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Autore: Pinns    12/03/2011    6 recensioni
nessuno sa che è successo ai Dursley dopo che hanno salutato Harry e hanno varcato la soglia della casa numero 4 di Privet Drive.
Ma cosa è successo davvero dopo questa separazione?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Salve! Ecco il 4 cap. Spero che vi piaccia, recensite per favore!
Ah un'altra cosa xD se siete dei nuovi lettori per favore commentate anche i primi capitoli, voglio sapere che ne pensate! grazie :)
Ringraziamenti;)
Ringrazio le 5 persone che hanno messo questa storia tra le preferite, lady marion che l'ha messa tra le ricordate, e le 12 persone che l'hanno messa tra le seguite
graazie :D
Poi...
grazie a : gemellina_93, Sev_the_best, sawakochan, Allice_rosalie_black e albyyy_black (anche se non ha commentato il terzo cap. spero l'abbia letto) :D
E come sempre un bacio alla piccola Crylliam 
Bene... 
Buona lettura! :D
Pinns


Lettere via gufo

Un buon odore di caffè e brioces al lampone riempiva la cucina del numero 9 di Appleton Street.

I Ward abitavano lì da quasi un anno ormai ma il signor Ward non si era ancora abituato alla ''nuova'' sistemazione, non gli piaceva, anzi odiava davvero il suo lavoro, e non perdeva occasione di lamentarsene, solo a casa però, ci teneva a fare bella figura. Ma in quel momento era a casa, poteva lamentarsene quanto e come voleva! Così mentre sua moglie gli versava del caffè nella tazza...

-Petunia cara, non sai quanto detesto questo lavoro!

-Si Vernon, lo so, lo ripeti ogni santo giorno da quasi un anno, credimi, lo so bene.

Vernon continuava imperterrito.

-E poi quel.. quel...

-Gray, caro

-Si si proprio lui. Pensa di starmi simpatico, continua a parlarmi dei problemi con sua moglie, ma a me non interessa minimamente! E poi...

-Poi ti prende sempre le penne senza chiedertelo, lo so caro lo so.- disse Petunia mentre sfornava le brioces al lampone e le disponeva su un piattino, il tutto fatto con assoluta calma, l'assoluta calma di chi ascolta la stessa cosa ogni giorno.

Passi pesanti e veloci avvisarono i coniugi Ward che il loro figlio Dudley stava arrivando a fare colazione.

In quasi un anno Dudley era cresciuto parecchio; prima di tutto era dimagrito molto, e la ciccia aveva lasciato spazio a muscoli ben curati, i capelli non erano più lunghi ma corti, sempre lisci certo, ma almeno non lo facevano più assomigliare a un maiale con la parrucca (come Harry si era premurato, estati prima, di apostrofarlo).

-Mamma, papà io vado con Gilda, Paul e Kelly, ci vediamo dopo, va bene?- disse mentre addentava una deliziosa brioces e infilava il giubbotto.

-Certo caro, vuoi un po' di brioces da portare ai tuoi amici? Ce ne sono tante!

-Ma certo mamma! Sai che amano i tuoi dolci!

E mentre Petunia poneva alcune delle tante brioces in una bustina qualcosa bussò alla finestra.

Un piccolo tonfo sordo avvisò tutti che Petunia era corsa alla finestra e che le brioces erano cadute sul pavimento.

...Ti prego fa che sia lui, ti prego, per favore!... pensò Petunia mentre slegava con mani tremanti una piccola pergamena dalla zampa di una nera civetta dagli occhi ambrati, la donna le porse una brioces, ne aveva fatte davvero troppe!

Le mani le tremavano da morire, succedeva sempre così per qualsiasi lettera, qualsiasi gufo vedesse svolazzare tra i camini di Appleton Street.

Il tempo sembrava essersi fermato, Dudley aveva ancora la brioces tra i denti, Vernon aveva ancora tra le mani la sua tazzina di caffè nero e girava distrattamente lo zucchero.

Ti prego, ti scongiuro, fa che quella maledettissima lettera dica che è tutto finito! Che dobbiamo tornare alla vita di sempre!... pregava Vernon, lo faceva sempre, con la stessa frequenza cui lo faceva sua moglie, anche se odiava i gufi ogni volta che ne vedeva uno sperava, sperava con tutto se stesso.

Gli occhi di Dudley invece vagavano terrorizzati dalla madre alla lettera.

Ti prego, per favore fai che quella lettera sia una delle tante di Dedalux, per favore! Fai che sia un avviso della sua prossima visita, ti prego! Non voglio tornare alla solita vita! Qui sto bene, non voglio tornare a Londra, qui ho Paul, Kelly e lei... Gilda...

Il cuore di Dudley fece una capriola poi sprofondò, odiava i gufi, ogni volta aveva paura che in una lettera ci fosse scritta la sua più terribile paura: andare via. Lui voleva rimanere in quel paese, in quella scuola dove si era inserito magnificamente, dove aveva trovato veri amici, e Gilda, la ragazza dagli occhi blu che aveva conosciuto il primo giorno di scuola.
I ricordi di Dudley riaffiorarono.
Il primo giorno di scuola lui era parecchio nervoso, decisamente troppo nervoso! Era arrivato tardi e mentre correva veloce verso l'aula dove supponeva ci fosse la sua lezione andò a sbattere contro qualcosa, qualcuno, era lei, Gilda, fu subito incantato da quei bellissimi occhi blu e i loro sguardi si incatenarono in un istante...

-Ehm... ciao

-Ciao

Mentre Dudley cercava di avvicinarsi di più alla ragazza urtò qualcosa con i piedi, libri, montagne di libri; dovevano essere caduti alla ragazza durante il loro piccolo scontro.

-Oh, mi dispiace ti sono caduti i libri, ti aiuto.- E così dicendo si chinò per raccogliere i libri, poco dopo essersi rialzato lei gli porse una mano tremante.

-Io sono Gilda, molto piacere- disse sorridendo, che bel sorriso aveva!

-Ciao Gilda, io sono Dudley.

-Bè Dudley ci si vede in giro no?

-Oh, si

E il caso, meraviglioso, unico fato fece si che i due capitassero a lezione insieme, e che nascesse una forte amicizia, se si vuole chiamare così.

 

Dudley fu risvegliato da un urlo gioioso e glorioso del padre.

-Si! SI SI SI!! Figliolo ce ne andiamo! E' tutto finito! Quel Lord Coso è morto!

Il cuore di Dudley sprofondò un altro po'.

Si sedette su la sedia più vicina e sprofondò la testa tra le mani. Vernon saltava come se fosse stato pizzicato, aveva fatto già tre volte il giro della casa...

Petunia con dita tremanti aveva slegato il laccio rosso che legava la pergamena dove erano scritte le seguenti parole.

Voldemort è morto, il suo regime è caduto, ora saremo in pace.
Questo pomeriggio Dedalux verrà a casa vostra per parlarne meglio con voi.

Saluti, Harry.

 

Il cuore di Petunia aveva spiccato il volo ed era precipitato nello stesso istante. Era così... così... freddo; il che voleva dire solo una cosa: non li aveva, non l'aveva perdonata!

Stava per ripiegare quella maledetta lettera e gettarla nel grande camino dove il fuoco scoppiettava quando notò che qualcosa si muoveva sulla pergamena, un poco spaventata la guardò più attentamente, delle parole si componevano, erano scritte con dell'inchiostro blu scuro:

 

Cara zia, solo tu puoi vedere questo messaggio.
Un gufo verrà da te non appena zio Vernon e Big D saranno usciti.

Rispondi presto alla prossima lettera.

Tuo nipote, Harry

 

Il cuore di Petunia parve leggero come l'aria.

Vernon era paonazzo, aveva fatto il giro della casa per almeno 10 volte. Pareva stesse per scoppiare, e non era certo un bello spettacolo, ma era felice, felice in una maniera assurda. Dudley era l'esatto opposto del padre, seduto su una sedia foderata di stoffa verde si teneva la testa tra le mani e singhiozzava impercettibilmente, i suoi peggiori incubi si erano esauditi! Perchè? Perchè a lui!?

-Ragazzi basta, basta. Stop! Dudley tu tirati su, prendi le brioces e vai dai tuoi amici, devi andare a scuola, non serve ti dica che non devi farne parola con nessuno. Ora vai! Sei ancora in tempo- disse Petunia risvegliando tutti e sorridendo radiosamente, porse la bustina con le brioces al figlio, gli diede un tenero bacio sulla guancia e gentilmente lo spinse verso la porta d'ingresso.

-Vernon! Smetti di saltare e calmati! Siediti, bevi il tuo caffè e vai velocemente a lavoro! E cerca di comportarti bene. Non è detto che ce ne dobbiamo andare proprio ora, e sii gentile con i colleghi.

Vernon annuì un po' contrariato, ma quella era proprio una bella giornata! Una meravigliosa giornata!

Dopo aver salutato la moglie e essersi chiuso la porta alle spalle andò fischiettanndo verso la sua macchina.

Petunia potè fare in tempo a sedersi su una poltrona soffice e morbida per godersi un poco di tranquillità e mangiare una delle sue brioces, ne aveva fatto davvero troppe!

Aveva appena finito di mangiarla quando sentì un leggero bussare alla finestra.
Un gufo con le piume arruffate e color mandorla con gli occhi color ambra, bussava, aveva un messaggio, un messaggio importante da consegnare.

Petunia si alzò di scatto e aprì la finestra, il gufo entrò planando dolcemente e si posò su una sedia, aspettando tranquillo che Petunia prendesse il biglietto che stava legato alla sua zampa. 

 

  
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