Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: deba    09/03/2011    7 recensioni
Lina è bella, è giovane, è stronza e si rivela dolce. Alec è bello, è immortale, è stronzo e si rivela dolce. Tra segreti mai svelati, verità nascoste, bugie che fanno male e sorprese inaspettate, nascerà un grande amore?
Storia ambientata circa un anno e mezzo dopo breaking dawn.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Carlisle Cullen, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Volturi | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
coraggio

CAPITOLO 18

 

Coraggio

 

 

(POV Lina)

 

All’improvviso smisi di piangere, forse perché ormai avevo completamente esaurito le lacrime.

Ero seduta in braccio ad Alec, aggrappata alle sue forti braccia. Lui non aveva smesso un secondo di accarezzarmi la schiena e i capelli. Come sempre era rimasto in silenzio, rispettando il mio.

Lo adoravo.

In poco tempo era riuscito ad entrarmi dentro, come solo Serena era riuscita. Ma lui forse ancora di più. Il solo pensiero di non averlo per qualche motivo più al mio fianco, mi mandava in panico. Istintivamente resi la mia presa su di lui più ferrea.

“sono qui piccola, sono qui..”

Lo sapevo. Lui, come me, non avrebbe potuto stare lontano e ne ero felice. Lo avrei voluto, sempre. Ero egoista lo so, ma non me ne importava.

 

All’improvviso mi accorsi di stringere qualcos’altro oltre alla giacca di Alec, nella mano destra. La foto di mio padre. Non me ne ero accorta. Avevo continuato a stringerla per tutto questo tempo, da quando avevo lasciato mia madre al parco.

Al pensiero mi si strinse lo stomaco. No. Non potevo permettermi di cadere di nuovo. Dov’era finita tutta la forza che caratterizzava la Lina di ghiaccio di un tempo?

Presi un respiro e cercai di distrarmi, così parlai con Alec.

“hai ragione. Ho finto. Ma mi è sembrata un’ottima scusa per potermi allontanare da loro. Quello che voglio ora, sei tu. Restare insieme per sempre. Nient’altro ha più importanza.”

“sei sicura di questa decisione?”

Ci pensai come minimo, mezzo secondo.

“si” dissi fermamente decisa.

Mi guardò negli occhi. Sono sicura che quello che ci avrebbe trovato non poteva essere che sincerità. Ne ebbi conferma dal fatto che subito dopo mi baciò.

Mi sentii improvvisamente risucchiare nel nostro mondo perfetto. Dove esistevamo solo io e lui. Le sue labbra sulle mie,  un tocco soave. Il suo respiro, un profumo che ti creava dipendenza. Le sue mani, semplicemente delicate su di me. Il nostro bacio sempre più passionale si bloccò quando lui si tirò indietro.

“scusami” disse con il fiato corto

“stavo per perdere il controllo… tu mi fai impazzire” disse con gli occhi che bruciavano del desiderio che aveva di me.

Sentire pronunciare quelle parole, con quel tono eccitato mi provò mille sensazioni dentro. Avrei voluto stenderlo sotto di me e, Dio solo sa cosa, l’istinto mi gridava di fare ma non potevo.

Lui si stava a dir poco trattenendo da tutti i suoi di istinti, che forse erano un po’ diversi dai miei. So che avrebbe sofferto se mi avesse fatto lui stesso del male. E so che non se lo sarebbe mai perdonato. Quindi dovevo cercare di andargli incontro.

 

Mi staccai mal volentieri e mi sedetti a fianco a lui.

Lui di rimando, mi guardò con uno sguardo di muta gratitudine e dispiacimento.

“non sarà così per sempre” mi disse allungando la sua gelida mano e accarezzando la mia guancia, lasciando al suo passaggio una scia di fuoco.

_________________________________

 

Iniziava a farsi scuro.

Guardai il cielo, poi mi voltai e guardai il mio angelo nero. Lui fece lo stesso e con uno sguardo capii che era giunto il momento di incontrare il famigerato Aro.

 

Mancava poco per raggiungere Piazza dei Priori.

E chi l’avrebbe mai detto? C’ero passata così tante volte per quella piazza, chi avrebbe mai potuto sospettare che nel palazzo ci potessero vivere dei vampiri millenari?

Una volta giunti di fronte il palazzo mi fermai istintivamente e lo osservai, come se lo guardassi per la prima volta. L’enorme torre campanaria che più volte nella mia vita mi aveva portato aiuto dicendomi che ero in ritardo per la scuola o a qualche appuntamento, ora mi metteva paura.

Solo ora che sapevo cosa si celava dietro a quella facciata di mattoni e stemmi di antiche famiglie, sentivo quanto quel luogo trasmettesse inquietudine.

 

Alec mi strinse la mano e mi disse: “coraggio”.

Lo guardai negli occhi per riuscire a far diventare quella parola, realtà.

L’effetto non fu quello desiderato, però per un momento mi dimenticai di tutta quella faccenda e pensai solo al mio amore e basta.

 

Entrammo da un enorme portone sul quale vi erano incise diverse frasi, in latino mi sembrava.

Percorremmo un lungo e ampio corridoio, ai lati del quale vi erano immensi affreschi. Ne notai uno, alla fine di esso, che portava il nome di “Crocifisso e santi”, la disperazione negli occhi della Madonna inginocchiata al destra della croce mi strinse il cuore. Che fosse giusta la mia decisione? O vampira o morte. Mia madre soffrirebbe in entrambi i casi, ma forse nella mia messa in scena, lei almeno avrebbe creduto che fossi viva in giro per il mondo.

No basta ripensamenti. Oramai ‘il dado è tratto’.

 

Notai che dopo il quadro c’era una piccola svolta e un corridoio che portava, come mi disse poi Alec, alla Sala dei Troni.

Lui mi bloccò.

“aspettami qui” disse.

E sparì dalla mia vista.

Ora che era lontano da me, il panico mi invase. Le gambe involontariamente mi cedettero e mi accucciai sulla parete di fronte all’enorme dipinto e mi abbracciai le ginocchia appoggiando il mento sopra, emettendo profondi respiri, neanche stessi per partorire.

Dopo i due minuti che avevo contato nella mia mente, due figure mi si pararono davanti. Alzai lo sguardo e incrociai due paia di occhi rossi. Il vampiro alla mia destra dimostra sui venticinque anni, portava dei capelli castano neri un po’ lunghi ed era a dir poco altissimo, di sicuro sarà stato un metro e novanta. Era un vero e proprio armadio. Il vampiro a sinistra invece dimostrava di avere vent’anni. Aveva un fisico mozzafiato ed era terribilmente affascinante. Il viso dai lineamenti perfetti era incorniciato dai capelli castani. Non so perché, ma credevo di averli già visti.

“Demetri. Felix”

La voce di Alec mi ridestò dal mio contatto visivo con questi due vampiri.

“va tutto bene?” mi sussurrò poi una volta al mio fianco, aiutandomi ad alzarmi.

“si” mentii.

“farò finta di crederti. Dobbiamo andare.”

Poi mi baciò possessivo. Aveva di sicuro paura, per quello che ci stava aspettando.

“Alec non fare il maleducato” disse poi l’armadio.

Alec sbuffò un po’ irritato.

“Lina… loro sono Felix  e Demetri” indicò prima l’armadio e poi l’altro ragazzo.

“piacere” dissi sorridendo. Uo! Da dove mi era uscita questa spavalderia. Anche Alec mi fissò con occhi increduli.

“il piacere è nostro”. Disse Demetri con un’occhiata di puro interessamento.

“statele alla larga” ringhiò il mio angelo. Poi mi trascinò verso il corridoio in cui era sparito prima.

Entrammo da un portone fatto, a parer mio, interamente d’oro e davanti a me si materializzò una stanza circolare, che si ergeva in altezza tanto quanto una torre. Forse lo era veramente. Le finestre erano alte e strette. Il soffitto spiccava per lo splendido affresco che in esso risaltava.

Abbassando lo sguardo mi fermai in due occhi rossi, i quali non erano cremisi come quelli di Alec, bensì sembravano copriti da uno strato di polvere. Il vampiro con il volto incorniciato da lunghi e lisci capelli neri, dello stesso colore della tunica che indossava, era situato su una specie di altare che si ergeva al centro della stanza, sopra il quale vi erano tre troni. Lui seduto su quello al centro . Si alzò in piedi e mi sorrise e aprì le braccia come se volesse abbracciarmi da lontano. Lui era sicuramente Aro, gli altri due troni se non sbaglio erano per Marcus e Caius, che però non c’erano. Ops come non detto. I due vampiri arrivati dal nulla, sembravano fossero seduti lì da sempre. entrambi con la stessa tunica di Aro, solo che uno aveva dei capelli neri e fluenti, l’altro portava invece dei capelli lunghi e lisci, bianchi come la neve.  Avevano anche gli stessi occhi di Aro.

Poi lui parlò a loro.

“fratelli mie cari, avete visto chi ci ha fatto visita?” sorrise nella mia direzione.

E tutta questa confidenza? Sembrava il mio migliore amico, ovviamente sapevo che era il contrario. Alec mi aveva fatto un piccola lezioncina: ‘ come capire i comportamenti di Aro’.

I due vampiri comunque non risposero, ma mi fissarono incolori.

“Neilina… benvenuta!” mi sorrise Aro, dandomi i brividi.

“posso chiamarti Lina, vero?” mi chiese speranzoso.

-Ok Lina. È il tuo turno. Tira fuori le palle e tienigli testa, non metterti a tremare come una femminuccia. Si è vero sei una femminuccia ugualmente, però, ora vedi di concentrarti.-

Diedi ascolto alla mia vocina e dopo uno sguardo per sostegno morale ad Alec, parlai.

“Mio signore è un vero piacere conoscerla. Certo che può chiamarmi Lina, ma io la posso chiamare solo Aro?”

O mio dio. Gli avevo praticamente detto quella frase con lo stesso tono di voce con il quale lui si era rivolto a me. Amichevole, speranzoso e ovviamente falso!

La mia risposta aveva praticamente creato un silenzio tombale che prima di sicuro non c’era. Nella sala, mi accorsi solo ora, c’erano altri vampiri. Di sicuro erano il resto della guardia. Alcuni mi guardavano divertiti, altri come se fossi una pazza. Uno sguardo solo mi guardava con odio. Jane.

Una risata interruppe i miei pensieri.

“Lo sapevo che eri divertente. Certo che puoi chiamarmi Aro, Lina!” e calcò molto il mio nome. I suoi occhi non erano ilari come la sua voce, mi studiavano.

Gli sorrisi falsamente compiaciuta. Bene. Dovevo continuare così.

“mia cara, posso chiederti di tendermi la tua mano?”

Mi chiese incerto, ovviamente avvertii che di sottofondo vi era l’ordine che si celava dietro quella esile richiesta. Sapevo perché voleva toccare la mia mano. Voleva leggere i miei pensieri. Avrebbe letto anche le mie paure? Di sicuro. Ma chi se ne frega, affronterò tutto per Alec.

 

Mi avvicinai decisa verso di lui e una volta arrivata ai piedi del trono lui accorciò le distanze e afferrò la mia mano. La sua mano non era dura come quella di Alec, invece di granito sembrava argilla. Fissai l’uomo davanti a me,  che a sua volta fissava il vuoto, anzi tutti i miei pensieri, ricordi e segreti più intimi. Questo mi fece alquanto alterare. Poco dopo sembrò tornare in sé stesso. Si staccò da me e tornò davanti al suo trono, io di conseguenza tornai a fianco al mio Alec, che istintivamente mi prese per mano. Aro sembrava soddisfatto. Di cosa poi? Cosa avevo visto?

“Lina amica mia, come ho già detto ad Alec, ti concederò il tempo per mettere a posto la tua vita così che nessuno si accorga della tua, come dire, assenza.” Sorrise ironico. “vedo che comunque hai già attuato i tuoi…. Piani. Mi piaci. Hai veramente una mente intelligente.” Era compiaciuto. Troppo.

“come ho già detto e come puoi aver constato dai miei pensieri, ho dato la mia parole che diverrò una di voi. Ovviamente ci sarebbe anche l’altra richiesta.” Dissi sapendo mi avrebbe capita, cosa che invece non aveva fatto Alec. A lui non avevo ancora avuto il tempo di dirlo. Era solo un pensiero , che mi era balenato velocemente in mente.

“nei sei sicura mia cara? Non sai che ti perdi.”

“ti ringrazio, ma preferisco restare nel dubbio.”

“d’accordo. Non credo ci saranno problemi!”

Alec mi strattonò per un braccio al quanto preoccupato.

“di cosa state parlando?”

 

 

Yeeeee!!!

Tesore.. . scusate mi sono persa in descrizioni così intanto vi dovete accontentare di questo assaggino…

Hihihi

Sempre cattivissima lo so…

Mi perdonateeee???? =(

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: deba