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Autore: unleashedliebe    13/03/2011    11 recensioni
-Sei carina quando sorridi, dovresti farlo più spesso- mi strinse in un abbraccio protettivo.
Non essendo molto alta, sentivo il cuore di Bill battere attraverso la pelle. Batteva forte, come il mio.
-Batte forte- sussurrai sopraffatta dalla situazione.
-E' colpa tua, cretina- rispose scompigliandomi i capelli.
-Mi viene il diabete così- esclamai.
-Ehi! Penso che morire a causa del diabete, non sia così brutto- mi riaccoccolai fra le sue braccia esili.
Dio, eravamo così dolcinati. Ma, mi piaceva. Parecchio.
Abbiamo lasciato Anna (Carotin) con un cellulare in mano, dopo aver ricevuto quel messaggio inaspettato. E ora che farà? Ci saranno tante svolte, e anche Bill si troverà a fare i conti con l'amore, ma non sarà tutto rose e fiori, anzi.
"Immer wenn es wehtut, ist sie ganz allein.
Doch nach dem letzten Mal, hat sie nicht mehr geweint."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie '~ Louder love '
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Capitolo due: colloquio

(anna)


Rieccomi, sono stata veloce :) Sono contenta che il primo capitolo vi sia piaciuto! Così ho deciso di postare presto il secondo, così la storia si può delineare.
Ringrazio di cuore le ragazze che l'hanno messa nelle preferite, seguite e da ricordare, Crazie mileh. E anche chi ha recensito il capito precedente.
Detto questo, vi lascio alla lettura. Fatemi sapere se vi piace. Peace, love & Tokio Hotel.


* * * *

Secondo capitolo: colloquio

We're all living in Amerika

Amerika ist wunderbar

We're all living in Amerika

Amerika, Amerika

Quella mattina fu la potente voce di Till Lindemann a svegliarmi, agosto stava svolgendo al termine e nessuna azienda mi aveva ancora contattata.

Ciò contribuì a farmi diventare ancora più acida e intrattabile del solito, volevo lasciare il lavoro al pub, si guadagnava poco e mi toccavano orari improponibili, a volte facevo dalle nove di sera fino alle sei di mattina, tornando a casa ridotta peggio di uno zombie.

Per non parlare dei clienti, tutti maschi arrapati vogliosi di sesso, sesso e ancora sesso.

Aprì il frigorifero accompagnata da una nuvoletta di negatività che aleggiava sopra la mia testa.

Mancava solamente il cartello appeso il collo: pericolo, morde.

Riempì la mia tazza di latte e cereali e sprofondai sul divano. Portai il cucchiaio alla bocca e cominciai a mangiucchiare e tracannare con ben poca grazia.

A interrompere la mia caccia fu lo squillo del telefono, convinta che fosse Andrea risposi con la bocca piena.

-Buongiorno, parlo con la signorina Ferlich?- Quasi sputai tutta la poltiglia che avevo in bocca, no.. quella voce non apparteneva alla mia amica.

Mandai giù velocemente e cercando di darmi un contegno; -Si, sono io-

-Abbiamo ricevuto il suo curriculum. Sarebbe disposta a venire per un colloquio? Stiamo cercando un nuovo collaboratore-

Mi trattenni dal saltare per la cucina, non era sicuro mi avrebbero assunto ma sempre meglio di nulla, no?

-Certo, quando sarebbe il colloquio?- chiesi con tono formale.

-Iniziano oggi pomeriggio, dalle due e mezza alle sei. Le invieremo un messaggio con l'indirizzo-

Annuì e chiusi la chiamata. Cavolo, non potevano avvertire prima? Mi serviva del tempo per prepararmi psicologicamente!

Lasciai la mia colazione non terminata sopra al tavolo e mi fiondai in doccia: quel lavoro mi serviva, dovevo evitare di vestirmi come al mio solito, se non volevo spaventare qualcuno. Miracolosamente l'acqua non era gelata come al solito, ciò mi permise di passare una bella mezz'ora sotto il getto caldo e di uscire rigenerata. Pettinai i capelli, non serviva la piastra visto che erano lisci di loro e osservai cosa c'era nell'armadio. Jeans strappati neri, jeans strappati grigio scuri, jeans strappati grigio/neri; magliette extra large grigie, nere e bianche. Anfibi neri e un paio di ballerine regalatemi da Andrea.

Una gran scelta insomma! Optai per i pantaloni più sobri che avevo, una t-shirt non molto larga e le ballerine. Odiavo quelle scarpe ma erano necessarie.

Lasciai la mia bocca senza rossetto, preferì non esagerare, per questo passai solo la matita nera sotto gli occhi.

Alle due precise ero pronta, partì già di casa perchè non conoscevo l'indirizzo che m'avevano mandato e non volevo perdermi!

Fortunatamente le indicazioni stradali erano chiare anche per un'impedita come me e riuscì ad arrivare con due minuti d'anticipo.

Lasciai la macchina nel parcheggio e notai che il luogo del colloquio non era un'azienda.

Era una sede. Sede dell'Universal. Figo.

Con finta sicurezza mi addentrai all'interno e una segretaria mi indicò una saletta.

Entrai e vi trovai già una decina di ragazze trepidanti e ansiose. Un incubo!

Perfetta dalle doppie punte dei capelli alle unghie dei piedi. Incastrate in eleganti abiti dall'aria volgare/professionale, scollature esposte agli spifferi del vento e sguardi accattivanti. Ero finita a colloqui per miss Germania e non lo sapevo? C'era qualcosa che mi sfuggiva forse.

Mi sedetti in un angolino, portando la borsa con una copia del mio curriculum all'interno, al mio mento e vi poggiai la testa.

Passarono diversi minuti prima che la prima ragazza fu chiamata ad entrare. Cinque minuti dopo era già uscita, con un sorriso soddisfatto al volto.

Sbuffai. Nel giro di un'ora fu il mio turno, entrai leggermente in ansia. L'uomo davanti a me mi indicò la sedia e successivamente alzò lo sguardo su di me.

-Piacere, tu sei?- non riconobbi la sua voce, non era lui che aveva chiamato.

-Maia Ferlich, piacere- Gli allungai la mano e me la strinse. Era un bell'uomo, non da buttar via insomma. Peccato fosse troppo vecchio per me!

-David Jost- disse come se fosse ovvio, non lo conoscevo; -Ha il suo curriculum qui?-

Per fortuna l'avevo trovato, che bello.. l'avevano perso. Frugai nella borsa e glielo porsi. Lesse distrattamente qua e la.

-Ma in che consiste il lavoro precisamente?- E cavolo, qua non dicevano nulla. Mi guardò stranito per un attimo.

-Oh, certo. Cerchiamo qualcuno che sia pratico di computer, per aggiornare il blog della band e i vari impegni in collaborazione con la segretaria. E altro, dipende da cosa abbiamo bisogna al momento. Dovrebbe essere disposta a viaggiare per seguire la band in tour-

Un attimo, tour? Questa mi era nuova, chissà chi era questa band! Ma, che figura facevo a chiederlo? Annuì.

-Inoltre lavorare con i Tokio Hotel non sarà semplice, i ritmi sono duri e pesanti-

Pensai d'aver capito male. Aveva detto Tokio Hotel? O mamma. Proprio loro? Ecco perchè tutte quelle ragazze prima!

-Capisco- dissi semplicemente. Di certo sarei stata in grado.

-E' una grande opportunità di lavoro. Dimmi, perchè dovremo scegliere lei e non le altre ragazze?- Che domanda cretina, pensai.

-A parte il fatto che penso d'esser la più qualificata qui, con tanto di laurea a pieni voti nel settore. Poi non credo le ragazze sarebbero in grado di lavorare a contatto con la band, per quello che ho visto sono delle fan e rischiano l'infarto in loro presenza, non sarebbero molto operative, credo-

Mi soppesò con lo sguardo per un attimo e poi fece un sorriso soddisfatto. Pregai di non aver esagerato.

Mi chiese qualche informazioni e nel giro di mezz'ora ero già sulla strada di casa. Neanche il tempo di entrare che mi squillò il telefono.

-Pronto, Maia! Com'è andato il colloquio?- era Andrea.

-Uhm, abbastanza bene dai, c'erano molte altre ragazze però!-  era improbabile scegliessero me.

-Ma che lavoro è?- oddio, dirglielo o non dirglielo?

-Cose col computer, se mi chiamano andrò in tour con la band in questione-

-Band? Quindi lavori per una casa discografica?- ohoh, i problemi stavano per arrivare!

-Universal- bomba uno: sganciata.

-UNIVERSAL? che figata! E che band? La conosco?- eccome se la conosceva..

-Si si, ti dico tutto dopo!- sviai, meglio parlare faccia a faccia.

-Ma quando ti fanno sapere?- domandò.

-Alle sei finiscono, quindi per le sette. Ci vediamo stasera? Così quando non chiameranno potrai consolarmi!-

Accettò e ci mettemmo d'accordo per la serata. Arrivai a casa, mi cambia indossando i miei soliti vestiti e mi buttai esausta sul divano.  

Mi sveglia un paio d'ore dopo, in tempo per andare dalla mia amica e sperare non morisse di infarto a nominare la band.

Presi la mia fedele macchina e arrivai da lei puntuale come un orologio svizzero, mi accolse vestita di tutto punto. Annusai l'aria: aveva ordinato la pizza! Fantastico, era il cibo post-delusioni, anche lei quindi pensava non ce l'avrei fatta, ma che bella cosa.

La salutai e mi fiondai senza dire una parola sulla mia pizza patatine e prosciutto. Mancava la bava alla bocca. Nel giro di mezz'ora il piatto era lucido e vuoto. Andrea mi guardava stranita dal mio comportamento.

-Che cerchi di nascondere?- mi guardò con sospetto.

-N-nulla!- che pessima bugiarda.

-Chi è la band?- momento della verità.

-Tokio Hotel- dissi piano. Seconda e ultima bomba sganciata.Mi osservò per un attimo e poi scoppiò a ridere.

-Per un attimo ti ho quasi creduta, dai dimmi! Chi è la band?-

-Ti sembra stia scherzando?- esclamai inarcando un sopracciglio.

Ciò che seguì fu un lungo silenzio. E silenzio. E silenzio.

-Cazzo- fu ciò che disse dopo circa due minuti. -Cazzo! Tu, tu! Che culo di merda Maia! Quindi hai parlato con quel grande uomo gnocco di Jost? O mio Dio! O mio DIOOOOOOOOOOOOOOO!- L'avevo persa, i Tokio Hotel me l'avevano ammazzata.

-Ja, ma non fare tutte 'ste storie! Tanto non lo rivedrò mai più!- buttai io.

-Secondo me si, pensa che cosa stupenda se lavorerai con loro! Me li devi assolutamente presentare!- Ufficialmente partita.

-Non farti troppi castelli, non mi assumeranno, avrebbero già chiamato! Non vedi, mancano cinque minuti alle otto!- Sbuffai io.

Vidi il suo volto farsi triste e poi guardarmi compassionevole. Prese un pezzo della sua pizza e me lo offrì con gli occhi dolci. Che bello, le facevo pena!

Stavo per prendere la pizza e tirargliela in testa quando lo squillo del telefono mi blocco. Vidi la faccia di Andy illuminarsi.

Oh oh, presi il telefono sperando non fosse il messaggio che avvisava avessi finito il credito.

Presi un respiro e risposi.  

* * * *

Recensite? Bis bald.

   
 
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