Auguri piccola.
Ary POV
Era il giorno del mio
compleanno e la mia voglia di andare a scuola era sotto zero.
Già gli altri giorni era
bassissima, ma quel giorno lo era ancora di più.
Era una fredda e buia mattina
di fine ottobre ed io non volevo andare a scuola, ma purtroppo mi toccò
andarci.
Quando uscii dalla mia
camera, trovai mia mamma che sorrideva come una scema e mio papà con la bocca
aperta che guardava dalla finestra.
-Che succede?- chiesi vedendo
che tutti erano scombussolati.
-C’è c’è…- mio papà che
balbettava era un evento da segnare sul calendario.
-No, Paolo. Non dirle niente.
Ciao tesoro. Ci vediamo oggi. Vai a scuola- disse mia mamma spingendomi fuori
casa e chiudendomi la porta in faccia.
-Ma che…- dissi nel momento
stesso che mia mamma mi chiuse la porta in faccia.
Mi girai ancora non capendo
quel comportamento e… parcheggiata davanti casa mia una Lamborghini bianca,
appoggiato sul cofano Edo con un mazzo di rose rosse in mano.
Lo guardai con la bocca
aperta, lui mi sorrise.
Lentamente cercando di non
inciampare, scesi gli scalini.
Arrivando sempre più vicino
la macchina notai che sulla fiancata della macchina ci fosse uno striscione.
“Auguri piccolina. +17. Ti amo.”
Frase semplice, ma
tremendamente carina. Mi stavo per mettere a piangere e poi vederlo con le rose
in mano con quel sorriso.
Mi misi a piangere mentre
andavo ad abbracciarlo e baciandolo.
Lui mi accarezzò il viso e
con il pollice mi tolse le lacrime dalla guancia.
-Auguri piccola.- mi disse
dopo che ci fummo baciati.
-Grazie.- disse ancora con
gli occhi chiusi.
Aprii gli occhi e trovai lui
che mi guardava felice e con un enorme sorriso sulle labbra.
Ci guardammo per
interminabili minuti.
-Dai, vieni che ti porto a
scuola.- mi disse sorridendo e salendo in macchina.
Io raccolsi lo striscione, lo
piegai per bene e salii in macchina.
-Sarà meglio che avviso la
Ila che non ci sarò in fermata.- dissi cercando il cellulare nello zaino.
-Tranquilla, è andato Simo a
prenderla.- mi disse Edo mettendo in moto, provocandomi mille brividi solo per
il rombo del motore.
Sembravo una scema e potevo
sembrare una scema, ma io per i rombi dei motori delle macchine impazzivo e
poi, ero seduta in una Lamborghini. Dovevo godermi quel momento.
-Quindi, non sono l’unica ad
avere una sorpresa stamattina.- gli sorridendo e cominciando a guardare per
tutto l’abitacolo.
C’era profumo di sedili in
pelle, di nuovo.
Gli interni era neri, lucidi,
bellissimi.
Tornai un attimo a
soffermarmi sull’odore che c’era in macchina.
Nuovo? Non è che questo cretino ha preso la macchina nuova,
né?
-Edo, ma come hai fatto ad
avere questa macchina?- gli chiesi io un po’ preoccupata.
-Che gusto c’è ad avere un
fratello che vende belle macchine se non posso chiedergliene una in prestito
ogni tanto?- mi chiese ridendo.
Tirai un sospiro di sollievo.
Non avrei mai potuto sopportare di dover vedere quella macchina tutti i giorni,
non che mi desse fastidio, sia chiaro, solo che il mio povero cuoricino non
avrebbe resistito a tutti quei rombi.
Decisamente meglio.
Avevo ancora sonno,
nonostante fossi con Edo e avrei dovuto svegliarmi, ma il tempo non migliorava
la situazione.
Se fosse venuto a piovere mi
sarebbe dispiaciuto parecchio per la macchina. Non volevo che si rovinasse e se
fosse venuto a grandinare? Non potevo nemmeno pensarci.
Raggiungemmo la scuola in un
battito di ciglia o almeno a me sembrò tale.
Scesi dalla macchina forse un
po’ in imbarazzo perché ero al centro dell’attenzione ed io odiavo esserlo,
come la Ila.
Erano le sette e mezza e a
quell’ora la maggior parte degli studenti arrivavano a scuola.
Bene, ma perché tutti guardano me? Ok, va bene .
Guardano la macchina non proprio me, però alcuni guardano me che sono scesa
dalla macchina. Ok,Ary rilassati.
Respirai. Edo mi mise un
braccio intorno alla vita.
-Respira, tranquilla.- mi
disse sorridendo.
-Lo dici facile tu. Sei
sempre al centro dell’attenzione con la tua notevole bellezza. Io odio essere
al centro dell’attenzione.- dissi sbuffando infastidita.
Ci mettemmo al solito posto
ad aspettare la Ila e Simo. Chissà che fine avessero fatto.
-Piaciuto il regalo?- mi
chiese abbracciandomi da dietro.
-Sì, parecchio- strinsi le
mie mani alle sue.
-So che non è molto, ma non
sono molto bravo con i regali- dalla sua voce potei capire quanto fosse
imbarazzato.
Mi girai a guardarlo e lo vidi
leggermente rosso.
-No, non ti devi preoccupare
Edo, a me va benissimo, è il pensiero quello che conta e non il regalo vero e
proprio. Comunque, sappi che mi è piaciuto un sacco, anche a mio papà –
scoppiai a ridere.
-Be, allora se è piaciuto
anche a tuo papà, posso stare tranquillo, no?- disse in tono ironico.
-Cos’hai contro mio papà?-
gli chiesi incrociando le braccia.
-Ma niente- rise di gusto-
solo che una volta mi odiava e sapere che ha gradito anche lui il mio regalo mi
fa piacere, non lo nascondo.
-Uhm, spero che sia solo
questo.
-Lo giuro, solo questo
Mi avvicinai a lui per
lasciarli un bacio a fior di labbra.
-Ne voglio ancora uno – mi
sussurrò sensualmente ancora a contatto con le mie labbra.
-E se io non volessi?-
sussurrai.
-Mi sentirei molto offeso e
probabilmente me ne andrei lasciandoti qua da sola.
-Faresti una cosa del genere
il giorno del mio compleanno?
-Potrei fare anche di peggio.
-Non sapevo fosse così
cattivo, Signore- gli misi le mani sul petto e mi avvicinai maggiormente a lui.
Quanto stavamo flirtando da uno a dieci?
Lentamente baciai le sue
labbra, senza cercare un contatto più profondo fino a quando lui non mi mise
una mano sulla nuca e delineò le mie labbra con la lingua in un tacito permesso
di entrare.
Ci assaporammo, ci assaggiammo
senza nessun ritegno.
-Ragazzi, una stanza quando
si sta in queste condizioni sarebbe gradita.- la voce di Simo mi arrivò quasi
ovattata. Ero talmente in un altro mondo che non sapevo nemmeno dove mi
trovassi. Esisteva solo Edo, io e quel bacio passionale e togli-fiato.
Ci staccammo di mala voglia
guardando malissimo Simo.
-Scherzavo, guardate.
Facciamo andare indietro il tempo e facciamo finta che non abbia mai detto
niente, ok? – sorrise.
-Ormai ci hai disturbato,
adesso ci sopporti e ci parli insieme.- disse Edo.
-Da quando tu parli al
plurale?- gli chiese lui.
-Da quando tu hai la ragazza?
-Touchè
-Comunque, auguri!- la Ila
venne ad abbracciarmi –Se solo non stavi facendo qualcosa di decisamente
interessante, ti avrei fatto gli auguri meglio, ma purtroppo, o forse per
fortuna, eri impegnata- ammiccò come una stupida.
-Allora, ragazzi, oggi
combiniamo qualcosa?- chiese la Ila andando ad abbracciare Simo.
-Cosa dovremmo combinare?-
chiesi io perplessa.
-Come, cosa dovremmo
combinare. È il tuo compleanno, giusto? Andiamo da qualche parte, non so, alla
freccia, a mangiare un gelato.
Un gelato? Ila si era
completamente bevuta il cervello? Era fine ottobre, faceva freddissimo e lei
voleva andare a prendere un gelato? L’avevo sempre detto che la mia amica era
fuori di testa, ma non pensavo così tanto.
-Ila, siamo ad ottobre e tu
vuoi prendere un gelato?
-E perché no? Io lo mangio
anche a dicembre se mi viene voglia.
-Basta che certe voglie non
ti vengano per altri motivi- aggiunse serio Simo.
Lei gli diede un sberla.
-Ahia – si massaggiò la
testa.
-Sei un cretino- proruppe
guardandolo male –massimo è colpa tua, tesoro, mica mio, cioè, anche, ma da
sola non farei niente.
-Ok, va bene, va bene, mi
rimangio quello che ho detto. Fai finta di niente- alzò le mani in segno di
resa.
Quei due non sarebbero
cambiati mai.
Restammo a parlare del più e
del meno ancora un po’ e poi salimmo in classe.
Durante le prime tre ore di
lezione, mi soffermai a pensare sul mio rapporto con Edo, cioè sul nostro
rapporto.
Non era cambiato da quando
avevamo fatto l’amore insieme, anzi era migliorato. Non era il rapporto scherzo
che avevano la Ila e Simo o un continuo punzecchiarsi, ma mi piaceva.
Non dovevamo per forse finire a farlo se la situazione era leggermente alle stelle, anche se la maggior parte delle volte succedeva.
Non dovevamo per forse finire a farlo se la situazione era leggermente alle stelle, anche se la maggior parte delle volte succedeva.
Per mia fortuna, mio papà non
aveva ancora scoperto nulla, anche se forse sospettava qualcosa. Non volevo immaginare la sua reazione se
l’avesse saputo, anche se forse un giorno gliel’avrei detto.
Quando sarei stata
maggiorenne.
Le prime tre ore passarono
velocemente e la Ila a ricreazione venne a darmi IL regalo. Perché era un
regalo davvero bellissimo.
Sono sempre stata fan dei
Guns ‘N Roses, cioè sempre, me li ha fatti conoscere un ragazzo che avevo
conosciuto tramite chat e li ho subito amati. Non ho mai avuto la possibilità
di comprare tutti i cd originali e così le canzoni le ho sempre scaricate, ma
da quel giorno avrei potuto dire di averli tutti.
Quella pazza della mia
migliore amica mi aveva regalato tutto il repertorio dei Guns in cd, originali.
Ogni singolo cd era tra le mie mani.
Avevo la bocca completamente
aperta e non sapevo cosa dire. Non sapevo davvero come esprimere la mia
felicità, anzi forse un modo lo trovai perché piansi.
-Grazie. Davvero. Com’hai
fatto a trovarli tutti?- le chiesi asciugandomi una lacrima con il palmo della
mano.
-Mi ha dato una mano Simo.-
mi disse lei sorridendo felice.
Passammo la ricreazione a
ridere ed a scherzare.
Finché suonò e lei se ne
tornò in classe.
Le tre ore successive le
passai ancora a pensare, a rimuginare su qualsiasi cosa, non avevo per niente
voglia di seguire la lezione.
Aspettavo in ansia l’ultima
ora perché sarei andata a mangiare il gelato con Edo, la Ila e Simo.
A fine ottobre noi mangiavamo
il gelato, ma io mangiavo il gelato in pieno inverno se ne avevo voglia.
Quando alle 13.20 uscii da
scuola vidi il mio angelo personale al calorifero.
Edo POV
Avevo passato tutto il giorno
a pensare alla mia piccola.
Da quando avevamo fatto l’amore
per la prima volta, l’amavo ancora di più. Il nostro non era un rapporto
completamente fisico, potevamo coccolarci senza per forza arrivare a farlo e
questo mi piaceva davvero molto. Non avevo mai sopportato avere rapporti che si
basavano prettamente sul rapporto fisico, non c’era sentimento, non c’era
niente, non si faceva altro che finire a letto tutte le volte che ci si vedeva
e non mi sembrava una bella cosa.
Con Jessica il mio rapporto
era così. Rapporto prettamente fisico, non parlavamo quasi mai di niente, ma
con la mia piccolina, tutto era diverso. Io ero diverso. E questo mi piaceva.
Il pomeriggio sarei dovuto
andarla a prenderla insieme a Simo.
Avevamo deciso di portare le
ragazze al centro commerciale per mangiare un gelato e fare un giro, così
avremmo anche festeggiato il compleanno della Ary.
Ovviamente, tutti
accettarono. Ormai eravamo praticamente inseparabili, tutti e quattro e ci
divertivamo davvero tantissimo ad uscire tutti insieme, anche solo per andare a
prendere un dvd in videoteca.
Le 13.20 si avvicinarono ed
io e Simo partimmo, ovviamente sulla sua macchina. Simo odiava non guidare.
Arrivammo in tempo per
vederla uscire dalla classe e per veder arrivare la Ila con la Fede.
Con il tempo avevo imparato a
conoscere anche la Fede, era davvero simpatica e mi chiedevo come facesse ad
essere ancora single, gliel’ho chiesto molto spesso, ma diceva di non saperne
il motivo.
La salutammo, salimmo in
macchina e ci dirigemmo verso il centro commerciale.
Appena arrivati prendemmo il
gelato nella yogurteria e ci andammo a sedere in un tavolo.
Io avevo davanti la mia
piccolina, alla mia destra Simo e davanti a lui la Ila.
Non so come mai, ma in
quell’occasione decidemmo di metterci in quel posizione.
Non sapevo di essere in
pericolo di morte finché la mia piccolina non cominciò a mangiare il gelato.
Leccava il cucchiaio, se lo
metteva in bocca in un modo sensuale, da farmi eccitare immediatamente. Lei non
se ne rendeva conto, rideva e scherzava con gli altri, ma io l’unica cosa che
sapevo fare era guardare la sua bocca che si chiudeva sul cucchiaio o la sua
lingua che lo leccava.
La mia eccitazione era alla
stelle, anche se non era la prima volta, ma almeno le altre volte eravamo da
soli e non in pubblico.
Dovevo trattenermi, ma ormai
non sapevo più cosa fare.
Tutto di lei mi sprizzava
sensualità e mi faceva venire in mente pensieri poco casti e puri. Da quando
l’avevamo fatto la prima volta, la mia mente non sapeva nemmeno più cosa voleva
dire essere pudico.
Ogni suo movimento mi faceva
venire in mente fantasie che non oserei ripetere, la maggior parte delle volte
potevo dargli “sfogo”, ma non in quel momento.
In quel momento eravamo
davanti alla sua migliore amica e al mio migliore amico che forse non si
sarebbero scandalizzati, dato che loro facevano di peggio, ma non mi sembrava
il caso farlo in un centro commerciale, non volevo essere arrestato per atti
osceni in luogo pubblico.
Cercai di concentrarmi a
mangiare il mio gelato senza guardarla minimamente, ma immancabilmente mi
cadeva lo sguardo su di lei.
Per mia fortuna, finii il
gelato, ma fece una cosa peggiore.
Si mise a leccare l’interno
della coppetta in un modo dannatamente erotico che ormai non riuscivo più a
trattenermi.
I pantaloni stringevano
troppo ed io ormai non capivo più niente.
Simo in parte a me rideva,
come la Ila davanti a lui, l’unica a non accorgersi dell’effetto che mi faceva,
era lei.
Finimmo tutti di mangiare il
gelato e andammo a fare un giro.
Cercai di calmare il mio
testosterone impazzito e passai il pomeriggio più tranquillo che potessi
immaginare.
A parte quel piccolo episodio
che aveva rischiato di farmi morire d’infarto per il resto andò tutto bene.
Riaccompagnammo le ragazze a
casa e tornammo alle nostre rispettive case.
Da solo pensai alla scena con
il gelato ed il mio amichetto mi fece una visitina.
Com’era possibile che quella
ragazza mi facesse quell’effetto, quando non faceva niente di speciale?
Ormai ero innamorato perso.
Non c’erano dubbi.
Buonasera! Come promesso,
eccomi qua a postare un nuovo capitolo. L’avevo promesso per farmi perdonare e
sapete che mantengo sempre le promesse. xD
Allora, rileggendo il
capitolo a distanza di mesi da quando l’ho scritto mi sembra tutto troppo
esagerato e assurdo, però fa niente, il capitolo era nato così ormai 9 mesi fa
ed era giusto rimanesse così.
Un capitolo abbastanza
leggerino e carino, penso e spero. La parte finale POV Edo mi sembrava qualcosa
di carino e mi sono divertita troppo scrivendolo e rileggendolo.
Avviso che dal prossimo
capitolo saremo già dentro nei capitoli che porteranno alla fine della storia. I
prossimi quattro capitoli saranno dello stesso giorno, ogni capitolo visto da
un punto di vista diverso: prima sarà Ary che ci racconterà la mattinata delle
ragazze, secondo Edo che racconterà la mattinata dei ragazzi, poi Ila che
racconterà il pomeriggio e quello che succederà e per finire Simo che anche lui
racconterà il pomeriggio. Leggendo i capitoli capirete cosa succederà in quella
giornata e cosa festeggeranno. =)
Con il capitolo di Simo
saremo al 58, quindi -2 capitoli alla fine della storia, ho voluto fare una
cosa del genere perché volevo far lasciare un saluto da tutti a modo loro e poi
ci sono altri motivi che spiegherò con i capitoli.
Be, ormai questa storia sta
giungendo alla fine e quei quattro capitoli ne sono la prova.
Ringrazio come sempre le
persone che hanno aggiunto la mia storia ad una qualsiasi delle liste e a
quelle che mi hanno inserito come autore preferito. Grazie davvero. *_*
Alla prossima ^_^