Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Kaimy_11    09/03/2011    3 recensioni
[Era la ragazza più antipatica, viziata, odiosa e saputella che avessi mai conosciuto. Mi batteva nei duelli, era più furba di me. Era migliore di me. Tuttavia, quando capiva di non aver speranza, di aver perso, usava l'arma più crudele, eppure più potente, che conosceva: Le sue lacrime. Anche adesso, io sono qui a dirle che me ne devo andare, che sono un assassino e che non posso stare con lei, ma lei piange. Ed io come faccio a dirle che la amo? Come faccio a dirle che non vorrei lasciarla ma che devo, per il suo bene... Mi basta un suo sorriso per capire che non sono altro che un satellite attratto dalla forza di gravita che esercita su di me il pianete che lei è...] Storia già pubblicata ma cancellata durante un momento di follia. Ovviamente revisionata, spero che vi piaccia rivivere i setti anni ad Hogwarts visti da una ragazza che seguirà la vita di…Draco! Se amate questo personaggio e volete vedere come sono stati i suoi anni a scuola e come ha vissuto la battaglia contro Voldemort…leggete!. (la storia segue i Film e i libri)
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Image and video hosting by TinyPic
37

33. Sfumature.

 

 

 

 

Le vacanze erano finite, la scuola era ricominciata. Era domenica pomeriggio, c’era chi era andato ad Hogsmeade, chi si allenava per il Quidditch, chi era chiuso in biblioteca. Ma la maggior parte degli alunni era andata alla festa organizzata ai Tre Manici di Scopa, per il centesimo anniversario del locale.

Nella sua sala comune non c’era nessuno, forse era stato questo a spingere Areal a scendere le scale della torre, fino a seguire uno dei lunghi corridori, arrivando al secondo piano nell’ala nord del castello. Lì c’erano molte finestre, nascoste da un secondo muro. Areal continuò a camminare, ma poi si fermò, agirò l’angolo e rimase ad osservare Draco Malfoy.

Era bellissimo, il volto pallido illuminato dalla luce del sole, la tristezza e la stanchezza evidenziati nel suo sguardo più di ogni altra espressione. Non indossava la divisa, vestiva con un pantalone ed una camicia nera. Era seduto proprio davanti alla finestra, sugli scalini decorativi del sotto davanzale, e guardava fuori, annoiato, con la schiena contro la parete.

Areal aveva fatto un incantesimo, la luce di campanellino, e un fiocco di luce rosa era apparso davanti ai suoi occhi, guidandola fino al punto un cui si trovava adesso. Aveva bisogno di vedere Draco.

Quest’ultimo voltò appena la testa, senza togliersi dal viso la solita, spenta, espressione vuota. Areal era in piedi davanti a lui, ammesso che il castello non fosse stato deserto, nessuno li avrebbe visti dato il muro che li divideva dal corridoio. La ragazza aveva i capelli neri sciolti, lunghi che scendevano sulle spalle e davanti, ondulati e soffici. Il viso perlaceo era bellissimo nonostante la serietà con cui lo stessero fissando quegli occhi di cobalto attorniati da lunghe ciglia scure. Il naso dalla linea delicata, gli zigomi alti e rosati, le labbra sottili. Era bella. Indossa una gonna corta di Jeans che risaltava le lunghe gambe, ed un maglioncino blu intenso, come i suoi occhi. 

Areal non disse una sola parola mentre si sedeva davanti a Draco, i due si guardarono per interminabili secondi e parvero dirsi molte cose. Erano seri, decisi, eppure tristi. Forse perché sapevano, entrambi.

La ragazza allungò lentamente le mani sporgendosi verso di lui e gli prese il polso sinistro trascinandogli il braccio verso le sue ginocchia, su cui lo poggiò. Si guardò ancora negli occhi con il ragazzo, che non disse nulla, la fissava intensamente, sconfitto da qualcosa di molto più grande di lui. Le dita sottili di Areal sbottonarono con estrema lentezza il bottone del polsino della camicia di Draco e, con ancora più dolcezza, sollevarono la camicia sino al gomito, lasciando scoperta la pelle bianca dell’interno del braccio. In tutta questa procedura Areal rimase con gli occhi fissi in quelli di Draco.

Solo in seguito, mentre il biondo rimaneva totalmente privo di espressione, Areal abbassava gli occhi sul marchio che risaltava nero su bianco sul braccio di Draco. Era un teschio dalla cui bocca usciva un lungo serpente. La ragazza rimase a fissarlo senza batter ciglio e, lentamente, ogni secondo in più che passava, il suo labbro inferiore tremava sempre più forte e gli occhi le si inumidivano sempre di più. La sua testa fece uno scatto verso la finestra, segno di rifiuto verso ciò che stava vedendo.

La verità a cui non voleva credere sbattutale in faccia.

Continuarono a non parlare, ma Areal smise di trattenere le lacrime che iniziarono a rigarle il viso.

Draco tornò improvvisamente vigile ma sempre serio.

Era l’espressione di un uomo rassegnato.

Sottrasse il braccio dalle mani di Areal e se lo avvicinò al mento, risistemando la manica e richiudendo il bottone con il volto girato verso la finestra.

Erano così immobili i due ragazzi, lei piangeva con occhi vuoti fissando un punto imprecisato, lui  continuava a guardare fuori dalla finestra.

Areal si alzò e con movimenti lenti si sistemò sulle ginocchia di Draco, il ragazzo la lasciò fare guardandola dritto negli occhi, allargò le braccia per accoglierla. Lei si strinse a lui e gettò la testa sulla sua spalla, quasi dietro la sua testa dato che era leggermente più  alta in quella posizione. Per un primo istante il ragazzo le mise appena le mani attorno alla vita, con moderazione ma, quando la ragazza iniziò ad abbracciarlo sempre più forte, soffocando i singhiozzi dietro la sua nuca, Draco la strinse con così tanta decisione e bisogno che Areal pensò che non avrebbe potuto liberarsi da quella stretta neppure lottando con tutte le sue forze.

Draco le avvinghiò letteralmente i fianchi con le sue forti braccia, tenendola contro il suo petto e affondando il viso fra i suoi capelli lisci. La rabbia lo stava soffocando, la frustrazione era insopportabile, serrò gli occhi mentre anche Areal lo teneva stretto senza la minima intenzione di lasciarlo andare. Entrambi tentavano inutilmente di nascondere il proprio dolore, insieme, condividendo quella sofferenza abbracciati convulsamente.

-Non mi lasciare Areal, ho bisogno di te- disse Draco, la voce rauca.

Areal emise un lamento stridulo, di dolore, fra le lacrime. Si strinsero ancora di più, poi la ragazza si scostò appena, si guardarono negli occhi e un disperato bacio unì le loro labbra. Draco la teneva dai fianchi e lei intrufolò le lunghe dita fra i suoi capelli biondi. Si lasciarono andare a quella passione improvvisa, al desiderio, al bisogno che avevano di appartenersi, lasciando che il bacio crescesse. Si strinsero, continuarono a baciarsi, e poi, si guardarono negli occhi…

 

La sala comune dei Serpeverde era logicamente vuota e lo sarebbe rimasta fino a sera. La stanza di Draco aveva quattro letti matrimoniali, ognuno addossato contro una parete e nascosto in una specie di nicchia con tendoni verde scuro che potevano richiudersi. Il letto di Draco era ricoperto da una trapunta verde e fu lì che il ragazzo la depositò con cautela. La baciò con passione mentre la stendeva sul letto e la sovrastava con il proprio corpo. Continuò a baciarla, sul collo, sulla scollatura, e poi di nuovo sulle labbra. Le mani di Areal rimanevano intrappolate fra i suoi capelli dietro la nuca per poi percorrergli la schiena ora nuda, con le unghia sottili, provocandogli piccoli brividi di piacere.

Non importava a cosa fossero condannati, non importava quanto giovani fossero per il peso che avevano deciso di condividere, importava solo che fossero realmente insieme, che fossero uniti e legati come non lo erano mai stati.

Draco aveva bisogno di sentire quelle mani fredde su di sé, quel corpo morbido aderire al suo e di perdersi in quel mare scuro e caldo che erano gli occhi di Areal.

Lei decise che non poteva più vivere se non era fra le braccia di Draco, se non c’era il suo respiro caldo a sussurrarle all’orecchio e le sue labbra a baciarla, o le sue carezze sulla sua pelle. Quegli occhi di acqua marina erano così profondi da farle girare la testa, ma sembravano liquidi tanto erano caldi.

Chissà per quanto sarebbe durata quella pausa del dolore, ma per il momento c’era, ed era magnifica.

 

 

 

 

Continua….

 

 

Capitolo troppo corto, lo so, ma mi piaceva lasciarlo finire così. Spero di farmi perdonare dato che aggiorno presto XD

 

Grazie ai lettori e soprattutto a Nocticula_Nott  e  BumBj.

 

Se questa storia vi piace, oppure no, lasciate un commento giusto per farmi sapere cosa ne pensate.

 

A presto, grazie ^^

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Kaimy_11