Oggi è il compleanno di
Remus, e potevo esimermi dal tirarlo in ball... ehm, dedicargli un
omaggio nella mia raccolta? Certo che no, che domande!
Moon
and Stars - Remus/Sinistra
Remus aveva sempre detestato le
lezioni di Astronomia: guardare
il cielo, causa della sua disgrazia, gli faceva venire la nausea e la
luna inquadrata
nel telescopio sembrava ancora più grande e minacciosa.
“Il
momento migliore
per osservare la luna è la sua fase di massima
pienezza” diceva quello
stupido libro.
Già,
peccato che io
non la vedrò mai.
Nemmeno Aurora Sinistra amava
guardare le stelle, cosa
decisamente più strana: in fondo quella era la sua materia,
la sua vita…
“Appunto” rispondeva sempre lei
all’interlocutore stupefatto. “Dopo anni e anni
passati a vederle in un telescopio, quelle palle di fuoco perdono gran
parte
della loro attrattiva”. Neppure la luna, pallida ancella
degli innamorati,
riscuoteva la sua ammirazione: “Una sfera bucherellata dal
colore incerto,
interessante solo dal punto di vista scientifico”
Non c’era poesia nel cuore
di Aurora Sinistra: conosceva il
cielo troppo bene per provare emozioni di fronte a quella meraviglia
della
natura.
E a Remus andava bene
così. Quei commenti realisti e
disincantati servivano a riconciliarlo con il cielo notturno, con la
sua odiosa
nemica dal viso di luce (“Una
palla…
nient’altro che una palla con cui un bambino potrebbe giocare”)
e con le
sue complici argentate, che ammiccavano e ridacchiavano per ricordargli
che
lui quelle gemme non le avrebbe mai viste in compagnia di una donna
(“Cosa mi importa… sono
solo fuoco, giusto?
Tanto vale fissare un camino acceso”).
Ora sorrideva, Remus, quando la volta
del cielo si apriva
sopra di lui oltre i merli della Torre di Astronomia, e intanto pensava
che
Aurora era un bel nome, un nome buono che portava via la sua
sofferenza. Era il
cielo tinto di rosa che incorniciava le corse dei Malandrini, era il
velo che
si stendeva sulle acque del lago per salutare la sua vittoria e
ricordargli che
ancora una volta l’incubo era finito.
L’Aurora era bella da
vedere, sempre. E a lui toccava la
fortuna di vederla ogni giorno.
Tainted Glass -
James/Remus
“AAAAAAAAH!”
L’urlo disumano
strappò Sirius e Peter dai loro letti,
interrompendone il sonno quattro ore prima del previsto. Per un attimo
Sirius
temette che il calendario lunare li avesse ingannati e che il
‘problemino
peloso’ di Lunastorta si fosse presentato con tre giorni di
anticipo, dato che
il rumore proveniva da dietro le tende del suo giaciglio; inoltre
l’assenza di
James gli fece supporre che il mannaro fosse intento a cibarsi del
corpo
esanime del suo migliore amico.
L’ipotesi si
rivelò errata: sotto il baldacchino qualcosa si
mosse e poco dopo James Potter rotolò fuori, scarmigliato ma
ancora vivo.
Stampato in faccia, oltre all’impronta di una mano, aveva
l’inconfondibile
sorriso prodotto da dosi massicce di Whisky Incendiario combinato con
quantità
industriali di Cioccorane.
Remus comparve dopo di lui, ansante,
paonazzo, con il
pigiama in condizioni pietose e un graffio nuovo di zecca sulla guancia
sinistra. “Tu!” esclamò furibondo,
puntando il dito verso Sirius.
“E io che
c’entro?” replicò il ragazzo,
genuinamente
sorpreso.
“Tu
gli hai detto
che io somiglio alla Evans!”
sibilò Remus, scandendo bene le
parole. “Tu…
mentre lui era in quello
stato…”
“E Ramoso ha pensato bene
di attentare alla tua virtù”
completò Sirius con un sorrisetto. “Intendevo dire
che avete lo stesso
carattere, non è colpa mia se lui ha equivocato”
James intanto si era aggrappato alla
colonnina del baldacchino,
tentando senza successo di reggersi in piedi. “Non sherve che
fai tanto la
preshiosa, Evansssh!” biascicò con una risatina
decisamente alcolica. “Voglio
sholo un abbrashio, un bashino e un bel masschietto… anshi
tre, coshì i miei
amishi li terranno a batteshimo!”
“Ma sentilo!” si
intenerì Sirius, sollevando il ragazzo da
terra e trasferendolo sul letto. “Lui andava in cerca
d’amore e tu l’hai
respinto? Bell’amico che sei, Lunastorta!”
Remus fece per replicare, ma la sua
parte malandrina ebbe la
meglio: Peter rabbrividì quando vide sbocciare sul suo viso
la luce maligna che
significava guai in vista.
“Perché
non lo consoli tu, Lily cara?”
rispose dolcemente il mannaro, accomodandosi sul proprio letto per
godersi lo
spettacolo.
James, che nel frattempo era
collassato tra le braccia di
Sirius, si rizzò a sedere. “Lily?
Dove?” esclamò guardandosi in giro.
“Proprio lì,
Ramoso: è vicina a te e ti sta abbracciando!” lo
informò il giovane Lupin con un ghigno ancora più
diabolico.
Sirius aprì bocca per
protestare, ma fu prontamente soffocato
dal bacio pieno di passione di James, fuori di sé dalla
gioia per la vicinanza
della sua amata. Mentre il povero Felpato si dibatteva inutilmente per
sottrarsi a quelle attenzioni, Remus pescò un sacchetto di
dolci dal suo baule
e fece cenno a Peter di seguirlo al piano di sotto.
“Luna, non dovremmo
aiutarlo?” suggerì Peter preoccupato.
“Ma no, James ha solo
bisogno di un po’d’amore!”
minimizzò
Remus facendo il verso al compagno di stanza. “Lasciamoli
soli e andiamo di
sotto, ho preso le caramelle all’anguria”
Il Prefetto uscì dal
dormitorio, sordo ai gemiti e alle
suppliche che provenivano dal letto vicino; Peter, dopo una breve
esitazione, lo
seguì.
La prima 'perla' mi è venuta così, di
getto,
giocando con la materia e il nome della professoressa. Sentivo che
Remus non avrebbe mai definito Astronomia la sua materia preferita, ma
chi meglio di lei potrebbe fargliela almeno tollerare?
Nello scrivere la seconda, invece, ho riso come una matta.
Con vostra grande gioia, il buon Sirius c'è andato di nuovo
di mezzo: beh, stavolta se l'è cercata.
Il pezzo è ambientato il primo giorno delle vacanze di
Natale, dopo l'ennesimo duedipicche della Evans, che è
partita alle sei del mattino pur di non vedere il suo futuro marito.
James le ha comprato un regalo (un angioletto stranamente di buon
gusto) e non è riuscito a darglielo né a
salutarla, e questo ha originato una gita nell'emo corner con la scorta
di liquori di Sirius.