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Autore: Semplicemente G    09/03/2011    1 recensioni
La famiglia Potter e la famiglia Weasley, sei anni dopo la sconfitta di Voldemort, si troveranno a combattere una forza oscura a loro ignota... distruttiva. Dovranno proteggere tutti, la famiglia... il Mondo Magico. Ma i nostri eroi ci riusciranno? Per scoprirlo basta solo leggere.....
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 22

 

 

Capitolo 22: L’ora della Verità

28.03.2005

 

Roberson sbatté una mano sul tavolo, alzandosi in piedi di scatto.

Di fronte a lui, Bancroft, in manette incatenato al tavolo, gli sorrideva.

- Perchè. Mi deve spiegare perchè! – disse calmo Harry. Era l’ultimo interrogatorio. Avevano già fatto confessare tutti gli altri e rimaneva solo Bancroft. Gli avevano dato il Veritasserum e nonostante avesse ingerito la potentissima pozione preparata da Hermione, non parlava. Gli altri erano capitolati immediatamente, avevano confessato tutto, ma Bancroft non voleva parlare.  

Nella stanza c’erano solo lui, Ron, Harry, Roberson e due guardie della sicurezza.

Si trovavano nella sala interrogatori dell’ Quartier Generale.

Un’aria cupa era dipinta sul volto di Harry e Ron.

Dopo il conflitto svoltosi nell’ Atrium del Ministero, erano finalmente riusciti a catturare Bancroft.

Attorno al tavolo dove era seduto il Mangiamorte c’erano cinque guardie della sicurezza che tenevano d’occhio ogni suo movimento.

Roberson aveva deciso di tenerlo in cella di isolamento, prima che venisse interrogato.

Era rimasto in quel buco di prigione per due interi giorni, senza parlare con nessuno. Eppure si ostinava a non voler collaborare...

- Perchè? – ridacchiò come un pazzo, spostando il suo sguardo verso Harry. – Perchè dovrei collaborare? Non ci guadagno. Azkaban non me lo foglie nessuno. -

- Magari, invece che 300 anni di carcere le verrà scontata la pena a 250!! – gridò Roberson sbattendo di nuovo i palmi aperti delle sue mani sul tavolo.

Bancroft, per nulla intimidito dal gesto quasi violento, rise.

Roberson grugnì, e raddrizzò la schiena.

Prese a passeggiare per la stanza con moto circolare.

- Ma lei si rende conto che ha ucciso Babbani innocenti, che non avevano fatto niente, praticamente per puro divertimento? – esclamò Ron.

Bancroft rise più forte.

Il Capo Auror diventò di una bellissima tonalità di rosso acceso.

Sembrava che fosse sul punto di scoppiare in tanti piccoli pezzettini, e dopo aver lanciato un’occhiataccia a Bancroft, si allontanò dal tavolo uscendo dalla stanza sbattendo la grande porta di legno.

- Che caratterino... – mormorò Bancroft.

Harry e Ron, dopo aver rivolto uno sguardo alla porta, spostarono di nuovo la loro attenzione sull’uomo seduto davanti a loro. Harry si alzò dalla sua sedia, cominciando a camminare attorno al tavolo.

- Ricapitoliamo, lei, seguace di Voldemort, dopo la sua definitiva sconfitta, decide fondare un gruppo di Mangiamorte per “portare a termine ciò che il Signore Oscuro aveva iniziato, sterminando i Babbani”. Esatto? – narrò Harry continuando a camminare.

- Potrebbe essere esatto... – ribatté Bancroft, lasciando la frase appositamente in sospeso.

Ron continuò a fissare Bancroft con uno sguardo penetrante. L’uomo non si sottrasse, ma rispose allo sguardo con un sorriso.

 

Niente.

Dopo altre due ore l’uomo non aveva detto niente. Si era limitato a battere l’indice ritmicamente sul tavolo, sorridendo e rispondendo solo con frasi enigmatiche e senza un significato apparente. (*)

Ron era distrutto. Si abbandonò allo schienale della sedia.

Harry non aveva fatto altro che camminare intorno al quel maledetto tavolo.

Ron cercò di ripercorrere con la mente quelle lezione all’Accademia sugli interrogatori, con scarso successo. Di quelle noiosissime lezioni, aveva buttato tutto nel dimeticatoio.

C’era un’unica cosa che voleva provare...

Probabilmente l’unica cosa di quel maledetto corso di psicologia che era stato costretto a seguire, che si ricordava.

Fece una smorfia tra se e si raddrizzò sulla sedia.

“Tanto vale provare...” si disse tra se.

Puntò lo sguardo su Bancroft. Nessuno nella stanza fiatava. Harry continuava a camminare silenziosamente in cerchio, aspettando che Bancroft disse qualcosa.

- Lei si crede tanto bravo, vero? -

Due paia di occhi si puntarono su di lui.

Ron non distolse lo sguardo dall’uomo seduto di fronte a lui.

- Perchè si crede bravo? Forse perchè secondo lei, è stato così bravo da riuscire ad arrivare dove Voldemort non aveva potuto. Si crede superiore a lui. – lo sbeffeggiò.

Bancroft si irrigidì.

Ron vide le vene del collo tese e sorrise.

- Lei non sa niente. – sputò l’uomo, livido di rabbia.

Harry, immobile dal momento in cui Bancroft aveva parlato, scrutò Ron con un’espressione concentrata.

- Oh, ma cosa crede? Che io sia nato ieri? – rise Ron, continuando a prendersi gioco di lui.

- Si sente orgoglioso di se. Perchè aveva preso il posto di Voldemort tra i suoi Mangiamorte. Perchè si sentiva adorato come un Dio, finalmente aveva trovato un posto in cui si sentiva il Capo. Non è vero, Capo Bancroft?

Lui diventò rosso come un pomodoro, mancava poco che gli uscisse fumo dalle orecchie. Cercò di riprendere il controllo di se, per non mostrarsi incazzato nero.

- Stia zitto. – sibilò tra i denti.

Ron si alzò dalla sedia e piazzò le mani sul tavolo, sorridendo angelico.

- Lei, lei, Bancroft crede che se Voldemort fosse stato vivo l’avrebbe ringraziato? L’avrebbe inserito nella sua ala protetta? L’avrebbe elogiato di fronte a tutti? – chiese Ron con una smorfia arrabbiata. -  Lei non era che un burattino, un Mangiamorte con delle grandi ambizioni per il suo futuro. –

Ad ogni sua parola Bancroft diventava sempre più rosso e si irrigidiva, mettendo in evidenzia le vene sul collo.

- Era. Solo. Un. Burattino. –

Ron calcò con forza le parole.

- Stia zitto!! – gridò Bancroft. – Il Signore Oscuro sapeva riconoscere chi era un suo devoto seguace. Mi avrebbe ricompensato. -

Si fermò ansante. Gli occhi quasi fuori dalle orbite saettavano a destra e sinistra, dando uno sguardo da pazzoide all’uomo.

Si alzò lentamente, riprendendo almeno apparentemente il controllo di se stesso.

Sorrise, prima di parlare.

- Io ho solo continuato ciò che Il Signore Oscuro aveva cominciato. Ho cercato di completare la sua opera. -

Ron e Harry lo guardarono fisso, aspettando che continuasse a parlare.

- E cosa vorrebbe dire “completare la sua opera”? – sussurrò Ron, con uno sguardo duro.

Bancroft rise, gettando la testa all’indietro. Una risata sadica e malefica uscì dalla sua bocca.

- Eliminare tutti i Babbani! Voi proprio non capite. Eliminando tutti quegli insulsi Babbani potremmo fare a meno di nasconderci! Siamo superiori a loro! -

Sembrava che parlasse con degli analfabeti, visto il tono con cui si rivolse ai due Auror.

- Discendiamo, anzi, io discendo da una stirpe di Maghi purissimi! Abbiamo il dono della Magia!! Non possiamo abbassarci a convivere con quella feccia!! -

- Come ha fatto? – sorrise beffardo Ronald. -  Lei ha cercato di emulare Voldemort, ma non ci è pienamente riuscito. Devo ammettere che ha fatto un buon lavoro... In sette anni ne ha reclutati abbastanza di Mangiamorte, se così si possono chiamare. –

Bancroft lo guardò come se fosse un imbecille.

- Ma sta scherzando? Io ho fatto un eccellente lavoro!! Ho tirato su dal nulla un esercito di Mangiamorte pronto a combattere il Ministero! Tutti in grado di combattere i fantomatici Auror. – pronunciò l’ultima parola con una nota di disprezzo nella voce. Poi si protese verso Ron, abbassando il tono di voce. – Sa, il mio scopo era far cadere il Ministero. Dovevo prendere possesso della carica di Ministro della Magia, così da fare tutto ciò che volevo. Avrei potuto epurare tutti i Babbani dalla faccia della terra e lasciare che i maghi ne prendessero il comando. Eccitante, vero? – ridacchiò come un pazzo e riprese il suo discorso, mentre il piccolo registratore, davanti a lui, imprimeva sulla pellicola tutto ciò che diceva.

- Ero abbastanza del giro dei Mangiamorte per sapere dove si trovavano una parte dei seguaci del Signore Oscuro che ancora si nascondeva dal Mondo Magico. Sono andato da loro, vivevano in condizioni terrificanti. – ebbe un brivido che gli fece chiudere gli occhi, ma subito dopo riprese il suo discorso, eccitato. – Gli ho semplicemente chiesto di unirsi a me. Promisi loro una vita migliore. Migliori condizioni di vita. Sono ricco, sapete. –

Fece una pausa, in cui il suo sguardo si fece vacuo, mentre fissava un punto davanti a se.

- Non ho avuto problemi di nessun genere, li ho addestrati a combattere e loro hanno riconosciuto in me un leader, un Capo gruppo. -

- Diciamo che si è imposto loro Capo. – precisò Harry.

Lo sguardo di Bancroft saettò su di lui.

- E chi altro avrebbero potuto scegliere? Ero il migliore di loro, quello più intelligente. Mezzi dei miei Mangiamorte erano avanzi di galera. Non avevano un briciolo di cervello. L’unica cosa che sapevano fare era quantomeno cercare di obbedire agli ordini. Molte volte non erano neanche capaci di fare quello. – borbottò con un’aria schifata.

- E Sackville? – domandò Ron. Ormai aveva confessato tutto, tanto valeva che finisse il suo racconto.

- Sackville, Sackville... – mormorò Bancroft lisciandosi il mento.

- Sackville aveva un potenziale importante. Era bravo. Un ragazzo di bell’aspetto, che sembrava innocuo, gentile, con un grandissimo talento come Mangiamorte. Abile nel combattimento, forte, scattante... il Mangiamorte perfetto. – commentò Bancroft soddisfatto.

Ridacchiò ancora, guadagnandosi un’occhiata disgustata di Harry.

Ron si alzò dalla sua posizione. L’uomo davanti a lui sorrise.

- Sono felice. Ora mi sento importante. Sono diventato qualcuno. Non vivrò più all’ombra di tutti. Ora sono: Il Capo Bancroft. – finì la frase in un tono solenne.

Nessuno fiatò per qualche minuto.

- Sicurezza. – bisbigliò Ron. Immediatamente gli uomini che per tutta la durata dell’interrogatorio erano rimasti immobili, si avvicinarono a Bancroft. Gli tolsero le manette che l’aveva tenuto incatenato al tavolo e gliene misero un’altro paio.

Bancroft si girò verso Harry e Ron e sorrise.

Non fu un sorriso come gli altri, da pazzo psicopatico. Sembrava solo quello di un uomo triste e rassegnato. Girò la testa dall’altra parte e gli uomini della sicurezza lo scortarono fuori.

Dopo che la porta fu chiusa con un tonfo, Harry sospirò, accasciandosi sulla sedia accanto a Ron.

- È finita, Harry. – gli disse Ron, passandosi una mano sulla fronte sudata.

- Come hai fatto? A farlo parlare. – gli domandò l’amico, chiudendo gli occhi.

- Sai che ho seguito quel corso di psicologia, quando sono entrato al corso Auror. Me l’aveva consigliato Hermione, aveva detto che prima o poi mi sarebbe tornato utile. –

Harry annuì senza aprire gli occhi.

- E ho usato quel poco che mi ricordavo per far parlare Bancroft. Non penavo che sarebbe potuto funzionare. -

- Bravo, Ron, però. Ci tocca stendere il verbale. – disse Harry, dandogli una pacca sul ginocchio e alzandosi.

Ron sbuffò sonoramente.

Si alzò, prese dal registratore sul tavolo la cassetta audio e se la mise in tasca.

Lui e Harry lasciarono la stanza senza voltarsi indietro.

 

A casa, Ginny, Hermione, Hilary e Agnes stavano guardando un film.

Erano accoccolate sul divano con un sacchetto di popcorn in mano.

- Ginny? Credi che Bancroft abbia confessato? – domandò Hilary, voltandosi verso di lei, mentre i titoli di coda si susseguivano sullo schermo.

- Spero di si. – mormorò lei. – Ormai l’hanno catturato, e messo in prigione. E grazie al Veritasserum di Hermione dovrebbe aver confessato tutto. –

- Ma, visto che il caso è chiuso, - prese parola Agnes. – Dove andrò io? –

Ginny e Hermione si guardarono.

- Può rimanere qui. – proposero.

Agnes sorrise, ma scosse la testa in un cenno negativo.

- No, grazie. Non posso usurpare la vostra ospitalità cos’ tanto. -

- Potrebbe venire con me e Natasha. Ho parlato con lei, qualche giorno fa e mi ha detto che ha deciso di vendere la casa e di comprarne una nuova. Potrebbe venire a stare con noi. Mi sono affezionata tanto a lei, Agnes.- sussurrò Hilary, sorridendo alla donna.

Lei ci pensò su un attimo e poi accetto, sorridendo gioiosa a Hilary.

Anche Ginny sorrise, accarezzandosi il pancione con una mano.  

Il bambino, scalciò, facendo sorridere la madre.

 

 

La sera Harry e Ginny erano seduti sul divano di casa, abbracciati. Le mani di Harry accarezzavano piano il pancione della moglie.

- È finita vero, Harry? – domandò lei. Il marito le sorrise, infondendole un senso di protezione e sicurezza.

- Si. È finita. Bancroft sconterà il suo ergastolo insieme a tutti gli altri Mangiamorte. –

- Bene. Ora, visto che non ci sono più branchi di Mangiamorte che cercano di ucciderci, posso tranquillamente occuparmi di tuo figlio, che oggi non ha fatto altro che scalciare. –

- Ahh. – sospirò Harry. – Cosa vuoi che ti dica, Ginny? Sono sicuro che sarà un giocatore di Quidditch perfetto. Ancora più bravo della mamma, se possibile. –

Ginny gli sorrise.

- Bene, allora sentito piccolo? Il papà ha già deciso cosa farai nella vita. -

Lei scosse la testa, ridacchiando.

- Harry, che ne dici se decidiamo un nome per il piccolo? – propose.

Harry la guardò negli occhi.

- Dal tuo sguardo già so che hai in mente un nome. Avanti. Dimmelo. -

Ginny abbassò lo sguardo, guardandosi le sue mani, sopra quelle di Harry.

- Io avevo pensato a James Sirius Potter... cosa ne dici? – domandò mordendosi il labbro inferiore.

Harry le sorrise, staccando le mani dalla pancia di Ginny per portarle sul suo viso.

- Dico che ti amo, Ginny. -

La baciò piano, assaporando quelle labbra che non si sarebbe mai stancato di baciare.

- Anche io ti amo, Harry. –

Rimasero tutta la sera abbracciati, con le mani di Harry sul ventre di Ginny, per sentire il piccolo James Sirius Potter scalciare dentro di lei.

 

 

 

Salve a tutti!!

Il penultimo capitolo!!

Siamo alla fine di questa avventura!!

Grazie a tutti, chi ha recensito, inserito la storia tra le preferite, seguite e ricordate...

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che mi lascerete un commentino, anche per dirmi che fa schifo...

Ci terrei moltissimo...

Bancroft ha confessato. Spero che abbiate colto quello che volevo dire tra le righe. Vediamo chi indovina...

Ah... riguardo Roberson nonostante lui sia un Capo Auror, quindi un’alta carica del Ministero,è dotato di pochissima pazienza. Per questo che nel capitolo ha quell’atteggiamento rude. Non dà l'impressione di essere un vero Capo, e di avere i nervi saldi, ma è veramente il migliore.

 (*) : Ho preso questa scena dal Telefilm Numb3rs.

Grazie a tutti e a presto con l'ultimo capitolo!

Luna Renesmee Lilian Cullen :=)

 

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'Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J.K. Rowling; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro'.

 

  
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