una felicità tanto travolgente. E tutto sommato, non chiedevo altro. Finalmente sentivo che avrei potuto fronteggiare qualsiasi avversità se ogni singola cellula del mio corpo fosse stata pervasa da una tale serenità.
Edward aveva colmato, in pochi istanti, ogni vuoto e lacuna della mia anima ed io mi sentivo piena e felice e soltanto perchè lui c'era.

"Allora, Swan?!" - Esclamò Allison spazientita - "Pensi di riuscire a rispondermi entro la mezzanotte? Quanto c'entra il signor Cullen in tutto questo?"
"Oh..." - Sorrisi - "C'entra fin troppo..."
"Lo sapevo, lo sapevo!" - Urlò Allison battendo le mani e  mettendosi a saltellare come una scimmietta da circo. Mio padre la guardò con la coda dell'occhio, sghignazzando. Ero certa che adorasse la sua travolgente allegria.
"Shhh Allison! Vuoi  far accorrere qui l'intera riserva?!"
"Oh Bella! Avanti! Raccontami, muoio dalla curiosità!"

La mia bocca si aprì in un largo sorriso. Dovevo avere davvero un'espressione deficiente. Se avessi avuto un minimo di lucidità in più, probabilmente, mi sarei presa a schiaffi da sola.
Da quanto ero diventata così romantica?

"Oh, niente di che...Solo che ci siamo risentiti per il Natale...."
"Quando?"
"Ieri notte. Mentre dormivi. Oh, ecco, in realtà...Non ci siamo solo sentiti....E'...è passato da... casa....."

Calcai molto bene sull'ultima parola, e sollevai fiera il braccio: il cuore di cristallo scintillò borioso sotto i raggi del timido sole di Forks.
Non ero mai stata particolarmente amante dei gioielli, preferivo i piccoli anellini o ciondoli da bancarella al lusso di un oggetto acquistato in gioielleria. Ma quel bracciale, per me, era importante e non certamente per il suo valore materiale. Non me ne sarei separata per alcun motivo e l'avrei mostrato sempre apertamente in pubblico senza remore o ripensamenti poichè in quel cuore c'era l'Edward che aveva ricominciato ad amarmi e l' Elisabeth che continuava a farlo, anche se da lontano.

Allison sgranò gli occhi.

"Oddio...Oddio Bella!" - Esclamò abbracciandomi - "E' splendido! Allora siete tornati insieme! Ma è meraviglioso!"

"No, no Ally! Sssssshh!" - Ne frenai l'entusiasmo ponendo un dito sulle sue labbra - "Abbassa la voce, potrebbe sentirti papà....Ti ricordi che non sa nulla di Edward?"

A dir la verità neanche Ally sapeva granchè. Ma lasciai correre. Mi guardai intorno con aria preoccupata, temendo che Charlie avesse captato qualche parola. Del resto era a così pochi passi da noi! Per fortuna però, parve non essersi reso conto di nulla, troppo occupato a discutere con Billy degli eventuali risultati dei Gators nei prossimi incontri e della loro, conseguente, posizione in classifica.

"Scusami Bells!"
"Non importa....Sembra che non se ne sia accorto...E comunque...Non lo so se stiamo insieme...Abbiamo ancora tanto da dirci..." - Mormorai arrossendo, un po' malinconica.

Per quanto avessimo confessato reciprocamente il nostro amore, non ero certa che una tale dichiarazione bastasse a sugellare nuovamente e definitivamente il nostro rapporto.

"Oh andiamo! Sono certa che si risolverà tutto per il meglio! In ogni caso abbiamo già fatto un grosso passo avanti, no?" - Commentò ammiccando al mio indirizzo.
Io annuii, soddisfatta ed ancora leggermente rossa in viso.

"Billy! Pensavo non venissi più! Charlie, bentrovato!"

Una bella voce femminile accolse il nostro arrivo, interrompendo ogni discorso; istintivamente mi voltai nella sua direzione.

Dalla porta d'ingresso Sue Clearwater ci aspettava con impazienza, tendendo le braccia.

Era una bella donna, dalla pelle scura ed i capelli bruni tagliati quasi alla maschietta. Aveva un naso piccolo e labbra carnose.
Più giovane del marito di diversi anni era purtroppo già vedova, giacché Harry Clearwater era morto d'infarto forse meno di un anno prima, lasciando due giovani figli. La maggiore credo avesse soltanto un anno più di me, almeno stando alle parole di mio padre.
Harry era amico di famiglia, ovviamente.

"Sue! Come va?"
"Bene, grazie! Accomodatevi! Capo Swan....questa deve essere la tua Bella? Non la vedevo da così tanti anni!"

Il sorriso di Sue, se possibile, divenne ancora più luminoso. Istintivamente mi proiettai verso di lei, senza timore o imbarazzo, toccando, con la mia, le mani che mi aveva così gentilmente offerto.
Aveva la pelle calda e leggermente ruvida.
Sapeva di mamma, ovviamente.

"Sì, è così. E' la mia Bella, Sue. E' cresciuta, non trovi?"
"Molto. Ed è splendida, ovviamente."

Mi guardò con occhi scintillanti ed io ricambiai piacevolmente sorpresa.

"Ciao Sue."
Mi sorrise.
"Ha preso dalla mamma tanta bellezza, Charlie?"

Charlie mugugnò di rimando alla battuta scherzosa di Sue mentre Billy scoppiava in una fragorosa risata, di nuovo. Dalla confidenza che gli riservavano compresi, con piacere, che mio padre era davvero uno di famiglia, per tutti loro.

"Lei è Allison. La mia più cara amica" - Aggiunsi con sincerità. Ally mi lanciò un'occhiata commossa. Credo fosse ancora molto emozionata per la questione di Edward.
"E' un piacere per me essere qui, signora Clearwater. Grazie per l'ospitalità."
"Il piacere è tutto nostro. Benvenuta, mia cara. Gli amici della famiglia Swan sono nostri amici."

"Attenta a quel che dici, Sue. Non tutti sono amici."

Una voce maschile calda, dal tono ironico.
Jacob spuntò, improvvisamente, da dietro un arbusto. Aveva i jeans impiastricciati di olio per auto, così come le mani che tentava di ripulire con uno straccio sbrindellato.
Non riuscivo a capacitarmi di come diamine riuscisse a starsene tranquillamente a maniche corte in pieno inverno.

Ovviamente le parole appena pronunciate da Jake erano un chiaro riferimento ai Cullen.
Avvampai, forse per l'imbarazzo. Forse per l'irritazione.

Avevo trovato Jacob, sin da subito, un ragazzo estremamente simpatico, cordiale e caloroso. Magari un po' irruento ma tutto sommato piacevole. Eppure, da qualche giorno a questa parte, si era trasformato in una creatura piuttosto irritante. Non riuscivo seriamente a comprendere cosa gli passasse per la testa  ma era certa che il segreto dei Cullen fosse per lui abbastanza chiaro ed allo stesso modo ero convinta che non gradisse affatto la faccenda.

Come fosse  a conoscenza della presenza a Forks della mia famiglia di vampiri e perchè gli risultasse piuttosto chiara la natura del mio legame con loro restava pressocché un mistero. Ma avevo a mia disposizione un intero pranzo per scoprirlo e certo non mi sarei lasciata sfuggire questa occasione.

"Oh, guarda chi è arrivato! Black Junior! Potremmo sistemarci per il pranzo? Come vai conciato?"
"Ho appena finito di lavorare in officina, Sue! E comunque....Tranquilla! Tanto sono bello comunque, no?!" - Scherzò strizzandole l'occhio. Sue e Billy sorrisero placidamente.

"Ehy, Allison!"

"Ciao Jacob.."
"Tutto bene?"
"Alla grande..."

Non so per quale motivo ma mi parve di indovinare che l'idea di salutare Allison prima che me non fosse semplicemente un caso.

"Bella..."

Momentaneamente non avevo voglia di cominciare alcuna conversazione: il suo modo di fare mi aveva giù sufficientemente urtato i nervi. Gli lanciai un'occhiata che avrebbe dovuto essere di saluto, e viceversa risultò piuttosto irritata, prima di infilarmi in casa Clearwater quasi di sguincio, appiattendomi tra la parete d'ingresso e mio padre.

Sentii gli occhi di Allison puntati addosso e palesemente anche quelli di Jake. Poco male: avrebbe afferrato molto più velocemente il mio disappunto.
Mi sentivo piuttosto fiera della mia uscita indisponente ma nel fare il mio ingresso, rapida ed accigliata, in casa, mi scontrai letteralmente  con una specie di statua di marmo impalata al centro del salottino.
Inutile dire che mi vergognai profondamente, maledicendo la mia solita, proverbiale capacità di collezionare figuracce.

"Ahi..." - Mormorai strofinando il palmo della mano sul naso. Dietro di me udii la risata soffocata di Allison ed un risolino decisamente più esplicito.

Jacob.

"Sta' attenta" - La voce, femminile risuonò chiara e decisa. Astiosa.
Alzai gli occhi ed incontrai quelli scuri, grandi ed irrimediabilmente duri di una giovane ragazza, poco più grande di me.

Identica a Sue.

"Bella, ti presento mia figlia Leah. Leah, lei è Isabella, la figlia di Charlie."
"C...Ciao Leah.."

Dire che semplicemente non avesse ricambiato il mio saluto era poco. Mi aveva letteralmente incenerita con lo sguardo. Non tentò neanche di pormi la mano o qualsiasi altra forma di presentazione. Si limitò piuttosto nel rivolgermi un'ennesima occhiata di sdegno e sufficienza prima di scansarmi, allontanandosi rapida.
Sue scosse la testa.

"Leah è un tipo particolare. Scusala, Bella..."
"Oh...non...non c'è problema..." - Risposi fingendo noncuranza. In realtà ero profondamente turbata.
"Non far caso a mia sorella. E' piuttosto scorbutica! Ciao, io sono Seth!" - Una vocina da ragazzino mi colse di sorpresa. E così mi ritrovai davanti il giovane, allampanato Seth Clearwater.
Carino, dal viso simpatico e gioviale, mi tendeva la mano con garbo. Poteva avere al massimo quindici anni e dall'espressione del suo viso era piuttosto chiaro che si trattasse di un tipetto sveglio.

"Ciao Seth! Io sono Bella e lei è la mia amica Allison!"
"Ciao anche a te, Allison! Benvenute, accomodatevi. Mamma fra poco servirà il pranzo per mezza riserva!"

Anche Sue rise.

"A proposito. Dov'è il resto della ciurma? Mi pare strano che non si siano ancora fiondati in cucina..."
"Arriveranno tra poco Sue. Sta' tranquilla. Fossi in te non sarei così ansiosa di trovarmeli tra i piedi"

Trovai che l'occhiata con cui la moglie di Harry ricambiò le parole di Jacob fosse piuttosto eloquente. Sì, quello era l'aggettivo adatto. Anche se, francamente, stentavo a comprendere cosa avesse mai voluto dirgli.

"Beh, allora io finisco di apparecchiare la tavola. Ok?"
"L'aiuto, Sue"

Allison, da sempre perfetta donna di casa, si lanciò immediatamente all'assalto della cucina assieme alla signora Clearwater e poichè Seth pareva piuttosto d'improvviso impegnato con mio padre e Billy nell'organizzare una battuta di pesca, mi parve chiaro che la restante parte di tempo che ci divideva dal pranzo l'avrei impegnata assieme a Jacob Black.
Sbuffai.

"Ti secca stare da sola con me, Bella?" - Rise Jacob sotto i baffi, fingendo di ripulirsi il jeans.

"No."
"No?"
"No."
"Strano. Si direbbe il contrario."
"Mh."
"Ti va di fare un giro per la riserva?"

Incrociando le braccia al petto lo guardai con la coda dell'occhio. Forse camminare mi avrebbe aiutato a sciogliere la tensione.

"D'accordo."



*



Fuori casa Clearwater le nuvole ricominciavano ad addensarsi ma non c'era ancora minaccia di pioggia.
Gli alberi intorno la riserva schermavano la luce e tuttavia passeggiare sul terreno umido aveva il suo lato gradevole: l'odore di muschio selvatico arrivava forte alle narici, impregnava l'aria e riempiva i polmoni.
Mi piaceva.

Continuavo a tenere le braccia conserte e neanche me ne resi conto.

"Sei arrabbiata?"
"Uh?" - Feci svogliatamente. Ero sovrappensiero.
"Si capisce da come tieni le braccia sul petto. Sei sulla difensiva."

Perspicace.
Oh, avanti! Era inutile girarci attorno per cui sbottai:

"Che ne sai tu dei Cullen?! Che significa quello che hai detto l'altra volta?"
"Ah" - Rispose continuandomi a camminare di fianco, lentamente - "E' quello il problema. Siamo già a questo punto.."
"Quale punto?"
"Al punto che se ti toccano i Cullen ti irriti. Bene."

Mordeva il labbro inferiore, nervoso.

"Qual è il problema? Perchè non ti piacciono i Cullen? E soprattutto, come li conosci? Non li ha praticamente visti ancora nessuno in città!"
"Non dovrebbero neanche starci qui in città, Bella! Vuoi sapere come li conosco?"

Lo guardai perplessa, annuendo.

"Conosci le leggende della tribù Quileute?"

Leggende Quileute? Cosa c'entravano adesso con i Cullen?
Si aspettava forse che credessi a quattro stupide, antiche storielle?

"Senti Jacob, se stai cercando di..."
"Shhhh! Per piacere, ascolta!"- Mi intimò - "I Cullen erano menzionati già nei vecchi racconti tramandati dai miei avi!"

Lo guardai con la stessa espressione con la quale si può guardare un pazzo.
Ma lui non mi badò.

"Il mio bisnonno, Ephraim Black.." - Continuò, noncurante - "..stipulò con la famiglia Cullen un patto che prevedeva il loro definitivo allontanamento da Forks. E sto parlando di molti anni fa. Neanche tuo padre era nato, all'epoca."

Mi bloccai. Le gambe non rispondevano al volere della mente.
Non riuscivo a fare neanche un piccolo passettino in avanti.
Jake sembrava cos' irrimediabilmente sicuro. E risoluto. Istintivamente cominciai a credergli.

Lo guardai con occhi sgranati.

"Tu..."
"Bella, io so tutto dei Cullen. TUTTO." - Marcò molto l'ultima parola. - "Il mio bisnonno chiamava i Cullen e tutti quelli della loro razza i "freddi". Non dovrei neanche parlartene, queste sono faccende che riguardano esclusivamente la nostra tribù, ma Charlie è un amico di famiglia e tu sei sua figlia. Noi Quileute abbiamo il dovere di proteggere il nostro territorio e le persone che ne fanno parte. Ed io ho a cuore la tua salvaguardia. E' assolutamente necessario che tu conosca il pericolo cui stai andando così felicemente incontro."
"Ma loro sono pacifici, Jake! Non farebbero mai del male a nessuno..." - Esclamai apertamente.
"E' vero. Devo ammetterlo, seppur a malincuore. I Cullen sono succhiasangue innocui. Molto più pericolosi sono viceversa i loro amici che vanno in giro per Forks e dintorni seminando vittime come se nulla fosse."
"Tu ...tu dunque sai anche..."
"Sì Bella. In quanto custodi del territorio noi Quileute siamo a conoscenza di tutto, come ti ho già detto prima." - Mi rimproverò. - "In ogni caso, veglieremo su di te. E su ogni buon cittadino di Forks che possa ritrovarsi nella trappola di quei dannati succhiasangue..."
"Ma non potete!" - Sbraitai. - "Non ce la farete mai! Sono troppo forti ...e veloci! Io...io li ho visti!"

Mi sorrise, sornione ed eloquente, senza guardarmi negli occhi.

"Sottovaluti le nostre capacità. O semplicemente non le conosci. Noi Quileute possiamo molto più di quanto tu creda."

Il senso delle sue parole mi sfuggì. Come molte altre cose negli ultimi tempi.
Probabilmente stavo guardando Jake a bocca aperta e neanche me ne resi conto, giacché egli stesso, molto comicamente, pose una mano sotto il mio mento costringendo la mascella ad un movimento di chiusura.
Deglutii.

Il vento si alzò più forte intorno a noi. Dalla notte precedente non aveva accennato minimamente a calmarsi.
Mi strinsi nella giacca e Jacob mi guardò.

"Rientriamo Bella. Comincia a fare davvero freddo, non possiamo stare qui fuori. E scommetto che sarà tutto pronto, ormai è ora di pranzo."

"Ma io..."
"Vorresti saperne di più, me ne rendo conto. Ma non posso, Isabella. Mi sono già sbottonato troppo. Ti prego soltanto di far tesoro di quel che ti ho raccontato e stare attenta per il futuro. Non chiedermi altro, non posso accennarti di più."


Annuii senza parlare. Ero ancora troppo sconvolta per articolare lucidamente frasi di senso compiuto o per insistere apertamente tanto più che la risolutezza con la quale Jake aveva parlato aveva decisamente chiarito il concetto di "non chiedermelo mai più".

In definitiva, mi sentivo come l'ultima stupida a cui avevano deciso di raccontare il bel segreto.


Jacob mi sospinse meccanicamente verso casa Clearwater tenendo entrambe le mani sulle mie spalle. Irradiavano un calore quasi sovrumano, estremamente piacevole.
Io, dal canto mio, mi muovevo soltanto perchè sospinta da lui. Difficilmente sarei riuscita a far qualcosa di mia spontanea volontà, in quel momento.

Prima che rientrassimo, tuttavia, Jake si fermò di colpo, bloccando anche me.

"Bella. Volevo dirti che....Beh, ecco...Sappi che Edward non è più quello di un tempo."

Edward? Come poteva adesso sapere anche di Edward?

"Non è più la stessa persona che ricordi tu. Di prego di tenerlo bene a mente." - Sospirò infine prima che io potessi aprir bocca, scomparendo  dietro la porta d'ingresso.


*

Rientrai in casa di Sue ancora frastornata.
E la mia confusione non migliorò di certo davanti ad una ciurma di ragazzoni enormi, chiassosi e dai caratteristici tratti indiani, ammassati direttamente tra il divano del salotto e le sedie in prossimità del tavolo da pranzo.
Mio padre e Billy si trastullavano tranquillamente in mezzo alla comitiva e non sembravano assolutamente a disagio.

Gli amici diJacob - perchè tali dovevano essere - erano piuttosto ciarlieri, sorridenti e confusionari: si lanciavano addosso pallottole di carta e sbraitavano per la fame. Mi parvero simpatici, nonostante tutto.

Il più alto e ben messo, probabilmente anche il più adulto tra loro, era l'unico ad avere uno sguardo più serio e decisamente imponente. Mi metteva soggezione.
Se ne stava seduto sul bracciolo della poltrona, cingendo per la vita una ragazza minuta, almeno rispetto alla sua stazza, dai lunghi capelli neri e la pelle ramata.
Presubilmente doveva trattarsi della sua fidanzata.
Vista di profilo, appariva bellissima con quelle labbra carnose appena dischiuse e le lunghe ciglia scure leggermente abbassate.
Ma quando si voltò nella nostra direzione, per darci il benvenuto, rabbrividii: metà del suo bel volto era orribilmente sfregiato da tre lunghe cicatrici oblique che si stagliavano dalla fronte al collo delicato.

"Sam! Emily! Ci siete anche voi!" - Esclamò Jacob alle mie spalle, sorridendo. Non pareva impressionato.
"Ehy, Jake. Ciao" - La ragazza, Emily, abbracciò Jacob con trasporto. Sembrava volergli davvero bene.
"Non speravo di vedervi qui..."
"Sue ha insistito...E poi ci faceva davvero piacere..."
"Avete fatto bene..."

Un grugnito ci raggiunse dalla porta.
Leah.
In tutta onestà sembrava che non gradisse la presenza di nessuno di noi.

"Bella?  Vieni qui."
"Uh...?"

Mi mossi lentamente. Le immagini dei presenti, nella stanza, mi scorrevano davanti confusamente, a scatti, tanto ero frastornata. Faticavo nel mettere insieme i miei pensieri e ciò che la mente catturava dal mondo di fuori.

Jacob mi tese la mano, aiutandomi a muovere più facilmente.

"Bella, ti presento Sam Uley. E' come un fratello per me..."

"Piacere Sam.."
"Ciao, Bella."

"...Mentre lei" - Continuò Jake - "E' Emily Young. Emily è cugina di Leah e Seth."
"Oh...Salve, Emily." - Mormorai evitando di prestare troppa attenzione alle sue cicatrici. Non volevo certo metterla in imbarazzo.
"Ciao Bella, benvenuta alla riserva. E' un piacere per tutti noi fare la conoscenza della figlia del capo Swan"

Le sue belle labbra carnose si aprirono in un sorriso così sincero e luminoso che fu impossibile non concentrarmi su di esso totalmente. Le ferite passarono in secondo piano.
Emily, così gentile e solare, somigliava molto più a Sue di quanto non fosse per Leah che se ne stava ancora, scontrosa e solitaria, in un angolo della casa, presso la finestra, guardando fuori con sguardo accigliato. Non riuscivo a comprendere cosa la irritasse ma era evidente che la compagnia di qualcuno tra noi (e presumibilmente in questo "qualcuno" ero compresa anch'io, visto il benevenuto che mi aveva riservato) le provocasse irrimediabilmente disagio e tensione.

Benché mi dispiacesse pensarlo decisi che avrei tenuto Leah Clearwater sufficientemente a distanza per il resto del pranzo.

Dalla cucina udimmo un frastuono di pentole e stoviglie.

Allison fece finalmente il suo ingresso in salotto recando tra le mani il primo piatto di portata. Avevo uno sguardo tanto fiero che sembrava quasi mostrasse un trofeo piuttosto che un vassoio ricolmo di cibo. Era piuttosto comica. Dietro di lei veniva Sue, sorridendo.

"Questa ragazza è un portento in cucina, Bella!"

Sorrisi anch'io, in procinto di risponderle orgogliosa, quando un fastidioso rumore di vetro in frantumi mi costrinse a guardarmi dietro.

Uno dei ragazzoni di cui ancora ignoravo il nome, aveva lasciato cadere in terra il bicchiere dal quale stava bevendo la sua Coca Cola.
Il liquido si allargò sul tappeto in una macchia scura, difficile da ripulire.
Ma non parve curarsene particolarmente.
Mentre i presenti lo guardavano perplessi, lui se ne stava fermo ed impalato, a bocca aperta, fissando un punto di fronte a sè.

Non comprendevo sinceramente il perchè di tanta sorpresa: non c'era nulla di strano in quella stanza.
Seguendo però, con lo sguardo, la direzione puntata dal ragazzone, scoprii divertita che conduceva direttamente a quella porzione del salotto dove si affaccendava Allison, incurante del trambusto che aveva provocato.

"Un colpo di fulmine con i fiocchi" - Pensai sorridendo.

Non avevo mai visto nessuno guardare con altrettanto trasporto una persona. Forse soltanto Edward nei momenti migliori del nostro amore.

Alle mie spalle sentii Jacob ridacchiare.

"Ok Sam. E' andato pure Embry, adesso sì che siamo a posto!"





Angolo dell'autrice:

Buondì mie giovani e splendide lettrici!
Come va?
Dunque.....Ecco qui il nuovo capitolo....Sdoppiato perchè è piuttosto lungo e non mi andava di mettere tutto in un'unica sezione...Come avrete potuto leggere, abbiamo un bel po' di notiziuole..Partendo dalla semi - verità che Jacob rifila a Bella arrivando fino all'imprinting di Embry con Allison (ed a dir la verità, Allison non c'ha capito niente! Manco se n'è accorta! XD).
Perchè proprio Embry, direte voi...A dir la verità sono stata combattuta per molto tempo fra Paul (sì, lo so che Paul ha l'imprinting con Rachel, la sorella di Jake, ma volevo dare un po' di pepe alla storia ^^) e proprio Embry che mi pare sia l'unico, forse, a non subire imprinting nella storia originale...Alla fine ho optato per quest'ultimo perchè preferivo non mettere troppa carne a cuocere, giacchè, prossimamente, scoprirete che che il nostro giovane indiano dovrà già vedersela con un altro pretendente...In tre erano davvero troppi, bastano due rivali in amore per Allison quindi, vada per Embry Call! ;)
Che altro dirvi? Spero ovviamente che il capitolo vi sia piaciuto....Benchè non ci sia molta azione qualche colpo di scena c'è per cui...Confido nel vostro gradimento!
Grazie mille per le scorse recensioni....Erano commoventi! Tra poco, tra l'altro, passerò a rispondervi... Non immaginavo vi sarebbe piaciuto tanto il "ritrovamento" tra Edward e Bella, mi avete colta di sorpresa! Ovviamente i guai non sono finiti qui, Victoria tornerà, Keira pure, con i lupi la situazione non sarà per niente facile però...Per adesso sono uniti di nuovo! Tra l'altro vi posso annunciare altri dolcissimi incontri tra i due, a breve!
Ringraziandovi ancora, mando un bacio a tutte voi!

MaTiSsE!





   
 
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